Joanne Rowling - Harry Potter e la camera dei segreti

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Harry Potter e la camera dei segreti: краткое содержание, описание и аннотация

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Continuano le avventure dell’apprendista stregone più famoso del mondo. Lo avevamo lasciato alla bizzarra Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, dove aveva sconfitto il terribile Lord Voldemort. Lo ritroviamo ora alle prese con alcuni insegnanti come il severissimo professor Piton o come il vanesio professor Allock. Ma, soprattutto, alle prese con una serie di strani episodi che cominciano a capitare nella scuola. Molti studenti cadono vittime di un incantesimo che li trasforma in pietra: la causa sembra essere una terrificante creatura che si nasconde nella misteriosa Camera dei Segreti…

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«D’accordo» disse Harry sottraendosi allo sguardo accusatore di Mrs Purr. Ma non fu abbastanza rapido. Attirato sul luogo dalla forza misteriosa che sembrava legarlo alla sua malefica gatta, tutt’a un tratto Gazza schizzò fuori da un arazzo alla destra di Harry, ansimante e stralunato, alla caccia del trasgressore. Intorno alla testa portava una pesante sciarpa scozzese e aveva il naso rosso come un peperone.

«Sudiciume!» gridò con la pappagorgia tremula e gli occhi che mandavano pericolosi bagliori, indicando la pozza fangosa prodotta dalla tuta di Harry. «Disordine e sporco dappertutto! Adesso ne ho abbastanza! Seguimi, Potter!»

Harry fece un saluto depresso a Nick-Quasi-Senza-Testa e seguì Gazza giù per le scale, moltiplicando le impronte fangose sul pavimento.

Prima di allora Harry non era mai stato nell’ufficio di Gazza; la maggior parte degli studenti cercava di tenersene alla larga. Era un locale squallido e privo di finestre, illuminato da un’unica lampada a petrolio che pendeva dal basso soffitto. Su tutto, aleggiava un vago odore di pesce fritto. Lungo le pareti erano appoggiati degli armadi da archivio di legno e dalle etichette Harry capì che contenevano i rapporti su tutti gli alunni puniti da Gazza. Fred e George Weasley avevano un intero cassetto tutto per loro. Appesa sulla parete dietro alla scrivania, faceva mostra di sé una collezione lustra e smagliante di catene e manette. Tutti sapevano che Gazza implorava continuamente Silente di lasciargli appendere qualche studente al soffitto per le caviglie.

Gazza afferrò una penna d’oca da un calamaio posto sulla scrivania e cominciò a frugare in cerca di una pergamena.

«Sterco» imprecava furioso, «gran caccole sfrigolanti di drago… cervelli di rana… intestini di topo… non ne posso più… tanto per fare un esempio… dov’è il modulo… ecco…»

Recuperò un grosso rotolo di pergamena dal cassetto della sua scrivania e lo srotolò davanti a Harry, intingendo nel calamaio la lunga penna nera.

« Nome… Harry Potter. Reato… »

«Era solo un pochino di fango!» protestò Harry.

«Solo un pochino di fango per te, ragazzo, ma per me è un’ora di più da sgobbare!» sbraitò Gazza mentre una sgradevole gocciolina gli pendeva dal naso bitorzoluto. « Reato… Insudiciava il castello… Condanna proposta… »

Strofinandosi il naso gocciolante, Gazza socchiuse gli occhi e rivolse uno sguardo antipatico a Harry che aspettava il verdetto col fiato sospeso.

Ma Gazza non aveva fatto in tempo ad abbassare la penna quando un colpo tremendo sul soffitto dell’ufficio fece tremare la lampada a olio.

«Pix!» tuonò Gazza buttando via la penna in un impeto di rabbia. «Questa volta ti prendo, vedrai se non ti prendo!»

E senza degnare più di uno sguardo Harry, si precipitò fuori dall’ufficio seguito a ruota da Mrs Purr.

Pix il Poltergeist era il folletto del castello, una minaccia volante dal ghigno malevolo, che viveva per provocare scompiglio e dare il tormento. A Harry, Pix non stava molto simpatico, ma non poté fare a meno di essergli grato per il suo tempismo. Confidava che qualsiasi danno avesse combinato (questa volta sembrava che l’avesse fatta grossa), avrebbe allontanato da lui l’attenzione di Gazza.

Pensando di dover aspettare il ritorno del custode, Harry si lasciò cadere nella poltrona tarmata vicino alla scrivania, su cui era appoggiato un solo oggetto, a parte il modulo lasciato a metà: una grossa e lucida busta color viola, con qualcosa scritto in lettere d’argento. Harry lanciò un rapido sguardo alla porta per controllare che Gazza non stesse tornando, la prese e lesse:

SPEEDYMAGIC

Corso di Magia per Corrispondenza per Principianti

Incuriosito, aprì la busta ed estrasse un foglio di pergamena. In svolazzanti caratteri d’argento, la prima pagina diceva:

Non vi sentite al passo nel moderno mondo della magia? Vi accorgete di ricorrere a qualsiasi scusa pur di non eseguire gli incantesimi più semplici?

Siete mai stati presi in giro per gli esiti scadenti della vostra bacchetta magica?

Ecco la risposta per voi.

SpeedyMagic è un nuovissimo corso dai risultati garantiti, rapido e di facile apprendimento. Maghi e streghe a centinaia hanno tratto grandi benefici dal metodo SpeedyMagic!

Ecco cosa ci scrive la Signora Z. Ortica di Topsham:

« Non ricordavo nessun incantesimo e in famiglia le mie pozioni erano una barzelletta. Ora, dopo il corso SpeedyMagic, sono diventata il centro dell’attenzione a tutti i ricevimenti e gli amici non fanno che chiedermi la ricetta del mio Decotto di Scintillazione! »

E il mago D.J. Prod di Didsbury:

« Mia moglie mi prendeva sempre in giro per i miei mediocri incantesimi, ma dopo un mese del vostro favoloso corso SpeedyMagic sono riuscito a trasformarla in uno yak. Grazie, SpeedyMagic! »

Affascinato, Harry esaminò il resto del plico. Perché mai Gazza voleva seguire il corso SpeedyMagic? Forse significava che non era un mago nel vero senso della parola? Harry si stava accingendo a leggere la prima lezione: Come tenere la bacchetta magica (suggerimenti pratici) , quando dei passi strascicati lungo il corridoio annunciarono il ritorno di Gazza. Rimise tutto dentro la busta e fece appena in tempo a scaraventarla sulla scrivania che la porta si apri.

Gazza aveva l’aria trionfante.

«Quell’armadietto che scompare è stato molto utile!» stava dicendo allegramente a Mrs Purr. «Questa volta, gioia mia, Pix ce lo siamo tolto dai piedi».

I suoi occhi caddero su Harry e poi subito dopo sulla busta della SpeedyMagic che, come Harry si rese conto troppo tardi, si trovava a mezzo metro da dove Gazza l’aveva lasciata.

La faccia grigia del custode divenne paonazza. Harry si preparò a essere sommerso da un’ondata di furore. Incespicando Gazza si avvicinò alla scrivania, afferrò la busta e la gettò dentro al cassetto.

«L’hai… l’hai letta?» farfugliò.

«No» si affrettò a mentire Harry.

Gazza si torceva le mani nodose.

«Se mai dovessi pensare che tu hai letto la mia corrispondenza privata… non che sia mia… è per un amico… ma comunque sia…»

Harry lo fissava allarmato; il custode non gli era mai sembrato così fuori di sé. Strabuzzava gli occhi, e una delle sue guance flaccide era in preda a un tic che la sciarpa di lana scozzese non riusciva a nascondere.

«Molto bene… vattene pure… e acqua in bocca… non che… e comunque, se dici che non l’hai letta… ora vattene pure. Devo scrivere il rapporto di Pix… vattene».

Stupefatto di tanta fortuna, Harry si catapultò fuori e fece il corridoio e le scale di corsa. Venire via dall’ufficio di Gazza senza una punizione era probabilmente una sorta di record scolastico.

«Harry! Harry! Ha funzionato?»

Nick-Quasi-Senza-Testa sgusciò furtivo da una classe. Dietro di lui, Harry vide il relitto di un grosso armadio nero e oro che sembrava fosse stato fatto cadere da una grande altezza.

«Ho convinto Pix a farlo cadere esattamente sopra l’ufficio di Gazza» disse Nick eccitato. «Ho pensato che potesse distrarlo…»

«Sei stato tu?» chiese Harry pieno di gratitudine. «Sì, ha funzionato. Non mi sono beccato neanche una punizione. Grazie, Nick!»

Si avviarono insieme lungo il corridoio. Harry notò che Nick-Quasi-Senza-Testa aveva ancora in mano la lettera di rifiuto di Sir Patrick.

«Come vorrei poter fare qualcosa per aiutarti a partecipare alla Caccia» disse Harry.

Nick si fermò di scatto e Harry gli passò attraverso. Avrebbe voluto non averlo fatto: fu come passare sotto una doccia gelata.

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