Stava indicando il tavolo degli insegnanti. I due posti ancora vuoti erano stati appena occupati. Ora Ludo Bagman sedeva dall’altro lato del professor Karkaroff, mentre il signor Crouch, il capo di Percy, era vicino a Madame Maxime.
«Che cosa ci fanno qui?» disse Harry stupito.
«Hanno organizzato loro il Torneo Tremaghi, no?» disse Hermione. «Avranno voluto assistere all’apertura».
Quando arrivò la seconda portata notarono anche un certo numero di dessert dall’aria insolita. Ron studiò da vicino uno strano tipo di budino pallido, poi lo spostò accuratamente di qualche centimetro alla sua destra, in modo che fosse ben visibile dal tavolo di Corvonero. La ragazza che sembrava una Veela però, a quanto pareva, aveva mangiato abbastanza, e non venne a prenderselo.
Quando i piatti d’oro furono ripuliti, Silente si alzò di nuovo. Una piacevole tensione parve diffondersi nella sala. Harry provò un vago brivido di eccitazione al pensiero di ciò che stava per accadere. Parecchi posti più in là, Fred e George erano tesi in avanti e fissavano Silente con grande concentrazione.
«Il momento è giunto» disse Silente, sorridendo al mare di visi rivolti verso il suo. «Il Torneo Tremaghi sta per cominciare. Vorrei dire qualche parola di presentazione prima di far entrare il forziere…»
«Il cosa?» sussurrò Harry.
Ron alzò le spalle.
«… solo per chiarire la procedura che seguiremo quest’anno. Ma prima di tutto lasciate che vi presenti, per coloro che non li conoscono, il signor Bartemius Crouch, Direttore dell’Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale» — ci fu un clap clap di applausi educati — «e il signor Ludo Bagman, Direttore dell’Ufficio per i Giochi e gli Sport Magici».
Per Bagman risuonò una salva di applausi molto più sonora che per Crouch, forse a causa delia sua fama di Battitore, o semplicemente perché aveva un aspetto molto più amabile. Lui rispose con un cenno gioviale della mano. Bartemius Crouch non sorrise né salutò quando venne annunciato il suo nome. Ricordandolo col suo abito inappuntabile alla Coppa del Mondo di Quidditch, Harry ridletté che vestito da mago aveva un’aria strana. I suoi baffi a spazzolino e la scriminatura severa sembravano parecchio stravaganti vicino ai lunghi capelli e alla barba bianca di Silente.
«Il signor Bagman e il signor Crouch hanno lavorato instancabilmente negli ultimi mesi per mettere a punto il Torneo Tremaghi» proseguì Silente, «e si uniranno a me, al professor Karkaroff e a Madame Maxime nella giuria che valuterà gli sforzi dei campioni».
Alla parola “campioni”, l’attenzione degli studenti in ascolto parve ridestarsi.
Forse Silente aveva notato la loro improvvisa immobilità, perché sorrise dicendo: «Ora il forziere, prego. Mastro Gazza».
Gazza, che era appostato seminascosto in un angolo remoto della Sala, si avvicinò a Silente, trasportando un grosso baule di legno tempestato di pietre preziose. Sembrava molto antico. Un mormorio eccitato di interesse si levò dagli studenti in attesa; Dennis Canon sali addirittura sulla sedia per vederci bene, ma, essendo così piccolo, la sua testa sovrastava a stento quelle degli altri.
«Le istruzioni per le prove che i campioni affronteranno quest’anno sono già state prese in esame dal signor Crouch e dal signor Bagman» disse Silente, mentre Gazza posava con cautela il baule sul tavolo davanti a lui, «ed essi hanno preso i provvedimenti necessari. Le sfide saranno tre, distribuite nell’arco dell’anno scolastico, e metteranno alla prova i campioni in molti modi diversi… la loro perizia magica, la loro audacia, i loro poteri deduttivi e, naturalmente, la loro capacità di affrontare il pericolo».
A quest’ultima parola, la Sala fu invasa da un silenzio così assoluto che sembrava che tutti avessero smesso di respirare.
«Come sapete, tre campioni gareggiano nel Torneo» riprese tranquillo Silente, «uno per ogni scuola. Essi otterranno un punteggio in base all’abilità dimostrata in ciascuna delle prove del Torneo e il campione che avrà totalizzato il punteggio più alto dopo la terza prova vincerà la Coppa Tremaghi. I campioni verranno designati da un selezionatore imparziale… il Calice di Fuoco».
Silente estrasse la bacchetta e batté tre volte sul cofano. Il coperchio si aprì lentamente con un cigolio. Silente infilò la mano all’interno ed estrasse una grossa coppa di legno rozzamente intagliata. Sarebbe sembrata del tutto comune, se non fosse stata colma fino all’orlo di fiamme danzanti blu e biancastre.
Silente chiuse il forziere e pose delicatamente il Calice sul coperchio: da lì sarebbe stato ben visibile a tutti.
«Chiunque desideri proporsi come campione deve scrivere a chiare lettere il suo nome e quello della sua scuola su un foglietto di pergamena e metterlo nel Calice» disse Silente. «Gli aspiranti campioni hanno ventiquattr’ore per farsi avanti. Domani sera, la sera di Halloween, il Calice restituirà i nomi dei tre che avrà giudicato più meritevoli di rappresentare le loro scuole. Il Calice verrà esposto stasera nella Sala d’Ingresso, dove sarà liberamente raggiungibile per tutti coloro che desiderano gareggiare.
«Per garantire che nessuno studente di età inferiore a quanto richiesto cada in tentazione» continuò Silente, «traccerò una Linea dell’Età attorno al Calice di Fuoco una volta che sarà stato posto all’Ingresso. Nessuno al di sotto dei diciassette anni potrà varcare questa linea.
«Infine, vorrei ricordare a tutti coloro che desiderano partecipare che il Torneo non va affrontato con leggerezza. Una volta che un campione sarà stato scelto dal Calice di Fuoco, lui o lei sarà tenuto a partecipare al Torneo fino alla fine. Inserire il vostro nome nel Calice costituisce un contratto magico vincolante. Non è concesso di cambiare idea una volta diventati campioni. Vi prego dunque di essere molto sicuri di voler prendere parte alla gara, prima di mettere il vostro nome nel Calice. Ora, credo che sia il momento di andare a dormire. Buonanotte a voi tutti».
«Una Linea dell’Età!» disse Fred Weasley, gli occhi scintillanti, mentre tutti si dirigevano verso la Sala d’Ingresso. «Be’, si dovrebbe riuscire a imbrogliarla con una Pozione Invecchiante, no? E una volta che i nomi sono nel Calice, è fatta… lui non è in grado di stabilire se hai diciassette anni o no!»
«Ma io credo che nessuno sotto i diciassette anni abbia uno straccio di possibilità» disse Hermione, «non ne sappiamo ancora abbastanza…»
«Parla per te» la zittì George secco. «Tu proverai a entrare, vero, Harry?»
Harry considerò in fretta l’insistenza di Silente sul fatto che nessuno con meno di diciassette anni dovesse candidarsi, ma poi la meravigliosa visione di se stesso vincitore della Coppa Tremaghi invase di nuovo la sua mente… si chiese quanto poteva arrabbiarsi Silente se qualcuno con meno di diciassette anni trovava il modo di superare la Linea dell’Età…
«Dov’è?» chiese Ron, che non stava ascoltando una parola della conversazione, ma scrutava la folla per vedere che fine aveva fatto Krum. «Silente non ha detto dove dormono quelli di Durmstrang, vero?»
Ma questo interrogativo ebbe quasi subito una risposta. Avevano raggiunto il tavolo di Serpeverde, e Karkaroff aveva appena chiamato a raccolta i suoi studenti.
«Allora, torniamo alla nave» stava dicendo. «Viktor, come ti senti? Hai mangiato abbastanza? Devo far portare del vino aromatizzato dalle cucine?»
Harry vide Krum scuotere la testa mentre indossava di nuovo la pelliccia.
«Io folefa del fino, Herr Professor» disse un altro studente di Durmstrang, speranzoso.
«Non l’ho chiesto a te, Poliakoff» ribatté Karkaroff, l’aria affettuosa e paterna svanita in un istante. «Vedo che ti sei rovesciato di nuovo il cibo sui vestiti, disgustoso ragazzo…»
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