«Jack!» gridò qualcuno. Shandy si voltò e vide Skank che correva verso di lui.
«’Giorno, Skank,» disse quando il giovane si fermò, ansimando, di fronte a lui.
«Hai sentito le ultime notizie?»
«Probabilmente no,» disse Shandy. «Se le ho sentite, le ho dimenticate.»
«Barbanera è morto!»
Shandy sorrise al ricordo, come accade quando si viene a sapere che un antico gioco dell’infanzia diverte ancora i ragazzini di oggi. «Ah.» Continuò a camminare, e Skank trotterellò al suo fianco. «È certa questa notizia?» domandò Shandy, fermandosi davanti alla tenda che veniva utilizzata come una sorta di pub all’aria aperta.
«Oh, sì, non potrebbe essere più sicura. È stato nel North Carolina, un mese fa. Metà dei suoi uomini sono stati catturati, e la testa del vecchio Thatch è stata consegnata al governatore.»
«È morto sull’acqua, presumo,» osservò Shandy, accettando la tazza di rum che ormai non aveva più bisogno di ordinare.
Skank annuì. «Già. Si trovava nella Laguna di Ocracoke, su una corvetta chiamata Avventura. Aveva nascosto la Vendetta della Regina Anna da qualche parte, e anche tutto il suo bottino, dicono. Sostengono che non aveva un solo reale a bordo. Non ce n’erano altri come lui… probabilmente gli uomini della Navy hanno preso tutto il denaro.»
«No… scommetto…» Shandy fece una pausa per bere un lungo sorso di rum. «Scommetto che aveva nascosto tutto. Avventura, eh? Un nome perfetto… è stata la sua grande avventura, presumo.»
Skank si girò a guardare le tende e la spiaggia e gli scafi semisommersi delle navi abbandonate che il Governatore Rogers stava già facendo, smantellare e trasportare via. «Penso che questa davvero non sia più un’isola di pirati.»
Shandy scoppiò a ridere. «Te ne sei accorto solo adesso? Due giorni fa Rogers ha fatto impiccare otto uomini, ricordi? Per aver violato il perdono. E noi ci siamo limitati a guardare, e ad andarcene quando tutto è finito.»
«Sicuro, ma…» Skank lottò contro la complessità dell’idea che stava cercando di esprimere. «Ma già sapere che il vecchio Thatch si trovi da qualche parte…»
Shandy si strinse nelle spalle e annuì. «E potrebbe tornare. Sì, lo so. Ben presto ci saranno tasse, salari e leggi ai quali ormeggiare la tua barca. E sai una cosa? Penso che la magia smetterà di funzionare anche qui, com’è successo nell’est.»
«Maledizione.» Skank distrattamente prese la tazza di Shandy, bevve una lunga sorsata e poi la restituì. «Dove andrai tu, Jack? Io sto pensando di arruolarmi con Venner.»
«Oh, resterò qui finché non spenderò tutto il mio denaro per il rum, e poi suppongo che mi muoverò, cercherò un lavoro. Per l’inferno, è solo questione di tempo che l’Inghilterra dichiari nuovamente guerra alla Spagna. Allora la pirateria tornerà ad essere legale, e forse mi arruolerò su una nave corsara. Non lo so, questa è una bella giornata, è ho del rum… mi preoccuperò domani dei problemi di domani.»
«Huh. Una volta eri più…» Era il giorno di Skank per i concetti astratti. «Più… nervoso.»
«Già. Lo ero. Me lo ricordo.» Vuotò la tazza e la tese di nuovo perché venisse riempita ancora. «Ma credo che presto non lo ricorderò più.»
Oscuramente turbato, Skank annuì e s’incamminò in direzione delle barche dalle quali si stavano scaricando i rifornimenti.
Shandy si sedette sulla sabbia e sogghignò sul suo rum scaldato dal sole. Più nervoso, pensò. Beh, certo, Skank… avevo delle cose per le quali essere nervoso. Due cose. Volevo affrontare mio zio Sebastian e mostrare al mondo — e alla legge — quello che aveva fatto a mio padre; e, ancora più di questo, volevo salvare Beth Hurwood dal padre ed esporle… alcune conclusioni alle quali ero arrivato. Ma nessuna delle due cose si era dimostrata possibile.
Nel porto la vela maestra della Jenny stava sussultando, e Shandy focalizzò lo sguardo su di essa. Qualcuno apparentemente stava cercando di sollevare la randa per inclinarla maggiormente. Non si può fare, amico, pensò. Quella vecchia sella di randa di ferro battuto è stata talmente deformata dai colpi di cannone che sei già stato fortunato a sollevarla fino a quel punto — e francamente essa prende meglio il vento con poche grinze sulla gola della vela, in ogni caso. Se il vecchio Hodge fosse ancora vivo, o Davies, ti direbbero la stessa cosa. Faresti meglio a impiegare il tuo tempo rimpiazzando un po’ di quel fasciame sottoposto a tensione eccessiva.
Shandy rammentò la revisione che lui stesso aveva fatto alla Jenny, quasi quattro mesi prima ormai, dopo che la vecchia corvetta era rientrata con difficoltà nel porto tutta bruciacchiata e incrinata e rabberciata, avendo perso il suo vecchio capitano e metà della ciurma. Woodes Rogers era arrivato all’Isola di New Providence solo due settimane prima, ma il nuovo governatore aveva già cacciato via cittadini incorreggibili come Charlie Vane, e aveva fatto discorsi sull’orgoglio civico, e aveva issato la bandiera britannica, e distribuito pamphlet della «Società per la Diffusione della Coscienza Cristiana» — e così nessuno rimase terribilmente sorpreso dalle notizie della morte di Philip Davies e della scomparsa dello Strepitoso Carmichael. Sembravano al passo coi tempi.
All’inizio Shandy aveva ignorato la vecchia corvetta. L’aveva pilotata nel porto un venerdì pomeriggio, e quella sera, ubriaco, aveva realizzato il suo miglior “tentativo di bouillabaise”, utilizzando la maggior parte dell’aglio, zafferano, pomodori e olio d’oliva piratati che erano rimasti sull’isola, e si era guadagnato le lodi di Woodes Rogers in persona, che aveva domandato cos’era tutto quel subbuglio sulla spiaggia, e, dopo aver ricevuto spiegazioni, aveva richiesto un po’ dello stufato di frutti di mare per sé e i suoi capitani. Ma Shandy aveva assaggiato quel tanto che bastava di brodo e frutti di mare per assicurarsi che si erano cotti bene, e lui aveva principalmente consumato una bottiglia dopo l’altra del bordeaux Latour del 1702 accumulato da Davies. Aveva riso a ogni scherzo e si era unito agli svariati gruppi canori — nessuno di essi, per la verità, si era espresso col vigore che veniva impiegato nei tempi precedenti l’arrivo di Rogers — ma i suoi pensieri erano stati chiaramente altrove, e anche Skank se n’era accorto e gli aveva detto di mangiare e bere e di rimandare a domani le preoccupazioni per i problemi di domani.
Shandy alla fine si era avventurato lontano dai fuochi, dagli ex-pirati e dal controllo nervoso degli ufficiali della Navy, incamminandosi lungo la riva. Aveva messo piede su quell’isola, per la prima volta, solo sei settimane prima, ma essa era già per lui più di quella casa che non aveva mai avuto, e conosceva la sua gente meglio di quanto avesse conosciuto qualsiasi altra comunità. Si era fatto degli amici là, e li aveva visti morire, prima che le navi dell’attuale governatore fossero state anche solo dei puntini bianchi sull’orizzonte eternamente azzurro.
Poi aveva sentito qualcuno che camminava strascicando i piedi sulla sabbia dietro di lui, e si era voltato, spaventato… «Chi è?» aveva gridato.
Una figura tozza in un abito cencioso si era stagliata contro il fuoco. «Sono io, Jack,» era stata la bassa voce in risposta di una ragazza. «Ann. Ann Bonny.»
Ricordò di aver sentito che lei stava per ottenere il divorzio da Jim Bonny. «Ann.» Esitò, poi lentamente avanzò verso di lei. Le mise le mani sulle spalle. «Quanti di loro sono morti, Ann,» disse, domandandosi se era sul punto di piangere. «Phil… e Hodge… Mr. Bird…»
Ann rise, ma lui poté sentire le lacrime nella sua voce. «Io non sono un cane!» citò lei, piano.
«Il tempo passa così… in fretta, qui,» disse lui, facendole scivolare un braccio intorno alle spalle e facendo un cenno con la mano verso la giungla tenebrosa dell’isola. «Mi sento come se avessi vissuto qui per anni…»
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