Il primo microciclo di trasmissione, organizzato secondo il piano di Proclama redatto nell’Era del Genio, fra i Cicli 371 e 406, è un sommario completo dell’intero progetto. Duecento nanocicli di esso sono dedicati a ciascuno dei cinque dipartimenti governativi del Consiglio dei Capi: amministrazione, informazione, comunicazione, trasporti ed esplorazione. Dopo un’interruzione programmata di quattrocento nanocicli allo scopo di consentire regolazioni di ricezione lungo il sentiero del segnale, comincia la trasmissione del Proclama vero e proprio. La trasmissione continua e continua, e si ferma soltanto venti microcicli più tardi. Quattro microcicli completi vengono dedicati a chiarimenti approfonditi dei principali progetti da intraprendersi da parte di ciascuno dei cinque dipartimenti. Di particolare interesse per il Comitato della Conchiglia Esterna, il gruppo governante l’immane regione concentrica che definisce il limite più remoto dello spazio sul quale i Coloni vantano autorità, è un progetto del Dipartimento Esplorazione per il rimpatrio nella Conchiglia Esterna di circa un milione di specie dello Zoo-sistema # 3.
(La trasmissione del Proclama, una messe d’informazioni traducibili in lingua, immagini, suoni e altre impressioni sensorie, a seconda degli esseri riceventi e del livello dei loro apparati di decrittazione, è l’inizio del processo governativo di ogni ciclo. Sulla base di tale Proclama, corpi regionali o agenzie amministrative con giurisdizioni subordinate regoleranno i rispettivi progetti per il ciclo in modo da armonizzarli con quelli annunciati dal Consiglio dei Capi; e, ciò, secondo la procedura particolareggiata definita dagli Articoli della Confederazione Coloniale.)
Il Proclama viene comunicato a tutta la Colonia e alle più vicine zone d’influenza della Conchiglia Interna per il tramite di gigantesche stazioni relè site lungo le vie di trasporto esistenti. Tali stazioni, che sono in realtà dei centri informativi con vaste biblioteche dove sono immagazzinati tutti i messaggi della Colonia fino a cento cicli, amplificano e ritrasmettono il segnale alla stazione seguente dello schema, ossia a una distanza di circa dieci microcicli-luce. Il margine della Colonia (dove comincia la Conchiglia Interna) è stato espanso dal Decreto sui Confini contenuto nel Proclama del Ciclo 416, e comprende ora ogni punto fino a tre millicicli-luce del centro amministrativo. Così, per raggiungere il colossale Complesso Zoo, che è una combinazione di tre stelle e diciannove pianeti (quattro dei quali artificiali) appena oltre il margine della Colonia, il messaggio del Proclama deve passare per trecento stazioni.
Il Comitato dei Curatori dello Zoo, che lo attendeva con ansia perché sperava di vedervi accolta la propria caldeggiata proposta di espansione del Complesso Zoo, constata con sorpresa che tale proposta è stata sostituita da un altro progetto di rimpatrio.
Il Comitato aveva proposto un’espansione dello Zoo, come rimedio alla florida espansione di progenie dovuta alle scoperte dell’ingegneria genetica dell’adattamento nei cicli 426-428, già una volta, nel Ciclo 429. Ma, anche allora, la richiesta era stata negata, il Consiglio dei Capi avendo raccomandato, come rimedio al problema del sovrappopolamento, il rimpatrio. Così, durante i Cicli 430-436, la popolazione del Complesso Zoo era stata mantenuta pressoché costante mediante trasferimenti regolari delle specie comuni ai luoghi d’origine.
A partire dal Ciclo 437, però, s’era avuta una rapida crescita d’interesse per la biologia comparata; crescita stimolata dalla scoperta, nel Settore 28 della Conchiglia Esterna, d’una quinta classe di forma di vita, che il Consiglio dei Biologi aveva denominato Tipo E. Spedizioni successive nella zona avevano rivelato non solo che il Tipo E era il tipo di vita dominante nei Settori 28-33, ma che i medesimi Settori vedevano altresì la sorprendente presenza del Tipo A. Per la prima volta, insomma, l’evoluzione naturale di una regione mostrava di prediligere una forma di vita diversa dal Tipo A dei Coloni e dagli ibridi evoluti da questo. Il desiderio di capire le insolite creature portò, nei Cicli 440 e 441, alle spedizioni di ricerca delle specie in pericolo nella Conchiglia Esterna e, nel Ciclo 442, alla creazione di numerosi mondi per lo studio specifico delle nuove forme di vita del Tipo E.
Molte di queste nuove specie fiorirono nello Zoo-sistema # 3, creando di nuovo problemi di sovrappopolazione e mancanza di spazio al Comitato dei Curatori. Il problema della mancanza di spazio essendo tanto più acuto in presenza della necessità di tener separate tutte le forme di vita di Tipo E e della rapida riproduzione delle medesime, il Comitato dei Curatori aveva appunto suggerito, all’inizio del processo di pianificazione del Ciclo 447, una modesta espansione del Complesso Zoo, proponendo non solo un quarto Zoo-sistema esclusivamente consacrato alle forme di vita del Tipo E, ma anche una vigorosa campagna per il rimpatrio totale di tutte le specie della Colonia e della Conchiglia Interna con coefficienti d’aggressività inferiori a 14.
Ora il Comitato dei Curatori è sbalordito dalle dimensioni del piano di rimpatrio per la Conchiglia Esterna contenuta nel Proclama del Ciclo 447. In una vivace discussione tecnica provocata dall’inattesa proposta, vengono ribaditi con vigore i pericoli di un rimpatrio delle forme di vita della Conchiglia Esterna nei pianeti d’origine, e il Comitato decide, in via provvisoria, di compiere un passo inconsueto: la presentazione al Consiglio dei Capi di una Variazione al Proclama. In essa, i Curatori dello Zoo fanno rilevare: 1) che le nuove forme del Tipo E sono state assoggettate a molti esperimenti genetici; 2) che le possibilità evolutive delle nuove specie sono pertanto incerte; 3) che le frequenze di monitoraggio e i laboratori sperimentali della Conchiglia Esterna sono inadeguati; 4) che i coefficienti di molte specie del gruppo non sono stati ancora tabulati con esattezza.
Prima di presentare concretamente la Variazione, il Comitato dei Curatori dello Zoo si rende però conto che tutte queste obiezioni devono già essere state sollevate nei dibattiti preliminari. Ma, se è così, come spiegare la promulgazione della politica di rimpatrio? Rientra essa forse in qualche nuovo arciprogetto inteso a una degradazione d’importanza dell’informazione zoologica nel suo insieme, o si tratta solo di un espediente politico, magari collegato al Messaggio inviato da Potenza # 2?
In ottemperanza alle leggi della Colonia sulla disseminazione e conservazione delle informazioni storiche importanti, la trasmissione del Proclama del Ciclo 447 è accompagnata dal commento ufficiale degli organismi chiave a livello consiliare. Di particolare interesse per gl’implicati nel progetto di rimpatrio della Conchiglia Esterna risultano i seguenti paragrafi della relazione del Consiglio degli Ingegneri:
… Il primo rimpatrio nella Conchiglia Interna è stato effettuato quasi ad hoc, ossia mediante il semplice trasporto in massa delle forme di vita alla regione d’origine o ad altra d’ambiente similare in settori vicini. Per effettuarlo, si è proceduto alla cattura delle creature, previamente trattate con sedativi, nei rispettivi habitat dello zoo, all’imbarco delle stesse in gigantesche navi da carico dotate di condizioni interne equivalenti all’habitat, e alla distribuzione finale nel nuovo ambiente. Tale procedimento ha funzionato in maniera adeguata per i piccoli trasferimenti a brevi distanze, dimostrandosi altresì poco costoso, ma ha rivelato tanti e tali inconvenienti, da rendere pressoché impossibile il suo impiego in operazioni di largo respiro.
Primo e più grave inconveniente, l’interruzione totale dello sviluppo ontogenetico delle creature durante il processo di rimpatrio. Esse si sono infatti dimostrate spaventate dal prelevamento, disturbate dalla inevitabile riduzione dello spazio di movimento nel corso del viaggio, e, dopo l’immissione nelle nuove località, preoccupate di ogni minima differenza ambientale rispetto alle sedi precedenti. Le loro memorie, sebbene sottoposte a lavaggio elettronico, hanno conservato un forte senso di perdita, ciò che ne ha vanificato lo sforzo d’adattamento. Tutti questi fattori, sommati, hanno in generale determinato un marcato aumento filogenetico del coefficiente d’aggressività, che in talune specie non ha denunziato cali significativi per dieci-quindici generazioni…
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