— No, temo — rispose il Conte. — Secondo gli orari che mi avete fornito, l’atterraggio dovrebbe essere avvenuto ieri e io non posso fare andare avanti e indietro il mio apparecchio sullo spettro temporale. Le equazioni lo costringono alla simultaneità, e la simultaneità è quello che ottengo. Ecco tutto.
Il tono della sua voce cambiò bruscamente. Il cambiamento lo trasformò, da un uomo grassoccio deliziato del suo giocattolo nuovo, nel filosofo e matematico Henri Petard più di qualsiasi sua affermazione.
— Vi ho invitati a tenere la vostra conferenza qui — disse, — perché desideravo che foste tutti testimoni d’un evento che spero proprio non abbia a verificarsi… Mi spiego subito:
«Sono stato pregato recentemente di verificare il ragionamento su cui si basa il dottor Cleaver per tentare l’esperimento che dovrebbe aver luogo oggi. Questo esperimento è un tentativo d’immagazzinare la totalità dell’energia liberata da un generatore Nernst durante un periodo di circa novanta secondi, grazie a un’applicazione speciale di quello che si chiama "effetto compressione".
«Ho trovato un errore nei ragionamenti di Cleaver, un errore abbastanza grave anche se non visibile immediatamente. Dato che il lithio-6 è onnipresente sul pianeta in osservazione, ogni sbaglio rischia di provocare una catastrofe totale. Ho mandato a Cleaver, per CirCon, un messaggio urgente che è stato registrato su magnetofono nell’astronave che è atterrata ieri. Avrei voluto usare l’Albero, ma, ovviamente, esso è stato abbattuto; comunque, dubito che Cleaver avrebbe accettato un messaggio da un Lithiano. Il comandante dell’astronave mi ha promesso di consegnare ad ogni costo il mio messaggio a Cleaver ancora prima del carico. Ma conosco l’incredibile cocciutaggine di Cleaver. Non è così?
— Sì — rispose Ruiz. — Dio sa quanto sia cocciuto.
— Bene, noi siamo pronti — disse ora il sedicente dottor Petard. — I miei strumenti possono registrare l’evento. Preghiamo non ce ne sia bisogno.
Il Conte era un cattolico passato all’ateismo. Il suo «preghiamo» era un’abitudine. Ma Ruiz-Sanchez non sarebbe riuscito a pregare per una simile cosa più del Conte stesso… e non poteva più lasciare al caso la decisione. La spada di San Michele era stata posta nelle sue mani in modo così evidente che anche uno sciocco avrebbe potuto vederlo.
Il Santo Padre aveva saputo che le cose sarebbero andate così. Aveva preparato tutto con l’abilità di un Disraeli. Escludendo la scomunica ufficiale, Adriano VIII aveva lasciato a Ruiz la possibilità di utilizzare, tra i doni della Grazia, l’unico che fosse adatto alla presente situazione.
E forse aveva capito, anche, che il tempo che Ruiz-Sanchez aveva dedicato al caso di coscienza, elaborato e capricciosamente iper-complicato, del romanzo di Joyce era tempo perso; un caso molto più semplice, una situazione tra. le più classiche era molto più pertinente, ma Ruiz-Sanchez non era riuscito a ravvisarla. Era il caso del bambino malato, e delle preghiere per la sua guarigione.
Al giorno d’oggi, la maggior parte dei bambini malati guariva in un giorno o poco più, grazie a un’iniezione di spettrosigmina o di qualche farmaco simile, anche se era giunto alle soglie del coma. Domanda : La preghiera è stata inutile, ed è stata la scienza temporale ad operare la guarigione?
Risposta : No, perché la preghiera è sempre ascoltata, e nessun uomo può scegliere per Dio i mezzi ch’Egli userà per esaudirla. Certamente un miracolo come un antibiotico capace di salvare una vita non è indegno della liberalità di Dio.
E la stessa risposta valeva anche per l’enigma del Grande Nulla. L’Avversario non crea se non nel senso che vuole sempre il male e fa sempre il bene. Non può arrogarsi nessun credito a causa della scienza temporale; non può nemmeno affermare con verità che un successo della scienza temporale sia uno scacco per la preghiera. In questa cosa, come in ogni altra, è costretto a mentire.
E là, su Lithia, c’era Cleaver, agente del Grande Nulla, condannato allo scacco; l’impresa stessa a cui stava ponendo mano per il servizio dell’Avversario era in procinto di distruggere tutta la sua opera. Il bastone di Tannhäuser era fiorito: «Questi sono i frutti caduti dall’albero della scienza del bene e del male.»
Ma anche mentre Ruiz-Sanchez si alzava, con sulle labbra le fiammeggianti parole di Gregorio VIII, egli esitò ancora. E se si fosse sbagliato, dopo tutto? Se Lithia fosse stata veramente il Paradiso Terrestre e il Lithiano cresciuto sulla Terra proprio il Serpente ad esso destinato?
La voce del Grande Nulla, che mormorava le sue ultime menzogne. Ruiz-Sanchez alzò la mano. La sua voce tremante echeggiò nell’oscura caverna dell’osservatorio:
— Io, sacerdote di Cristo, ordino a voi, spiriti malvagi, che agitate queste nuvole…
— Che cosa? Per carità, state zitto — disse l’uomo dell’ONU, irritato. Gli altri lo stavano fissando sbalorditi, e negli occhi di Liu si leggeva lo sgomento. Solo lo sguardo del conte era consapevole e solenne.
— … di ritirarvi da esse e disperdervi in luoghi selvatici e deserti, onde non possiate più nuocere né agli uomini né agli animali, né alle piante né a cosa alcuna che sia stata concepita per il servizio dell’uomo.
«E tu, Grande Nulla, stupido e lubrico, tu, Scrofa Stercorata , nero spìrito del Tartaro, io ti scaglio, o Porcarie Pedicose , nell’infernale cucina.
«Per l’Apocalisse di Gesù Cristo, che il Signore ha inviato ai Suoi servi per far loro conoscere le cose che stanno per essere; e che Egli ha significato, inviando il Suo Angelo; io ti esorcizzo, Angelo della Perversità:
«Per i sette candelieri d’oro e per quello che è come il Figlio dell’Uomo, ritto in mezzo ai candelieri; per la sua voce, come la voce di molte acque; per le sue parole "Ecco, son vivo, io ch’ero morto; e vivrò sempre e sempre; e ho le chiavi della morte e dell’Inferno"; io ti dico, Angelo della Perdizione: Via, VIA, VIA!»
L’eco delle sue parole risuonò ancora lungamente, prima di spegnersi. Poi il silenzio lunare rifluì nella sala, interrotto soltanto dal respiro dei presenti e da un rumore come di pompe ansimanti, chi sa dove, nel sottosuolo.
E lentamente, senza il minimo suono, il pianeta circondato di nuvole, sullo schermo, si colorò di bianco. Le nubi, gli oceani, i continenti si confusero in una luminosità d’un biancore abbagliante, che parve irraggiare dallo schermo come il raggio di luce d’un riflettore e penetrare i loro volti esangui fino all’osso.
Lentamente, lentissimamente, tutto si confuse: le foreste echeggianti, la casa in porcellana di Chtexa, i latranti dipnoidi, il tronco mozzo dell’Albero Messaggero, gli allosauri selvaggi, il grande cuore pulsante del Lago di Sangue, la città dei vasai, i calamari volanti, il coccodrillo lithiano dal procedere sinuoso, le alte e nobili creature pensanti e il mistero e la bellezza che le circondavano. Bruscamente, l’intera Lithia cominciò a gonfiarsi, a dilatarsi come un pallone…
Il conte cercò di spegnere lo schermo, ma era troppo tardi. Prima che egli avesse potuto toccare la piccola cassa di smalto nero, tutto il circuito saltò con uno scoppiettio di fusibili. La luce intollerabile svanì all’istante; lo schermo divenne nero e l’universo con esso.
Erano là, accecati, sbalorditi.
— Un errore nell’Equazione Sedici — disse il conte nell’oscurità fittissima, con voce stentata.
No, pensò Ruiz-Sanchez, no. Un esempio di preghiera esaudita. Egli aveva voluto servirsi di Lithia per difendere la Fede, e ciò gli era stato concesso. Cleaver aveva voluto fare di quel pianeta un laboratorio per la creazione di bombe a fusione, e il suo desiderio era stato soddisfatto pienamente e all’istante. Michelis non aveva visto in Lithia che una profezia dell’infallibilità dell’amore umano ed era stato legato su quel letto di tortura fin da quel momento. Quanto ad Agronski… Agronski non aveva voluto che cambiasse nulla ed ormai era lui a non essere più nulla, un nulla immutabile.
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