John Christopher - I possessori

Здесь есть возможность читать онлайн «John Christopher - I possessori» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию без сокращений). В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Город: Bologna, Год выпуска: 1977, Издательство: Libra Editrice, Жанр: Фантастика и фэнтези, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

I possessori: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «I possessori»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Sfuggiti a una catastrofe cosmica i Possessori vagavano negli spazi siderali. Le spore erano state lanciate in tempo con la speranza che potessero ricreare su qualche pianeta remoto quelle creature quasi onnipotenti del cui seme erano portatrici. Le spore viaggiano.. e periscono.. nel gelo incommensurabile dei giganteschi pianeti esterni… ma alcune sopravvivono. Riposano tra i ghiacciai in attesa della vita. E sulla Terra, in Svizzera, uno strano contagio minaccia l’uomo. Pazzia, redivivi, strane cose succedono. Questa strana “presenza” deve essere distrutta!

I possessori — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «I possessori», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

I suoi rapporti con l’altra gente erano un’estensione di quella filosofia. Poteva tollerare gli altri, purché non pretendessero niente. Talvolta, anzi, la compagnia degli altri era preferibile alla solitudine. E quando il legame era semplicemente di parentela… Jane non aveva accolto con risentimento l’energico ritorno di Diana nella sua vita: aveva accettato passivamente le sue premure e, alla fine, si era lasciata persuadere ad affrontare quel viaggio. Non si era mai compiaciuta né pentita di quella decisione. Lì aveva sciato un po’, oziato molto, aveva bevuto più di quanto avrebbe fatto in Inghilterra, aveva parlato con gli altri e li aveva ascoltati. E tutto questo non era valso a modificare ciò che provava.

Per un po’ si era sentita commossa dalla morte del bambino. Era l’ingiustizia che l’aveva sconvolta: il fatto che quel bambino, apparentemente in buona salute, con ogni motivo di vivere, fosse stato privato della vita, che per lei era un peso, un tran-tran necessario e indesiderato. Poi era passato, e la vaga possibilità che il bambino fosse ancora vivo non aveva riacceso la commozione. Prendersi a cuore la sorte del piccolo avrebbe significato impegnarsi, e lei sapeva che non c’era nulla che ne valesse la pena. Se lui fosse vissuto, avrebbe commesso delle stupidaggini, avrebbe compiuto scelte che, nobili od egoistiche, avrebbero portato all’infelicità o alla noia. Non esistevano alternative.

Tornarono in direzione dello chalet, e il vento dell’est era pungente contro il suo viso scoperto. In pigiama, pensò, e scalzo. Non poteva essere ancora vivo, là fuori. La ricerca, come tutto il resto, era uno spreco di tempo e di energie. Sarcasticamente, era lieta che fosse anche scomoda.

Douglas, che era sul pendio, un poco più in alto di lei, disse:

«Fra poco farà giorno.»

Lo sperone montuoso, davanti a loro, era delicatamente sfumato di rosa, e in alto le stelle impallidivano. Sui pendii lucenti, Jane vedeva altre figure: due insieme più a valle dello chalet, tre più in alto e più lontano. La stanchezza e la mancanza di sonno l’avevano stordita un po’.

«Douglas,» disse.

Douglas girò la testa verso di lei. «Sì.»

«C’è qualcosa che valga la pena di fare?»

Era una domanda ridicola, e Jane se ne pentì subito dopo averla formulata. Lui ne sarebbe rimasto sbalordito, oppure imbarazzato. Si sentì invadere da un’ondata di disperazione.

Ma lui disse, dopo aver riflettuto per qualche istante: «È diverso, credo, secondo le persone, no? Per me. Ecco, attenersi alla realtà, credo. E non cedere ad altre cose. Soprattutto questo, penso.»

Bene, aveva avuto esattamente la risposta che poteva aspettarsi da un avvocato di provincia, scapolo e in ascesa. Un uomo serio, solido. Come Harry, in un certo senso. Oh, Dio, pensò. Fa tanto freddo. E sono così stanca.

Poiché lei non aveva risposto, Douglas proseguì: «Non credo che le reazioni di una persona possano essere di molto aiuto ad un’altra. Anche le reazioni sono diverse, secondo i momenti. È questione di periodi, di fasi. Quando uno si trova in una brutta fase, è impossibile immaginare di venirne fuori… non si può credere che esista una via d’uscita. Ma alla fine se ne esce sempre. È più o meno una certezza.»

Con triste ironia, Jane pensò: cerca di essere gentile. Compiange l’infelice vedova. Crede che sia addolorata per Harry, e si sforza di essere comprensivo. Disinteressatamente comprensivo. Per un momento, pensò di spiegargli che non era così, ma vi rinunciò. Le spiegazioni erano inutili, inutili come le domande formulate su di un pendio montano innevato nell’alba gelida.

Disse: «Ecco laggiù George e Leonard Deeping, no? Sembra che tornino verso lo chalet. Andiamo anche noi?»

Nessuno aveva trovato niente. Mentre mangiavano la colazione preparata da Mandy — porridge con melassa, e poi grosse fette di prosciutto con patate fritte — ne parlarono. Hamilton disse:

«Penso che abbiamo cercato dappertutto, entro una distanza ragionevole. E Peter non ha trovato nessuna traccia sui pendii più lontani. Possiamo tornare a uscire fra un po’, ma non ho molte speranze.»

Grainger vuotò la tazza di caffè e se ne versò dell’altro.

«Siamo stati fuori più di due ore,» disse. «Con il tempo che abbiamo impiegato a frugare la casa e il resto, sono più di tre.» Diede un’occhiata a Deeping. «Mi dispiace, ma anche se non era morto ieri, non può essere vivo, adesso. È una certezza, dal punto di vista medico. E del resto, ieri era morto.»

Deeping non disse nulla. Mangiava il cibo che aveva davanti, impassibile. Stoicismo? si chiese Jane. O insensibilità? O forse né l’uno né l’altra, ma la dolorosa certezza che la morte del bambino poteva diventare un elemento centrale, ineluttabile della sua vita futura insieme ad una donna privata della sua ragione di vita e quindi, poiché non aveva più nulla da perdere, pronta ad odiare? Jane interruppe bruscamente quelle ipotesi. Un crescente cinismo circa le motivazioni degli altri era uno degli effetti secondari più deprimenti del riconoscimento di una assenza di motivazioni per se stessi.

Douglas disse: «Questo non spiega perché nessuno di noi ha trovato niente.» Anche lui lanciò un’occhiata a Deeping e proseguì, abbassando la voce: «Presumeremo che Andy sia morto. Mi sembra ragionevole. Ma anche così, dov’è? Non è in casa, e fuori non c’è… nelle immediate vicinanze, almeno. E allora dove? E come?»

«Potrebbe essere fuori,» disse Hamilton. «È facile farsi sfuggire qualcosa, nella luce che precede il levar del sole. Per esempio, non si riesce a distinguere se il ghiaccio è stato smosso.»

Elizabeth chiese: «Vuol dire che qualcuno potrebbe avere messo il corpo nel ghiaccio? Ma perché?»

«L’ho già detto,» fece Grainger. «Potrebbero esserci parecchie ragioni. Tutte pazzesche, naturalmente, ma anche la situazione è pazzesca, non è vero?»

«Si sbagliava, sul conto del vecchio Peter,» disse Hamilton. «È il più sconvolto di tutti. Gli svizzeri ci tengono che la morte sia una cosa solenne e cerimoniosa, immagino.»

«Peter era solo una possibilità. Comunque, anche se si mostra preoccupato, non basta a escluderlo. Siamo tutti attori, e tutti sottovalutiamo l’abilità teatrale del nostro prossimo.»

«In realtà,» osservò Douglas, «lei non sta dicendo che siamo tutti attori, ma che uno di noi è un pazzo d’una specie particolarmente sgradevole.»

«Sto dicendo,» lo corresse Grainger, prendendo una porzione di patate, «che non riesco a immaginare una spiegazione sensata. Questo non significa che non ci sia.»

Poi continuarono a parlare, bevendo dell’altro caffè. Jane li ascoltò, con un blando interesse. Si sentiva molto stanca, e pensava al suo letto morbido e caldo, dal quale era stata strappata dopo poche ore di sonno. Persino il fattore enigmatico della situazione non significava molto per lei. Era sconvolgente che il bambino fosse morto, sconvolgente in modo diverso, che il suo corpo fosse scomparso. Lei ne prendeva atto, ma senza partecipazione.

La caffettiera era vuota, notò, come la sua tazza. In circostanze normali, la soluzione sarebbe stata tirare il cordone gallonato del campanello che pendeva accanto all’enorme stufa di maiolica. Le circostanze, però, non erano normali. Decise che il meno che poteva fare era portare lei stessa la caffettiera in cucina: sarebbe servito a spezzare la noia, forse a svegliarla. Hamilton, quando vide quel che stava facendo, disse: «Ci penso io, Jane,» ma accettò il suo sorriso e la sua scrollata di capo e continuò a parlare. Lei prese la caffettiera e il bricco del latte: lei preferiva il caffè nero, senza aggiunta del latte annacquato, il solo che fosse disponibile, ormai; ma alcuni degli altri riuscivano a sopportarlo. E uscì nel corridoio.

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «I possessori»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «I possessori» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


libcat.ru: книга без обложки
Romain Rolland
libcat.ru: книга без обложки
Romain Rolland
libcat.ru: книга без обложки
Romain Rolland
Jean-Christophe Notin - Les guerriers de l'ombre
Jean-Christophe Notin
Jean-Christophe Grangé - La Terre des morts
Jean-Christophe Grangé
Jean-Christophe Grangé - Kaïken
Jean-Christophe Grangé
Jean-Christophe Grangé - Miserere
Jean-Christophe Grangé
libcat.ru: книга без обложки
John Varley
John Christopher - Morte dell'erba
John Christopher
John Christopher - Weapon
John Christopher
John Christopher - The Death of Grass
John Christopher
Отзывы о книге «I possessori»

Обсуждение, отзывы о книге «I possessori» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x