— Verrà combattuta nel sopramondo — annunciò, — come l’ultima battaglia col Grande Felino. Dobbiamo essere tutti molto sicuri di noi stessi, perché solo i nostri pensieri possono sconfiggerci.
Ellemir ordinò la cena: mangiarono insieme, fingendo che fosse una festa e dimenticando che cercavano di acquistare le forze per un’ordalia. Callista era pallida, ma Damon notò con sollievo che mangiava di buon appetito.
Erano in due ad avere la preparazione e la forza dei Custodi. Ma poi gli venne un pensiero inquietante. Se perdevano sarebbe stato lo stesso; ma se vincevano sarebbe rimasta aperta una questione.
— Se vinceremo — disse, — io avrò conquistato il diritto di operare come voglio col cerchio da me scelto, e Ellemir in quanto mia moglie e Andrew in quanto mio vassallo giurato saranno sottratti all’interferenza del Consiglio. Ma tu, Callista, sei molto vicina all’eredità Comyn: più vicino di te ci sono soltanto due bambini, e uno deve ancora nascere. Il Consiglio sosterrà che è mio dovere, quale reggente di Alton, sposarti a un consorte adatto, uno di sangue Comyn. Una donna della tua età, a meno che lavori in una Torre, solitamente è sposata.
— Io lo sono — ribatté Callista.
— Breda , il tuo matrimonio non verrà considerato valido, se qualcuno lo contesterà. E credi davvero che il Consiglio non lo contesterà? Il vecchio Dom Gabriel di Ardais mi ha già proposto di darti in moglie a suo figlio Kyril…
— Kyril Ardais? — Callista dilatò le narici per lo sdegno. — Preferirei sposare un bandito degli Heller! Non parlo più con lui da quando era un bulletto e c’intimidiva tutti alle feste dei bambini, ma non credo che crescendo sia migliorato.
— Tuttavia è un matrimonio che il Consiglio approverebbe. Oppure potrebbero ricordarsi del vecchio desiderio di tuo padre e darti in moglie a Cathal, come lui intendeva dargli Ellemir. Ma di sicuro ti costringeranno a sposarti. Conosci la legge sul libero matrimonio come la conosco io.
E infatti lei la conosceva. Il libero matrimonio diventava legale solo quando veniva consumato, e se non c’erano figli poteva essere annullato con un atto del Consiglio.
— Per la misericordia di Avarra — disse Callista, girando lo sguardo sugli altri, — questo è peggio che essere messa a letto alla presenza di mezzo dominio di Alton… E io credevo che quello fosse imbarazzante!
Rise, ma non era una risata divertita. Ellemir disse, con dolcezza: — Perché credi che una donna venga messa a letto pubblicamente? Perché tutti possano vedere e sapere che il matrimonio è una realtà legale. Ma nel tuo caso è stato messo in questione. Senza dubbio Dezi avrà chiacchierato chissà quanto, possa essere dannato!
— Non dubito che ormai lo sarà — commentò Damon. — Ma il male è fatto.
— Vuoi dire — chiese Andrew, posando la mano su quella di Callista e notando con timore che lei la ritraeva, col solito gesto automatico, — che la provocazione di Dezi era vera? Il nostro matrimonio non è legalmente valido?
Damon annuì, riluttante. — Finché era vivo Domenic e Dom Esteban stava bene, nessuno avrebbe sindacato quello che facevano le sue figlie, lontano, fra le Colline di Kilghard. Ma la situazione è cambiata. Il dominio è nelle mani di un bambino e di un vecchio morente. Anche se Callista fosse ancora Custode, legalmente non potrebbero costringerla a sposarsi ma ricorrerebbero a tutti i metodi di persuasione, esclusa la forza. E poiché ha già restituito il giuramento, e ha rifiutato pubblicamente di ritornare ad Arilinn, il suo matrimonio riguarda il Consiglio.
— E io non ho più diritti, in questa faccenda, di un cavallo condotto al mercato? — chiese Callista.
— Callie, non sono stato io a promulgare le leggi — disse dolcemente Damon. — Ne abrogherò alcune, se potrò, ma non posso farlo da un giorno all’altro. La legge è quella che è.
— Il padre di Callista ha acconsentito a darla in sposa a me — disse Andrew. — Questa decisione non ha valore legale?
— Ma Dom Esteban è moribondo, Andrew. Potrebbe spegnersi stanotte, e io sono soltanto reggente di Alton sotto l’autorità del Consiglio, nient’altro. — Damon era profondamente turbato. — Solo se potessimo presentarci al Consiglio con un matrimonio valido ai sensi della legge di Valeron…
— Che roba è? — chiese Andrew, e Callista rispose, con voce atona: — Una donna del dominio di Aillar, delle pianure di Valeron, aveva ottenuto dal Consiglio una decisione che da allora ha valore di precedente. Che il matrimonio sia libero o no, nessuna donna può venire separata contro il suo consenso dal padre di suo figlio. Damon intende dire che se tu mi portassi a letto, e magari mi mettessi subito incinta, avremmo la possibilità di contestare il Consiglio. — Fece una smorfia. — Io non voglio ancora un figlio… e meno ancora lo voglio per comando del Consiglio, come una fattrice condotta allo stallone… Ma sempre meglio che dover sposare uno scelto dal Consiglio per ragioni politiche e mettere al mondo i figli suoi. — Guardò disperata prima Damon e poi Andrew, e concluse: — Ma sapete che è impossibile.
Senza alzare la voce, Damon disse: — No, Callista. Il tuo matrimonio, come sai bene, risulterà valido se domani potrai presentarti al Consiglio e giurare che è stato consumato.
Lei lanciò un grido atterrito. — Vuoi che lo uccida, questa volta? — E si nascose la faccia tra le mani.
Damon le si accostò e la fece girare gentilmente perché lo guardasse. — C’è un altro modo, Callista. No, guarda me. Io e Andrew siamo bredin. E io sono più forte di te. Tu potresti scagliarmi addosso tutta l’energia che hai scagliato contro Andrew, e anche di più, e non mi faresti il minimo male.
Callista distolse il volto, singhiozzando. — Se proprio devo. Se proprio devo. Ma… Oh, Avarra misericordiosa, volevo che avvenisse per amore, quando fossi stata pronta, non in una battaglia a morte.
Ci fu un lungo silenzio, rotto solo dal pianto soffocato di Callista. Quel suono straziava il cuore a Andrew, ma lui sapeva che doveva fidarsi di Damon: avrebbe trovato una via d’uscita. Infine Damon disse: — C’è solo un modo, Callista. Varzil mi ha detto che la soluzione stava nel liberare la tua mente dall’impronta lasciata nel tuo corpo dagli anni vissuti come Custode. Io posso liberare la tua mente: e anche il tuo corpo si libererà, com’è avvenuto alla fioritura invernale.
— Mi avevi detto che era stata un’illusione… — balbettò Callista.
— Mi sbagliavo — replicò pacatamente Damon. — Fino a poco tempo fa non avevo collegato tutti i fattori. Vorrei, per il tuo bene, che tu e Andrew aveste potuto fidarvi dei vostri istinti. Ma adesso… Ho un mazzo di fiori di kireseth , Callista.
Lei si portò le mani alla bocca in uno scatto di apprensione, di terrore e di comprensione. — È tabù! È proibito, a chi è stato addestrato in una Torre!
— Ma la nostra Torre — disse Damon, in tono gentile, — non è soggetta alle leggi di Arilinn, breda , e io non sono Custode secondo quelle leggi. Perché credi che sia diventato tabù, Callista? Perché, sotto l’effetto del kireseth , come hai visto, neppure una Custode può conservare la sua immunità alla passione, al desiderio umano. È un catalizzatore telepatico: ma è anche molto di più. Dopo l’addestramento cui sono sottoposte le Custodi nelle Torri, è impensabile, spaventoso, ammettere che non c’è ragione perché una Custode si conservi casta se non temporaneamente, per il lavoro più arduo. Non è necessaria una vita di solitudine e d’isolamento. Le Torri impongono leggi crudeli e superflue alle loro Custodi fin dalle epoche del caos, quando è andato perduto il rituale della Fine dell’Anno. Credo che allora avvenisse al tempo del solstizio d’estate. In occasione della nostra festa, in tutti i dominii, alle donne vengono offerti fiori e frutti in ricordo del dono di Cassilda a Hastur: ma come viene sempre raffigurata, la Signora dei dominii? Con la campanula d’oro del kireseth in mano. Questo era l’antico rito, perché una donna potesse operare come Custode nei cerchi delle matrici, con i canali liberi, e poi ritornare alla femminilità normale quando lo desiderava.
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