J. Rowling - Harry Potter e il calice di fuoco

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Harry Potter e il calice di fuoco: краткое содержание, описание и аннотация

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È un momento cruciale nella vita di Harry: ormai è un mago adolescente, vuole andarsene dalla casa degli odiosi Dursley, vuole sognare la Cercatrice del Corvonero per cui ha una cotta tremenda... Intanto, grandiosi avvenimenti si stanno preparando alla scuola di Hogwarts, dove si svolgerà un torneo tra tutte le più importanti scuole di magia. E nonostante non abbia ancora 16 anni, età per iscriversi alla competizione, Harry viene scelto dal Calice di Fuoco per superare prove terrificanti: si troverà faccia a faccia con la morte, come sempre per colpa del perfido Voldemort; e con l’amore.
Vincitore del premio Hugo per il miglior romanzo in 2001.

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Piton annui in silenzio e uscì dalla stanza.

«Harry» disse Silente con dolcezza.

Harry si alzò e di nuovo barcollò; il dolore alla gamba, che non aveva notato finché ascoltava Crouch, tornò vivissimo. Si accorse che stava tremando. Silente lo afferrò per un braccio e lo sostenne lungo il corridoio buio.

«Voglio che tu venga nel mio ufficio, Harry» disse piano, mentre risalivano il corridoio. «Sirius ci sta aspettando».

Harry annuì. Si sentiva oppresso da una sorta di stordimento e da un senso di totale irrealtà, ma non gl’importava; ne era perfino contento. Non voleva dover pensare a nulla di ciò che era successo da quando aveva toccato la Coppa Tremaghi per la prima volta. Non voleva dover passare in rassegna i ricordi, freschi e nitidi come fotografie, che continuavano a lampeggiare nella sua mente. Malocchio Moody dentro il baule. Codaliscia, accasciato a terra, che si reggeva il moncherino. Voldemort che sorgeva tra i vapori del calderone. Cedric… morto… Cedric, che gli chiedeva di riportarlo dai suoi genitori…

«Professore» sussurrò Harry, «dove sono il signore e la signora Diggory?»

«Sono con la professoressa Sprite» rispose Silente. La sua voce, che era rimasta così calma per tutto il tempo dell’interrogatorio di Barty Crouch, per la prima volta s’incrinò. «È la direttrice della Casa di Cedric, e lo conosceva meglio di tutti».

Erano arrivati davanti al gargoyle di pietra. Silente pronunciò la parola d’ordine, la statua balzò di lato, e lui e Harry si lasciarono trasportare dalla scala a chiocciola fino alla porta di quercia. Silente l’aprì.

Dentro c’era Sirius. Aveva il volto pallido ed emaciato come quando era fuggito da Azkaban. Con un rapido movimento attraversò la stanza. «Harry, stai bene? Lo sapevo… sapevo che qualcosa del genere… che cosa è successo?»

Gli tremavano le mani mentre aiutava Harry a sistemarsi su una sedia davanti alla scrivania e prendeva posto accanto a lui.

«Che cosa è successo?» incalzò.

Silente cominciò a raccontargli tutto ciò che aveva detto Barty Crouch. Harry ascoltava solo a metà. Era tanto stanco che aveva male dappertutto, e voleva solo restare lì seduto, tranquillo, per ore e ore, fino ad addormentarsi e non dover pensare o sentire più niente.

Si udì un morbido frullo d’ali. Fanny la fenice si librò dal trespolo, attraversò in volo l’ufficio e atterrò sul ginocchio di Harry.

«Ciao, Fanny» disse piano Harry, accarezzando le belle piume dorate e scarlatte. Fanny strinse placidamente gli occhi. C’era qualcosa di confortante nel suo peso caldo.

Silente aveva smesso di parlare. Sedette di fronte a Harry, dietro la scrivania. Lo guardò, e lui evitò il suo sguardo. Silente stava per interrogarlo. Stava per fargli rivivere tutto quanto.

«Devo sapere che cos’è successo dopo che hai toccato la Passaporta nel labirinto, Harry» disse Silente.

«Possiamo aspettare domattina, vero, Silente?» intervenne Sirius con voce roca. Posò una mano sulla spalla di Harry. «Lascialo dormire. Lascialo riposare».

Harry provò un moto di gratitudine per Sirius, ma Silente non fece caso a quello che aveva detto. Si protese verso Harry. Con profonda riluttanza, Harry alzò la testa, e guardò quegli occhi azzurri.

«Se pensassi di poterti aiutare» disse Silente con dolcezza, «facendo scendere su di te un sonno incantato, e permettendoti di posticipare il momento di ripensare a ciò che è accaduto stanotte, lo farei. Ma so quello che faccio. Attenuare il dolore per un po’ lo renderà più acuto quando alla fine lo sentirai. Ti sei dimostrato coraggioso ben al di là di quanto mi sarei aspettato da te. Ti chiedo di dimostrare il tuo coraggio ancora una volta. Ti chiedo di raccontarci cos’è successo».

La fenice emise un verso dolce e tremulo. Vibrò nell’aria, e Harry avvertì come una goccia di liquido bollente scorrergli dalla gola allo stomaco, riscaldandolo e dandogli forza.

Respirò profondamente e cominciò a raccontare. Mentre parlava, le immagini di tutto ciò che era accaduto quella notte parvero levarsi davanti ai suoi occhi: vide la superficie scintillante della pozione che aveva fatto risorgere Voldemort, vide i Mangiamorte Materializzarsi tra le tombe, vide il corpo di Cedric disteso a terra accanto alla Coppa.

Una o due volte, sembrò che Sirius fosse sul punto di parlare, stringendo la spalla di Harry, ma Silente glielo impedì con un cenno. Harry ne fu felice, perché era più facile andare avanti ora che aveva cominciato. Fu perfino un sollievo, come se qualcosa di velenoso gli venisse sottratto. Continuare a parlare gli costò ogni briciola di determinazione che possedeva, ma capiva che una volta finito si sarebbe sentito meglio.

Quando Harry disse che Codaliscia lo aveva ferito al braccio col pugnale, comunque, Sirius reagì con veemenza; e Silente si alzò così in fretta che Harry sobbalzò: fece il giro della scrivania e chiese a Harry di tendere il braccio. Harry mostrò a entrambi il punto in cui la veste era strappata e il taglio sotto la stoffa.

«Ha detto che il mio sangue lo avrebbe rafforzato più di quello di chiunque altro» disse Harry. «Ha detto che la protezione che mia… mia madre aveva lasciato su di me… che si sarebbe preso anche quella. E aveva ragione: è riuscito a toccarmi senza farsi del male, mi ha toccato la faccia».

Per un rapido istante, Harry credette di aver visto qualcosa di simile a un lampo di trionfo negli occhi di Silente. Ma un attimo dopo fu certo di averlo solo immaginato, perché quando Silente tornò al suo posto, era più vecchio e stanco che mai.

«Molto bene» disse, sedendo di nuovo. «Voldemort ha superato quel particolare ostacolo. Harry, vai avanti, ti prego».

Harry riprese; spiegò come Voldemort era sorto dal calderone e riferì tutto ciò che ricordava del discorso di Voldemort ai Mangiamorte. Poi raccontò come lo aveva slegato, gli aveva restituito la bacchetta e si era preparato al duello.

Ma quando giunse al punto in cui il raggio di luce d’oro aveva unito la sua bacchetta a quella di Voldemort, si ritrovò con la gola bloccata. Cercò di continuare a parlare, ma il ricordo di ciò che era scaturito dalla bacchetta di Voldemort gli invase la mente. Vide Cedric, vide il vecchio, Bertha Jorkins… sua madre… suo padre…

Fu contento quando Sirius ruppe il silenzio.

«Le bacchette si sono unite?» chiese, guardando Harry e poi Silente. «Perché?»

«Prior Incantatio» mormorò Silente, con aria assorta.

I suoi occhi fissarono quelli di Harry e fu come se una scintilla scoccasse fra di loro.

«L’Incantesimo Reversus?» disse Sirius bruscamente.

«Proprio così» rispose Silente. «La bacchetta di Harry e quella di Voldemort hanno la stessa anima. Entrambe contengono una piuma della coda della stessa fenice. Di questa fenice, in effetti» aggiunse, indicando l’uccello oro e scarlatto appollaiato tranquillo sul ginocchio di Harry.

«La piuma che c’è dentro la mia bacchetta è di Fanny?» domandò Harry, sbalordito.

«Sì» rispose Silente. «Il signor Ollivander mi ha scritto per dirmi che avevi comprato la seconda bacchetta nell’istante in cui sei uscito dal suo negozio quattro anni fa».

«E che cosa succede quando una bacchetta incontra sua sorella?» chiese Sirius.

«Non funzionano correttamente l’una contro l’altra» rispose Silente. «E se i loro proprietari costringono le bacchette a scontrarsi… si verifica un effetto molto raro.

«Una delle bacchette costringe l’altra a emettere gli incantesimi che ha operato — al contrario. Prima il più recente… e poi quelli che l’hanno preceduto…»

Rivolse a Harry uno sguardo interrogativo, e Harry annuì.

«Il che significa» disse Silente lentamente, gli occhi fissi sul volto di Harry, «che Cedric dev’essere riapparso sotto qualche forma».

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