Sol si infilò le scarpe, se le allacciò, e fece un nodo. Poi infilò un maglione pesante, e prese dall'armadio una giacca militare tutta mangiata dalle tarme. Una fila di nastrini spiccava, con la sua linea multicolore, sul petto verde oliva della giacca. Sotto i nastrini vi era una medaglia di tiratore scelto e un distintivo della scuola tecnica. «Si dev'essere ristretta,» disse Sol che tentava invano di abbottonarla sulla pancia. Poi si annodò una sciarpa intorno al collo e mise il suo pastrano tutto logoro.
«Dove andate?» gli chiese Shirl, stupita.
«Vado a dimostrare. A cercar guai, come dice il nostro amico Andy. Ho settantasette anni e ho raggiunto questa venerabile età perché sono rimasto fuori, perché ho sempre evitato i guai, perché ho tenuto la bocca chiusa e non mi sono mai fatto avanti. Me l'aveva insegnato la vita nell'esercito. Forse vi sono state troppe persone come me al mondo, non lo so. Forse avrei dovuto protestare molto prima, ma non ho mai trovato nulla che meritasse la mia protesta. Ora sì, però. Le forze delle tenebre e le forze della luce oggi s'incontreranno. Io voglio unirmi alle forze della luce.» Si calcò fino agli orecchi un vecchio berretto di lana e si avviò alla porta.
«Sol, che cosa state dicendo? Vi prego, spiegatemi,» implorò Shirl non sapendo se ridere o piangere.
«C'è un raduno. Quei cretini della lega “Salvate i nostri bambini” hanno indetto una marcia di protesta davanti al palazzo del comune, per tentare di bloccare la legge di emergenza. C'è poi un altro raduno, in favore della legge. Più forte sarà il trambusto e meglio sarà. Se molta gente va a gridare il suo parere, forse riuscirà a farsi sentire, e potrebbe darsi che la legge sia finalmente approvata dal Senato. Potrebbe darsi…»
«Sol!» gridò per trattenerlo, ma la porta si era già chiusa dietro di lui.
Andy lo ricondusse a casa, quella sera, molto tardi, aiutato da due uomini dell'ambulanza che portavano la barella su per le scale. Sol era legato alla barella, il viso sbiancato, inconscio, con un respiro rantolante.
«C'è stato un tafferuglio per la strada,» disse Andy, «quasi una sommossa, quando i dimostranti hanno cominciato la marcia. Sol era in mezzo, è stato rovesciato, buttato a terra. Si è fratturato l'anca.» La guardò senza sorridere, stanco, mentre portavano dentro la barella.
«Può essere una cosa molto grave per un vecchio,» le disse.
Sull'acqua si era formata una leggera crosta di ghiaccio. Si incrinò e si ruppe quando Billy vi spinse il secchio. Mentre risaliva le scale per tornare indietro, si accorse che un altro gradino metallico emergeva, all'asciutto. Avevano preso molta acqua da quella specie di pozzo, ma pareva ancora pieno a metà.
«C'è un po' di ghiaccio sulla superficie dell'acqua ma non credo che possa congelarsi tutta fino in fondo,» disse a Peter mentre chiudeva e sprangava la porta. «C'è ancora una quantità di acqua, una quantità.»
La misurava attentamente ogni giorno e serrava la porta come se fosse stata una cassaforte in banca piena di denaro. E perché no? Valeva quanto il denaro. Finché continuava la scarsità d'acqua in città, si poteva vendere a buon prezzo, e guadagnare tutti i D necessari a mangiar bene e a scaldarsi.
«Che ne dici, Peter?» disse appendendo il bidone al gancio sovrastante il fuoco di carbone di mare. «Ti sei mai fermato a pensare che noi, quest'acqua, ce la mangiamo? Perché la vendiamo e compriamo i viveri, ecco perché.»
Peter, accoccolato sulle natiche, guardava fissamente fuori dalla porta e non faceva attenzione alle parole di Bill, che infine si mise a gridare ripetendo quanto aveva già detto. Peter scosse il capo scontento.
«“Coloro che fanno del loro ventre un dio, e la cui gloria è la loro vergogna… “» recitò. «Te l'ho già spiegato, Billy, che presto verrà la fine di tutte le cose materiali. Se tu concupisci le cose materiali sei perduto…»
«E tu? Non sei perduto? Indossi gli abiti comperati con quest'acqua, e mangi questa pappa… Che significato hanno dunque le tue parole?»
«Io mangio solamente per poter vivere sino al giorno del Giudizio,» rispose con solennità. «Siamo ormai così vicini: ancora poche settimane, sembra incredibile. Fra poco mancheranno solamente alcuni giorni. È stupendo che ciò accada durante la nostra esistenza.» Si alzò e uscì. Billy udì che scendeva a terra.
«La fine del mondo,» borbottò Billy a se stesso, mentre rimescolava i granuli di Ener-Gi-A nell'acqua. Che pazzo!
Non era la prima volta che lo pensava, ma non lo diceva mai. Le parole di quell'uomo parevano tutte folli. Ma poteva anche esser vero. Peter poteva dimostrarlo con l'aiuto della Bibbia e altri libri. Ora i libri non li aveva sottomano, ma li aveva letti così spesso che ne recitava a memoria lunghi brani. E perché non sarebbe stato così? Per quale altra ragione il mondo era come era? Non era sempre stato in quel modo. Lo dimostravano i vecchi film passati in TV. Tutto era cambiato, in fretta. Ci doveva essere una ragione. Forse, come diceva Peter, il mondo stava proprio per finire, e il primo dell'anno sarebbe stato il giorno del Giudizio Universale.
«Idea balorda,» disse ad alta voce, ma nello stesso tempo rabbrividì e allungò le mani sul fuoco.
Le cose non andavano poi tanto male. In fin dei conti lui indossava due golf e una vecchia giacca con le toppe di tubo di gomma di bicicletta ai gomiti; era l'indumento più caldo che avesse mai avuto. E poi, mangiavano bene. Aspirò rumorosamente con il cucchiaio da minestra il suo brodo di Ener-Gi-A. L'acquisto di tessere della Previdenza gli era costato un mucchio di dollari, ma ne valeva la pena, ne valeva proprio la pena. Ora avevano le razioni di cibo e anche delle razioni d'acqua, così potevano risparmiare la loro acqua per venderla. E Billy si era pagato il lusso di fiutare L. S. D. almeno una volta alla settimana. Ci voleva ancora del tempo prima che finisse il mondo.
Al diavolo quell'argomento. Il mondo andava benissimo, fino a quando egli teneva gli occhi aperti e badava a se stesso.
Un tintinnio metallico risuonò all'esterno, era prodotto da un rottame di metallo arrugginito che pendeva dalle costole spoglie della nave. Chiunque avesse tentato di arrampicarsi in quella cabina avrebbe dovuto respingere quegli ostacoli appesi, annunciando così la propria presenza. Da quando avevano scoperto l'acqua piovana, dovevano diffidare di chiunque avesse l'intenzione di installarsi nella nave come occupante. Billy impugnò il lungo ferro e andò fino alla porta.
«Ho fatto un po' di cucina per noi, Peter,» disse chinandosi oltre la ringhiera.
Una strana faccia dalla barba grigia alzò gli occhi a guardarlo.
«Scendi da lì!» urlò Billy. L'uomo brontolò qualcosa d'incomprensibile dato che teneva in bocca una lama proveniente dalla balestra di un'automobile, poi si appese con una mano e impugnò l'arma con l'altra.
«Bettyjo!» gridò con una voce rauca, e Billy fece un salto indietro mentre qualcosa fischiava ai suoi orecchi e si schiantava sulla paratia metallica alle sue spalle.
Una donna grassa, con una immensa criniera di capelli biondi, era in piedi, giù in basso, fra le costole della nave, e Billy si scansò quando lei scagliò un altro rottame di cemento nella sua direzione.
«Avanti, Donald!» urlò. «Va su, va su!»
Un secondo personaggio, capelluto e sporco, che pareva il gemello del primo, scavalcò le sagome di metallo arrugginito e cominciò ad arrampicarsi dall'altra parte della nave. Billy capì subito il tranello. Poteva rompere la testa a chiunque tentasse di arrivare sino a quella striscia di coperta di fronte alla porta, ma a uno solo per volta. Non avrebbe potuto guardarsi dai due lati nello stesso tempo. Mentre si batteva con uno dei suoi assalitori, l'altro si sarebbe arrampicato dietro di lui.
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