Qui il testo si interrompeva. Vadim guardò Anton.
— Non capisco, — disse.
— Nemmeno io, — disse piano Anton.
Una luce violenta illuminò la radura. L’elicottero sanitario Ogonëk stava scendendo lentamente verso l’astronave.
— Spiega tutto al dottore, — disse Anton con un sorrisetto ironico. — Io mi devo mettere in contatto col Consiglio.
— Che cosa gli spiego? — brontolò Vadim, guardando il pezzo di carta.
Il detenuto n. 819360 giaceva bocconi, col volto immerso nel fango al margine della strada. Stringeva ancora il calcio di una Schmeisser.
— Se l’è cavata con poco, — disse con rincrescimento Ernst Brandt, ancora pallido. — Mio Dio, ho visto le schegge del parabrezza volarmi in faccia…
— Questa carogna ci faceva la posta, — disse l’Obersturmführer Deibel.
Si guardarono intorno. In mezzo alla strada stava ferma l’automobile mimetizzata. Il parabrezza era andato in pezzi, dal sedile anteriore, impigliato nel cappotto, pendeva in fuori l’autista morto. Due soldati portavano via, reggendolo per le braccia, un ferito urlante.
— Deve essere uno di quelli che hanno ucciso Rudolf, — disse Ernst. Fece leva con la punta di uno stivale sotto la spalla del cadavere e lo rivoltò bocconi.
— Donnerwetter, — disse. — Ma questa è la borsa di Rudolf!
Deibel, storcendo il faccione grasso, si chinò, spingendo in fuori l’immenso deretano. Le guance flaccide gli sussultarono.
— Sì, è la sua borsa, — mugolò. — Povero Rudolf. Salvare la pelle nella battaglia di Mosca per poi buscarsi la pallottola di un pidocchioso detenuto…
Si raddrizzò e volse lo sguardo verso Ernst. Ernst Brandt aveva una stupida faccia rubizza e lucenti occhi neri. Deibel si voltò.
— Prendi la cartella, — borbottò, fissando tristemente l’orizzonte, dove, fra gli alberi, si intravedevano le grosse ciminiere dei forni crematori, che diffondevano un nauseabondo fumo grasso.
Ed il detenuto n. 819360 con gli occhi morti spalancati fissava il basso cielo grigio.
Vladimir Fëdorovič Odoevskij (1803–1869) scrisse L’anno 4338 nel 1840, ma il romanzo fu pubblicato solamente nel 1926. ( N.d.R. )
Nikolaj Fëdorovič Fëdorov (1829–1903), filosofo e bibliotecario moscovita, amico di Dostoevskij e Tolstoj. ( N.d.R. )
Aleksandr Ivanovič Kuprin (1870–1938), pilota, avventuriero e scrittore sovietico. ( N.d.R. )
Vladimir Vladimirovič Majakovskij (1893–1930), artista, poeta e letterato georgiano. ( N.d.R. )
Jurij Karlovič Oleša (1899–1960), letterato sovietico. Smise di scrivere nel 1934. Venne arrestato come “individuo sospetto”, ma riabilitato nel 1956. ( N.d.R. )
Velimir Chlebnikov (1885–1922), poeta amico di Majakovskij, amante del nomadismo.
Lo Sputnik 1 (parola che in russo significa “compagno di viaggio”) è stato il primo satellite artificiale della storia ad entrare in orbita. Venne lanciato il 4 ottobre 1957 dal cosmodromo di Baikonur (Kazakistan). (Wikipedia)
Jurij Alekseevič Gagarin (1934–1968), colonnello dell’aviazione sovietica, è stato il primo uomo a volare nello spazio ed a portare a termine la missione. ( N.d.R. )
Gli scrittori Jurij Daniel’ ed Andrej Sinjavskij subirono il primo processo politico pubblico nell’epoca del post-stanilismo, nel febbraio del 1966. Malgrado il processo fosse stato preceduto da varie agitazioni popolari, i due scrittori vennero condannati rispettivamente a 5 ed a 7 anni di lavori forzati. ( N.d.R. )
Gli autori formano dalla parola russa Ščenok (“cucciolo”) il nome del cinoide Ščekn. ( N.d.T. )
La lettera «Ž» indica in russo il suono “j” della parola francese jour , ed è la prima lettera di Žuk , che significa “scarabeo”. In forma stilizzata consiste in tre linee verticali tagliate da una perpendicolare ( N.d.T.) .
“O tempi, o costumi!”, famoso motto latino di Cicerone.
Nafta pesante per centrali elettriche. (Wikipedia)
Bevanda dissetante popolarissima in Russia fin dai tempi più antichi. ( N.d.R. )
Ryūnosuke Akutagawa (1892–1927), scrittore e poeta giapponese, morto suicida.
Si fa riferimento al racconto Il fazzoletto di Akutagawa. In Italia, detto racconto è raccolto nell’antologia Rashōmon e altri racconti . ( N.d.R. )
Reinhold Moritzovič Glière (1875–1956), compositore sovietico di origine belga.
Il parsec è un’unità di lunghezza usata in astronomia, significa “parallasse di un secondo d’arco”. Corrisponde a circa 3,26 anni luce. (Wikipedia)
Aleksandr Aleksandrovič Blok (1880–1921), poeta. Massimo rappresentante del simbolismo russo.
Antico poeta celtico. ( N.d.R. )
Cro-Magnon è il nome di una regione francese dove sono stati recuperati per la prima volta i più antichi resti di esseri umani moderni ( Homo sapiens ). ( N.d.R. )
Dall’arabo “ala ad din” (“devoto alla religione”), Aladino è il personaggio della fiaba Aladino e la lampada magica , raccolto ne Le mille e una notte . ( N.d.R. )
“Ma che maialino!”
“Pensate che faremmo meglio a portargli un po’ di marmellata?”
“Avete preso una strada sbagliata, ragazzi. Non funziona con le SS!”
“È un pitecantropo, ecco cos’è. Scambia la vostra cortesia per una specie di debolezza”.
“Parli solo in inglese!”
“Ora lo interrogo io, e voi non interferite. Se mi volete parlare, fatelo in inglese”.
“D’accordo”.
“Che cosa ha fatto a quella scatola?”
“Ho preso delle precauzioni. Non vogliamo che lui impari l’inglese, no?”
“Ferma!”
“Ferma cosa?”
Il mitra Schmeisser, nella versione MP38 ed MP40, nasce nel 1938 ad opera di Heinrich Vollmer, su idea originale di Hugo Schmeisser. La 38 e la 40 furono le pistole automatiche tedesche più conosciute della Seconda Guerra Mondiale. ( N.d.R. )