Bob Shaw - Autocombustione umana

Здесь есть возможность читать онлайн «Bob Shaw - Autocombustione umana» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию без сокращений). В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Город: Milano, Год выпуска: 1985, Издательство: Mondadori, Жанр: Фантастика и фэнтези, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

Autocombustione umana: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Autocombustione umana»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Nella cittadina americana di Whiteford una ragazza va in cucina a preparare il caffè lasciando il padre seduto nella sua poltrona. Quando ritorna dopo pochi minuti, la stanza è piena di fumo ma non c’è più incendio: ciò che è bruciato (dall’interno) e ridotto in finissima cenere, è soltanto suo padre. Si scopre allora che testimonianze più o meno credibili sul fenomeno del CUS (Combustione Umana Spontanea) si erano avute fin dall’antichità. E pochi giorni dopo, nella stessa cittadina — un secondo caso si verifica sotto gli occhi dello stesso scettico giornalista che sta indagando sul primo. L’“autocombustione umana” è ormai un fatto accertato. Resta solo da spiegare chi o che cosa “si nasconda” dietro il mostruoso fenomeno.

Autocombustione umana — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Autocombustione umana», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Stavano cercando — come, non sarebbe mai riuscito a capirlo — di formare uno scudo protettivo intorno al Dorriniano a bordo della nave spaziale? Comunicavano coi loro agenti nelle lontane distese nevose dell’Antartide? O invece stavano sforzandosi di fondere le loro lenti kald in un’unica lancia immateriale capace di attraversare lo spazio e trafiggere il Principe rinnegato? Era possibile che Belzor restituisse il colpo, grazie al suo eccezionale potere, destabilizzando i loro aghi conici d’energia mentale fino a trasformarli in sfere oscillanti intorno al Sole? Era possibile che i gladiatori psichici venissero improvvisamente trasformati in torce fiammeggianti?

Non potendo chiarire il mistero, ammutolito e confuso davanti a quel silenzioso conflitto, Jerome cadde in uno stato di rassegnata attenzione. Il gruppo dei tecnici dorriniani alla sua destra pareva ammutolito e attonito come lui. Tutti fissavano l’immagine immutata sullo schermo, la macchia bianca del Thrabben, e l’atmosfera che regnava nella sala era carica di ansiosa attesa.

Non finirà mai , pensò Jerome. Resteremo qui per sempre.

La Quicksilver scese così rapidamente che Jerome temette avesse perduto il controllo.

Balzò in piedi aprendo la bocca per gridare un inutile avvertimento, ma poi vide le nubi di polvere, segno che erano entrati in azione i retrorazzi di atterraggio. Le volute di polvere, non essendoci atmosfera che ne disperdesse le particelle, ricaddero come pesanti coltri… ed ecco che la nave terrestre era arrivata, come per magia.

Si posò sulla superficie di Mercurio, spigolosa costruzione su un tripode di atterraggio, vividamente illuminata su un lato, e a Jerome ricordò un’illustrazione di un romanzo avveniristico dell’800. Il sistema di lancio dall’orbita terrestre, unitamente alla dotazione di motori modernissimi e molto efficienti, aveva consentito ai progettisti di evitare l’incubo astronautico del “rendez-vous” orbitale a destinazione. Non era stato necessario che una nave madre inviasse sulla superficie del pianeta un modulo di atterraggio. La Quicksilver — grossa e tozza, irta di antenne, sicura della sua efficienza — si era solidamente ancorata sulla superficie di Mercurio, a un centinaio di metri dal sensore dorriniano, in una zona pianeggiante e liscia che per questo era stata scelta dai Dorriniani per sistemarvi la loro esca.

Guardando l’astronave, Jerome fu preso da un senso di orgoglio e nostalgia che gli serrò la gola e gli annebbiò la vista. Fece un passo, come per avvicinarsi all’immagine sullo schermo, ma poi si accorse che nessun altro si era mosso né aveva dato a vedere in alcun modo di essersi accorto di quanto era avvenuto. I Guardiani continuavano a formare un gruppo statuario alla sua sinistra, e gli altri, altrettanto immobili, sembravano manichini privi di vita.

Si vede che Marmorc sta bene , pensò. Se fosse successo il peggio, se fosse morto, i Guardiani lo saprebbero, e io me ne sarei accorto dalla reazione degli altri. Pure dovrebbero reagire in qualche modo alla vista della mia bellissima nave. Accidenti a loro, dovrebbero battere le mani o suonare le campane!

Jerome tornò a guardare lo schermo, deluso e imbarazzato, e rimase sorpreso nel vedere che sebbene fosse passato solo un minuto, si stava già aprendo un portello. Si era aspettato che gli astronauti dovessero fare lunghi controlli e prove prima di compiere il passo decisivo. Perché tanta e insolita fretta? Sotto gli attoniti occhi di Jerome una scaletta telescopica scese dall’apertura buia del portello. Non appena ebbe toccato terra sulla soglia comparve una figura in tuta spaziale bianca. Uno dei Guardiani si lasciò sfuggire un breve ansito.

Quello è Marmorc , pensò Jerome mentre l’astronauta scivolava già per la scaletta senza toccare i pioli. Toccando terra piegò le ginocchia. Si raddrizzò con evidente difficoltà, appoggiò per un attimo la testa alla scaletta, poi si voltò e si diresse barcollando verso il Thrabben. Dopo pochi passi cominciò a ondeggiare. Alle sue spalle, gli altri due astronauti uscirono dal portello e si precipitarono giù dalla scaletta.

Il primo avanzava sempre più lentamente, a fatica, finché non si fermò vacillando. Era evidente che stava molto male. Allargò le braccia, rimase perfettamente immobile per un momento, e poi crollò accasciandosi come una marionetta a cui avessero tagliato i fili.

Un dorriniano emise un gemito d’angoscia, un suono sottile, penetrante come mai Jerome aveva udito, che esprimeva un dolore al di sopra della sopportazione umana. A quel suono straziante altri ne seguirono, e un Guardiano traballò e fu sorretto da un compagno.

«No» ansimò Jerome. «No, no, no! »

Arretrò dallo schermo su cui ora si vedevano i due astronauti chini sulla figura inerte di Marmorc, e si avviò senza guardarsi intorno, spinto da una conoscenza istintiva dell’ambiente, finché le sue mani non incontrarono alcune sporgenze di metallo. Muovendosi come in sogno, trasse dalla cintura degli utensili la chiave della porta del tunnel e la infilò nella serratura.

La chiave girò senza difficoltà, lui abbassò la maniglia, socchiuse il battente, e scivolò attraverso la fessura nel tunnel che dalla sala portava in superficie.

La luce dell’unico globo appeso al soffitto filtrò nella sala e i dorriniani più vicini si voltarono da quella parte.

Jerome richiuse di colpo il battente e tirò il catenaccio. Quella parte del tunnel era lunga solo una quarantina di metri ed in ripida ascesa. Jerome non ci era mai stato, prima di allora, ma sapeva che, per motivi di sicurezza, c’erano due altre porte a tenuta stagna e che la sezione al di là della prossima era stata evacuata. Salì di corsa l’erta abbassando il visore del casco, e dovette fare tre tentativi prima di riuscire a infilare la chiave nella serratura della valvola equilibratrice. Quando l’ebbe girata nella posizione di “aperto” un fiotto d’aria uscì dal la valvola.

Jerome aprì il lucchetto del catenaccio, lo tirò e cercò di spalancare la porta. Ma il battente opponeva resistenza a causa della differenza di pressione atmosferica. Jerome lasciò andare la maniglia temendo di rompere il guanto e si costrinse ad aspettare finché la valvola equilibratrice non avesse adempiuto alle sue funzioni. Trascorsero così dieci o dodici secondi lunghi come ore, come in un incubo, e durante quell’incubo gli parve di vedere i dorriniani che lo raggiungevano e lo riportavano indietro a forza. Quando il rumore dell’aria che defluiva dalla valvola cessò, spinse la porta e riprese a correre su per l’ultimo tratto del tunnel.

Quando aprì la seconda valvola il deflusso dell’aria durò meno perché la pressione era stata dimezzata. Allora cominciò a sentirsi al sicuro, sapendo che la porta della sala adesso non poteva essere aperta finché tutti i dorriniani non avessero isolato le tute a tenuta stagna. Aprì l’ultima porta, chinandosi, ed emerse in un cunicolo scavato nel basalto nero. Nel tetto era incastrato un pannello di plastica che aveva l’aspetto della roccia circostante. Jerome lo spinse verso l’alto. Il pannello si sollevò senza difficoltà scivolando di lato, e lui si ritrovò a guardare il cielo nero disseminato di stelle.

Si arrampicò fuori e si trovò su una corona rocciosa in lieve pendio, le cui fenditure avevano perfettamente mimetizzato il pannello d’accesso al tunnel. La scena che si stendeva davanti a lui era identica a quella che aveva visto sullo schermo. Tutti gli elementi stavano disposti come su un palcoscenico naturale.

In distanza si ergeva la complessa struttura della Quicksilver la cui luce si rifletteva sull’esca che i dorriniani avevano sistemato sulla superficie a prezzo di tante vite. Al centro, i due astronauti inginocchiati accanto al compagno caduto, e più vicino a Jerome, con i due sassi a forma di teschi ai lati, quell’insignificante ciottolo bianco che conteneva l’anima di un’intera razza.

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «Autocombustione umana»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Autocombustione umana» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Отзывы о книге «Autocombustione umana»

Обсуждение, отзывы о книге «Autocombustione umana» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x