John Christopher - I possessori

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I possessori: краткое содержание, описание и аннотация

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Sfuggiti a una catastrofe cosmica i Possessori vagavano negli spazi siderali. Le spore erano state lanciate in tempo con la speranza che potessero ricreare su qualche pianeta remoto quelle creature quasi onnipotenti del cui seme erano portatrici. Le spore viaggiano.. e periscono.. nel gelo incommensurabile dei giganteschi pianeti esterni… ma alcune sopravvivono. Riposano tra i ghiacciai in attesa della vita. E sulla Terra, in Svizzera, uno strano contagio minaccia l’uomo. Pazzia, redivivi, strane cose succedono. Questa strana “presenza” deve essere distrutta!

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Quando si svegliò si rese conto, con un senso di colpa, che mentre lei era assopita Ruth poteva essersi svegliata ed avere visto il bicchiere sul comodino. Fu questo il primo trauma, nel vedere vuoto l’altro letto: Ruth si era svegliata, forse era andata in bagno, e si era accorta che lei beveva. Si sentì coperta da un sudore di vergogna. Passò un momento o due in attesa di udire i passi che ritornavano, chiedendosi come avrebbe potuto giustificarsi, prima di ricordare perché era lì: avrebbe dovuto sorvegliare Ruth.

Si alzò in fretta, senza pensare più al bicchiere, e uscì dalla stanza. La porta del bagno era chiusa. Bussò, non ricevette risposta e girò la maniglia. La porta si aprì, e il bagno era vuoto. Controllò le altre stanze di quel piano, ma senza molte speranze. Il bagno del primo piano… forse Ruth aveva pensato che questo fosse occupato, ed era andata là. Era una probabilità molto vaga, comunque andò a vedere. La porta era chiusa, e anche stavolta non ottenne risposta quando bussò. Ma stavolta non si mosse quando lei cercò di aprirla.

George, quando lo avvertì, non perse tempo. Corse di sopra, si avventò contro la porta del bagno, e la spalancò. Mandy, che gli era alle spalle, vide che dentro non c’era nessuno, e che la finestra era aperta. Un po’ di neve finissima entrava, portata dal vento: doveva cadere dal tetto, perché il cielo era azzurro e limpido.

Era la via più facile per uscire inosservati dallo chalet. C’era una tettoia, circa un metro al di sotto del davanzale della finestra. Il salto dalla tettoia a terra non era più di due metri e quaranta, e sotto c’era la neve soffice. Era possibile seguire il percorso seguito da Ruth: la neve smossa lungo la tettoia, e una buca nel punto in cui era saltata giù.

Mandy disse, avvilita: «La colpa è mia. Non avrei dovuto addormentarmi.»

George le cinse le spalle con un braccio, la strinse.

«Eri stanca, tesoro. Non preoccuparti. Non credo che avremo difficoltà a ritrovarla.» E si staccò dalla finestra. «Non è di questo che avevo paura.»

«È uscita per tornare a cercare il bambino?»

«E perché altro, se no? Ma anche se trovassimo quel poverino, adesso, temo che lei non ci crederebbe. Comunque, andiamo a cercare Selby.»

Dallo chalet, non si scorgeva traccia di Ruth. Elizabeth dormiva ancora, e anche Stephen: ma tutti gli altri erano radunati a pianterreno. Diana, che stava aggrappata a Grainger, disse:

«Sarà meglio uscire a coppie, non vi pare? E andare in direzioni diverse.»

Grainger osservò, impaziente: «Non c’è bisogno di una ricerca in grande stile. È ovvio dove si è diretta.»

«Ovvio?» chiese Douglas Poole.

«Credo di sì. Su, oltre la valanga. È là che afferma di avere visto il bambino.»

«Questa volta, potrebbe essere convinta di vederlo nella direzione opposta.»

«Ne dubito. Direi che ormai è una fissazione. Probabilmente non la cambierà.»

Jane disse: «Che strano. Il bambino… con un cesto.»

Mandy fu scossa da un brivido d’inquietudine. «Ha detto proprio così? Che il bambino aveva un cesto?»

«Sì,» disse Grainger. «È quel tocco strano che accompagna certi tipi di allucinazioni fantastiche. Assurdo e plausibile nello stesso tempo.»

Mandy disse: «Però manca un cesto.»

La guardarono. George chiese: «Ne sei sicura?»

«L’ho notato quando sono scesa a controllare le scorte di viveri. Il vecchio cesto di vimini che stava appeso dietro la porta.»

Vi fu un silenzio. George disse, ma piuttosto dolcemente:

«Forse non hai guardato nel posto giusto. Forse qualcuno lo ha spostato.»

Erano tutti a disagio, come se fossero di fronte a qualcosa d’imprecisabile. Grainger disse, con forza:

«È ridicolo! Assolutamente ridicolo.»

Jane disse: «Mi domando…»

«Che cosa?»

«Lei ha detto che qualcuno può averlo spostato. Potrebbe averlo preso Andy… prima che succedesse tutto questo. Per giocare, magari. E Ruth potrebbe averlo visto con il cesto in mano. Così, questa mattina, ha immaginato di vederlo nello stesso modo.»

L’atmosfera si rischiarò di colpo. Grainger disse, in tono di elogio, rumorosamente:

«Ci vuole una donna per trovare la spiegazione logica. Certo, è così. Non può essere sicura che ieri il cesto non ci fosse, vero, Mandy?»

«No.»

Era vero: non poteva esserne sicura. D’altra parte, aveva l’impressione che ci fosse stato. E poi c’era un’altra cosa di cui non aveva parlato: i viveri scomparsi. Formaggio, gallette, due scatolette di corned beef. Aveva pensato che qualcuno li avesse presi per precauzione, nell’eventualità che rimanessero isolati a lungo e che il cibo cominciasse a scarseggiare. Non le era difficile immaginare Deeping che faceva una cosa del genere. E quella poteva essere la spiegazione. Comunque, era inutile parlarne.

George disse: «Torniamo alla cosa più importante… trovare Ruth e riportarla qui. Probabilmente ha ragione Selby: deve essersi diretta oltre la valanga. Del resto, nelle altre direzioni l’avremmo già vista. È meglio che andiamo tutti, no?»

Mandy trovò il caos in cucina, e Marie che piangeva in silenzio. Gli avvenimenti l’avevano sconvolta: l’isolamento improvviso, la morte del bambino, la signora che aveva urlato di notte… e adesso la pasta per il pane che Madame le aveva detto di preparare non voleva saperne di lievitare. La pasta era lì, sulla piastra sopra la cucina, coperta da un telo che stava per cadere. I tavoli e il pavimento erano in disordine. Mandy calmò la ragazza, le preparò un caffè forte con l’acqua che per fortuna stava già bollendo in un bricco, e si mise all’opera per ripulire tutto. La spiegazione per la pasta che non lievitava era semplice: Marie aveva dimenticato il lievito. Per fortuna, le scorte di farina erano abbondanti; e probabilmente lei avrebbe potuto aggiungere alla pasta un po’ di grasso per ricavarne dei dolci: non del tipo di cui andava tanto orgogliosa, ma almeno commestibili.

Aveva appena ristabilito una parvenza di ordine quando si sentì chiamare dal corridoio. Era la voce eccitata di Diana. Ma era un’eccitazione lieta, pensò Mandy, mentre andava a vedere cos’era successo. Diana l’incontrò davanti alla porta che dava nel bar, e la tirò dentro.

«Guardi!»

Indicò qualcosa, fuori dalla finestra. Dalla direzione della valanga stavano arrivando i quattro uomini. E Ruth… Mandy spalancò gli occhi, incapace di credere a ciò che pure vedeva benissimo. George, tra le braccia robuste, reggeva una piccola figura in pigiama. Andy. E il bambino era vivo. Su questo non c’era dubbio. Lo vide girare la testa per guardare la madre.

C’era anche Jane. Mandy disse:

«Non capisco. Come può essere…?»

L’ondata di felicità e di sollievo era così grande che Mandy si sentì colmare gli occhi di lacrime. Sollievo e rimorso. Disse, rimproverandosi:

«E noi volevamo impedirle di uscire a cercarlo… Lei sapeva. Ma il bambino sarebbe potuto morire, mentre noi la tenevamo in casa.» Sbatté le palpebre, vigorosamente. «Debbono essere tutti e due assiderati. Andrò a preparare qualcosa di caldo.»

Mentre lei si voltava, Jane disse, stupita:

«Il cesto…»

Mandy tornò a guardare. Il bambino, stretto tra le braccia di George, teneva in mano il cesto scomparso dalla cantina. Esclamò, felice:

«Visto? Ruth aveva ragione anche in questo.»

«Non ha senso,» disse Jane.

«Non importa! Devo andare a preparare qualcosa.»

Lo disse a Marie, che si mostrò incredula quanto lo era stata lei e che poi, quando accettò la verità, si mise a piangere. Quando sentirono aprirsi la porta d’ingresso, uscirono entrambe e raggiunsero le altre due donne, per accogliere il gruppo che rientrava. Andarono in salotto, e si muovevano e ridevano e parlavano, tutti insieme. Mandy andò a prendere il bambino dalle braccia di George, ma Ruth la precedette.

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