«Quando Winky venne scoperta, mio padre capì che dovevo essere nei dintorni. Frugò nei cespugli attorno a dove era stata ritrovata, e sentì che giacevo li. Attese che gli altri membri del Ministero si allontanassero dalla foresta. Mi pose di nuovo sotto l’Incantesimo Imperius, e mi portò a casa. Licenziò Winky. Lo aveva deluso. Aveva permesso che mi impossessassi di una bacchetta. Mi aveva quasi lasciato fuggire».
Winky emise un gemito disperato.
«Rimanemmo io e mio padre, soli in casa. E allora… e allora…» Crouch roteò il capo, e un ghigno folle gli attraversò il volto. «Il mio padrone venne a prendermi.
«Arrivò a casa nostra nel cuore della notte, tra le braccia del suo servo Codaliscia. Il mio signore aveva scoperto che ero ancora vivo. Aveva catturato Bertha Jorkins in Albania. L’aveva torturata. E lei gli aveva detto molte cose. Gli aveva detto del Torneo Tremaghi. Gli aveva detto che Moody, l’anziano Auror, avrebbe insegnato a Hogwarts. La torturò finché non spezzò l’Incantesimo della Memoria che mio padre aveva scagliato su di lei. Gli disse che ero fuggito da Azkaban. Gli disse che mio padre mi teneva prigioniero per impedire che andassi a cercare il mio signore. E così il mio signore seppe che ero ancora il suo fedele servitore: forse il più fedele di tutti. Concepì un piano sulla base delle informazioni che Bertha gli aveva fornito. Aveva bisogno di me. Giunse a casa nostra verso mezzanotte. Mio padre aprì la porta».
Il sorriso si diffuse sul volto di Crouch, come se stesse rievocando il ricordo più bello della sua vita. Attraverso le dita di Winky si vedevano i suoi occhi marroni impietriti. Sembrava troppo sconvolta per parlare.
«Fu tutto molto rapido. Mio padre fu sottoposto alla Maledizione Imperius dal mio signore. Ora era mio padre a essere imprigionato, sotto controllo. Il mio signore lo costrinse a continuare il suo lavoro come al solito, a comportarsi come se non ci fosse niente che non andava. E io fui liberato. Mi ridestai. Fui di nuovo me stesso, vivo come non lo ero da anni».
«E Voldemort che cosa ti chiese di fare?» domandò Silente.
«Mi chiese se ero pronto a rischiare tutto per lui. Ero pronto. Era il mio sogno, la mia più grande ambizione, servirlo, dimostrargli la mia abilità. Mi disse che aveva bisogno di infiltrare a Hogwarts un suo servo fedele. Un servo che aiutasse Harry Potter a vincere il Torneo Tremaghi senza farsi notare. Un servo che vegliasse su Harry Potter. Che si assicurasse di fargli raggiungere la Coppa Tremaghi. Che trasformasse la Coppa in una Passaporta, che avrebbe portato dal mio padrone la prima persona che l’avesse toccata. Ma prima…»
«Avevate bisogno di Alastor Moody» intervenne Silente. I suoi occhi azzurri fiammeggiavano d’ira, anche se la sua voce rimase calma.
«Fummo io e Codaliscia. Avevamo preparato in anticipo la Pozione Polisucco. Raggiungemmo la sua casa. Moody reagì lottando. Ci fu un’esplosione. Riuscimmo a soggiogarlo appena in tempo. Lo infilammo a forza in un comparto del suo baule magico. Gli prendemmo dei capelli e li aggiungemmo alla Pozione. Io la bevvi e divenni il sosia di Moody. Gli presi la gamba e l’occhio. Fui pronto ad affrontare Arthur Weasley quando venne a sistemare i Babbani che avevano sentito dei rumori. Feci muovere i bidoni della spazzatura nel cortile. Gli dissi che avevo sentito aggirarsi degli estranei, che avevano fatto saltare i bidoni. Poi raccolsi gli abiti di Moody e i Detector Oscuri, li misi nel baule con Moody e partii per Hogwarts. Lo tenni in vita, sotto l’effetto della Maledizione Imperius. Volevo riuscire a interrogarlo. Per sapere del suo passato, imparare le sue abitudini, in modo da poter ingannare anche Silente. Mi servivano anche i suoi capelli per preparare la Pozione Polisucco. Gli altri ingredienti erano facili da trovare. Rubai la pelle di Girilacco dalle cantine. Quando il responsabile delle Pozioni mi trovò nel suo ufficio, dissi che avevo avuto l’ordine di perquisirlo».
«E cosa ne fu di Codaliscia dopo l’aggressione di Moody?» chiese Silente.
«Codaliscia tornò a prendersi cura del mio signore, a casa di mio padre, e a sorvegliare mio padre».
«Ma tuo padre fuggì» disse Silente.
«Sì. Dopo un po’ cominciò a contrastare la Maledizione Imperius proprio come avevo fatto io. C’erano momenti in cui capiva ciò che stava succedendo. Il mio signore decise che non era più prudente lasciarlo uscire di casa. Lo costrinse a inviare lettere al Ministero. Gli fece scrivere che era malato. Ma Codaliscia trascurò i suoi doveri. Non lo sorvegliò abbastanza. Mio padre fuggì. Il mio signore suppose che fosse diretto a Hogwarts. Mio padre avrebbe detto tutto a Silente, avrebbe confessato. Avrebbe ammesso di avermi fatto uscire di nascosto da Azkaban.
«Il mio padrone mi informò della fuga di mio padre. Mi disse di fermarlo a ogni costo. Così attesi e vegliai. Usai la mappa che avevo preso a Harry Potter. La mappa che aveva quasi rovinato tutto».
«Mappa?» disse Silente in fretta. «Quale mappa?»
«La mappa di Hogwarts di Potter. Potter mi ci ha visto. Una sera Potter mi ha visto rubare altri ingredienti per la Pozione Polisucco dall’ufficio di Piton. Credeva che fossi mio padre, visto che abbiamo lo stesso nome di battesimo. Quella sera ho preso a Potter la mappa. Gli ho detto che mio padre odiava i Maghi Oscuri. Potter ha creduto che mio padre stesse seguendo Piton.
«Per una settimana attesi l’arrivo di mio padre a Hogwarts. Finalmente, una sera, sulla mappa comparve mio padre che entrava nel parco. Indossai il Mantello dell’Invisibilità, e gli andai incontro. Stava costeggiando la Foresta. Poi arrivarono Potter e Krum. Attesi. Non potevo fare del male a Potter, il mio padrone aveva bisogno di lui. Potter corse a chiamare Silente. Schiantai Krum. Uccisi mio padre».
« Noooo! » gemette Winky. «Padron Barty, padron Barty, che cosa dice?»
«Hai ucciso tuo padre» disse Silente con la solita voce dolce. «Che cos’hai fatto del corpo?»
«L’ho portato nella Foresta. L’ho coperto con il Mantello dell’Invisibilità. Avevo con me la mappa. Vidi Potter correre al castello. Incontrò Piton. Silente si unì a loro. Vidi Potter guidare Silente fuori dal castello. Uscii dalla Foresta, tornai sui miei passi, mi feci loro incontro. A Silente raccontai che Piton mi aveva detto dove andare.
«Silente mi disse di andare a cercare mio padre. Tornai accanto al suo corpo. Guardai la mappa. Quando tutti se ne furono andati, Trasfigurai il corpo di mio padre. Divenne un osso… lo seppellii, indossando il Mantello dell’Invisibilità, nella terra appena smossa davanti alla capanna di Hagrid».
Calò un totale silenzio, rotto solo dai singhiozzi irrefrenabili di Winky.
Poi Silente disse: «E stasera…»
«Mi sono offerto di portare la Coppa Tremaghi nel labirinto prima di cena» mormorò Barty Crouch. «L’ho trasformata in una Passaporta. Il piano del mio signore ha funzionato. È tornato potente e io sarò onorato da lui al di là dei sogni di ogni mago».
Il sorriso folle gli illuminò di nuovo il viso, e la testa gli ricadde sulla spalla mentre Winky ululava e singhiozzava al suo fianco.
CAPITOLO 36
LE STRADE SI DIVIDONO
Silente si alzò. Per un attimo guardò Barty Crouch, disgustato. Poi alzò di nuovo la bacchetta e ne volarono fuori delle corde che si avvolsero attorno a Barty Crouch, legandolo stretto.
Quindi si rivolse alla professoressa McGranitt. «Minerva, posso chiederti di restare qui di guardia mentre porto Harry di sopra?»
«Ma certo» rispose la professoressa McGranitt. Sembrava nauseata, come se avesse appena visto qualcuno vomitare, ma quando estrasse la bacchetta e la puntò contro Barty Crouch, la sua mano era ferma.
«Severus» Silente si volse verso Piton, «per favore, di’ a Madama Chips di venire qui. Dobbiamo portare Alastor Moody in infermeria. Poi vai nel parco, trova Cornelius Caramell e accompagnalo qui. Vorrà certo interrogare Crouch di persona. Digli che se ha bisogno di me mi troverà in infermeria tra mezz’ora».
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