Harry Harrison - Largo! Largo!

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1999: automazione, società del benessere totale, gite sulla Luna per i “weekend”… o un mondo sovraffollato che, all’alba del nuovo millennio, è sull’orlo della catastrofe? Un mondo in cui miliardi di esseri umani sono ogni giorno di fronte al problema di estinguere la propria sete e di saziare la propria fame, vivendo di lenticchie, di farina di soja e (se hanno un colpo di fortuna, ogni tanto) di un topo morto. In una città con 35 milioni di abitanti, Andy Rush è impegnato nella caccia, solitaria e quasi impossibile, a un assassino di cui non importa niente a nessuno, nel mezzo del caotico travaglio quotidiano per la sopravvivenza. E quando infine nasce l’anno 2000, che suono ha l’augurio: “Buon secolo nuovo?”

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Un mormorio attraversò la stanza affollata, poi un poliziotto alzò timidamente la mano e Dwyer fece un cenno col capo.

«E la questione dell'acqua, signore?»

«Verrà risolta presto. Le riparazioni dell'acquedotto sono a buon punto e l'acqua dovrebbe arrivare fra una settimana. Ma sarà ancora razionata a causa delle perdite sotterranee, e dei livelli sempre bassi nei serbatoi. E ciò mi fa venire in mente un'altra cosa. Abbiamo dato alla TV degli annunci, che verranno passati ogni ora, e abbiamo piazzato tutte le guardie disponibili lungo gli argini. Ma la gente continua a bere l'acqua del fiume. Come facciano, non lo so. Quel maledetto fiume non è altro che una fogna aperta quando arriva qui, ed è anche salato, per la vicinanza del mare. Eppure la gente beve lo stesso quell'acqua, neanche la fa bollire. È veleno, veleno puro. Gli ospedali sono pieni di casi di tifo, di dissenteria e Dio sa che altro. Sarà ancor peggio quest'inverno. Gli elenchi dei sintomi sono affissi sui quadri dei bollettini. Imparateli a memoria, tenete aperti gli occhi e informate il Ministero della Sanità di tutto ciò che vedrete, riferite ogni caso sospetto che cercasse di farla franca, aggiornatevi con le iniezioni e non vi succederà nulla. Il nostro Ministero ha tutto il vaccino necessario.»

Mise una mano a coppa sull'orecchio, guardò le prime file e aggrottò la fronte. «Mi sembra di avere udito qualcuno pronunciare le parole “commissario politico”. Ma forse mi sono sbagliato. Diciamo pure che mi sono sbagliato. È un'espressione che ho sentito altre volte e che sentirete ripetere anche voi. Mettiamo subito le cose in chiaro. I comunisti hanno inventato questa espressione e nel modo come la usano loro, significa un individuo che fa rispettare la linea del partito fra i militari, fa vedere lucciole per lanterne, una quantità di scempiaggini. Non è il nostro sistema, qui in America. Forse sono anch'io un commissario politico: ma mi metto alla vostra portata, vi dico tutta la verità in modo che, appena usciti di qui, possiate svolgere il vostro lavoro sapendo esattamente che cosa dovete fare. Altre domande?»

Si guardò tutt'intorno, girando lentamente il testone. Il silenzio si prolungava, nessuno faceva domande. Allora Andy, senza entusiasmo, alzò la mano.

«Sì?» disse Dwyer.

«E per i mercati, signore, che facciamo?» disse Andy e le persone vicine voltarono il capo per guardarlo. «C'è il mercato delle pulci a Madison Square dove vendono anche generi alimentari, e c'è il mercato di Gramercy Park.»

«Sì, è una domanda pertinente, perché saranno proprio quelli i nostri punti nevralgici. Molti di voi pattuglieranno quei mercati o le loro vicinanze. Succederà un pasticcio ai depositi viveri quando questi non si apriranno, e un altro pasticcio ci sarà a Union Square con gli Anziani. Quelli creano sempre pasticci…» Una doverosa risata di consenso sottolineò quelle parole. «I magazzini dovranno vendere tutto e chiudere, a questo baderemo noi. Ma non possiamo controllare i mercati nello stesso modo. Gli unici generi alimentari in vendita a New York si trovano proprio lì e la gente farà presto a capirlo. Tenete gli occhi aperti e se nasce qualche tafferuglio, soffocatelo prima che guadagni terreno. Avete i vostri bastoni, avete i gas, usateli se occorre. Avete delle rivoltelle, e quelle lasciatele stare. Non vogliamo che si spari indiscriminatamente. Ciò peggiorerebbe la situazione e nient'altro.»

Non vi furono altre domande. L'investigatore Dwyer se ne andò prima che fossero assegnate le zone e i compiti, e non lo si vide più. La pioggia era quasi cessata quando uscirono, ma l'aveva sostituita una nebbia fredda e densa che saliva dalla Lower Bay. Due camioncini coperti da un telone erano ad attenderli vicino al marciapiede, assieme a un vecchio autobus cittadino dipinto di uno smorto verde oliva. Metà dei suoi finestrini erano chiusi con assi di legno inchiodate.

“Denaro contato alla mano”, «disse Steve che seguiva Andy nell'autobus.» Chissà dove avranno scovato questa anticaglia.

«Nel museo cittadino,» disse Andy, «dove hanno anche prelevato queste bombe lacrimogene. Le hai guardate?»

«Le ho contate, se è ciò che intendi,» disse Steve sprofondando in uno dei sedili spaccati vicino a Andy. Entrambi tenevano la sacca con le bombe sulle ginocchia per lasciare più spazio per sedersi. Andy aprì la sua sacca e prese uno dei proiettili.

«Leggi questo,» disse, «se sai leggere.»

«Sono stato in collegio,» brontolò Steve, «so leggere l'irlandese e anche l'americano… “Granata sotto pressione. Gas lacrimogeno. MOA-397… “»

«Le lettere piccole, giù in basso.»

«“… sigillato e bollato nell'Arsenale di St. Louis, Aprile 1974”. Ebbene, che cosa c'è? Questa roba non invecchia mai.»

«Spero proprio di no, perché, stando a quanto ci ha detto il nostro “commissario politico”, oggi avremo da usarle.»

«Non succederà nulla. Tempo bagnato, non va per le sommosse.»

L'autobus si fermò bruscamente all'incrocio di Broadway e North Square, e il tenente Grassioli fece un cenno a Andy puntando il pollice verso la porta. «Tu che t'interessi tanto dei mercati, Rusch, pattugliami la zona, da qui sino alla 33 aStrada. Anche tu, Kulozik.»

La porta si chiuse alle loro spalle e l'autobus si fece strada lentamente fra la folla. Questa scorreva da ogni lato, inciampando e urtandosi senza neanche accorgersene, marea di gente sempre nuova e sempre identica. Una specie di risucchio si formava spontaneamente intorno ai due investigatori creando un piccolo spazio vuoto di strada bagnata in mezzo alla ressa. I poliziotti non erano affatto visti di buon occhio in generale, e quelli in elmetto, con gli sfollagente per disperdere gli assembramenti, venivano scansati ancor di più. Lo spazio libero si spostò con loro attraverso la Quinta Avenue, all'altezza del Monumento della Luce Perenne, ora spenta per scarsità di combustibile.

«Quasi le otto,» disse Andy il cui sguardo scrutava continuamente la gente che li circondava. «È l'ora in cui generalmente si aprono gli spacci della Previdenza. Anche gli annunci alla TV andranno in onda adesso.»

Si avviarono lentamente verso la 23 aStrada, camminando in mezzo alla via perché le bancarelle del mercato delle pulci avevano invaso tutto il marciapiede.

«Coprimozzi! Coprimozzi? Qui troverete i migliori coprimozzi!» gridò un mercante mentre passavano, un ometto smarrito in un immenso pastrano, la cui testa rasata usciva dal colletto come la testa di un avvoltoio dal suo collare di piume arruffate. L'ometto si asciugò il naso col dorso della mano. Pareva un po' scemo.

«Comprate qui i vostri coprimozzi, ufficiale, sono i migliori. Ne potete fare ciotole, pentole, zuppiere, vasi da notte. Qualsiasi cosa va bene…» lo oltrepassarono e non lo udirono più.

Alle nove avvertirono qualcosa di diverso nell'aria, una specie di tensione che non c'era prima. Il brusio della folla era aumentato e anche l'agitazione. Era come l'acqua che sta per bollire. Quando i due agenti ripassarono davanti alla bancarella dei coprimozzi, videro che la maggior parte della merce era stata messa sotto chiave e quei pochi pezzi rimasti sul banco erano arrugginiti e non valevano lo sforzo di rubarli. Il venditore si era rannicchiato vicino al banco e non vantava più la sua roba. Sedeva immobile e soltanto i suoi occhi parevano vivi.

«Hai sentito?» chiese Andy, ed entrambi si voltarono verso il mercato. Al disopra del ronzio crescente delle voci si udì un grido selvaggio seguito da altri. «Diamo un'occhiata,» disse Andy spingendosi in uno dei viali che attraversavano il mercato.

Una folla urlante si era addensata fra bancarelle e carrette a mano e gli bloccava la strada. La gente si agitò ma non si mosse per lasciarli passare nemmeno quando usarono il fischietto. Ebbero miglior risultato i bastoni. Qualche colpetto su gambe e caviglie aprì subito un varco nella folla, e videro tre bancarelle divelte, delle quali una pressoché capovolta, con i crackers d'alghe sparsi tutt'intorno.

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