Axxter grugnì i propri ringraziamenti. L’eco dell’esplosione gli rimbombava ancora nelle orecchie. Vivo… quello lo sorprendeva molto. Non aveva mai sentito di nessuno che avesse visto l’icona di morte di un megassassino e potesse ancora andare in giro a raccontarlo; perlomeno, mai quando l’icona era espressamente dedicata a lui.
— Credevo… che te ne fossi andata. A occuparti dei tuoi affari.
Fellonia si tolse un ciuffo di capelli dagli occhi. — Già, stavo per andarmene; conosco dei posti tranquilli qui in giro dove di solito lascio questo corpo, lo sai, in modo che non possa accadergli niente mentre sono altrove. E ho visto quella cosa muoversi di soppiatto qui intorno; di soppiatto, be’… per quanto di soppiatto possa muoversi un affare così grande. Ho pensato che stesse aspettando di capitarti addosso e distruggerti. Non c’era tempo per uscire di nuovo e avvertirti; e poi… ehi, insomma, non volevo che quel figlio di puttana mi vedesse e decidesse di farmi fuori.
— Credo di doverti ringraziare — Axxter si fregò la mano sui pantaloni, cercando di pulirsela. — Non sapevo che tu fossi così preoccupata per me.
— Non lo sono. Solo che non mi piace che uno stronzo grande e grosso come quello si aggiri nel mio territorio. Mi fa incazzare.
— Comunque, continuo a non capire — Axxter guardò verso la direzione da cui erano venuti. — Non avrebbe dovuto trovarsi qui. Non così presto, almeno; le mie informazioni dicevano che aveva attraversato la frontiera uno o due giorni fa. Quegli esseri non viaggiano così velocemente.
Un’altra scrollata di spalle. — Forse si sono sbagliati circa il momento in cui è arrivato sulla zona della sera.
Axxter scosse il capo. — Non può essere… ho avuto l’informazione direttamente dalla Chiedi Ricevi. Ho anche pagato un sacco di dollari per averla con cento per cento di affidabilità. Non possono sbagliarsi in cose simili. È il loro mestiere.
— Allora? Forse ti hanno mentito.
— Mentito? — Lui la fissò stupito. — Intendi dire che non mi hanno detto la verità?
— Già, in linea di massima questa è l’idea generale, quello che la parola significa.
Significava molto di più. Axxter si appoggiò al muro. Mi hanno mentito?… cioè si sono limitati a non dirmi la verità; l’agenzia informativa ha messo insieme qualcosa, un’informazione qualunque sul megassassino e la sua posizione, una bugia, e me l’ha comunicata al posto della verità?
— Se le cose stanno davvero così… — Aveva incominciato a parlare ad alta voce, perché quel pensiero era troppo atroce. — Se sono capaci di fare una cosa simile… questo potrebbe significare… qualsiasi cosa.
Fellonia lo guardò con disprezzo. — Perché diavolo ti agiti tanto? Ti hanno raccontato una balla… cosa c’è di tanto grave?
— Ma non capisci? — Si spostò in avanti appoggiando le mani a terra. — Significa che non ci si può fidare della Chiedi Ricevi! — Quest’idea lo sconvolgeva quanto l’aveva sconvolto il primo tramonto che aveva visto in vita sua. — Dovrebbero essere una fonte imparziale di informazioni; è questa la natura della loro esistenza. Devi poter credere a quello che ti dicono.
— Imparziali, eh? — La donna sogghignò. — Non sono stati molto imparziali questa volta, non è vero? Quello che ti hanno detto ti ha portato direttamente nelle braccia di quell’essere mostruoso.
Una volta accettata quella possibilità, bisognava andarci a fondo. La balla che gli aveva raccontato la Chiedi Ricevi era andata tutta a favore della Folla Devastante; l’aveva condotto dritto come un fuso davanti all’agente della loro implacabile vendetta. Il megassassino non doveva perdere tempo a cercarlo. Lui sarebbe finito tra le sue sgrinfie, guardandosi alle spalle per proteggersi da Sai e dagli altri abitanti dei Centri dei Morti. Tutto questo significava che la Chiedi Ricevi era stata corrotta dalla Folla Devastante. Se l’agenzia d’informazioni non era parziale, non lo era certo a favor suo, ma a favore degli altri. Di quelli che volevano farlo fuori.
— Allora sono fottuto. — Guardò Fellonia, comunicandole la conclusione delle sue riflessioni. — Sono già fottuto. Se non posso fidarmi di loro, non avrò mai nessuna informazione sicura. In realtà non ne ho mai avute. Nessuno le ha mai avute. Per quanto ne so adesso, la Chiedi Ricevi ha fornito alla gente un sacco di merda in tutti questi anni. Offrendo i poveri idioti come me su un vassoio d’argento alla Folla Devastante. Solo che nessuno se n’è mai accorto perché l’unico modo per scoprirlo — e cioè avere l’informazione dalla Chiedi Ricevi — è sporco fino all’osso.
Fellonia non sembrava affatto colpita. — E allora? Così impari a credere a tutto quello che ti dicono. Avresti dovuto cercare di scoprire le cose da solo, stabilire da solo quello che è vero e quello che non lo è.
— Su tutto il mondo? Qualsiasi cosa all’interno e all’esterno dell’edificio? È impossibile; nessuno ne sarebbe in grado. C’è troppa roba.
— Forse. Ma avresti almeno dovuto occuparti delle cose che ti riguardavano più da vicino.
Axxter aveva un tremendo buco allo stomaco. — Avevo fiducia in quello che mi dicevano…
Fellonia scosse il capo, pietosamente. — E per aver avuto fiducia, adesso potresti morire. Ecco come funzionano le cose.
Funzionavano così per tutti, comunque; Axxter non sapeva se questo potesse consolarlo o se fosse una considerazione ancora più agghiacciante. Se tutti nel Cilindro credevano alle informazioni corrotte della Chiedi Ricevi e le informazioni erano corrotte a vantaggio della Folla Devastante. … questo significava che la Folla era il vero sovrano del Cilindro, senza che nessuno ne fosse cosciente. O forse era sul punto di diventarlo; forse la corruzione dell’agenzia d’informazioni era un evento piuttosto recente e la Folla stava ancora piazzando le pedine sulla grande scacchiera, circondando la sua pericolosa rivale, l’Atroce Amalgama. Non importava: comunque fosse, la Folla Devastante era la forza più potente sul Cilindro. Avevano un collegamento diretto, tramite la Chiedi Ricevi, con il cervello di tutti. Con quella parte che si occupa dei fatti e delle cose reali. La Folla era riuscita a manipolare la realtà.
— Ehi, stai allegro! — Fellonia gli sorrise. — Almeno adesso stai un po’ meglio di quanto non stessi qualche minuto fa. Adesso sai esattamente che stavi per essere fottuto.
— Già, grandioso — Axxter fissò tristemente il muro. — Mi serve un casino. Non morirò ignorante, suppongo. — Quella rivelazione: c’erano ancora molti dettagli che gli ronzavano in testa. Per esempio, perché il megassassino aveva un’icona diversa da quella che aveva fatto lui su commissione del Generale Cripplemaker? È vero che avevano giurato col sangue di ucciderlo, ma l’impeto con cui lo stavano inseguendo e le forze che stavano impiegando erano davvero eccessivi, e soprattutto non era nel loro stile perdere l’occasione di beffeggiarlo mostrandogli la propria icona di morte. Far sì che il suo lavoro fosse l’ultima cosa che potesse vedere prima che braccia e gambe gli venissero staccate a una a una. Ogni cosa andava contro tutto quello che credeva di sapere sulla psicologia dei guerrieri: amavano quel tipo di ironia poco raffinata, ma molto appariscente.
— Smettila di pensare e vedi di fare qualcosa.
— Cosa? — Il mistero dell’icona scomparve di fronte alle questioni pratiche. — Per esempio? Sono bloccato qui, a milioni di miglia da dove vorrei essere… e da dove è nascosta l’informazione di cui ho bisogno. Ovviamente non posso più chiamare sperando di averla.
— Non è un grosso problema. Posso procurartela io.
Axxter chinò il capo di lato, studiando la ragazza. — Cosa intendi? Stai dicendo che puoi inserirti sulle linee protette della Chiedi Ricevi, nei loro archivi dall’accesso limitato e ottenere qualunque informazione tu voglia?
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