Quando Damon incontrò Andrew e Callista nell’anticamera dall’appartamento, vide che lo stesso istinto li aveva ispirati tutti. Andrew indossava l’abito di raso grigio-scuro, ma Callista era la più risplendente.
Damon non aveva mai pensato che il colore cremisi delle Custodi le si addicesse. Lei era troppo pallida, e quel colore brillante la faceva apparire sbiadita, un riflesso scialbo della bellissima gemella. Non aveva mai giudicato bella Callista: non capiva perché Andrew la vedesse così. Era troppo esile, troppo simile alla bambina impettita che aveva conosciuto nella Torre, con una rigidità verginale che gliela faceva sembrare poco attraente. Ad Armida, lei sceglieva gli abiti a caso: pesanti gonne a scacchi e grandi scialli. Qualche volta si era chiesto se lei portasse gli abiti smessi di Ellemir, per il motivo che si curava ben poco del proprio aspetto.
Ma per il Consiglio aveva indossato un abito azzurro-grigio, con un velo dello stesso colore e intessuto di fili metallici che scintillavano quando si muoveva, e i suoi capelli rifulgevano come una fiamma. Si era truccata per nascondere i graffi, e aveva le guance anormalmente colorite. Era stata la vanità o un desiderio di sfida a spingerla a dipingersi così il volto, perché il suo pallore non sembrasse dovuto alla paura? Alla sua gola brillavano zaffiri stellati, e la pietra della matrice era scoperta e sfolgorava fra le altre gemme. Mentre si avviavano verso la Camera del Consiglio, Damon si sentì orgoglioso di tutti, e pronto a sfidare tutto Darkover se fosse stato necessario.
Fu Lorill Hastur a chiamarli. — Sono state formulate gravi accuse contro tutti voi. Damon, sei disposto a rispondere a tali imputazioni?
Levando lo sguardo verso i seggi degli Hastur e l’implacabile volto di Leonie, Damon capì che spiegare e giustificare — com’era sua intenzione — sarebbe stato inutile. La sua unica possibilità stava nel prendere l’iniziativa.
— Mi ascoltereste, se lo facessii?
Leonie disse: — Ciò che hai fatto non ha spiegazioni né giustificazioni. Ma siamo disposti alla clemenza se vi rimetterete al nostro giudizio, tu e gli altri che hai spinto a ribellarsi alle più sacre leggi dei Comyn. — Stava guardando Callista come se la vedesse per la prima volta.
Nel silenzio, Andrew pensò: Imputati, avete qualcosa da dire prima che venga pronunciata la sentenza?
Fu su di lui per primo che si puntò lo sguardo di Lorill Hastur.
— Andrew Carr, la tua colpa è grave, ma hai agito nell’ignoranza delle nostre leggi. Verrai consegnato alla tua gente, e se non hai violato nessuna delle sue leggi sarai libero: ma chiederemo che tu venga allontanato subito dal nostro mondo.
«Callista Lanart, tu hai meritato una sentenza equivalente a quella di Damon. Ma Leonie ha voluto intercedere per te. Il tuo matrimonio, non essendo stato consumato — (e come poteva saperlo, Lorill?, si chiese Damon), — non ha valore legale. Lo dichiariamo nullo. Ritornerai ad Arilinn, e Leonie si rende personalmente responsabile del tuo comportamento.
«Damon Ridenow: per le tue colpe, e le colpe di coloro che hai indotto alla disubbidienza, secondo le antiche leggi meriti la morte o la mutilazione. Ti viene offerto di scegliere. Puoi riconsegnare subito la tua matrice, alla presenza di una Custode che proteggerà la tua vita e la tua ragione, e così potrai vivere come reggente di Alton, tutore dell’erede Alton che tua moglie porta in grembo. Se rifiuti, la matrice ti verrà tolta con la forza. Se dovessi sopravvivere, i tuoi centri cerebrali del laran verranno bruciati, per evitare ulteriori abusi».
Ellemir si lasciò sfuggire un sommesso grido d’angoscia. Lorill la guardò con un’espressione che era quasi di pietà, e disse: — Ellemir Lanart, quanto a te, che sei stata fuorviata da tuo marito, non t’imponiamo altro che questo: dovrai smettere d’immischiarti in cose che non riguardano le donne, e rivolgere i pensieri verso il tuo unico dovere: proteggere tuo figlio, erede di Alton. Poiché tuo padre è malato, e il tuo unico fratello superstite è minorenne, e tuo marito è stato condannato da noi, ti affidiamo alla tutela del nobile Serrais, e ritornerai a Serrais per partorire tuo figlio. Nel frattempo, ho scelto tre rispettabili matrone dei Comyn perché si prendano cura di te fino a quando verrà eseguita la sentenza nei confronti di tuo marito: dama Rohana Ardais, Jerana principessa di Elhalyn, e la moglie di mio figlio, dama Cassilda Hastur. Ora lascia che ti accompagnino fuori da questa sala, dama Ellemir. Quanto sta per accadere può essere sconvolgente o addirittura pericoloso, per una donna nelle tue condizioni.
Dama Cassilda, una donna bruna e graziosa che aveva all’incirca l’età di Ellemir ed era anche lei visibilmente incinta, le porse la mano. — Vieni con me, mia cara.
Ellemir guardò Cassilda Hastur e poi Damon. — Posso parlare, nobile Hastur?
Lorill annuì.
La voce di Ellemir era lieve e infantile come sempre, ma aveva un tono incrollabile. — Ringrazio le matrone per le loro premure, ma le rifiuto. Voglio restare con mio marito.
— Mia cara — disse Cassilda Hastur, — la tua devozione ti fa onore. Ma devi pensare a tuo figlio.
— Io penso a mio figlio — ribatté Ellemir. — A tutti i nostri figli, Cassilda: ai tuoi e ai miei, e alla vita che sognamo per loro. Nessuno di voi si è preso la fatica di pensare, di pensare veramente a ciò che sta facendo Damon?
Damon, che l’ascoltava incredulo (le aveva aperto il proprio cuore, la notte in cui aveva guarito le vittime del congelamento, ma non aveva creduto che lei l’avesse compreso davvero), le sentì dire:
— Voi sapete tutti, come lo so io, quanto è difficile trovare telepati per le Torri, di questi tempi. Anche coloro che possiedono il laran esitano a rinunciare alla vita e a vivere chiusi tra quattro mura: e chi può biasimarli? Neppure io vorrei farlo. Voglio vivere ad Armida, e avere figli che vivranno là dopo di me. E non voglio vedere le loro vite rovinate da quella terribile scelta, sapere che saranno costretti a sottrarsi all’uno o all’altro dei doveri verso il loro dominio. Ma ci sono tante cose che i telepati potrebbero fare, e non le fa nessuno. Non è necessario che vengano compiute tutte dietro le mura di una Torre: anzi, alcune non si possono compiere là dentro. Ma poiché tanta gente crede che quello sia l’unico modo per usare il laran , il lavoro non viene effettuato, e la gente dei dominii è costretta a soffrire per questa carenza. Damon ha trovato il modo di renderlo accessibile a tutti. Il laran non dev’essere una specie di… di magia misteriosa, nascosta dentro le Torri. Se io, che sono una donna, non addestrata, minore tra due gemelle, posso imparare a servirmene un po’, come appunto è avvenuto, allora molti altri possono impararlo. E…
Margwenn Elhalyn si alzò. Era pallidissima. — Dobbiamo stare ad ascoltare queste… queste bestemmie? Noi che abbiamo dedicato la vita alle Torri dobbiamo star qui a sentir bestemmiare la nostra scelta da questa… da questa donna ignorante che dovrebbe essere a casa sua, accanto al focolare, a preparare un corredino, e non davanti a noi, a parlare come una bambina sventata di cose che non può capire!
— Aspetta — disse Rohana Ardais. — Aspetta, Margwenn. Anch’io sono stata addestrata in una Torre, e poi mi è stato imposto di rinunciare al lavoro che amavo per sposarmi e dare figli maschi al clan di mio marito. Ciò che dice dama Ellemir non è sciocco. Ascoltiamola senza interrompere.
Ma Rohana venne zittita da grida d’indignazione. Lorill Hastur richiamò tutti all’ordine, e Damon ricordò, con una stretta al cuore, che anche Lorill era stato addestrato nella Torre di Dalereuth ed era stato costretto a rinunciare quando aveva ereditato la carica di Reggente del Consiglio. — Tu non hai diritto di parlare in Consiglio, dama Ellemir. Puoi andartene con le matrone che abbiamo designato perché si prendano cura di te, o puoi restare qui. Non hai altra scelta.
Читать дальше