Sai scosse il capo. — Non volevo dir questo. Se fosse pazza davvero, non avrebbe un grande potenziale per procurare guai. Ma lei può realmente fare quello che ti ha detto… ecco perché porta sempre cattive notizie. — Strinse i cinturini dei suoi uncini. — Forza, dobbiamo muoverci.
— Eccoci. Eccolo — Sai indicò un punto davanti a loro.
Riprendendo fiato, Axxter guardò il muro. La superficie dell’edificio era tinta del rosso del tramonto. L’entrata del cunicolo sembrava un buco nero in mezzo alla luce riflessa di un fuoco.
Sai aveva spinto, in modo da raggiungere il posto prima del tramonto. L’abilità di Axxter nell’usare gli uncini era molto migliorata e questo aveva permesso loro di aumentare la velocità, ma il viaggio l’aveva stremato e gli aveva procurato dolori lungo le braccia.
— Te l’avevo detto che ti avrei portato qui — Sai gli diede una pacca sulle spalle. — Forza.
Lo guidò fino al bordo di quel buco. Axxter si morse le labbra e guardò all’interno. Niente, se non il buio.
— Dovrebbe esserci qualcuno dei miei amici intorno. Li avevo avvertiti di aspettarmi qui. — Sai infilò la testa nel buco ed emise un grido acuto, che riecheggiò all’interno dell’edificio per qualche secondo. Poi, un urlo in risposta. — Bene, entriamo. — Cominciò a slacciarsi le cinghie degli uncini.
Axxter si allontanò da lui. — Aspetta. I tuoi amici, gente come te, vive lì dentro? — E lanciò un’altra occhiata all’oscurità all’interno dell’edificio.
Sai si legò gli uncini alla cintura. — Be’, certo. Dove altrimenti?
Axxter si spostò ancora, scosso da un improvviso orrore. — Io pensavo… io pensavo che tu fossi un abitante della zona della sera. Io credevo che tu vivessi qui fuori. — E con un gesto indicò l’esterno dell’edificio.
— E allora? — Sai lo fissò. — Che differenza fa?
Axxter capì. — Tu vieni da lì dentro. — Si allontanò ancora dall’uomo, mentre le parole Centri dei Morti , impronunciabili, gli riempirono la bocca. Quell’uomo, quella figura sorridente che l’aveva accompagnato fino a lì, e tutti quelli come lui all’interno, che si chiamavano con ululati simili a quelli dei lupi…
Sai provò ad avvicinarsi. — Forza… non fare lo scemo…
Axxter cercò di colpirlo con gli uncini. Sai balzò all’indietro per evitare le punte affilate.
— Stammi lontano — Axxter continuava a strisciare via, usando le corde di sicurezza. Aveva gli uncini sollevati tra sé e Sai, usandoli come un’arma. — Non ti avvicinare. So chi sei. So cosa vuoi.
Sai lo guardò con disgusto. — Tu non sai un bel niente — Scosse il capo, si girò ed entrò nel buio del cunicolo.
— Questa è stata una delle tue mosse più stupide.
Sentì una voce alle sue spalle; Axxter, sussultando, girò la testa e vide Fellonia aggrappata al muro che lo guardava con aria di superiorità.
Lei annuì e guardò l’entrata del tunnel in cui Sai era scomparso. — Perché hai trattato male quel tipo? Ti stava facendo un favore. Ti ha accompagnato fino a qui e tutto il resto.
Axxter guardò prima il buco nero, poi la donna. — Non è … non è uno di loro?
— “Uno di loro”… uno di loro chi?
— Lo sai benissimo. — Non voleva ancora pronunciare quelle parole.
— Intendi i Centri dei Morti?
Axxter annuì.
— Cristo onnipotente — Fellonia alzò lo sguardo al cielo. — È di questo che hai paura? E se anche lo fosse? Ti stai spaventando per niente, ragazzo. Non c’è proprio da preoccuparsi per la gente dei Centri dei Morti. Sono innocui.
Questo dimostra che è matta. O ignorante… forse non ha mai visto le cose che hanno fatto, come quel settore bruciato sull’altra parte dell’edificio. — Be’… per quanto ne so io le cose stanno in un altro modo.
Fellonia sbuffò ironicamente, considerandolo un idiota. — Ci sono un sacco di cose che credete di sapere. E nessuna è vera.
Irritato, Axxter distolse lo sguardo da lei, esaminando la superficie dell’edificio. L’ultima luce del tramonto stava svanendo e le nuvole erano tinte di un rosso sempre più scuro. Voleva allontanarsi dall’entrata del tunnel, senza però perderla di vista; se Sai e i suoi amici fossero usciti di lì, voleva avere un buon vantaggio su di loro.
Inoltre doveva occuparsi di un’altra cosa. L’aveva quasi dimenticata: forse per lo spavento di aver scoperto la vera natura di Sai. — Sai dove posso trovare una presa per le comunicazioni qui intorno?
— Devi fare una chiamata? Non ci sono problemi. So esattamente dove si trovano tutte le prese.
Axxter la seguì, spostandosi diagonalmente lungo il muro; la ragazza non sembrava abile nel muoversi con le corde, come se non le avesse mai usate molto. A un chilometro di distanza dall’entrata vide i cerchi gialli e concentrici che indicavano la presenza di una presa.
— Eccoti qui — Fellonia si fissò al muro vicino alla presa.
Non appena inserì il dito nella presa, Axxter scoprì che una chiamata registrata lo stava aspettando. NY, PUOI AVERE L’ESATTA POSIZIONE DEL MEGASSASSINO CHIEDENDO DIRETTAMENTE ALLA CHIEDI RICEVI. TIENITI IN CONTATTO, BREVIS. Era strano; il suo agente sapeva già quello che avrebbe voluto chiedergli. Probabilmente la Folla Devastante stava pubblicizzando le mosse del megassassino, giusto per tenere vivo l’interesse del pubblico e accrescere la loro reputazione. Puoi fuggire, ma non ti puoi nascondere… funzionava sempre.
Chiamando la Chiedi Ricevi scoprì che il megassassino si trovava ancora molto vicino alla Fiera Equatoriale, che aveva attraversato il giorno prima.
È ancora più strano. Axxter chiuse la comunicazione e si appoggiò al muro. Pensava che il megassassino fosse molto più vicino; non sarebbe stato affatto felice di sapere che era appena al di sotto della curva dell’edificio, che l’aveva già individuato e che era pronto a saltargli addosso, ma non si sarebbe affatto stupito di scoprire che le cose stavano proprio così. Quegli esseri non erano forse programmati per essere molto veloci? Aveva sempre sentito dire, che una volta messi in moto sono inarrestabili, perché accumulano velocità e colpiscono i loro bersagli sia per la forza dell’impatto, sia per tutti gli aggeggi trapiantati sui loro corpi che una volta erano stati umani. Questo sembrava che avesse adottato una velocità da crociera per raggiungerlo.
— E allora, qual è il problema? — Fellonia era riuscita a leggere il messaggio. — Questo significa che hai un attimo di respiro.
Axxter si rosicchiò un’unghia. — Semplicemente non ha senso. Se la Folla Devastante vuole sottolineare la tragicità di questa mossa, deve per forza desiderare che quell’essere mi raggiunga in fretta e che non si diverta a gironzolare da qualche parte sul muro.
— E tu saresti quello che sa sempre tutto? Ma non capisci cosa sta succedendo, esatto?
— Cosa vuoi dire?
Lei aprì le mani, con i palmi rivolti verso l’alto. — Ehi, forse questi megassassini non sono poi quello che si crede. O forse sono davvero forti, ma sono del tutto privi di altre abilità. Per esempio, potrebbero non essere così bravi nel seguire le tracce della gente. Potrebbe aver avuto difficoltà a trovare le tue… sei arrivato su questa parte dell’edificio per via aerea, non dimenticarlo.
Axxter scosse il capo. — Avrebbe dovuto avere la mia posizione grazie alla presa che ho usato per comunicare. Questa storia continua a non aver senso.
— Senso, senso… devi sempre preoccuparti di ogni piccola cosa, buona o cattiva che sia? Limitati a considerarti fortunato. Almeno per il momento.
Era facile per lei parlare così… Axxter l’osservò. — Ehi, da quanto tempo ci stavi seguendo?
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