John Christopher - I possessori

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I possessori: краткое содержание, описание и аннотация

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Sfuggiti a una catastrofe cosmica i Possessori vagavano negli spazi siderali. Le spore erano state lanciate in tempo con la speranza che potessero ricreare su qualche pianeta remoto quelle creature quasi onnipotenti del cui seme erano portatrici. Le spore viaggiano.. e periscono.. nel gelo incommensurabile dei giganteschi pianeti esterni… ma alcune sopravvivono. Riposano tra i ghiacciai in attesa della vita. E sulla Terra, in Svizzera, uno strano contagio minaccia l’uomo. Pazzia, redivivi, strane cose succedono. Questa strana “presenza” deve essere distrutta!

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Vide Ruth Deeping davanti alla porta che dava nel bar. Non era una sorpresa: l’avevano lasciata addormentata lì, sul divano; presumibilmente si era svegliata, si era trovata sola, ed era uscita a cercare gli altri. Era sorprendente, invece, che non fosse diretta né verso il salone né verso le scale, ma verso la porta d’ingresso. Quando arrivò alla porta interna e la spalancò, Jane le gridò:

«Ruth! Cosa c’è?»

L’altra non le rispose, non si voltò neppure a guardarla. Cominciò a smuovere il pesante anello di ferro della porta esterna. Era ancora vestita come prima, una vestaglia leggera sopra la camicia da notte, e le pantofole.

Jane vide che c’era un ripiano sopra il termosifone, lì accanto a lei; posò in fretta quello che aveva in mano e si lanciò a corsa lungo il corridoio. Ruth riuscì ad aprire la porta nel momento in cui la raggiunse. Lottarono sulla soglia, mentre l’aria gelida turbinava attorno a loro, e Jane gridò per chiamare gli altri. Prima che arrivassero, era stata trascinata fuori, sulla neve, e il collo le doleva dove Ruth l’aveva graffiata.

Gli uomini riuscirono ad afferrare Ruth e a trascinarla nel bar. Lei si dibatteva per svincolarsi e imprecava come avrebbe fatto un bambino: le parole non erano orribili, ma era osceno il modo in cui le uscivano dalle labbra, spezzate e convulse. Grainger cercò di calmarla.

«Sta bene,» disse. «Si era addormentata, e ha fatto un brutto sogno. Tra un attimo si sentirà meglio. Si calmi. Così fa solo del male a se stessa.»

«Bastardi!» esclamò lei. «Maledetti bastardi… lui è là fuori. Andy è la fuori, al freddo.»

«Siamo andati a cercarlo,» disse Grainger. «E forse fra poco ricominceremo.»

Hamilton si era allontanato dal gruppo: tornò portandole un bicchiere di brandy. «Ecco. Lo butti giù e si sentirà meglio.»

Ruth restò immobile per un momento, poi fece uno sforzo rabbioso per liberarsi. Non ci riuscì, ma il bicchiere finì rotolando sul pavimento.

«Lasciatemi andare, maledetti porci,» disse. «Andy… è là fuori, vi dico. L’ho visto! »

Lo disse con una convinzione agghiacciante. Pur sapendo che era un’assurda illusione creata dal trauma e dal dolore e dalla droga che le aveva dato Grainger, Jane guardò automaticamente la finestra. Fuori era molto più chiaro, adesso, sebbene il sole non fosse ancora sorto.

Con voce sommessa, assecondandola, Grainger disse: «Dove, Ruth? Dove lo ha visto? Noi vogliamo solo aiutarla. Mi creda.»

Ruth cercò di muoversi in direzione della finestra. Grainger fece un cenno, e gli altri la lasciarono. La seguirono, le si misero intorno. Lei indicò la neve.

«Là. Era là. Mi sono svegliata, ho guardato fuori, e l’ho visto.» Si voltò a guardarli, con il viso contratto, disperato. «È la verità! Non sono pazza! Era là!»

«Vicino al punto dov’è caduta la valanga più piccola?» chiese Hamilton.

«Dall’altra parte. Non posso sbagliarmi.»

Douglas le chiese: «Com’era?»

«Era Andy! Che altro poteva essere?»

«Voglio dire, cosa aveva addosso?»

«Solo il pigiama.» Un singhiozzo la squassò. «Con quel freddo atroce. E aveva in mano un cesto.»

Era quell’ultimo particolare, il tocco d’incubo. Jane rabbrividì invincibilmente, mentre guardava fuori a sua volta. I pendii candidi erano deserti. Il vento, che sembrava rinforzarsi, sollevava un pulviscolo leggero dal punto in cui era scesa la valanga: ma a parte quello non c’era nulla, nessun movimento, nessun segno di vita. Un bambino in pigiama, con un cesto. Un’illusione, che altro? Ma era un pensiero terrificante.

Il silenzio venne rotto da Hamilton. Batté una mano sulla spalla di Ruth, con gesto pieno di calore umano, banale e consolante.

«Bene,» disse, «in questo caso usciamo di nuovo, a dare un’altra occhiata. E lei deve promettere di restare qui a guardarci. Potrà vedere tutto quello che succede.»

«Voglio venire con voi!»

«Non è vestita,» disse Hamilton. «E soprattutto, non si sente bene.» Guardò Grainger, che annuì. «Andremo io, Leonard e Douglas… subito. Basteremo noi tre. Ormai è abbastanza chiaro. E gli altri resteranno ad aspettare insieme a lei. Può andare a prendere una tazza di tè per Ruth, Jane, per favore?»

«Ma sì, certo.»

Ruth rimase tranquilla per un po’, ma poi divenne sempre più irrequieta, guardando le tre figure che si muovevano su e giù per i pendii. Quando finalmente tornarono, scoppiò in un’altra crisi di singhiozzi e di accuse: non avevano cercato bene… Andy era là, e l’avrebbero trovato, se l’avessero cercato davvero. Grainger l’osservò per un momento poi disse:

«Andremo a cercarlo noi. Le va bene?» Ruth annuì, senza smettere di singhiozzare, incapace di parlare. Grainger diede un’occhiata a Elizabeth. «Conducila di sopra e falla vestire.»

Quando le due donne furono uscite, Hamilton chiese: «Pensa davvero che Ruth debba andare fuori? Il bambino non c’è, questo glielo assicuro io.»

«Può servire, se Ruth vede con i suoi occhi che non c’è.» Grainger scrollò le spalle. «D’altra parte, naturalmente, può anche essere inutile. A un certo punto, una fissazione non può più venire sradicata. Ma credo che dobbiamo accordarle il beneficio del dubbio. Almeno, la calmerà un po’. È troppo tesa.»

Alla fine, a parte Mandy e i due servitori, andarono tutti. Lo chalet era ancora nell’ombra della montagna, ma verso ovest la neve era illuminata dal sole del mattino. Là fuori c’erano tepore e allegria, pensò Jane, sebbene il vento fosse più frizzante: le riempiva gli occhi di lacrime e le bruciava le labbra.

Cercarono per più di mezz’ora, ma fin dall’inizio era stato evidente che si trattava d’una impresa disperata. La coltre di neve si stendeva nuda e vuota davanti a loro, liscia tranne nei punti in cui era segnata dalle orme dei passi e dalle scie degli sci, e dai detriti trascinati dalla valanga. Alcune impronte erano piccole, e avrebbero potuto essere quelle del bambino: ma naturalmente, era stato da quella parte che i due avevano giocato, prima che Andy fosse colpito dall’attacco. Da allora non aveva più nevicato.

Ruth parve riconoscere l’inutilità della ricerca e quando, alla fine, Grainger le si avvicinò prendendola per un braccio e le disse dolcemente «È ora che rientriamo, credo,» lei non protestò. Tornarono in silenzio allo chalet. Mandy li aspettava nell’ingresso, e insieme a Elizabeth condusse Ruth di sopra. Poi Grainger disse:

«Spero che questa volta si farà un buon sonno. Ma è meglio che qualcuno rimanga con lei. Potrebbe compiere ancora qualche gesto inconsulto.»

«Ci penserà Mandy,» disse Hamilton. «Al resto, qui, provvedo io.» E aggiunse, rivolgendosi a Deeping: «Mandy la metterà nella nostra stanza, per il momento… Ho pensato che fosse meglio. Spero che sia tutto a posto.»

«Sì, naturalmente,» disse in fretta Deeping.

Hamilton diede un’occhiata agli altri ospiti: «Credo che a tutti voi farebbe bene un po’ di riposo.»

«E lei e Mandy?» chiese Douglas.

Hamilton rise. «Qui si lavora tutto il giorno. In questo genere di attività, si impara a fare a meno di dormire.»

Alcuni decisero di andare a letto; altri rimasero alzati. I Grainger si divisero: lui pensava che, essendo ormai giorno, era assurdo cercare di dormire; lei, sbadigliando come una grande gatta elegante, dichiarò che il sole non la tentava, quando aveva dormito meno del necessario. «Sì,» le disse Grainger, «vai a rimetterti in forma.» Lei sorrise, gli batté delicatamente una mano sulla guancia, e salì con grazia la scala.

Diana, che evitava ostentatamente di guardare Grainger, disse che anche lei riteneva inutile tornare a letto. Non era il caso di preoccuparsi, pensò Jane. Diana amava i flirt e, ne era sicura, sapeva anche tenerli saldamente in pugno; mentre Grainger, per quanto fosse un tipo galante, non si sarebbe mai allontanato molto da quella sua moglie decorativa ed efficiente. In un primo momento decise di rimanere alzata, ma poi cambiò idea quando si accorse che sarebbe rimasto alzato anche Douglas. In parte, non le andava l’idea che le venisse attribuita una manovra simile a quella di sua sorella; ma soprattutto si sentiva imbarazzata al ricordo della domanda che gli aveva rivolta quando erano fuori insieme sulla neve, e della risposta di lui, benintenzionata e goffa.

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