J. Rowling - Harry Potter e il calice di fuoco

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Harry Potter e il calice di fuoco: краткое содержание, описание и аннотация

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È un momento cruciale nella vita di Harry: ormai è un mago adolescente, vuole andarsene dalla casa degli odiosi Dursley, vuole sognare la Cercatrice del Corvonero per cui ha una cotta tremenda... Intanto, grandiosi avvenimenti si stanno preparando alla scuola di Hogwarts, dove si svolgerà un torneo tra tutte le più importanti scuole di magia. E nonostante non abbia ancora 16 anni, età per iscriversi alla competizione, Harry viene scelto dal Calice di Fuoco per superare prove terrificanti: si troverà faccia a faccia con la morte, come sempre per colpa del perfido Voldemort; e con l’amore.
Vincitore del premio Hugo per il miglior romanzo in 2001.

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Altri maghi si univano al gruppo, ridendo e additando i corpi galleggianti in alto. Tende si afflosciavano e cadevano mentre la folla in marcia aumentava. Una o due volte Harry vide uno dei maghi far saltar via una tenda dal suo cammino con la bacchetta. Parecchie presero fuoco. Le urla si fecero più alte.

Il rogo di una tenda illuminò all’improvviso le persone in aria, e Harry riconobbe una di loro: era il signor Roberts, il direttore del campeggio. Gli altri tre dovevano essere sua moglie e i suoi figli. A un tocco di bacchetta di uno dei maghi in marcia la signora Roberts si ribaltò a testa in giù, e la camicia da notte ricadde rivelando ampi mutandoni; lei cercò di coprirsi mentre la folla al di sotto strillava e fischiava sguaiatamente.

«È orribile» mormorò Ron, guardando il più piccolo dei bambini babbani, che aveva cominciato a girare come una trottola, a venti metri dal suolo, la testa che ciondolava da una parte all’altra. «È davvero orribile…»

Hermione e Ginny li raggiunsero di corsa, infilandosi le giacche sulle camicie da notte, con il signor Weasley alle loro spalle. Nello stesso istante, Bill, Charlie e Percy affiorarono dalla tenda dei ragazzi, completamente vestiti, con le maniche rimboccate e le bacchette in pugno.

«Andiamo a dare una mano al Ministero» gridò il signor Weasley sopra il frastuono, arrotolandosi le maniche a sua volta. «Voialtri… entrate nel bosco, e restate uniti. Verrò a prendervi quando avremo sistemato la faccenda!»

Bill, Charlie e Percy stavano già sfrecciando verso la folla; il signor Weasley si lanciò dietro di loro. Maghi del Ministero accorrevano da ogni parte. La moltitudine sotto i Roberts era sempre più vicina.

«Andiamo» disse Fred, prendendo per mano Ginny e trascinandola verso il bosco. Harry, Ron, Hermione e George li seguirono. Una volta raggiunti gli alberi si voltarono: videro i maghi del Ministero cercare di attraversare la calca per raggiungere i maghi incappucciati al centro, ma era un’impresa difficile. Parevano non voler scagliare incantesimi che rischiassero di far precipitare i Roberts.

Le lanterne colorate lungo il sentiero verso lo stadio erano state spente. Cupe sagome inciampavano tra gli alberi; i bambini piangevano; urla angosciate e voci pervase dal panico rimbombavano attorno a loro nella fredda aria notturna. Harry si sentì spingere di qua e di là da gente di cui non poteva vedere il volto. Poi sentì Ron gridare di dolore.

«Che cosa è successo?» esclamò Hermione agitata, fermandosi così di colpo che Harry le rovinò addosso. «Ron, dove sei? Oh, che stupida… Lumos

Illuminò la sua bacchetta e puntò il raggio sottile sul sentiero. Ron era disteso a terra.

«Sono inciampato su una radice» sbottò, rialzandosi.

«Be’, con dei piedi di quelle dimensioni è difficile evitarlo» disse una voce melliflua alle loro spalle.

Harry, Ron e Hermione si voltarono di scatto. Draco Malfoy era lì accanto a loro, solo, appoggiato a un albero, decisamente rilassato. Le braccia incrociate, in apparenza aveva seguito la scena del campeggio attraverso gli alberi.

Ron disse a Malfoy di fare una cosa che, Harry lo sapeva, non avrebbe mai osato pronunciare davanti al signor Weasley.

«Modera il linguaggio, Weasley» disse Malfoy, i pallidi occhi scintillanti. «Non è meglio che vi muoviate, adesso? Non vorrete che riconoscano anche lei, vero?»

Indicò Hermione con un cenno, e nello stesso istante un’esplosione come di una bomba echeggiò dal campeggio, e un lampo di luce verde illuminò per un attimo gli alberi attorno a loro.

«Che cosa vorresti dire?» esclamò Hermione in tono di sfida.

«Granger, stanno cercando i Babbani » disse Malfoy. «Vuoi far vedere le mutande a tutti? Perché se è questo che vuoi, aspetta solo un attimo… vengono di qua, e almeno ci faremo una bella risata».

«Hermione è una strega» sibilò Harry.

«Vedila un po’ come ti pare, Potter» disse Malfoy con un sorriso perfido. «Se credi che non possano riconoscere una Mezzosangue, restate pure dove siete».

«Bada a come parli!» gridò Ron. Tutti sapevano che “Mezzosangue” era un termine molto offensivo che indicava una strega o un mago di origini babbane.

«Lascia stare, Ron» disse in fretta Hermione, trattenendolo per un braccio mentre faceva un passo verso Malfoy.

Poi oltre gli alberi risuonò un’esplosione più fragorosa che mai. Parecchie persone vicine urlarono.

Malfoy ridacchiò piano.

«Si spaventano per un nonnulla, vero?» disse pigramente. «Immagino che tuo padre abbia detto a tutti quanti di nascondersi… Che cosa sta facendo? Cerca di salvare i Babbani?»

«Dove sono i tuoi genitori?» disse Harry, sempre più arrabbiato. «Là fuori con il cappuccio in testa, vero?»

Malfoy si rivolse a Harry, senza smettere di sorridere.

«Be’… se lo fossero, non verrei a dirlo a te, vero, Potter?»

«Oh, insomma» intervenne Hermione, scoccando uno sguardo di disgusto a Malfoy, «andiamo a cercare gli altri».

«Tieni giù quel tuo testone, Granger» sogghignò Malfoy.

« Andiamo » ripeté Hermione, trascinando Ron e Harry di nuovo sul sentiero.

«Scommetto quello che vuoi che suo padre è uno di quelli incappucciati!» esclamò Ron veemente.

«Be’, con un po’ di fortuna quelli del Ministero lo prenderanno!» disse Hermione con fervore. «Oh, non ci posso credere, dove sono finiti gli altri?»

Fred, George e Ginny non si vedevano da nessuna parte, anche se il sentiero era pieno di gente che guardava nervosamente verso il fragore che proveniva dal campeggio.

Un gruppo di ragazzini in pigiama stava litigando ad alta voce un po’ più avanti. Quando videro Harry, Ron e Hermione, una ragazza con fitti capelli ricci si voltò e chiese in fretta: « Où est Madame Maxime? Nous l’avons perdue… »

«Ehm, cosa?» disse Harry.

«Oh…» La ragazza che aveva parlato gli voltò le spalle, e mentre continuavano la marcia la sentirono dire chiaramente: « Hogvàrts » .

«Beauxbatons» borbottò Hermione.

«Come hai detto?» disse Harry.

«Devono essere di Beauxbatons» disse Hermione. «Sai… l’Accademia della Magia di Beauxbatons… Ho letto delle cose su Compendio sull’Istruzione Magica in Europa ».

«Oh… sì… certo» disse Harry.

«Fred e George non possono essere andati così lontani» disse Ron estraendo la bacchetta e accendendola per illuminare il sentiero. Harry frugò nelle tasche della giacca in cerca della sua bacchetta — ma lì non c’era. L’unica cosa che vi trovò fu l’Omniocolo.

«Ah, no, non è possibile… Ho perso la bacchetta!»

«Stai scherzando?»

Ron e Hermione alzarono le loro quel tanto che bastava per aumentare l’ampiezza dello stretto cono di luce sul terreno; Harry guardò dappertutto nei dintorni, ma la sua bacchetta non si vedeva.

«Forse è rimasta nella tenda» disse Ron.

«Forse ti è caduta dalla tasca mentre correvi» suggerì Hermione ansiosa.

«Sì» disse Harry, «forse…»

Di solito portava sempre con sé la bacchetta nel mondo magico, e ritrovarsi senza nel bel mezzo di una situazione come quella lo fece sentire molto vulnerabile.

Un fruscio li fece sobbalzare tutti e tre. Winky l’elfa domestica si stava aprendo la strada in un mucchio di cespugli lì vicino. Si muoveva in modo singolare, apparentemente con grande difficoltà; era come se una mano invisibile cercasse di trattenerla.

«C’è cattivi maghi in giro!» squittì follemente, mentre si chinava in avanti e si sforzava di continuare a correre. «Gente in alto, in alto per aria! Winky si toglie di torno!»

E scomparve tra gli alberi dall’altra parte del sentiero, ansando e squittendo mentre lottava contro la forza che la contrastava.

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