J. Rowling - Harry Potter e il calice di fuoco

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Harry Potter e il calice di fuoco: краткое содержание, описание и аннотация

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È un momento cruciale nella vita di Harry: ormai è un mago adolescente, vuole andarsene dalla casa degli odiosi Dursley, vuole sognare la Cercatrice del Corvonero per cui ha una cotta tremenda... Intanto, grandiosi avvenimenti si stanno preparando alla scuola di Hogwarts, dove si svolgerà un torneo tra tutte le più importanti scuole di magia. E nonostante non abbia ancora 16 anni, età per iscriversi alla competizione, Harry viene scelto dal Calice di Fuoco per superare prove terrificanti: si troverà faccia a faccia con la morte, come sempre per colpa del perfido Voldemort; e con l’amore.
Vincitore del premio Hugo per il miglior romanzo in 2001.

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Lynch finalmente si rialzò, salutato da alte grida dei tifosi verdi, risalì sulla Firebolt e si levò di nuovo in aria. Il suo ritorno parve dare nuova forza all’Irlanda. Quando Mustafà fischiò di nuovo, i Cacciatori si misero in moto con un’abilità impareggiabile, che Harry mai aveva visto prima.

Dopo altri quindici serrati, furibondi minuti, l’Irlanda era in testa di altre dieci reti. Ora conduceva per centotrenta a dieci, e il gioco cominciava a farsi più sporco.

Mentre Mullet sfrecciava di nuovo tra le porte, tenendo stretta la Pluffa sotto il braccio, il Portiere bulgaro, Zograf, scattò per prenderla. Ciò che accadde si concluse così in fretta che Harry non riuscì a capire, ma un urlo di rabbia dalle folle irlandesi, e il lungo, acutissimo fischio di Mustafà, gli dissero che era stato commesso fallo.

«E Mustafà richiama il Portiere bulgaro per sgomitate… uso eccessivo dei gomiti!» Bagman informò gli spettatori urlanti. «E… sì, punizione per l’Irlanda!»

I Lepricani, che si erano alzati infuriati a mezz’aria come uno sciame di calabroni lucenti quando era stato commesso fallo su Mullet, ora scattarono insieme per formare le parole “HA HA HA!” Le Veela dall’altra parte del campo balzarono in piedi, scossero le chiome con rabbia e ripresero a danzare.

Tutti insieme, i ragazzi Weasley e Harry si tapparono le orecchie, ma Hermione, che non ci aveva badato, cominciò a tirare Harry per il braccio. Lui si voltò a guardarla, e lei gli sfilò impaziente le dita dalle orecchie.

«Guarda l’arbitro!» disse con una risatina.

Harry guardò. Hassan Mustafà era atterrato proprio davanti alle Veela danzanti, e si stava comportando in modo davvero strano. Gonfiava i muscoli e si accarezzava i baffi con aria seducente.

«lnsomma, non possiamo tollerarlo!» disse Ludo Bagman, anche se in tono molto divertito. «Qualcuno schiaffeggi l’arbitro!»

Un medimago attraversò il campo, le dita infilate nelle orecchie, e diede a Mustafà un calcio negli stinchi. Quest’ultimo parve tornare in sé; attraverso l’Omniocolo, Harry vide che sembrava straordinariamente imbarazzato, e gridava contro le Veela, che avevano smesso di danzare e sembravano riottose.

«E a meno che non mi sbagli di grosso, Mustafà sta davvero tentando di espellere le Mascotte della Nazionale Bulgara!» disse Bagman. «Questa sì che è una cosa a cui non abbiamo mai assistito… oh, le cose potrebbero mettersi al peggio…»

E fu così: i Battitori bulgari, Volkov e Vulchanov, erano atterrati ai lati di Mustafà, e presero a litigare furiosamente con lui, gesticolando verso i Lepricani, che in segno di scherno avevano formato le parole “HEE HEE HEE”. Mustafà non si lasciò impressionare dagli argomenti dei Bulgari; agitava il dito in aria, e chiaramente diceva loro di riprendere il volo, e quando si rifiutarono, emise due fischi brevi col suo fischietto.

« Due punizioni per l’Irlanda!» urlò Bagman, e la folla bulgara ululò di rabbia.

«E Volkov e Vulchanov farebbero bene a tornare su quelle scope… sì… ecco che partono… e Troy prende la Pluffa…»

Il gioco raggiunse un livello di ferocia mai visto prima. I Battitori di entrambi i fronti agivano senza pietà: Volkov e Vulchanov roteavano con violenza le loro mazze e non sembravano avere scrupoli su chi o che cosa colpivano. Dimitrov mirò dritto su Moran, che aveva la Pluffa, e quasi la disarcionò dalla scopa.

« Fallo! » ulularono i tifosi irlandesi come un sol uomo, tutti in piedi in un’enorme ondata verde.

«Fallo!» fece loro eco la voce di Ludo Bagman magicamente amplificata.

«Dimitrov colpisce Moran — ha volato allo scopo deliberato di urtarla — e ci dovrebbe essere un’altra penalità — sì, ecco il fischio dell’arbitro!»

I Lepricani si erano rialzati a mezz’aria e questa volta formarono una mano gigante, che faceva un gesto molto maleducato rivolto alle Veela dall’altra parte del campo. Per tutta risposta le Veela persero il controllo. Si slanciarono attraverso il campo scagliando quelle che sembravano manciate di fuoco contro i Lepricani. Harry vide attraverso l’Omniocolo che non erano affatto belle, in quel momento: al contrario, i loro volti si allungavano in affilate teste d’uccello dai becchi feroci, e lunghe ali squamose spuntavano dalle loro spalle…

«E questo, ragazzi» urlò il signor Weasley sul tumulto della folla sottostante, «è il motivo per cui non bisogna mai fermarsi all’apparenza!»

Maghi del Ministero si affrettarono a scendere in campo per separare le Veela dai Lepricani, ma con scarso successo; nel frattempo, la battaglia campale di sotto non era nulla paragonata a quella in alto. Harry guardava da una parte e dall’altra con l’Omniocolo mentre la Pluffa cambiava mani con la velocità di un proiettile…

«Levski — Dimitrov — Moran — Troy — Mullet — Ivanova — ancora Moran — Moran — MORAN SEGNA!»

Ma le urla entusiaste dei tifosi irlandesi si sentivano a stento sopra gli strilli delle Veela, gli scoppi che uscivano dalle bacchette dei membri del Ministero e i ruggiti rabbiosi dei Bulgari. La partita riprese immediatamente; ora Levski aveva la Pluffa, ora Dimitrov…

Il Battitore irlandese. Quigley, sferrò un gran colpo a un Bolide di passaggio, e lo spedi più forte che poteva verso Krum, che non si scansò abbastanza in fretta. Il Bolide lo colpì forte in faccia.

Dalla folla si alzò un gemito assordante; il naso di Krum sembrava rotto, c’era sangue dappertutto, ma Hassan Mustafà non fischiò. Era come distratto, e Harry non poteva biasimarlo; una delle Veela aveva scagliato una manciata di fuoco e aveva incendiato la sua scopa.

Harry desiderò che qualcuno capisse che Krum era ferito; anche se tifava per l’Irlanda, Krum era il giocatore più emozionante in campo. Ron la pensava chiaramente allo stesso modo.

«Time out! Ah, andiamo, non può giocare così, guardatelo…»

« Guardate Lynch! » urlò Harry.

Perché il Cercatore irlandese si era all’improvviso lanciato in picchiata, e Harry era quasi certo che non si trattasse di una Finta Wronsky; questa volta era per davvero…

«Ha visto il Boccino!» urlò Harry. «L’ha visto! Guardate, ecco che va!»

Metà dello stadio parve aver capito cosa stava accadendo, i tifosi irlandesi si alzarono in un’enorme onda verde, incitando il loro Cercatore… ma Krum gli stava alle calcagna. Harry si domandò come facesse a vedere dove stava andando; c’erano schizzi di sangue nella sua scia, ma ormai era quasi testa a testa con Lynch, mentre entrambi precipitavano di nuovo verso il suolo…

«Si schianteranno!» strillò Hermione.

«No!» ruggì Ron.

«Lynch sì!» gridò Harry.

E aveva ragione: per la seconda volta, Lynch colpì il terreno con forza tremenda, e fu immediatamente circondato da un’orda di Veela infuriate.

«Il Boccino, dov’è il Boccino?» ululò Charlie, nella mischia.

«Ce l’ha… Krum l’ha preso… è finita!» gridò Harry.

Krum, gli abiti rossi luccicanti del sangue che gli colava dal naso, saliva dolcemente per aria, il pugno in alto, un bagliore d’oro racchiuso nella mano.

Il tabellone lampeggiava “BULGARIA: CENTOSESSANTA, IRLANDA: CENTOSETTANTA” oltre la folla, che non poteva aver capito che cos’era successo. Poi, lentamente, come se un enorme jumbo jet stesse andando su di giri, il rombo dei tifosi irlandesi divenne sempre più forte ed esplose in urla di gioia.

«VINCE L’IRLANDA!» gridò Bagman, che, come gli Irlandesi, sembrava essere stato preso alla sprovvista dalla fine improvvisa della partita. «KRUM PRENDE IL BOCCINO — MA VINCE L’IRLANDA — santo cielo, credo che nessuno di noi se lo aspettasse!»

«Perché ha preso il Boccino?» strillò Ron mentre saltava su e giù, applaudendo con le braccia tese sopra la testa. «Ha finito quando l’Irlanda era in testa di centosessanta punti, quell’idiota!»

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