«Non si tratta d’una malattia di quel genere,» disse Selby.
«Ma tu non lo sai! Hai detto che non sapevi di che cosa si trattava!»
«Ma so, almeno, che cosa non è.» Le si avvicinò, le posò le mani sulle spalle e la scosse, affettuosamente. «Ce la caveremo benissimo, tutti quanti, purché restiamo insieme, e ci teniamo lontano da loro. Abbiamo sistemato le cose in modo che nessuno possa entrare in cantina senza fare un chiasso tremendo, e questo pomeriggio sistemeremo anche la parte posteriore della casa, a questo piano. Poi potremo metterci tranquilli ad aspettare.» Lanciò un’occhiata a George. «E faremo come dice George.»
Era un sollievo, pensò Jane, sentire parlar chiaro, e vedere che gli uomini avevano smesso di discutere ed erano disposti a collaborare. Selby lasciò Diana, e Jane si accostò alla sorella. Provava per lei un raro sentimento di protezione.
George disse: «Restate in casa, e rimanete insieme il più possibile. È tutto.» Guardò Mandy. «Il pranzo è quasi pronto?»
«Fra dieci minuti.»
Il pomeriggio si trascinò in una serata contraddistinta solo dal dileguarsi di quella poca luce che filtrava dalla nebbia grigia intorno a loro. Le lampade erano accese, e il buio sembrava premere contro la finestra. Non era accaduto nulla di eccezionale. Quelli là fuori non si erano fatti vedere né sentire. Mandy era in cucina con Marie, George aveva aperto il bar, e Selby ed Elizabeth e Diana erano con lui; c’era anche Stephen. Si era stabilito che sarebbe rimasto alzato e avrebbe cenato con gli adulti. Jane, che non se la sentiva di bere, andò a sedersi in salotto accanto al fuoco, e Douglas la raggiunse. Il fuoco era caldo, consolante, e le tende erano state chiuse per tenere fuori la notte e ciò che si celava nelle sue ombre. Aveva preso un libro, Rogue Herries di Walpole, con una rilegatura di pelle tutta scalfita, ma non aveva molta voglia di leggerlo. Non sapeva bene che cosa provava. Il turbamento e la paura si erano acquietati, ma l’avevano lasciata inquieta, svuotata. Avrebbe desiderato restare sola, ma nello stesso tempo era lieta di avere la compagnia di Douglas.
Aveva la sensazione che anche lui fosse irrequieto, sebbene non lo dimostrasse: stava seduto sulla poltrona di fronte a lei, fissava il fuoco e non parlava. Fu lei, infatti, a parlare per prima. Depose il libro e disse:
«Cos’è stato deciso per i turni di guardia di stanotte?»
Douglas rispose senza alzare la testa: «Prevedo che ci alterneremo io, George e Selby. Ma forse ci arrangeremo da soli, io e George. Selby è stato alzato ieri notte.»
«Potremmo fare tutti un turno. Tranne Mandy e la ragazza, che hanno abbastanza da fare durante il giorno.»
«Non credo che George sarebbe d’accordo.»
«È ridicolo. Non è tempo di galanteria.»
«Non credo che si tratti di galanteria.»
Il fuoco crollò al centro, lasciando un buco vuoto, e Jane si chinò ad aggiungere un altro pezzo di legno.
«George è un tipo solido,» disse. «Protettivo e semplice con le donne.»
«Gli uomini si dividono in categorie, per quanto riguarda il loro comportamento con le donne?»
«Credo di sì.»
Ci fu un silenzio, e poi lui riprese a parlare. Si accorse, con un brivido, che cominciava a farle delle confidenze su un amore infelice. Si chiese che cosa l’aveva indotto a questo: non credeva che fosse il tipo d’uomo che normalmente parla di questioni private con una semplice conoscente. Probabilmente, era per via delle circostanze. La tensione cui erano tutti sottoposti, pensò, poteva averlo spinto a cercare di sfogare un’altra, diversa tensione. E a lei non rimaneva altro che ascoltare.
Era tutto molto comune anche se a lui, naturalmente, doveva sembrare un caso unico. Al momento opportuno, Jane disse:
«Sono situazioni che possono apparire infernali. Ma in un certo senso deve esserci anche una specie di sollievo. Dopotutto, era una cosa senza futuro.»
«Il sollievo, finora, non ha ancora avuto occasione di affermarsi. Probabilmente, alla fine sarà così. In quanto al futuro… be’, no, non secondo i criteri normali. Ma ci si abitua ad un certo modo di vita… o ad una vita parziale.»
Douglas stava facendo un confronto con quello che considerava il normale, felice matrimonio di lei… con quello, si ricordò, che anche lei aveva giudicato tale. Per evitare l’argomento, disse:
«È accaduto all’improvviso… il trasferimento del marito a New York?»
«No, non credo. Per me è stata una cosa improvvisa, naturalmente. Ma a pensarci bene… ci sono parecchi indizi. Credo che lei, probabilmente, lo sapesse da diversi mesi.»
«Allora pensava che per lei fosse meglio che le cose andassero come sono andate. E aveva ragione.»
Douglas osservò, sarcastico: «Sì, in quanto se l’avessi saputo avrei fatto un altro strenuo tentativo per convincerla a venire a vivere con me. Forse per questo ha deciso così. Ha avuto un paio d’ore per discutere con me, dopo avermelo detto.»
«Non sia così amaro.» Jane fece una pausa. «È una sciocchezza dire così, no? Ma per il suo bene…»
«Sì, lo so. Non credo che sia questa, la mia reazione principale. Il senso di averla perduta… uno stordimento.» Alzò la testa. «Sono molto egoista, vero?»
«Egoista?»
«Perché parlo di una perdita. Dopotutto, so che è viva. Non è una separazione terribile. E si finisce per farsene una ragione. Io ci riesco. Mentre nel suo caso…»
Il pezzo di legno che Jane aveva messo sul fuoco aveva preso, e bruciava allegramente. La resina scintillava nelle vivaci lingue di fiamma. Jane disse:
«Volevo bene a mio marito. Pensavo che avrei sentito la sua mancanza.»
Si accorse che Douglas la guardava e poi distoglieva gli occhi. Adesso toccava a lui sentirsi imbarazzato. Jane si chiese cosa l’aveva indotta a dire così, e si sentì avvampare dalla vergogna, come se si fosse esibita nuda davanti a lui. Provò l’impulso di alzarsi e di andar via, ma lo vinse. Attese che Douglas dicesse qualcosa, facesse qualche commento, e sapeva che, qualunque cosa dicesse, avrebbe solo peggiorato la situazione.
Ma lui non disse niente: lo guardò di nuovo e vide che i suoi occhi erano tornati a posarsi su di lei. E lei poteva sopportarli. E capì anche che non poteva lasciare il discorso a quel punto.
«Mi sono sposata molto giovane,» disse. «Non sapevo molto della vita. Ero timidissima. Harry, mio marito… lo ammiravo molto. Aveva quindici anni più di me, si era già fatto una posizione. Era orticoltore… pomodori, lattuga, fiori, peperoni e melanzane. Lavorava sodo, ed era molto bravo. La mia era una vita di benessere.»
Fece una pausa, prima di proseguire: «Eravamo sposati da un anno e mezzo quando conobbi un uomo. Scoprimmo che avevamo gli stessi gusti, gli stessi interessi. E c’era anche l’attrazione fisica. Alla fine, lui mi disse che mi amava, e pensai di amarlo anch’io.»
«Lo pensava soltanto?»
«Lo pensavo molto seriamente. Voleva che andassi a vivere con lui. Era certo che Harry mi avrebbe accordato il divorzio, e credo che avesse ragione. In quanto a sua moglie, sarebbe stata felicissima di divorziare. Avevano una figlia, in collegio. Harry ed io non avevamo figli. Sembrava tutto molto semplice.»
«E che cosa andò male?»
«Niente. Andò tutto bene. Smisi di vederlo, e continuai ad essere una moglie fedele. All’inizio fu difficile, ma l’orgoglio è di grande aiuto. Probabilmente sarebbe stato molto peggio se fossi andata a letto con lui. Ma io ho dei genitori molto rispettabili, e non avrei mai voluto ribellarmi ai loro princìpi. Mentalità borghese, immagino.»
Douglas osservò: «A sentire lei, sembra tutto facile.»
«Vuol dire che non poteva essere una cosa molto seria? Forse ha ragione. A me lo sembrava. Dimagrivo… non riuscivo a dormire: alla fine ebbi un lieve esaurimento fisico e andai a casa da mia madre. Harry fu molto buono, molto paziente. Per un po’ di tempo, pensai che sapesse qualcosa… sa, come il marito di Breve incontro : ma sono sicura che non si era accorto di niente. Non riusciva a immaginare che nel nostro matrimonio qualcosa non andasse: e questo era consolante. Rimasi un paio di mesi con i miei genitori, e poi mi rispedirono da lui. Feci altri buoni propositi, e questa volta li mantenni. La vita si assestò. Ripresi a dormire la notte e recuperai il peso perduto.» Jane sorrise. «Al punto di dover ricorrere a un po’ di dieta.»
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