Harry Harrison - Largo! Largo!

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1999: automazione, società del benessere totale, gite sulla Luna per i “weekend”… o un mondo sovraffollato che, all’alba del nuovo millennio, è sull’orlo della catastrofe? Un mondo in cui miliardi di esseri umani sono ogni giorno di fronte al problema di estinguere la propria sete e di saziare la propria fame, vivendo di lenticchie, di farina di soja e (se hanno un colpo di fortuna, ogni tanto) di un topo morto. In una città con 35 milioni di abitanti, Andy Rush è impegnato nella caccia, solitaria e quasi impossibile, a un assassino di cui non importa niente a nessuno, nel mezzo del caotico travaglio quotidiano per la sopravvivenza. E quando infine nasce l’anno 2000, che suono ha l’augurio: “Buon secolo nuovo?”

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«Avevano alzato il prezzo,» urlò una megera dal viso ossuto. «È contro la legge alzare i prezzi! Chiedevano il doppio per le loro gallette.»

«La legge non dice nulla, possiamo chiedere ciò che vogliamo,» gridò un altro venditore, facendosi largo con un bastone. Era pronto a difendere con la vita i suoi crackers sbriciolati, il cibo più economico e più insipido di cui l'uomo si fosse mai nutrito.

«Non ne avete il diritto, vendicroste! Quei prezzi sono esosi,» gridò un uomo, e la folla si agitò, minacciosa.

Andy fischiò a perdifiato. «Basta,» gridò oltre la folla. «Ora la vedo io, ma state a posto.» Steve rimase in attesa, guardando la folla e facendo oscillare il lungo bastone davanti a sé, mentre Andy si rivolgeva a bassa voce al venditore. «Non fare lo stupido, chiedi un prezzo equo e vendi tutto.»

«Io ho il diritto di chiedere ciò che voglio. Non c'è alcuna legge…» protestava il venditore. Si fermò quando Andy colpì la bancarella col bastone.

«Va bene. Non c'è legge. Ma ora la legge la faccio io. Vuoi perdere tutto, compresa la tua stupida testa? No? Allora fissa un prezzo e vendi, altrimenti io me ne vado e lascio che la gente faccia ciò che vuole.»

«Ha ragione, Al,» intervenne il venditore vicino. «Vendi e vattene se no quelli ti travolgeranno. Io calo i prezzi.»

«Sei un crumiro, pensa a quei bei quattrini…» protestò Al.

«Cretino, pensa al buco nella tua testa, se non tiriamo giù i prezzi. Io vendo.»

Vi fu ancora un po' di trambusto, poi appena i prezzi calarono la gente venne a comprare e l'aggressiva solidarietà della folla si allentò. Altre voci si fecero sentire sul lato della piazza che dava sulla Quinta Avenue.

«Qui va bene,» disse Steve. «Ora circoliamo.»

Molti venditori avevano chiuso bottega e vi erano spazi vuoti fra le bancarelle, dove i proprietari dei carretti a mano avevano tagliato la corda. Una vecchia cenciosa, distesa per terra singhiozzava in mezzo alla distruzione del suo banco. La sua merce (fagioli cotti pressati fra due crackers d'alghe) era stata saccheggiata, perduta.

«Sozzi poliziotti,» gridò quando passarono, «perché non li avete fermati, perché non fate nulla? Sozzi che siete!» Passarono senza guardarla ed entrarono nella Quinta Avenue. La folla era in subbuglio e dovettero farsi strada con la forza.

«Lo senti quel rumore a nord?» disse Steve. «Sembra che cantino o che gridino.»

La pressione della folla assunse una direzione più decisa, diventava un movimento unanime che puntava verso il centro. Il canto della folla cresceva ogni momento, punteggiato dallo stridore stentoreo di un altoparlante.

Uno, due, tre e quattro
Le razioni sono in ritardo.
Cinque, sei, sette, otto
I medicinali sono sotto.

«Sono gli Anziani,» disse Andy, «marciano di nuovo su Times Square. Hanno scelto il giorno giusto; oggi ci capitano tutte.»

La folla si assiepava sui marciapiedi e i primi Anziani apparvero preceduti da una mezza dozzina di agenti che roteavano i loro bastoni per farsi largo. Dietro veniva la prima ondata della legione dei vecchi, un gruppo di individui canuti, o completamente calvi, guidati da Kid Reeves. Quest'ultimo zoppicava un po' ma rimaneva in testa alla colonna, con il suo megafono a batteria, una specie di imbuto metallico munito di un microfono. Lo alzò davanti alla bocca e la sua voce risuonò sulla folla coprendone il brusio.

«Su, voialtri, sui marciapiedi! Unitevi a noi, marciate con noi, unitevi alla nostra protesta, fate sentire la vostra voce. La nostra manifestazione non vale solo per noi, ma anche per voi. Se siete un cittadino anziano siete già con noi di cuore, perché questa marcia è intesa ad aiutarvi. Se siete giovani sapete che la nostra manifestazione è intesa ad aiutare i vostri genitori perché ricevano quell'aiuto che anche voi, un giorno, riceverete.»

C'era gente che veniva spinta, fuori dell'imbocco della 24 aStrada, ed era costretta a tagliare la strada al corteo. Tutti si guardavano atterriti alle spalle mentre la calca li sospingeva sempre più avanti. La marcia degli Anziani a furia di rallentare divenne un moto strisciante, poi si fermò in una confusione di corpi umani. Il fischietto dei poliziotti trillò in lontananza, e gli agenti che marciavano in testa alla colonna cercarono invano di fermare la sua avanzata. Furono travolti e confusi nella folla in un attimo quando lo stretto sbocco della 24 aStrada riversò un'ondata di gente in corsa, investendo la folla, confondendosi con l'avanguardia degli Anziani.

«Fermatevi voialtri, fermatevi!» La voce tonante di Reeves gridava nel megafono. «Non intralciate la nostra manifestazione. Questa è una manifestazione autorizzata.» I nuovi arrivati si gettarono su di lui e un omone con rivoli di sangue che gli scendevano giù dal capo, afferrò il megafono.

«Dammi questa roba!» ordinò, e le sue parole, amplificate e mescolate a quelle di Reeves, divennero un tuono confuso.

Andy vide chiaramente ciò che stava per accadere, senza poter fare niente per fermarli perché la folla lo aveva diviso da Steve e rigettato sulla fila vacillante delle bancarelle.

«Dammi quella roba!» muggì nuovamente la voce, superata da un urlo di Reeves al quale il megafono veniva strappato di mano.

«Vogliono farci morire di fame!» martellò la voce sulla folla. Pallidi volti si voltarono verso di lui. «I depositi della Previdenza rigurgitano di viveri ma li hanno chiusi e non vogliono darcene. Sfondate i magazzini, e prendeteli voi, prendete tutto! Andiamo!»

La folla grugnì il suo assenso e con un brusco dietro-front si spinse su per la 24 aStrada, travolgendo, calpestando molti Anziani per seguire quella voce piena di rancore. La folla diventava un tumulto, e il tumulto si sarebbe presto trasformato in sommossa se non si faceva qualcosa subito. Andy cominciò a menare il bastone sui più vicini, facendosi strada fra di essi, cercando di avvicinarsi il più possibile all'uomo col megafono per poterlo arrestare.

Un gruppo di Anziani faceva catena intorno al suo leader ferito, Reeves, che continuava a gridare alla folla delle cose che nessuno udiva, tenendosi l'avambraccio destro con la mano sinistra, per proteggerlo. Infatti gli pendeva stranamente dalla spalla: era rotto. Andy cercò di avanzare col bastone, ma capì che non ce la faceva, la massa si addensava e si allontanava più presto di quanto lui potesse muoversi.

«… i viveri, se li tengono loro! Lo avete mai visto, voi, un poliziotto magro? E gli uomini politici? Quelli si mangiano le nostre razioni e se ne infischiano se noi moriamo di fame!»

Il sarcasmo tonante di quella voce istigava sempre più la folla alla sommossa. Già delle persone, per la maggior parte Anziani, erano cadute ed erano state calpestate. Andy aprì con uno strappo la sua sacca e afferrò una delle bombe lacrimogene. Erano regolate in modo da esplodere liberando il gas tre secondi dopo aver strappato la sicura. Andy la tenne bassa, strappò l'anello, poi la scagliò con violenza contro l'uomo del megafono. Il proiettile descrisse una larga traiettoria, cadde nella folla accanto a quell'uomo, e non scoppiò.

«Bombe!» urlò quello. «La polizia vuol farci fuori per non lasciarci prendere i viveri! Ma non ci fermerà! Andiamo! Andiamo a prenderceli! Bombe!»

Andy imprecò e prese un'altra granata. Purché questa scoppiasse! La prima non aveva fatto che peggiorare la situazione. Respinse la folla intorno a sé con il bastone, per avere lo spazio necessario a fare oscillare il braccio, strappò la sicura, e contò sino a due prima di scagliare la bomba.

Questa volta esplose con un tonfo sordo quasi al disopra dell'uomo col megafono, e il suo immediato, spasmodico conato di vomito fu come un urlo al disopra del frastuono delle voci. La folla ondeggiò, la solidarietà si sgretolava. Tutti tentavano di fuggire lontano dalla nube di vapore accecante dei gas lacrimogeni, lo stomaco morso dalla nausea. Andy afferrò la maschera in fondo alla sua saccoccia e con gesto veloce e sicuro, frutto di molte esercitazioni di emergenza, se la infilò. L'elmetto gli scivolò lungo il braccio sinistro, appeso alla sua cinghia sottogola, mentre con ambo le mani, pollici in dentro, scuoteva la maschera per liberarne gli attacchi. Trattenendo il respiro chinò la testa, infilò il mento nella maschera e con un sol gesto rapido strinse i legacci che assicuravano la maschera sul capo. Con il palmo della mano destra fissò il boccaglio, e espellendo con forza l'aria dai suoi polmoni fece vibrare i lati della maschera. Ogni traccia di gas scomparve. Mentre compiva questo gesto, con l'altra mano raddrizzava l'elmetto e se lo rimetteva sul capo.

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