Il barcaiolo crollò all’istante in un mucchietto di abiti flosci. Shandy guardò più attentamente e vide che quegli abiti erano tutto quello che giaceva sulle pietre… non c’era nessun corpo.
Hurwood notò il fenomeno e sollevò un sopracciglio. «Il tuo servitore era un morto?»
«Beh… sì,» disse Barbanera.
«Ah.» Hurwood fece spallucce. «C’era da aspettarselo… polvere alla polvere, sai.» Voltò loro la schiena e si avviò.
Per un po’ camminarono senza parlare… il rumore dei passi era l’unico suono, ed era solo un trepestio sordo e senza eco. Tanto per disfarsi quanto per soddisfare la sua curiosità, Shandy cominciò mentalmente a contare i passi; e ne aveva contati più di duemila quando la luce tornò ad affievolirsi. Scoprì di non avere idea di quanto fosse durato il periodo dell’alba.
Adesso sembrava che stessero passando attraverso chiazze di luce e ombra che si alternavano, e per un momento Shandy credette di avvertire il profumo dell’incenso. Hurwood cominciò a camminare con maggior lentezza, e Shandy gli lanciò un’occhiata.
Stavano tutti camminando lungo la navata centrale di una chiesa. Hurwood era abbigliato con una veste da cerimonie, e i suoi capelli erano scuri, lunghi e accuratamente arricciati, ma tutti gli altri della processione erano vestiti ancora con gli abiti incrostati di fango, cenciosi e bruciacchiati, che avevano indossato nella giungla. Hurwood aveva una mano sulla cassetta di legno che gli pendeva al fianco, e l’altra mano oscillava avanti e indietro mentre camminava lungo la navata…
Ha riavuto il braccio, pensò Shandy con la mancanza di sorpresa che si prova nei sogni.
Shandy guardò avanti, verso l’altare. Un ministro di chissà quale culto stava sorridendo al bizzarro gruppo che si avvicinava, ma c’era un chierichetto su un inginocchiatoio a lato che li fissava con orrore ben maggiore di quello che poteva suscitare il loro pur devastato aspetto. Nervosamente, Shandy guardò dietro di sé…
…E vide solo il ponte, e la pianura al di là di esso, ora immersa nell’ombra fitta del crepuscolo. Tornò a voltarsi verso la scena della chiesa, ma essa stava svanendo. Shandy colse un altro effluvio d’incenso, e poi il ponte fu di nuovo, semplicemente, il ponte.
Cos’era quello? si domandò. Uno sguardo nella mente di Hurwood, in un suo ricordo? Anche Davies e Barbanera lo hanno visto, oppure è accaduto soltanto a me proprio perché mi è capitato di guardarlo nel momento in cui lui lo stava proiettando?
C’erano macchie di sangue sulle pietre del lastricato davanti a loro, e, quando le raggiunse, Shandy notò che le gocce e le chiazze e le impronte delle mani sembravano essere le tracce di due persone sanguinanti che strisciavano. Si fermò un attimo per accovacciarsi e toccare una macchia dall’orlo irregolare — il sangue era ancora umido. Per qualche ragione, ciò disturbò profondamente Shandy, sebbene dovesse ammettere che era certamente una spiacevolezza minore se paragonata alla maggior parte dei recenti avvenimenti. Non c’erano figure, in cammino o striscianti, visibili davanti a loro, ma Shandy continuò a guardare in quella direzione, quasi spaventato.
L’aria lassù non era mai stata particolarmente fresca, ma adesso era stantia… Shandy sentì odore di cavoli bolliti e lenzuola non cambiate. Guardò uno per uno i suoi compagni; e quando fissò Ffiend una scena si mise a fuoco intorno al grasso medico. Il grassone era più giovane, un ragazzo in effetti, e sebbene fosse ancora con Shandy e gli altri stava disteso su un letto. Shandy seguì lo sguardo rivolto verso l’alto del ragazzo, e trasalì nel vedere le vaghe forme femminile nei diafani drappeggi che ondeggiavano lentamente sopra la sua testa. C’era un erotismo ingenuo ed esasperato in esse, come nelle rozze raffigurazioni di donne nude che un ragazzino può disegnare su un muro… ma perché avevano tutte i capelli grigi?
La scena si dissolse in un’esplosione di bianco, e di nuovo il ponte fu visibile sotto i piedi, e i muri alti fino alla spalla che scorrevano ai lati. Il piede di Shandy scivolò su qualcosa che sembrava un sassolino… ma lui sapeva che era un dente, e questa consapevolezza incrementò la sua inquietudine.
C’era uno spesso strato di sabbia sotto i suoi piedi, e la faccia di Davies era illuminata dai fuochi. La sua faccia era più piena, i capelli più neri, e lui indossava i resti cenciosi di una giacca da ufficiale della Royal Navy. Shandy guardò intorno, e vide che stavano camminando lungo la spiaggia dell’Isola di New Providence; l’Isola del Maiale era appena visibile al di là del porto illuminato dalle stelle alla loro destra, e i fuochi della cucina punteggiavano il pendio sabbioso a sinistra… ma c’erano meno fuochi, e meno imbarcazioni nel porto, e un paio di grossi tronconi di navi danneggiate dalla tempesta che Shandy ricordava sulla sabbia non si vedevano da nessuna parte. Shandy non poteva udire la conversazione, ma Davies stava parlando con Barbanera; e sebbene Davies stesse ridendo e scuotendo la testa, sdegnoso, Shandy pensò che appariva sconvolto — spaventato addirittura. Sembrava che Barbanera stesse facendo un’offerta, e blandendolo, e che Davies non stesse rifiutando ma piuttosto la stesse denigrando, come se dubitasse della sua autenticità. Finalmente Barbanera sospirò, fece un passo indietro, parve raccogliere le forze, e poi fece un gesto in direzione della sabbia. Shandy sentì l’odore di metallo surriscaldato. Poi la sabbia s’increspò e sussultò, come se tutti i granchi della sabbia fossero stati simultaneamente colpiti da apoplessia, e delle ossa bianche cominciarono a spuntare da essa e a rotolare l’una sull’altra fino a formare una pila. La pila si sollevò, cambiò e tremò, poi s’immobilizzò, e Shandy comprese che adesso era uno scheletro umano in posizione accovacciata. Mentre Davies guardava, col suo mezzo sorriso che adesso era un rictus di tensione, lo scheletro si raddrizzò e lo fronteggiò. Barbanera parlò, e lo scheletro si abbassò e s’inginocchiò su un ginocchio ossuto, e chinò il teschio fino a terra. Barbanera allora fece un gesto di congedo, al quale lo scheletro si mise da parte con un balzo e riassunse la sua condizione di semplice mucchietto di vecchie ossa abbandonate, e Barbanera continuò nel suo discorso insistente. Davies ancora non rispose, ma la sua espressione di scetticismo divertito era svanita.
Poi Shandy si ritrovò ancora una volta a camminare sulle pietre del lastricato chiazzate di sangue.
«Ci stiamo avvicinando a quel maledetto posto?» chiese. Mentre parlava, ebbe timore che la voce tradisse la sua paura montante, ma l’aria morta lassù smorzò le parole, e a malapena le sentì lui stesso.
Continuarono a camminare. Un paio di volte Shandy credette di udire i rumori di una zuffa, e dei singhiozzi soffocati, davanti a loro sul ponte, ma era troppo buio perché potesse vedere con chiarezza.
L’aria sembrava pesante, come uno sciroppo così denso che un altro granello di zucchero ne avrebbe provocato la completa cristallizzazione; e, sebbene lo spaventasse farlo, Shandy non riuscì a impedirsi di voltarsi a guardare Barbanera… e così guardò, e per un po’ Shandy smise di essere Shandy.
Era un ragazzo di quindici anni conosciuto dai negri fuorilegge delle montagne come Johnny Con, anche se da quando aveva utilizzato maldestramente degli incantesimi dell’hungan che aveva servito, non era più idoneo per fare da assistente a un rispettabile sacerdote vodun, e non aveva più il diritto — né più l’inclinazione — di definirsi un adjanikon; Ed Thatch era il suo vero nome, il suo nome adulto, e nel giro di tre giorni avrebbe avuto il diritto di fregiarsene.
Quello era il primo giorno del suo battesimo del loa che sarebbe stato la sua guida per tutta la vita, e i cui scopi avrebbe dovuto condividere da quel momento in poi. I marron neri, che lo avevano cresciuto fin dall’infanzia, quella mattina lo avevano scortato giù dalle montagne azzurre fino alla casa di Jean Petro, un mago leggendario che era vissuto là, secondo testimonianze attendibili, per più di cento anni, e del quale si dice-eva che avesse davvero creato molti loa, e che dovesse vivere in una casa su palafitte poiché il suolo diventava rugginoso e sterile dopo essere stato a lungo nelle sue vicinanze; paragonati a Petro, tutti gli altri bocor dei Caraibi erano considerati dei semplici caplata, illusionisti da strapazzo che si esibivano agli angoli delle strade.
Читать дальше