John Christopher - I possessori

Здесь есть возможность читать онлайн «John Christopher - I possessori» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию без сокращений). В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Город: Bologna, Год выпуска: 1977, Издательство: Libra Editrice, Жанр: Фантастика и фэнтези, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

I possessori: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «I possessori»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Sfuggiti a una catastrofe cosmica i Possessori vagavano negli spazi siderali. Le spore erano state lanciate in tempo con la speranza che potessero ricreare su qualche pianeta remoto quelle creature quasi onnipotenti del cui seme erano portatrici. Le spore viaggiano.. e periscono.. nel gelo incommensurabile dei giganteschi pianeti esterni… ma alcune sopravvivono. Riposano tra i ghiacciai in attesa della vita. E sulla Terra, in Svizzera, uno strano contagio minaccia l’uomo. Pazzia, redivivi, strane cose succedono. Questa strana “presenza” deve essere distrutta!

I possessori — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «I possessori», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

IV.

La prima delle due sorelle a svegliarsi fu Jane Winchmore. Si levò a sedere sul letto e tirò la cordicella della lampada accanto al letto, prima di ricordare che non funzionava, e si sentì crescere dentro la paura. Fuori c’era la luna, ma Diana aveva voluto chiudere le tende. La stanza era buia, e lei era conscia dell’oscurità della casa, tutto intorno a lei.

Diana, dall’altro letto, esclamò: «Mio Dio? Cosa c’è?»

La voce nota, la certezza di non essere sola, fu un sollievo. Gettò i piedi giù dal letto, e andò ad aprire le tende. Entrò abbastanza luce per consentirle di trovare le pantofole e la vestaglia.

«Non lo so,» disse. «Ma è meglio che vada a vedere.»

«No! Resta qui! Ho paura.»

Jane si accostò al letto di Diana, le prese le mani. Quando le urla cessarono, disse:

«Vado a vedere cos’è successo. Tu stai qui.»

«Qui da sola non ci resto. Vengo con te.»

C’erano altri sul ballatoio, Douglas Poole ed Elizabeth Grainger; George Hamilton scese rumorosamente le scale dal piano di sopra. Douglas era uscito con una lampada, e perciò potevano vedersi e guardarsi intorno. Lei gli chiese:

«Cos’è successo?»

«Non so. Era Ruth Deeping. Una crisi isterica, immagino. Grainger è giù con lei, e sembra che sia riuscito a calmarla.»

Il bambino, pensò Jane. Si sentì smarrita. La perdita che lei aveva subito non l’aiutava a capire quel dolore, così diverso, tanto più appassionato: e poi, lei non aveva mai avuto figli. Qualche volta, lo sapeva, le donne impazzivano per il dolore anche se, sicuramente, doveva trattarsi di donne più instabili di quanto le era apparsa Ruth Deeping. Guardando nella tromba delle scale, vedeva Grainger che sorreggeva Ruth e parlava con Hamilton. Parlava a voce bassa che non arrivava fin lassù, sul ballatoio. Hamilton disse qualcosa, e Grainger portò Ruth nella saletta che fungeva da bar. Poi Hamilton li chiamò, tutti.

«Credo che fareste meglio a scendere.»

Si radunarono nel salotto. Nel caminetto ardevano ancora delle braci, e Mandy cominciò a buttarvi sopra delle fascine, attizzando il fuoco. Non faceva freddo: anche in quella stanza c’erano i termosifoni: ma la prospettiva di un bel fuoco era rincuorante. Marie stava accendendo le due grosse lampade a petrolio.

Hamilton disse: «Ci siamo tutti?»

Deeping cominciò: «Ruth…»

«Selby le sta facendo bere un brandy, nell’altra sala. Per il momento la lascerei con lui. Ha avuto un trauma tremendo.» Il suo sguardo si posò sulla figuretta del bambino, ritto accanto al padre. «Mandy, credo che il fuoco abbia preso. Ti dispiace portare di là Steve e fargli bere qualcosa di caldo?»

Quando i due furono usciti e la porta si fu chiusa alle loro spalle, Deeping disse:

«Per amor di Dio, cos’è successo? Di cos’ha paura adesso, mia moglie? Non…»

«Lui non c’è più.» George parlava come se cercasse di convincere se stesso, non soltanto gli altri. «La bara è vuota. E anche la stanza.»

«Non è possibile!»

Deeping fissò Hamilton per un momento, si girò ed uscì. Lo sentirono scendere correndo le scale, verso la cantina. Hamilton chiuse la porta, vi si appoggiò contro.

«Non ha senso,» disse. «Non vi pare? Un cadavere non può sparire in quel modo. Deve essere in qualche posto.»

Douglas disse: «In tal caso, può darsi che non fosse morto. Catalessi. Non ci sono stati casi di persone che sono state messe nella bara, e poi si sono riprese?»

«Sì,» fece Hamilton. «L’ho sentito dire. Badate, Selby ha detto che era morto, e lui dovrebbe intendersene. E a me sembrava morto. Ma potremmo esserci sbagliati. Il problema è: dov’è, adesso? Se il bambino ha ripreso i sensi, si è trovato lì disteso sulla tavola, logicamente avrebbe dovuto correre di sopra da sua madre, no? O almeno gridare. Ma di lui non c’è traccia. A quel che ho capito io, Ruth si è svegliata, ha pensato di scendere a vederlo. E non ha trovato niente.»

Elizabeth disse: «Può darsi che il bambino sia molto sconvolto. Forse non sapeva quel che faceva. È scappato a nascondersi in qualche angolo.»

«Sì,» disse Hamilton, «è l’unica spiegazione che cominci a sembrarmi ragionevole. Ecco perché vi ho pregati di scendere, tutti. Dovremo frugare la casa finché non l’avremo trovato. Tutti gli armadi, sotto ai letti. Io frugherò il nostro piano, e Peter la mansarda. Voi occupatevi del primo piano. Poi andremo tutti a dare un’occhiata al seminterrato.»

Diana rimase vicino a Jane, e lei rimase accanto a Douglas. Elizabeth, che frugava il pianterreno come loro, fece il giro da sola. Consapevole della propria debolezza e del proprio disagio, Jane provò un vago risentimento per la calma e l’efficienza dell’altra donna. Era difficile immaginare qualcosa che potesse sconvolgerla. Si rimproverò quel pensiero poco caritatevole, e scostò furiosamente gli abiti appesi nel suo armadio-guardaroba.

Diana obiettò: «Non può essere lì dentro.»

«Dobbiamo guardare dappertutto.» Notò il tono tagliente della propria voce e disse, più dolcemente: «Siamo proprio sotto la stanza dei Deeping. Il bambino può avere sbagliato piano e poi, spaventato, può essersi nascosto nell’armadio.»

Non c’era traccia del bambino. Scesero e vennero raggiunti dagli altri. Hamilton disse, energicamente:

«Bene, di sopra non c’è, e qui al pianterreno neanche. Ha controllato Mandy. Resta soltanto la cantina. C’è quella grande stanza, dopo la lavanderia, con tutte le casse e il resto. Può darsi che si sia nascosto lì. Leonard vorrà aiutarci, immagino, e anche Douglas può dare una mano, ma non abbiamo bisogno delle signore. Potete rimanere qui, o ritornare a letto, come preferite.»

Elizabeth disse: «Io preferirei venire ad aiutarvi.»

Hamilton alzò le spalle. «Come vuole.»

«Verremo tutte,» disse Jane. «È assurdo, pensare di tornare a letto finché non si trova il bambino.»

Per prima cosa esplorarono gli altri locali della cantina, cercando dietro i mucchi di barattoli, i sacchi di patate e le latte di zucchero e di farina, nella dispensa. La stanza cui aveva accennato Hamilton era un caos di casse e scatoloni, in certi punti ammonticchiati fin quasi al soffitto. Si mossero più sistematicamente che potevano, spostandoli da una parte all’altra del locale. Impiegarono quasi mezz’ora, e sebbene non ci fossero termosifoni, quando finirono erano tutti sudati. Hamilton guardò tutta la roba rimessa in ordine, e scosse lentamente il capo.

«Pensavo proprio che fosse qui. È vicino alla stanza dove l’avevamo messo.»

Uscirono in silenzio, dirigendosi verso la scala. Alla loro sinistra c’era il breve corridoio nudo che portava all’uscio della cantina: la lampada che reggeva Hamilton irradiava abbastanza luce per mostrare che lì non c’era nessuno. Ma a Jane venne un pensiero improvviso, e disse, automaticamente:

«La porta…»

Si fermarono tutti. Hamilton disse: «Cos’ha la porta?»

«Non può darsi che il bambino sia uscito? Lo so, probabilmente è assurdo.»

«Con un tempo simile?» chiese Hamilton. «E non so se avrebbe avuto la forza di tirare i catenacci. Comunque…»

Le passò davanti, si avviò verso la porta, e abbassò la luce verso il pavimento.

«Sono stati tirati, sicuro.» Voltava loro le spalle, curvo: la sua voce aveva un suono strano. C’era una risonanza, nel corridoio. «Questa faccenda non mi piace.»

Hamilton alzò il paletto con la mano libera, e tirò la porta, aprendola. Girò pesantemente verso di lui, e tutti rabbrividirono, investiti da un soffio d’aria gelida. Fuori c’era il lungo pendio coperto di neve, rischiarato dalla mezza luna. Hamilton guardò fuori, e gli altri si raccolsero dietro di lui.

«Qualche impronta?» chiese Douglas.

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «I possessori»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «I possessori» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


libcat.ru: книга без обложки
Romain Rolland
libcat.ru: книга без обложки
Romain Rolland
libcat.ru: книга без обложки
Romain Rolland
Jean-Christophe Notin - Les guerriers de l'ombre
Jean-Christophe Notin
Jean-Christophe Grangé - La Terre des morts
Jean-Christophe Grangé
Jean-Christophe Grangé - Kaïken
Jean-Christophe Grangé
Jean-Christophe Grangé - Miserere
Jean-Christophe Grangé
libcat.ru: книга без обложки
John Varley
John Christopher - Morte dell'erba
John Christopher
John Christopher - Weapon
John Christopher
John Christopher - The Death of Grass
John Christopher
Отзывы о книге «I possessori»

Обсуждение, отзывы о книге «I possessori» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x