Hal Clement - Coesistenza pacifica

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Ma la nuova situazione richiedeva dei nuovi progetti.

«Mi pare che l’idea di dire a Fagin di seguire la linea costiera finché non ci trova presenti più di una falla,» fu il commento che Nick fece dopo colazione. «La costa non è molto stabile. E inoltre, non possiamo permetterci di restare nelle sue vicinanze, se dobbiamo perdere il dieci per cento dei nostri animali tutte le notti.»

«Dovremmo semplicemente fare delle altre esplorazioni,» suggerì Jim. «Sarebbe bello trovare un posto protetto dal mare, e che non venga sommerso tutte le notti.»

«Sapete,» disse Nancy in tono meditabondo. «Potremmo trovare un’utilizzazione piuttosto soddisfacente per questo, se riuscissimo a persuadere le persone adatte della necessità di visitarlo.» Tutti rimuginarono questa idea per qualche minuto, e il tono generale della riunione gradualmente cominciò a salire. Questo pareva assai promettente. Furono proposte molte idee, che vennero poi discusse, respinte, e anche modificate; e due ore dopo un piano d’azione definito… veramente definito… era stato elaborato.

Esso non poté venire messo in pratica, naturalmente, finché non ci fu la possibilità di andarsene dall’isola; e questo fu possibile solo dodici ore dopo la levata del sole. Quando apparve il promontorio, comunque, tutti iniziarono un’attività davvero frenetica.

Il gregge, o meglio, quello che ne rimaneva, fu condotto a terra e di qui verso l’interno da Betsey e Oliver. Nick, dopo essersi assicurato di avere la sua ascia e l’indispensabile per accendere il fuoco, si diresse a sua volta verso l’interno, ma prese la strada del sud. Gli altri cinque si diramarono dai piedi della penisola e cominciarono a cartografare con la massima accuratezza la regione. Dovevano determinare con la massima precisione possibile quanto della regione veniva sommerso dal mare nel momento dell’alta marea, e fornire il loro rapporto non più tardi della seconda notte successiva. Il gruppo avrebbe dovuto allora scegliere un luogo in cui accamparsi, più felice di quello scelto incautamente la notte prima. Gli uomini avrebbero dovuto fermarsi in questo luogo prescelto, e mandare ogni mattina un paio di uomini fino alla base della penisola, fino al ritorno di Nick, e, se questo non fosse avvenuto, fino al decimo giorno successivo alla sua partenza. In quest’ultimo e malaugurato caso, avrebbero dovuto escogitare qualcosa d’altro.

Nick a sua volta aveva il compito di entrare in contatto con Fagin. Ed era anche l’unico del gruppo che aveva ancora qualche dubbio sullo svolgimento della sua missione. Sul momento, pensò di avvicinarsi al villaggio dei cavernicoli di notte, e in seguito di comportarsi a seconda delle circostanze. Se il popolo di Veloce aveva assunto la abitudine di girare di notte, servendosi delle torce, le cose sarebbero state assai difficili. In caso contrario, tutto sarebbe stato forse semplice… però il suo arrivo sarebbe star to facilmente individuabile. Ebbene, avrebbe dovuto aspettare per saperlo.

Il viaggio fu normale, con un numero equo di combattimenti che gli procacciarono il nutrimento, e si avvicinò alla collina alla sera del secondo giorno. Aveva compiuto un lungo giro vizioso in direzione ovest, per raggiungere quel luogo dalla cima della collina; ma anche così, si fermò a distanza di sicurezza fin quasi a sera. Era impossibile dire quali strade venivano prese dai cacciatori del villaggio, dato che essi si sparpagliavano usualmente in ogni direzione.

Quando venne l’oscurità, comunque, Nick si sentì ragionevolmente tranquillo nel presumere che tutto il gruppo di Veloce si trovasse ormai nelle caverne; e controllando nuovamente l’occorrente per accendere il fuoco, cautamente si avvicinò alla cima della collina. Ascoltò, appiattito sulla cima, per un certo periodo, prima di osare di sporgere la sua cresta, ma non si udì alcun rumore e, alla fine, decise di correre il rischio. Come ben sapeva, la cima della collina in quel punto si trovava a un’altezza di circa trecentocinquanta piedi; e si rese conto che, con la luce del giorno, anche uno spillo sarebbe stato ben visibile dal di sotto. In quel momento il rischio pareva minore, dato che, a quanto pareva, non era ancora stato acceso nessun fuoco.

Quando finalmente guardò dall’alto, scoprì che non c’era nulla da vedere. Non c’erano fuochi, e l’oscurità era troppo profonda per vedere qualcosa, senza di essi.

Tornò a ritrarsi, per riflettere. Era certo che il villaggio e i suoi abitanti si trovavano sotto di lui, ed era altrettanto certo che Fagin si trovasse con loro. Era difficile comprendere per quale motivo non avessero acceso i fuochi, ma i fatti erano pur sempre fatti. Forse non sarebbe stato troppo pericoloso tentare di strisciare verso il villaggio, col favore delle tenebre… ma la pioggia avrebbe cominciato a cadere tra breve, e questo poneva fine a questo genere di ipotesi.

Poi gli venne una nuova idea, cercò dei rami corti, e cominciò a lavorare con gli attrezzi necessari ad accendere il fuoco; si aspettava che dal basso giungesse qualche esclamazione, quando accese un piccolo fuoco, dato che esso illuminava il cielo più efficientemente della luce del giorno; ma non accadde nulla finché egli non mise in pratica l’ultima parte della sua idea, e lanciò un bastone acceso oltre l’orlo del precipizio. Allora tutto accadde nello stesso momento.

La luce mostrò Fagin, immobile a cinquanta iarde dai piedi della collina. Mostrò anche una distesa di roccia e vegetazione del tutto sgombera; gli uomini erano nelle caverne, come al solito. Questo, comunque, era solo per il momento.

Con l’arrivo del fuoco, uno scoppio di voci esplose dalle caverne. Evidentemente, se mai dormivano, i cavernicoli non lo stavano ancora facendo. Dopo un istante la voce di Veloce sopraffece quelle degli altri.

«Prendetelo! Portate della legna! Non restate fermi come se foste già bagnati!» Una folla di figure emerse dalle caverne dirigendosi verso il ramo ardente; poi gli uomini tornarono a dividersi, come se si fossero tutti resi conto nello stesso tempo che nessuno di loro aveva della legna e che era indispensabile trovarne. Le piante furono strappate dal terreno da decine di mani e portate, e perfino gettate, verso il tizzone. Nick rimase più divertito che sorpreso quando il tizzone si spense senza che nessuno fosse riuscito ad accendere nulla, e fu soltanto vagamente curioso di sapere se il tizzone si era esaurito da solo, o era stato soffocato da coloro che volonterosamente avevano tentato di salvarlo. La sua attenzione non poté concentrarsi a lungo sul problema; la voce di Veloce sopraffece di nuovo il brontolìo di delusione generale.

«C’è luce in cima alla collina, ed è di là che è venuto il ramo! Qualcuno lassù ha ancora del fuoco; andate a prenderlo!» Come al solito, l’obbedienza fu pronta e indiscussa, e la folla si avviò per il sentiero che portava alla collina. Nick rimase lievemente sconcertato; la pioggia stava per cadere, e gli abitatori delle caverne non portavano torce. Doveva essere accaduto qualcosa di decisivo, per far loro vincere l’atavica consuetudine di restare nelle caverne di notte. Comunque, non era quello il momento adatto per speculare su argomenti accademici; i cavernicoli stavano cercando del fuoco, e guarda caso, Nick aveva tutto il fuoco reperibile nei dintorni, per il momento.

Gli ci vollero circa cinque secondi per elaborare gli ultimi dettagli della sua idea. Accese un ramo, accostandolo al piccolo fuoco che aveva preparato, e si diresse verso la fine del sentiero che veniva dal basso, accendendo tutte le piante che riuscì a trovare sul percorso, e procedendo all’incontrano in questa sua opera. Quando raggiunse il sentiero gettò via la torcia ormai semispenta che aveva usato, se ne accese un’altra abbastanza piccola, nelle sue speranze, da venire schermata dal suo corpo, e proseguì lungo la cima della collina. Se i cavernicoli si contentavano di procurarsi un po’ di fuoco, tanto di guadagnato; se volevano prendere anche lui, forse avrebbero seguito la scia di fuoco che lui aveva lasciato, andando così nella direzione sbagliata. Questo non lo sperava troppo, conoscendo l’abilità dei cavernicoli come cercatori di tracce; ma bisognava in ogni modo fare un tentativo, quando la situazione lo imponeva.

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