Ma un pensiero lo colpì, strappandolo a quelle piacevoli fantasticherie. — Ehi! — Fissò con sospetto l’immagine di Brevis. — E la DeathPix? Cosa ne è stato di loro? Credevo fossero loro a fare gli innesti per la Folla Devastante.
L’entusiasmo di Brevis vacillò, sostituito da un’espressione più familiare. Alzò con cautela le mani. — Non devi preoccuparti di loro, Ny. Questo affare non ha nulla a che fare con i DeathPix, davvero. Capisci?
— Sì, capisco. — Grazie tante, stronzo. La grande fortuna della Folla Devastante e quel poco che avrebbe potuto ricavarne lui stavano allontanandosi. È questo il tuo grande affare ? Interferire negli affari della DeathPix? Scosse il capo. — Grandioso! Riceverai davvero un’ottima commissione per questo affare. Quando i DeathPix manderanno i loro scagnozzi per tagliarmi i coglioni, dirò loro di tagliarne solo il novanta per cento e di prendere il resto da te. D’accordo?
— Ny… dai! — La voce non era più così sicura. — Tu sei mio cliente. Ti combinerei qualcosa del genere?
— No, non credo che tu riesca a combinare. Tu sei solo uno stupido stronzo che non sa quello che sta facendo. Cristo! — Non poteva crederci. Tutti sapevano che era una follia intromettersi negli affari della DeathPix, una follia vicinissima al suicidio. Tutti i grafici liberi professionisti lo sapevano: era un’informazione che i più anziani erano felici di tramandare ai giovani, completa di descrizioni minuziose su ciò che era accaduto a quelli che erano stati tanto stupidi da cedere alla tentazione. E malgrado le inevitabili esagerazioni, quei racconti racchiudevano la verità: i DeathPix non erano i tipi da farsi fottere. Avevano l’arroganza del potere e lavoravano tranquillamente sia per la Folla che per l’Amalgama e chiunque altro potesse permettersi le loro tariffe. La DeathPix era un’organizzazione potente e i suoi guadagni erano di gran lunga superiori a quelli delle tribù di serie B, tanto da essere considerata lei stessa una tribù. Ma non era affatto divertente; la sua tetra gerarchia aveva allontanato da Axxter l’idea di accettare il lavoro che gli avevano offerto. Non sarebbe certo stato un lavoro “liberatorio”: si sarebbe trattato di una triste prigione invece di un’altra. Avrebbe guadagnato qualche soldo e forse sarebbe salito di qualche gradino nella scala gerarchica prima di morire. Quando aveva rifiutato il lavoro, rendendo il contratto al reclutatore della DeathPix, aveva pensato che sarebbe stato meglio morire di fame in qualche settore desolato dell’edificio, piuttosto che fare una vita come quella. Da allora, aveva spesso ripensato a quella decisione e ora non ne era più tanto sicuro.
— Ny, credimi. So a cosa stai pensando, ma non è così. — Brevis, con calma, elaborò la sua strategia. — Non sto cercando di convincerti a intrometterti negli affari della DeathPix e farti rompere il culo. È qualcosa di molto diverso. E su cui non devi aprire il becco con nessuno. D’accordo? Mi hai capito bene?
Segreti, nientemeno. — È meglio che sia davvero buono.
— Promesso. — La voce di Brevis si abbassò e assunse un tono confidenziale. — Ci sono grandi cambiamenti in vista. Intendo davvero grandi. La Folla Devastante sta pensando di scaricare la DeathPix. Vuole proprio buttarli fuori dalla finestra. — Si appoggiò al suo schienale, osservando la reazione di Axxter.
Sinceramente impressionato: Axxter si morse le labbra e fece un respiro profondo. Santo Dio, forse Guyer ha ragione quando parla di rivoluzione nell’aria. Davvero grandi cambiamenti. Se non un vero capovolgimento ai vertici del potere sul Cilindro — quello che Guyer con la sua fede messianica aveva intravisto — era comunque un cambiamento fondamentale nei legami organizzativi tra la Folla e l’Amalgama. Come se una delle due avesse deciso di cambiare l’intero stile di vita del Cilindro. Grandi cambiamenti; Axxter continuava a rimuginarci. E un sacco di soldi. Un enorme mucchio di soldi, che non sarebbe più passato direttamente dalla Folla ai conti correnti della DeathPix. Axxter immaginò una sfera dorata che si muoveva a spirale, illuminando con calda radianza tutte le facce dell’edificio, come un nuovo, inquietante sole. Quando qualcosa di enorme sfuggiva alle mani che l’avevano tenuto stretto per tanto tempo, molti erano i frammenti che volavano via, pronti a essere afferrati dai più piccoli e veloci. Ecco cosa significavano quei grandi cambiamenti.
Eppure… Devi essere prudente. Non può essere una cosa tanto semplice. — Perché la Folla Devastante vorrebbe liberarsi della DeathPix? — Una domanda logica; quell’organizzazione aveva delle risorse per gli innesti che nessun altro possedeva: strumenti, progettisti, tecnici e scagnozzi per terrorizzare la concorrenza. E poi anni di esperienza; era difficile ottenere la stessa qualità da altre parti. C’erano buone ragioni per cui le tariffe della DeathPix erano così alte.
Brevis scosse le spalle. — Vuoi sapere la mia ipotesi?
— No, non voglio sapere la tua dannata ipotesi. Voglio quello che sai di preciso.
— D’accordo, Ny; ma se ti lasci scappare anche solo una parola di quello che sto per dirti, nessuno di noi due avrà più bisogno di preoccuparsi per i propri coglioni. Capito bene?
— Sì, sì. — Axxter cambiò posizione nella cintura. Quelle chiacchiere misteriose erano durate un sacco di tempo e nel frattempo gli erano venuti i crampi alle gambe. — Muoviti a parlare.
La voce di Brevis suonava metallica. — Questo è l’affare, Ny. La Folla Devastante sta per fare la sua mossa. Finalmente! Era tempo che la stavano preparando e ora finalmente l’avrebbero giocata. Non oggi, né domani; non questa settimana o il mese prossimo. Non quest’anno e forse nemmeno il prossimo, ma la ruota è in moto oramai, Ny. Il processo è cominciato; pensano che sia arrivato il momento di andare diretti alla cima. Hanno i numeri; hanno le alleanze… ragazzi, hanno alleanze segrete a cui nessuno potrebbe credere senza vederle con i propri occhi. Forse saranno in grado di detronizzare l’Atroce Amalgama dai livelli più alti o forse si bruceranno nel tentativo di farlo. Ma il momento è arrivato. Ecco tutto.
Il momento è arrivato. Quella dannata Guyer. Axxter doveva chinare il capo in ammirazione davanti a lei. Lei sapeva. Nell’aria c’era qualcosa che la donna aveva annusato con i suoi sensi finissimi. Le era bastato tirar fuori la lingua ed era riuscita ad assaporare le molecole insurrezionali che correvano insieme al vento lungo la superficie dell’edificio. Senza dimenticare tutte le chiacchiere e i pettegolezzi intimi che si è portati a fare a una persona che fa il suo lavoro. In un modo o nell’altro, comunque, lei sapeva quello che c’era nell’aria e glielo aveva raccontato. Eppure…
— Bene… fin qui tutto bene. Immagino che vogliano più potere per loro — Axxter studiò l’immagine dell’altro per scorgere qualsiasi espressione che potesse fargli intuire qualcos’altro. — Ma cosa c’entro io con tutto questo?
— Ci sto arrivando. Questo è l’affare: la Massa vuole fare due cose per prepararsi alla grande offensiva. Vogliono rinnovare del tutto la loro immagine: le insegne di rango, le decorazioni dei trofei, le icone, insomma ogni cosa. Vogliono che siano ridisegnati da capo a piedi. E vogliono evitare che anche solo una minima parte del loro piano giunga fino all’Amalgama: quando sferreranno l’attacco le nuove insegne militari dovranno cogliere di sorpresa sia loro che i loro alleati. È chiaro adesso?
Axxter si grattò il viso. — Non lo so… non capisco perché la Folla dovrebbe voler eliminare la DeathPix. Ammesso che sia davvero quello che vogliono. La DeathPix può fare magnificamente questo lavoro di rinnovamento grafico; Cristo, gliel’avranno già fatto tre o quattro volte! — Quando stava lavorando e risparmiando il più possibile per diventare un libero professionista, aveva studiato attentamente ogni nuovo lavoro di innesto, in modo da saperne il più possibile. Era importante conoscere quello che era già stato fatto in precedenza ed essere quindi in grado di presentare idee personali e originali; inoltre non era stata una ricerca costosa, se si eccettua la tariffa del Sindacato delle Comunicazioni che lo metteva in contatto con gli archivi dei copyright delle alte sfere. Alcuni lavori di rinnovamento grafico della DeathPix per la Folla Devastante erano considerati dei classici, grandi avanzamenti concettuali nell’arte degli innesti… questo dieci anni prima: l’icona del “Mangiatore Emofiliaco” era stato il primo lavoro in cui si erano usati subliminali ottici a fasi mobili; solo questo era bastato a far convogliare i Coltelli di Dio, una delle tribù-chiave nelle alleanze di potere, all’interno della Folla. L’Amalgama avava dovuto rinnovare tutte le sue insegne per non perdere altri appoggi. La DeathPix era stata la vera vincitrice di quella schermaglia artistica e aveva fatto pagare a entrambe le parti parcelle salatissime, che avevano ulteriormente cementato la loro reputazione. Quindi perché qualunque tribù che si potesse permettere di pagarlo, avrebbe dovuto volersi liberare di un simile impresario? Il meglio in assoluto… davvero non riusciva a capirlo.
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