Poi pensò alla lingua che inspiegabilmente (per lui) riusciva a parlare correntemente, e che pure gli presentava costantemente misteri ed enigmi. Guardò il serio, paziente Mielwis, e si disse in ledom: Io lo sto guardando. Esaminò la particella pronominale “Lo”, da sola, per la prima volta, e scoprì che era lui ad attribuirle un genere preciso: quando pronunciava quella parola la traduceva “Lo” in inglese perché per qualche sua ragione Charlie preferiva così. Ma, in se stessa, nella lingua ledom, non aveva alcun significato di genere o di sesso. Eppure era una particella pronominale personale ; non sarebbe stata adoperata per parlare di oggetti. In inglese, c'è un pronome impersonale, che si riferisce alle cose. Il pronome personale, in lingua ledom, era uno solo… personale e senza genere. Charlie lo faceva corrispondere a “lui, lo”, ma era un errore, e adesso lo sapeva.
Forse il fatto che il pronome non avesse genere significava che i ledom non avevano sesso? Perché in questo modo la straordinaria osservazione di Philos avrebbe acquisito consistenza: non avevano mai visto un maschio ma non c'erano femmine. Le parole e i concetti “maschio” e “femmina” esistevano in quella lingua: l'alternativa era “entrambi”. I ledom avevano tutti e due i sessi.
Levò lo sguardo verso gli occhi pazienti di Mielwis.
«Voi siete l'uno e l'altro» disse.
Mielwis non si mosse e non parlò per quello che parve un tempo molto lungo. Poi il suo mezzo sorriso si allargò come se fosse soddisfatto di ciò che leggeva nel viso di Charlie. Quindi disse, gentilmente: «È una cosa tanto terribile?».
«Non ho pensato se sia terribile o no» disse candido Charlie. «Sto solo cercando di immaginare come sia possibile.»
«Te lo mostrerò» disse Mielwis, e si alzò maestosamente, girò attorno alla scrivania, avvicinandosi allo sbalordito Charlie.
«Ehi, bulli» dice Tillie Smith. «Cosa state facendo?»
«Chiacchiere da uomini» dice Smith.
Herb dice: «Ehi, giocatrici. Come è andato il bowling?».
Jeannette dice: «Tre colpi e io sono fuori».
«Questa battuta l'ha già detta Herb» dice Smith, in quel suo modo plumbeo, e non è vero.
Tillie parla più forte di tutti: «Che cosa ne diresti di un highball? Beviamo qualcosa».
«Noi no» dice Herb, facendo tintinnare prontamente il ghiaccio in un bicchiere che per il resto è vuoto. «Io ho già bevuto il mio, ed è tardi.»
«Lo stesso per me» dice Jeannette, che ha capito al volo.
«Grazie per i liquori e per tutte le barzellette sconce» dice Herb a Smith.
«Non dire niente delle ballerine» dice Smith. Jeannette fa grandi gesti, come se giocasse a bowling, «'notte, Til. Sempre in gamba.»
Anche Tillie fa ampi gestì come se giocasse a bowling, e costringe Smith a sdraiarsi di nuovo, in quella che è comunque la sua posa preferita. I Railes raccolgono la sacca da bowling dei Jeannette; Herb grugnisce drammaticamente nel sollevarla, e Jeannette stacca il baby-sitter e glielo infila sotto il braccio sinistro mentre gli caccia la borsa sotto il braccio destro e siccome è una signora, aspetta che sia lui ad aprire la porta con il ginocchio.
«Vieni» disse Mielwis, e Charlie si alzò e lo seguì in una stanza più piccola. Una intera parete, dal pavimento al soffitto, era coperto di fessure etichettate… una specie di schedario, pensò; e il Signore ci salvi, neppure quelle erano in linee rette, ma disposte ad arco… e adesso che ci pensava, gli ricordavano gli archi che aveva visto disegnati su un banco di montaggio da un esperto di efficienza; portata massima della mano destra, portata ottimale della mano sinistra, e così via. Contro una parete c'era una specie di morbido scaffale, bianco e piatto… un lettuccio per visite mediche, se mai ne aveva visto uno. Mielwis, passando, vi batté sopra la mano, gentilmente, e il lettuccio lo seguì per la stanza, abbassandosi lievemente; così che, quando fu a dieci piedi dalla parete, era alto quanto una sedia. «Siediti» disse Mielwis, volgendo il capo.
Charlie sedette, stordito, e guardò il ledom rimanere ritto e osservare le etichette. All'improvviso, con sicurezza, tese le mani verso l'alto. «Noi siamo qui.» Agganciò le dita sottili in una delle fenditure e abbassò la mano. Dalla fenditura cominciò a uscire un diagramma: era largo circa un metro e lungo quasi due. Quando si abbassò, le luci della stanza si affievolirono leggermente, mentre l'immagine sul diagramma diventava più brillante. Mielwis alzò la mano e abbassò un secondo diagramma, poi sedette accanto a Charlie.
Ora la stanza era completamente buia, e i diagrammi rifulgevano di luce. Erano immagini colorate, di fronte e di profilo, di un ledom abbigliato soltanto della serica sporan che cominciava qualche centimetro sotto l'ombelico e scendeva allargandosi verso l'orlo inferiore fino a cinque o sei centimetri più su di mezza coscia, e si stendeva dalla parte anteriore d'una gamba alla parte anteriore dell'altra. Charlie ne aveva già viste, più corte e più lunghe di questa, rosse, verdi, azzurre, purpuree e candide, ma doveva ancora vedere un ledom che ne fosse privo. Era evidentemente un tabù fondamentale, e non fece commenti.
«Ora sezioneremo» disse Mielwis, e in qualche modo che Charlie non riuscì a percepire, fece mutare i diagrammi: blip! E la sporran era scomparsa, insieme alla pelle sottostante, ed erano esposte la fascia e le fibre muscolari della parete addominale. Con una lunga bacchetta nera magicamente comparsa, Mielwis indicò gli organi e le funzioni che descriveva. La punta della bacchetta era, a volontà, un ago, un cerchio, una freccia e una specie di mezza parentesi, e il linguaggio era conciso intimamente connesso alle domande di Charlie.
E Charlie ne fece di domande! Il suo imbarazzo era ormai scomparso, e avevano preso il sopravvento due delle sue caratteristiche più radicate: l'una, il risultato delle sue letture e delle sue indagini onnivore, indisciplinate, instancabili; l'altra, le grandi lacune che erano rimaste nella sua pur considerevole cultura. L'una e l'altra caratteristica apparivano ora molto più drastiche di quanto avesse creduto; sapeva molto di più di quanto sapesse di sapere, e possedeva ignoranza e informazioni errate in misura dieci volte superiore rispetto a quello che aveva immaginato.
I particolari anatomici erano affascinanti, come lo sono spesso, e per la solita ragione che stordisce chiunque sia capace di stupirsi; per l'ingegnosità, l'inventiva, l'efficiente complessità d'una cosa vivente.
In primo luogo, i ledom avevano chiaramente entrambi i sessi in forma attiva. L'organo intromittente era radicato molto indietro, in quella che nell' homo sapiens potrebbe essere chiamata fossa vaginale. La base dell'organo aveva, da ogni parte, un os uteri , che si apriva sulle due cervici, perché i ledom avevano due uteri, e generavano sempre due gemelli. In erezione, il phallos discendeva ed emergeva; quando era flaccido era completamente rinchiuso e, a sua volta, conteneva l'uretra. L'accoppiamento era reciproco… in realtà, sarebbe stato virtualmente impossibile in qualsiasi altro modo. I testicoli non erano né interni né esterni, ma superficiali: si trovavano all'altezza dell'inguine, proprio sotto la pelle. E c'era una meravigliosa riorganizzazione dei plessi nervosi, almeno due nuove serie di muscoli sfinterei, e una complicata ridistribuzione di certe funzioni, come quelle delle ghiandole di Bartolini e di Cowper.
Quando Charlie fu completamente sicuro di avere ottenuto tutte le risposte che gli interessavano e quando non riuscì a pensarne altre, e quando Mielwis ebbe esaurito le sue spiegazioni, quest'ultimo toccò i due diagrammi con il dorso della mano, e i diagrammi scivolarono verso l'alto e scomparvero nelle loro fenditure, mentre le luci si riaccendevano.
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