— Perché no? — convenne Marjorie. — Per Dimity e Janetta devi chiedere a Rowena e Geraldria, ma per quanto riguarda me, la risposta è sì: puoi prendere Stella con te.
— Marjorie! — rimbrottò Rigo, sdegnato.
— Piantala di infuriarti, Rigo! — ribatté Marjorie, in un tono autoritario che il marito non aveva mai udito da lei. — Smettila una buona volta con queste ostentazioni di orgoglio virile e cerca di riflettere!
— Ma è mia figlia!
— Be’, è anche mia figlia, e la sua mente è stata completamente cancellata, al punto che non mi riconosce neppure. Passa le sue giornate a giocare, facendo rimbalzare una palla contro un muro. Tu cosa intendi fare per lei? Riportarla sulla Terra e affidarla a una governante?
Rigo indicò Rillibee: — Ma questo…
— Questo giovanotto è stato vittima del dispotismo della Santità, come tutti noi, e inoltre possiede notevoli qualità. Cosa vuoi sapere sul suo conto?
— Tu ti fidi di lui? Credi davvero che…
— Mi fido eccome! — sbottò Marjorie. — In ogni modo non credo che possa nuocere a Stella più di quanto abbiano già fatto gli Hippae. Non dimenticare che sei stato a tu, Rigo, a permettere che nostra figlia fosse catturata da quei mostri! Sono convinta che Rillibee avrà per lei maggior cura di quanta ne abbiamo avuta noi, che siamo i suoi genitori! Non dubito affatto che la proteggerà!
Durante la breve discussione, Rillibee era rimasto in disparte, ad ascoltare, ma finalmente dichiarò: — Farò del mio meglio per Stella. Fin dal primo momento in cui l’ho vista, non desidero altro che il suo bene. Attualmente esiste un solo luogo sicuro su Grass: la Città Arborica. La foresta è immune dai disastri che stanno avvenendo sul pianeta.
Rigo non rispose.
Marjorie non riusciva a vedere in viso il marito, né lo desiderava, e nemmeno voleva più discutere con lui. Mediante il dimmi, spiegò a Geraldria e a Rowena la proposta di Rillibee, consigliando ad entrambe di accettarla. Poi si accorse che Rigo le era accanto e si volse con impazienza: — Ebbene?
— Sì — rispose Rigo, come se le stesse facendo un favore. — Accetto anch’io, per il momento. Forse Stella sarà davvero più al sicuro nella foresta che qui, almeno per qualche tempo.
Senza molto successo, Marjorie tentò di sorridere: — Spero di non sbagliare, Rigo. Ogni tanto mi piace aver ragione.
Senza rispondere, Rigo tornò nella propria stanza.
Invano Marjorie cercò di riprendere sonno. Era quasi l’alba, quando il serafino arrivò con la sua scorta, ed ella scoprì che anche Rigo non era più riuscito a dormire.
Gli Yrarier ebbero poco tempo a disposizione per vestirsi. Forse fu soltanto la loro immaginazione, ma si sentirono trattati con minor cortesia della volta precedente. Giunti al cospetto del Prelato, scoprirono che questi si trovava in compagnia di due persone, alla vista di una delle quali Rigo serrò un braccio di Marjorie, che contrasse per un istante i muscoli delle guance nel riconoscere anche l’altra: — Admit! — esclamò, cercando di fingersi lieta. — Lo riconosci, Rigo? è Admit Maukerden. Sono contenta che vi siate salvato dall’incendio di Collina d’Opale. Sebastian e Persun sono tornati più volte a cercare superstiti, ma invano. E voi non eravate fra i profughi.
— Il mio nome è Admit bon Maukerden.
— Davvero? Ma Jerril bon Haunser mi disse che mi avrebbe mandato come segretario un membro di una famiglia collaterale.
— Ero stato incaricato di scoprire il vero motivo della vostra presenza su Grass — rispose Admit. — Come i bon, anche costui vuole sapere che cosa state tramando. — E indicò il Prelato, che si trovava sempre dietro allo schermo trasparente.
— Be’, ma allora dite pure al Prelato tutto quello che desidera sapere — esortò Marjorie.
— Per la verità, sono molto più interessato al racconto di costui — dichiarò il Prelato, con voce melliflua.
L’individuo in questione era spaparanzato su una sedia come una lucertola su un sasso, ma i graffi e i lividi che aveva sul viso e sulle braccia contrastavano col suo apparente rilassamento: era Granbravone.
— Frate Flumzee? — chiese Marjorie, con voce calma. — Lui e i suoi compari hanno cercato di uccidermi, nella foresta palustre. — E scrutò gravemente l’arrampicatore: — Cos’altro vi ha dato ad intendere?
Nell’osservarla, Granbravone rammentò finalmente quello che aveva dimenticato sul conto delle donne: talvolta avevano pietà degli uomini, senza che costoro sapessero perché.
Sempre nello stesso tono, il Prelato replicò: — Mi ha detto che conoscete molto bene un certo frate Mainoa, il quale era accusato di apostasia, e inoltre sapeva qualcosa sulla peste.
— Davvero? E ditemi, frate Flumzee: cosa sapeva? Oppure preferite ancora esser chiamato Granbravone?
— Sapeva qualcosa! — gridò l’arrampicatore, detestando quello che leggeva sul volto di Marjorie. — Fuasoi lo voleva morto!
— Che cosa sapeva? — domandò il Prelato. — Sarebbe nel vostro interesse, lady Westriding, e nel vostro, ambasciatore, riferirmi tutto quello che il frate sapeva, o credeva di sapere.
— Ne saremo ben lieti — rispose Rigo. — Tuttavia, lui stesso sarebbe in grado di dirvi molto più di quel che noi.
— È ancora vivo? — interruppe il Prelato, con voce tagliente.
— Ma naturalmente — replicò Marjorie, pacata. — Granbravone lasciò ai suoi due compari il compito di uccidere frate Mainoa e frate Lourai, ma essi fallirono. Credo che Granbravone lo abbia fatto per odio personale nei confronti di frate Lourai.
— Fuasoi ordinò di uccidere Mainoa! — gridò l’arrampicatore.
Sempre con una calma assoluta, nonostante la tensione estrema che provava, Marjorie ammise: — Be’, suppongo che sia possibile, visto che frate Mainoa credeva che Fuasoi fosse un Ammuffito. — E si volse a Rigo, annuendo, nella speranza che capisse il suo intento benché non sapesse nulla dei sospetti di Mainoa.
Il furore con cui il Prelato si era accinto a ribattere fu sostituito da un improvviso sgomento: — Un Ammuffito?
— Frate Mainoa ne era convinto — spiegò Rigo, cogliendo al volo il suggerimento della moglie — perché?
— Perché altrimenti Fuasoi non avrebbe ordinato di assassinarlo — concluse Marjorie. — Se Fuasoi credeva che Mainoa sapesse qualcosa sulla peste, può averne voluto la morte soltanto perché era un Ammuffito. Chiunque non fosse stato un Ammuffito avrebbe desiderato che potesse divulgare quello che sapeva.
— Gli Ammuffiti, su Grass? — sussurrò il Prelato, pallidissimo, con le labbra contratte per l’orrore. — Qui, su Grass?
Rigo approfittò del suo terrore, osservando in tono pacato: — Be’, Vostra Eminenza, sapevano tutti che era soltanto questione di tempo prima che arrivassero qui. Persino Sender O’Neil mi avvertì, a suo tempo.
Bruscamente, l’udienza ebbe termine. Alcuni soldati ricondussero Marjorie e Rigo nella navetta, mentre altri scortarono Granbravone e Admit bon Maukerden altrove.
— Dove li stanno portando? — chiese Marjorie.
— Giù all’astroporto — rispose il capo della scorta. — Rimarranno là, sotto custodia, nel caso che il Prelato desideri nuovamente interrogarli.
Se ha creduto a quei due, forse il Prelato se ne andrà! pensò Marjorie. Forse non c’è bisogno d’altro per indurlo a partire! Però la sua speranza fu presto stroncata: al cosmodromo, lei e Rigo non poterono tornare in città, bensì furono condotti all’Albergo dell’Astroporto e confinati in un appartamento, la cui porta era sorvegliata da una sentinella.
— Dobbiamo restare qua senza cibo? — domandò Marjorie.
— Vi saranno serviti i pasti dalla mensa ufficiali — spiegò la sentinella. — Il Prelato vi vuole a disposizione, in caso di necessità.
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