Philos rise di quel tono brutale; era una reazione spontanea a qualcosa di ridicolo. «No! Oh, no, certo! Stavo parlando di una situazione di laboratorio, una interruzione costante. Posso assicurarti che ci ha visti; era cosciente. Ma la sua mente ha fatto una scelta, e ha scelto di continuare a seguire la sua visione interiore. Se io avessi insistito, o se qualcosa di insolito come il suono della tua voce…» sottolineò quella parola, lievemente ma nettamente; e Charlie si rese conto che la sua voce stava a quelle dei ledom come un corno baritono ai flauti «l'avesse strappato a quella condizione, ci avrebbe parlato, ci avrebbe perdonato l'intrusione e ci avrebbe salutati.»
«Ma perché? Perché lo fa?»
«E tu perché lo fai? Sembra che vi sia un meccanismo per mezzo del quale la mente si distacca dalla realtà per confrontare e paragonare i dati che non possono venire associati nella realtà. La vostra letteratura è piena di immagini allucinative di questo genere… i maiali alati, la libertà umana, i draghi che sbuffano fuoco, la saggezza dell'autorità, il basilisco, il golem, e l'eguaglianza tra i sessi.»
«Ma, ascolta…» gridò irritato Charlie, e poi si frenò. I simili di Philos non potevano venire raggiunti dall'ira; lo capì e disse, seccamente: «Stai prendendoti gioco di me, quindi è un gioco e basta. Ma tu ne conosci le regole e io no».
Philos interruppe la discussione, con fare disarmante; i suoi occhi acuti si addolcirono e si scusò, con assoluta sincerità. «Ho corso troppo» disse. «Il mio turno verrà dopo che tu avrai visto il resto di Ledom.»
«Il tuo turno?»
«Sì… la storia. Ciò che tu pensi di Ledom è una cosa; ciò che tu penserai di Ledom più la sua storia è un'altra cosa; ciò che… ma lasciamo perdere.»
«Continua.»
«Stavo per dirti, ciò che penserai di Ledom più la sua storia più la tua storia è una cosa completamente diversa. Ma non lo dirò» dichiarò Philos, accattivante «perché se lo facessi sarei costretto a scusarmi di nuovo.»
Quasi controvoglia, Charlie rise con lui e proseguirono.
A poche centinaia di metri dalla casetta, Philos lo fece svoltare a sinistra, gli fece salire un pendio piuttosto ripido, fino in vetta, e seguì la cresta della collina fino a che giunsero a una specie di poggio. Philos, che faceva da guida, si fermò e accennò a Charlie di raggiungerlo. «Guardiamoli da qui, per un po'.»
Charlie guardò la casetta. Ora poteva vedere che era sull'orlo di un'ampia valle, in parte coperta di boschi (o forse erano orti? Qui non facevano nulla in linea retta!) e in parte di campi coltivati. Tra i campi e i boschi, la campagna era tenuta come un parco, proprio come accanto ai grandi edifici. Sparse un po' dovunque c'erano altre casette, lontane l'una dall'altra, anche di mezzo chilometro; ognuna di esse era unica… legno, pietra viva, una specie di stucco bianco, intonaco, persino qualcosa che sembrava torba. Poteva vedere più di venticinque casette, dal poggio, e probabilmente ve ne erano altre. Come petali di fiori sparpagliati e dai colori diversi, gli indumenti vivaci delle persone apparivano qua e là tra i boschi e i campi, sulle fasce verdi e sulle rive di due ruscelli che scorrevano irregolarmente nella valle. Il cielo argenteo era una cupola che scendeva sulle colline circostanti; sembrava che fosse una mesa a forma di piatto, più alta di tutto ciò che la circondava; perché non poté vedere nulla oltre i dolci declivi della valle.
«Il Centro dei Bambini» disse Philos.
Charlie guardò oltre la vegetazione che avvolgeva la casetta sottostante, verso il giardino e lo stagno. Cominciò a udire il canto, e vide i bambini.
Il signor Herbert Railes e signora stanno acquistando indumenti per bambini nell'ala ABBIGLIAMENTO di un enorme supermarket sull'autostrada. I bambini sono fuori, in macchina. Fuori fa molto caldo, così hanno fretta. Herb spinge un carrello. Jeannette fruga tra i mucchi di indumenti sui banchi.
«Oh, guarda! Queste magliette! Proprio come quelle per grandi!» Ne prende tre per Davy, misura cinque, e tre per Karen, misura tre, e le butta nel carrello. «E adesso, i pantaloni.»
Procede oltre, a passo vivace, con Herb e il carrello nella sua scia; Herb segue senza pensare alle regole internazionali del traffico: un veicolo che proviene da destra ha il diritto di precedenza; un veicolo che in verte la marcia perde il diritto di precedenza. Si attiene due volte a questi princìpi e deve correre, per reggere l'andatura della moglie.
Una ruota cigola. Quando lui corre, la ruota cigola. Jeannette procede decisa, tre corsie diritto a destra, due a sinistra, poi si ferma di colpo. Herb, un po' ansimante, e il cigolio, ritornano nelle sue immediate vicinanze.
«Dove sono i calzoni?» domanda lei.
Lui glielo indica. «Là, dove dice CALZONI .» Hanno già superato quella corsia. Jeannette emette un piccolo suono per deprecare la propria fretta e torna indietro. Herb gira e cigola dietro di lei.
«Il velluto a coste tiene troppo caldo. Tutti i bambini Graham non la portano più. Sai che Louie non ha avuto la promozione» mormora Jeannette come se pregasse, e passa in rassegna i calzoni. «Cachi. Ci siamo. Misura cinque.» Ne prende due paia. «Misura tre.» Ne prende due paia e li butta nel carrello, poi procede. Herb cigola, si ferma, stride e cigola dietro di lei. Lei gira due volte a sinistra, percorre tre corsie e si ferma. «Dove sono i sandali per i bambini?»
«Là, dove dice SANDALI PER BAMBINI » ansima Herb, indicandoglielo. Jeannette emette ancora quel piccolo suono di deprecazione e si lancia verso i sandali. Prima che lui l'abbia raggiunta le ha già scelto due paia di sandali rossi con le suole di gomma biancogialla, e li butta nel carrello.»
«Ferma!» gorgoglia Herb, quasi ridendo.
«Cosa c'è?» dice lei, fermandosi a metà di un passo.
«Cosa vuoi adesso?»
«Costumi da bagno.»
«Be' allora guarda là, dove dice COSTUMI DA BAGNO ».
«Non prendermi in giro, caro» dice lei, e procede.
Herb riesce a manovrare in un passaggio libero, e le si avvicina abbastanza per farsi sentire nonostante il cigolio, e dice: «La differenza tra uomini e donne è…».
«Un dollaro e novantasette» dice lei, passando davanti a un banco.
«… che gli uomini leggono le istruzioni, e le donne no. Credo che si tratti di orgoglio sessuale. Prendi il genio dei confezionisti, sogna una scatola che si apra strappando lungo la linea punteggiata, e poi ti dà un filo per aprire l'involucro interno.»
«Calzoni aderenti» dice lei.
«Nove ingegneri si rompono la testa sui macchinari per confezionarle. Sedici addetti agli acquisti impazziscono per trovare abbastanza materiale adatto. Ventitré addetti al traffico rispondono alle telefonate, alle due del mattino, per trasferire settantamila tonnellate di materiale. E poi, quando hai la confezione in cucina, tu l'apri con un'affettatrice.»
«Costumi da bagno» dice lei. «Cosa dicevi, caro?»
«Niente, cara.»
Lei tira fuori rapidamente il contenuto di una scatola con l'etichetta Misura 5. «Ecco qua.» Solleva un paio di calzoncini blu scuro con bordatura rossa.
«Sembra un pannolino per neonati.»
«È elastico» dice lei. Forse questo è un sequitur, ma lui non indaga. Fruga nella Misura 3 e ne tira fuori un paio di calzoncini eguali, ma grandi all'incirca quanto la sua mano. «Ecco qui. Andiamocene prima che quei bambini vadano arrosto, là fuori!»
«Oh, Herb, sciocco; è un costume da bagno per un maschietto!»
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