— Più vecchio di me? — Bruce rise. — Perché hai passato i dodici anni di differenza ad assorbire le idee di una razza di sognatori sadici colpiti dalla paranoia, in un mondo in cui i pensieri erano già stati infangati da una guerra totale? Marcus più vecchio di me? Perché tutte le sue idee e i suoi princìpi sono quelli di un branco di lupi, di una squadra di picchiatori senza immaginazione, risalenti a duemila anni prima della mia nascita? O voi due siete più vecchi di me perché è più grande il vostro cinismo omicida, che è la sola saggezza che il Mondo del Cambio vi possa dare? Non fatemi ridere!
“Io sono inglese, e provengo da un’epoca in cui la guerra totale era ancora un sacrilegio e in cui i fiori e i germogli del pensiero non erano stati ancora calpestati. E io sono un poeta, e i poeti sono più saggi di ogni altra persona, perché sono gli unici che abbiano il coraggio di pensare e di sentire nello stesso tempo. Vero, Sid? Quando vi parlo di un messaggio di pace, desidero che pensiate concretamente alla mia proposta: usare i Locali per portare aiuto dove esso occorre veramente, al di là delle montagne del tempo, e non per portare aiuto non meritato o conoscenze premature o contaminanti; usarli a volte per non portare nulla di nulla, ma soltanto per controllare con infinita tenerezza e sollecitudine che tutto sia in ordine e che le glorie dell’universo si dispieghino così come fu originariamente inteso…”
— Sì, Bruce, l’abbiamo capito, sei un poeta — lo interruppe Erich. — Suoni con tutta l’anima il tuo flauto di canne, e ci fai venire le lacrime agli occhi. Sai mettere la nota giusta nelle canne dell’organo, e ci fai tremare come se fossero l’orma dei passi di Geova. Da venti minuti ci stai dando una dimostrazione molto charmante della forza della tua poesia… ma tu cosa sei? Un Intrattenitore, oppure un Soldato?
Proprio in quel momento (non saprei con esattezza cosa fosse stato: forse Sid, schiarendosi la gola) mi accorsi che cominciavamo a non dare più retta a Bruce. Ebbi la curiosa sensazione che la realtà ci avesse riafferrato, come una morsa, trasformando in tinte scialbe ogni bel colore vivace, e facendo svanire ogni sogno. Soltanto allora compresi fino a che punto le parole di Bruce ci avessero soggiogato: fino al punto di spingere alcuni di noi al limite della rivolta, forse. Ero irritatissima con Erich perché lo aveva interrotto, ma del resto non potevo disconoscere la sua abilità.
Subivo ancora l’effetto delle parole di Bruce e delle realtà su cui si basavano, ma Erich si mosse e sfiorò col tacco uno di quei pulsanti a testa di morto; provai il desiderio di montare coi tacchi a spillo sulle teste di morto dei bottoni della sua uniforme. Non sapevo in verità per chi parteggiassi.
— Sì, sono un Soldato — gli rispondeva intanto Bruce — e spero tu non abbia preoccupazioni sul mio coraggio, perché occorrerà più coraggio di quanto ne abbiamo mai dovuto dimostrare in un’azione, più di quanto abbiamo mai immaginato di doverne avere, per portare il messaggio di pace agli altri Locali e ai punti dolenti del cosmo. Forse si tratterà soltanto di una corsa contro il tempo, e saremo spazzati via prima di avere segnato un solo punto a nostro vantaggio, ma che importa? Potremo almeno vedere i nostri veri padroni, quando verranno a schiacciarci: questa sarà già una grossa soddisfazione. E forse anche noi potremo spazzare via qualcosa, chissà.
— Allora, sei un Soldato — disse Erich, mostrando tutti i denti in un largo sorriso. — Bruce, ammetto che le cinque o sei operazioni in cui siamo stati insieme sono state più dure di qualsiasi cosa che mi sia apparsa nei primi cento sonni. E a questo riguardo ti assicuro tutta la mia comprensione. Ma che quelle operazioni ti abbiano ridotto al punto che basta l’amore di una ragazza per sconvolgerti e spingerti a parlare di messaggi di pace…
— Sì, per Dio, l’amore di una ragazza mi ha cambiato! — gli gridò Bruce, e io lanciai un’occhiata verso Lili e ricordai le ultime parole di Dave: “Sì, ho deciso di andare a combattere in Spagna”. Non credevo di poter arrossire a quel modo. — O, meglio — continuava Bruce — mi ha fatto insorgere a difesa di ciò in cui ho sempre creduto. Mi ha fatto…
— Wunderbar - esclamò Erich, e cominciò a muovere certi passettini effemminati sul coperchio del baule (cosa che mi tolse il fiato). Piegò polsi e gomiti ad angoli esagerati, si mise in posa, ancheggiò e piegò di lato la testa, battendo rapidamente le palpebre. — E mi inviterai al matrimonio, Bruce? Dovrai trovarti un altro testimone, ma io ti aiuterò facendo la ragazza dei fiori e gettando mazzolini a tutti i distintissimi ospiti. Ecco a te, Marcus; e a te, Kaby. Uno anche per te, Greta. Danke schön. Ach, zwei Herzen in dreivierteltakt… tata… ta-ta… ta-ta-ta-ta-ta…
— Ma cosa diavolo è, per te, una donna? — gli gridò Bruce, furibondo. — Una cosa per divertirti nel tempo libero?
Erich continuò a canticchiare Due cuori a tempo di valzer - e ad accennarne i passi, maledetto lui! — ma riuscì a infilarci anche un cenno d’assenso, all’indirizzo di Bruce, e un: “Esattamente”. Fu così che appresi cosa significassi in realtà per lui, ma la cosa non era certo una novità.
— Benissimo — disse Bruce — lasciamo che questa Camicia a Fiori si diverta per conto suo, e noi torniamo alle cose importanti. Vi ho fatto una proposta, e non c’è bisogno che vi dica che si tratta di una proposta assai seria, e che io e Lili affrontiamo tutto l’argomento con la massima serietà. Non soltanto dobbiamo infiltrarci a scopo di sovversione in altri Locali (i quali, fortunatamente, sono fatti apposta per essere infiltrati): dobbiamo anche entrare in contatto con i Serpenti e istituire rapporti operativi con i loro Demoni di rango uguale al nostro, come primo passo.
Queste parole fecero immobilizzare immediatamente Erich, e fecero trarre ad alcuni di noi un respiro così profondo da dare l’impressione che fossimo rimasti tutti a bocca aperta. Erich approfittò dell’istante di silenzio per inserirsi nel monologo.
— Bruce! ti abbiamo permesso di continuare questa buffoneria troppo a lungo. Mi pare che tu creda che per il fatto che molte cose sono permesse nel Locale… duellare, ubriacarsi und so weiter… tu possa dire quello che ti pare, perché noi lo dimenticheremo subito, una volta cessata l’ebbrezza. Ebbene, non è così, anche se in un gruppo come il nostro, di persone strampalate e di spiriti liberi, che per di più lavorano come agenti segreti, non ci può essere la rigorosa disciplina militare di un normale esercito della Terra.
“Ma lasciati dire, Bruce, e ficcatelo bene nella testa… Sid, Kaby e Marcus potranno confermarlo, in quanto ufficiali di pari grado… che il dominio dei Ragni si estende fino a questo Locale e oltre, così come la parola di der Führer comanda fino a Chicago. E, cosa che non spetterebbe a me farti notare, Bruce, i Ragni hanno punizioni che farebbero… be’, impallidire i miei connazionali di Belsen e Buchenwald. Perciò, finché resta ancora un’ombra di possibilità, per noi, di giustificare le tue parole considerandole come una buffonata priva del minimo buon gusto…”
— Continua pure a blaterare — disse Bruce, senza neppure guardarlo e facendo con la mano il gesto di allontanarlo. — Vi ho fatto una proposta. — Fece una pausa. — Con chi stai, Sidney Lessingham?
Mi sentii le ginocchia molli, e Sid tardò a rispondere. Il mio amichetto trangugiò a vuoto, poi fece come per guardarsi intorno, per osservare gli altri. Il senso della realtà, già sceso su di noi, ora divenne qualcosa di spaventoso; Sid non si guardò affatto intorno, e si limitò a raddrizzare la schiena. Proprio in quel momento, Marcus si intromise per dire: — Questo mi addolora, Bruce, ma credo che tu sia invasato. Erich, dobbiamo confinarlo.
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