Hal Clement - Strisciava sulla sabbia
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Il Cacciatore aveva capito perfettamente e agì di conseguenza, Bob non poteva vedere, ma dopo qualche secondo sentì un lieve peso su un palmo e istintivamente fece per chiudere le dita. Prontamente il dottor Seever gliele tenne giù. «Un momento, Bob!» disse.
Per qualche minuto il ragazzo continuò a provare la sensazione di peso sulla mano aperta, poi cominciò a dubitare dei propri sensi e non avrebbe più saputo dire se la cosa c’era ancora o non c’era più, come quando si toglie una matita rimasta per un po’ infilata dietro un orecchio e resta la sensazione che ci sia ancora. Poi il dottore gli tolse la benda. Non c’era niente da vedere, naturalmente, tranne la faccia del medico, ancora più impassibile di prima.
«Parte della sua storia, almeno, risponde a verità» disse il dottor Seever. «Adesso, dimmi qualcosa di più sulla missione del tuo amico.»
«Prima vi devo mettere al corrente di alcune cose» rispose Bob. «Cercherò di ripetervi il più esattamente possibile quello che mi ha detto il Cacciatore. Voi adesso siete convinto almeno della parte essenziale della storia, la presenza del mio ospite, perciò avrete capito perché finora abbiamo mantenuto tutto segreto, e il rischio che abbiamo affrontato nel mettervi al corrente. Infatti, per quanto piccola, esiste la probabilità che l’ospite dell’individuo che cerchiamo siate proprio voi. In questo caso le possibilità sono due: o voi sapete della presenza e state coscientemente collaborando con lui perché è riuscito a convincervi di essere dalla parte della ragione, o voi non lo sapete. Nel primo caso state certamente studiando come averla vinta su di me, o sul mio ospite, per meglio dire. Nel secondo caso, adesso il vostro ospite sa dov’è il suo inseguitore. Ma sa anche che voi siete un medico e quindi in grado più di ogni altro di scoprire la sua presenza nel vostro corpo. E questo significa che vi abbiamo messo in pericolo, perché lui non esiterà davanti a niente pur di mettersi in salvo. Io non posso darvi nessun consiglio, dovrete pensare da solo a prendere qualche precauzione, ma non esponete a voce alta i vostri progetti: limitatevi a pensarli. Mi dispiace, ci dispiace, di avervi esposto a dei rischi, ma ritengo che rientrino nei vostri doveri di medico. Però se non volete correre pericoli non avete che da dirlo e noi non insisteremo. Alla prima occasione il mio ospite vi controllerà, ma almeno, non pressato dal terrore di venire scoperto immediatamente, il vostro eventuale ospite può lasciare il vostro corpo senza bisogno di farvi del male. Ora ditemi che cosa decidete.»
Il dottor Seever non esitò. «Accetto il rischio, qualunque sia» disse, e rivolgendosi direttamente al Cacciatore proseguì: «Ho anche il mezzo per controllare me stesso. A quanto pare voi siete nel corpo di Bob da circa sei mesi. Il vostro amico, se si trova nel mio, c’è pressappoco dallo stesso periodo. Un periodo lungo abbastanza per la formazione di particolari anticorpi, dal momento che secondo le vostre dichiarazioni voi in effetti siete un virus. Posso preparare un siero prelevando un campione di sangue da Bob, e procedendo all’esperimento su un campione del mio saprò subito se il mio corpo ospita l’individuo che state cercando.»
Bob rispose lentamente, leggendo la risposta del Cacciatore: «Sfortunatamente, il sistema non darebbe risultati. Se la nostra razza non avesse già da tempo elaborato un mezzo per evitare la formazione di anticorpi, il nostro modo di vita non sarebbe possibile.»
«Già. Avrei dovuto arrivarci da solo» mormorò il dottor Seever, corrugando la fronte. «Allora, come pensate di scoprire la sua presenza?»
Bob spiegò le difficoltà del Cacciatore e concluse, sempre leggendo quello che l’extraterrestre gli proiettava negli occhi: «La mia intenzione è di effettuare personalmente un controllo sugli individui sospetti.»
«Allora, perché non mi controllate adesso? Non credo che abbiate particolari motivi per sospettare di me, ma vorrei lo stesso esserne certo, senza contare che se vi devo aiutare è giusto che non abbiate il minimo dubbio su di me.»
«Il Cacciatore non vuole entrare o uscire da un corpo umano se la persona è sveglia» rispose Bob.
«A questo penso che si possa rimediare» ribatté il dottor Seever, e alzatosi andò a staccare un cartellino da una parete, lo appese all’esterno della porta, la chiuse a chiave e tornò nello studio dove cominciò a cercare nei suoi armadietti.
«Quanto pesi, Bob?» chiese, senza voltarsi. Il ragazzo glielo disse e il medico, fatto un rapido calcolo mentale, scelse una bottiglietta che conteneva un liquido trasparente, si rivolse al Cacciatore nella persona di Bob.
«Questo sonnifero ci farà dormire per un paio d’ore. Nel frattempo voi potete lasciare il corpo di Bob, controllare me e rientrare senza essere visto da nessuno.»
So che è indispensabile controllarvi, dottore , rispose l’extraterrestre. Ma il mio ospite rimarrebbe indifeso durante il procedimento, e questo prima che io sia sicuro sul vostro conto. C’è un altro mezzo. Se voi e Bob vi sedete vicini, tenendovi stretti per le mani, e mi giurate che non vi staccherete per almeno venti minuti, io potrò mandare una parte di me stesso in esplorazione, e rientrare.
Il dottor Seever si dichiarò subito d’accordo e Bob non fece obiezioni.
Ci volle un po’ più di venti minuti, ma con sollievo di tutti il risultato fu negativo. Dopo di che poterono parlare con libertà. Il problema in discussione risultò così pieno d’interesse che il dottor Seever si ricordò della gamba di Bob solo al momento di lasciarsi, «Da quello che ho capito il Cacciatore non può fare niente per affrettare la guarigione clinica della ferita» disse il medico. «Perciò io ti consiglierei di non affaticare quella gamba, che deve avere i muscoli seriamente compromessi.»
«Disgraziatamente» rispose il ragazzo, «io funziono da Divisione Trasporti per il nostro esercito, e in più servo da automezzo per il nostro Comandante in capo! Quindi non posso star fermo.»
«In questo caso ci metterai di più a guarire. Date le circostanze, però, non vedo altri inconvenienti oltre a questo. Cerca comunque di non strafare.»
Chiusa la porta alle spalle di Bob, il dottor Seever s’immerse subito nel suo nuovo lavoro. La razza del Cacciatore rendeva impossibile la formazione di anticorpi, ma la scienza medica offriva altri mezzi di immunità validi per esperimenti.
Bob e il Cacciatore intanto, dato che mancava ancora parecchio all’ora di cena, raggiunsero gli altri al canale. Erano tutti occupatissimi, ma smisero subito di lavorare appena arrivò l’amico.
«Dove sei stato? Ti sei risparmiato un sacco di fatica questo pomeriggio. Guarda qui cos’abbiamo fatto!»
Bob guardò. In fondo non c’era granché da vedere perché l’eliminazione di tutte le parti rovinate aveva lasciato ben poco della barca, e le parti nuove messe a posto erano pochine. E c’era anche poco materiale nuovo!
«Dov’è finito tutto il legname che abbiamo raccolto ieri?» chiese Bob a Norman.
«Domanda interessante» ribatté l’altro seccato. «Una parte era ancora dove l’avevamo messa noi, ed è quella che vedi qui. Il resto era sparito. Non so se qualche ragazzo dei più piccoli l’ha trovato e se l’è preso, oppure se sono stati gli operai a usarlo. Così abbiamo pensato che la cosa migliore da fare per il momento fosse di portare qui quello che restava, e utilizzarlo prima che scomparisse a sua volta. Però dovremo tornare a procurarcene dell’altro, perché questo è quasi finito.»
«Lo vedo» disse Bob guardando la carcassa della barca. Quella vista gli fece venire in mente qualcos’altro, e il ragazzo si rivolse a Rice: «Kenny, ho paura di aver ritrovato Tip, ieri» disse.
Gli altri rimisero giù gli arnesi con i quali stavano per rimettersi al lavoro, e guardarono Bob interessati.
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