J. Rowling - Harry Potter e il calice di fuoco

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Harry Potter e il calice di fuoco: краткое содержание, описание и аннотация

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È un momento cruciale nella vita di Harry: ormai è un mago adolescente, vuole andarsene dalla casa degli odiosi Dursley, vuole sognare la Cercatrice del Corvonero per cui ha una cotta tremenda... Intanto, grandiosi avvenimenti si stanno preparando alla scuola di Hogwarts, dove si svolgerà un torneo tra tutte le più importanti scuole di magia. E nonostante non abbia ancora 16 anni, età per iscriversi alla competizione, Harry viene scelto dal Calice di Fuoco per superare prove terrificanti: si troverà faccia a faccia con la morte, come sempre per colpa del perfido Voldemort; e con l’amore.
Vincitore del premio Hugo per il miglior romanzo in 2001.

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Davanti a Harry giaceva un uomo pallido, con vaghe lentiggini e un ciuffo di capelli biondi. Sapeva chi era. L’aveva visto nel Pensatoio di Silente, l’aveva visto mentre i Dissennatori lo portavano via e lui cercava di convincere Crouch della sua innocenza… ma ora era segnato attorno agli occhi, e sembrava molto più vecchio…

Nel corridoio si udirono passi affrettati. Piton entrò con Winky alle calcagna. La professoressa McGranitt era dietro di loro.

«Crouch!» esclamò Piton, restando immobile sulla soglia. «Barty Crouch!»

«Santo cielo» disse la professoressa McGranitt, fissando l’uomo disteso al suolo.

Sporca e scarmigliata, Winky sbirciò da dietro le gambe di Piton. La sua bocca si spalancò e l’elfa emise uno strillo penetrante. «Padron Barty, padron Barty, che cosa fa tu qui?»

Si gettò sul petto del giovane. «Voi l’ha ucciso! Voi l’ha ucciso! Voi ha ucciso il figlio del padrone!»

«È solo Schiantato, Winky» disse Silente. «Fatti da parte, per favore. Severus, hai portato la pozione?»

Piton consegnò a Silente una bottiglietta di vetro colma di un liquido trasparente: il Veritaserum col quale aveva minacciato Harry in classe. Silente si alzò, si chinò sull’uomo a terra e lo mise a sedere contro il muro dietro l’Avversaspecchio, dal quale le sagome riflesse di Silente, Piton e della McGranitt continuavano a scrutarli, cupe. Winky rimase in ginocchio, tremante, le mani sul viso. Silente aprì a forza la bocca dell’uomo e vi lasciò cadere tre gocce. Poi gli puntò la bacchetta contro il petto e disse: « Innerva » .

Il figlio di Crouch aprì gli occhi. Aveva il viso molle, lo sguardo perso. Silente si inginocchiò accanto a lui, in modo da guardarlo dritto in faccia.

«Mi senti?» chiese a bassa voce.

L’uomo sbatté le palpebre.

«Sì» borbottò.

«Vorrei che ci dicessi» disse piano Silente «come mai sei qui. Come hai fatto a fuggire da Azkaban?»

Crouch trasse un profondo respiro tremante, poi prese a parlare in tono piatto e inespressivo. «Mi ha salvato mia madre. Sapeva di stare per morire. Ha convinto mio padre a salvarmi come ultimo desiderio. Lui l’amava come non ha mai amato me. Acconsentì. Vennero a trovarmi. Mi diedero una dose di Pozione Polisucco che conteneva un capello di mia madre. Lei bevve una dose di Pozione Polisucco che conteneva un mio capello. Prendemmo l’uno le sembianze dell’altra».

Winky scuoteva il capo, tremante. «Non dire altro, padron Barty, non dire altro, tu mette tuo padre nei guai!»

Ma Crouch trasse un altro respiro profondo e riprese, con la stessa voce piatta: «I Dissennatori sono ciechi. Hanno avvertito una persona sana e una morente entrare ad Azkaban. Hanno avvertito una persona sana e una morente uscirne. Mio padre mi portò fuori di nascosto, travestito da mia madre, nel caso che qualche prigioniero guardasse dalla porta della cella.

«Mia madre morì poco dopo ad Azkaban. Fece attenzione a bere la Pozione Polisucco fino alla fine. Fu sepolta col mio nome e le mie sembianze. Tutti credettero che si trattasse di me».

L’uomo sbatté le palpebre.

«E che cosa fece di te tuo padre una volta che ti ebbe riportato a casa?» chiese Silente piano.

«Inscenò la morte di mia madre. Un funerale privato, discreto. Quella tomba è vuota. L’elfa domestica mi guarì. Poi dovetti rimanere nascosto. Dovevo essere controllato. Mio padre fu costretto a ricorrere a parecchi incantesimi per soggiogarmi. Quando ebbi ripreso le forze, pensai solo a ritrovare il mio maestro… a tornare al suo servizio».

«Come fece tuo padre a soggiogarti?» chiese Silente.

«Con l’Incantesimo Imperius» disse Crouch. «Ero in potere di mio padre. Ero costretto a indossare un Mantello dell’Invisibilità giorno e notte. Ero sempre con l’elfa domestica. Era la mia governante e custode. Le facevo pena. Convinse mio padre a farmi qualche regalino. Come ricompensa della mia buona condotta».

«Padron Barty, padron Barty» disse Winky singhiozzando attraverso le dita. «Tu non deve dirglielo, noi finisce nei guai…»

«Nessuno ha mai scoperto che eri ancora vivo?» chiese piano Silente. «Nessuno lo sapeva tranne tuo padre e l’elfa domestica?»

«Sì» rispose Crouch, sbattendo di nuovo le palpebre. «Una strega dell’ufficio di mio padre. Bertha Jorkins. Venne da noi con dei documenti da far firmare a mio padre. Lui non era in casa. Winky la fece entrare e tornò in cucina, da me. Ma Bertha Jorkins la sentì parlare con me. Venne a vedere. Ascoltò abbastanza da indovinare chi si nascondeva sotto il Mantello dell’Invisibilità. Mio padre tornò. Lei lo affrontò. Lui le scagliò un potente Incantesimo della Memoria per farle dimenticare ciò che aveva scoperto. Troppo potente. Disse che le aveva danneggiato per sempre la memoria».

«Perché lei è venuta a ficcare il naso negli affari privati del mio padrone?» disse Winky tra i singhiozzi. «Perché non ci ha lasciati stare?»

«Dimmi della Coppa del Mondo di Quidditch» disse Silente.

«Fu Winky a convincere mio padre» rispose Crouch, con la stessa voce monotona. «Le ci vollero mesi a persuaderlo. Erano anni che non uscivo di casa. Avevo amato il Quidditch. Lo lasci andare, gli disse. Porterà il Mantello dell’Invisibilità. Può vedere la partita. Gli lasci respirare un po’ d’aria fresca una volta tanto. Disse che mia madre avrebbe approvato. Disse a mio padre che mia madre era morta per darmi la libertà. Non mi aveva salvato per infliggermi una vita di prigionia. Alla fine lui accettò.

«Fu tutto studiato con la massima cura. Mio padre scortò me e Winky su in Tribuna d’Onore molto presto. Winky doveva dire che stava tenendo il posto a mio padre. Io dovevo star lì seduto, invisibile. Quando tutti fossero scesi dalle tribune, sarebbe toccato a noi. Winky sarebbe stata sola, in apparenza. Nessuno l’avrebbe mai saputo.

«Ma Winky non sapeva che stavo diventando più forte. Cominciavo a contrastare l’Incantesimo Imperius di mio padre. A volte ero di nuovo me stesso, quasi. C’erano brevi periodi in cui mi pareva di sfuggire al suo controllo. Accadde lassù, in Tribuna d’Onore. Fu come svegliarsi da un sonno profondo. Mi ritrovai in pubblico, nel bel mezzo della partita, e vidi una bacchetta spuntare dalla tasca di un ragazzo davanti a me. Non avevo il permesso di tenere una bacchetta da prima di Azkaban. La rubai. Winky non se ne accorse. Winky ha paura delle alte quote. Aveva il viso nascosto».

«Padron Barty, cattivo!» sussurrò Winky, mentre le lacrime le scorrevano tra le dita.

«Cosi hai preso la bacchetta» disse Silente, «e poi che cosa ne hai fatto?»

«Tornammo alla tenda» disse Crouch. «Poi li sentimmo. Sentimmo i Mangiamorte. Quelli che non erano mai stati ad Azkaban. Quelli che non avevano mai sofferto per il mio padrone. Gli avevano voltato le spalle. Non erano finiti in schiavitù come me. Erano liberi di andare a cercarlo, ma non lo fecero. Si limitavano a prendersi gioco dei Babbani. Il rumore delle loro voci mi svegliò. La mia mente non era cosi limpida da anni. Ero furioso. Avevo la bacchetta. Volevo aggredirli per la loro infedeltà al mio padrone. Mio padre era uscito dalla tenda, era andato a liberare i Babbani. Winky ebbe paura, vedendomi così arrabbiato. Usò la magia in suo potere per tenermi legato a lei. Mi fece uscire dalla tenda, mi spinse nella foresta, lontano dai Mangiamorte. Io cercai di trattenerla. Volevo tornare al campeggio. Volevo mostrare a quei Mangiamorte che cos’era la vera fedeltà al Signore Oscuro, e punirli per il loro tradimento. Usai la bacchetta rubata per scagliare in cielo il Marchio Nero.

«Giunsero i maghi del Ministero. Scagliarono Schiantesimi ovunque. Uno attraversò gli alberi e raggiunse me e Winky. Il legame che ci univa fu spezzato. Fummo entrambi Schiantati.

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