— Sì, signore. L’abbiamo rimesso un po’ a posto, anche se bisogna ancora sostituire gli schermi di controllo. Stanno anche sostituendo la vostra scrivania, la poltrona, le apparecchiature e la maggior parte del tappeto.
— Hai liberato il dottor Fiori?
— Sì. Lui e i suoi assistenti sono in buone condizioni. Ma dice che la Macchina dei Sogni non può più essere riparata. L’UIGLM vuole parlarvi.
— Ci avrei giurato. Cosa gli hai detto?
— Che siamo in stato d’allarme, ma la situazione si va normalizzando. Nient’altro.
— Bene.
— Inoltre, cominciamo a ricevere chiamate dai mass-media.
— Come? — esplose lui.
— Le notizie filtrano in fretta. Abbiamo fatto decollare la flotta della Luna, la gente si chiede perché.
— Cristo. Mantieni il silenzio radio, escluse le spaziomobili in servizio e le situazioni d’emergenza. Informa l’UIGLM che richiamo io.
— Hanno detto…
— Digli di lasciar liberi i canali finché non ho qualcosa da comunicare. Possono sempre licenziarmi in seguito.
— D’accordo. Signore, non abbiamo trovato Terra Viridian. Potete confermare che si trova con il Mago?
— No — disse acidamente Jase.
— Allora dev’essere…
— È seduta nella stiva della nostra lancia, con un fucile puntato su di noi. — Toccò l’intercom. — Nilson. Nils…
— Sono qui — disse l’altro, con voce stridula. — Cosa… cosa…
— A parte questo, pare che non corriamo pericoli immediati. Nils, nel caso che non tornassimo indietro, voglio che venga inoltrata una raccomandazione per citazione al valore, impresa straordinaria in servizio, eccetera, a nome dell’agente di prima classe Aaron Fisher, Settore Costadoro.
— Jase — supplicò Nils. — Non è a questo prezzo che desidero prendere il vostro posto. Codice.
— Niente codice. Niente ordini. Lei è interessata al Mago, non a noi. Sta’ calmo. E passami Halleck appena possibile. Chiudo. — Aggiunse, in tono pensoso: — Posso già vedere i titoli, AVERNO BLOCCATO DA COMPOSITORE MORTO DA SECOLI. MAGO BLOCCA A TERRA LA FLOTTA DI AVERNO. DIRETTORE IN ORBITA… — Allungò di nuovo la mano verso l’intercom, impaziente, poi cambiò idea. — No. Mi parlerebbe solo di visioni. Non ha mai dato segni di pazzia, prima d’ora?
Aaron scosse la testa, poi precisò: — Non di pazzia. Solo… di comportamento bizzarro. Ve ne ho già parlato. Accadde la notte in cui nel club di Sidney un complesso andò vicino ad autofulminarsi durante l’esibizione. A quell’ora ero in servizio. C’erano poliziotti, ambulanze, strumenti rotti, gente e robot che portavano via i rottami… e lui nemmeno ci vide. Restò seduto sul palco a suonare la sua musica senza sentirci, senza accorgersi…
— È questo il massimo livello di follia che ha raggiunto?
— Nei cinque anni da quando lo conosco.
— Allora in nome di Dio cos’ha provocato tutto questo?
— È stata lei.
— Lei chi? Terra? O Michelle?
— Michelle no. Li ho visti insieme. Dovevo sapere. Come… cos’erano l’uno per l’altra. Fra loro c’era solo la musica.
— Terra — disse Jase, incredulo — è rimasta chiusa nell’Anello Scuro per sette anni senza nemmeno sapere che il Mago esisteva. Lui l’ha vista per circa un’ora.
— In quel periodo è successo qualcosa?
— Non le ha nemmeno parlato! Quando ho capito chi era la Regina di Cuori…
Aaron girò di scatto la testa. — Come? — supplicò. — Io ho passato sette anni a cercare Michelle Viridian. Come avete fatto a trovarla così in fretta?
Jase ci rifletté sopra. — La cercavate sotto il suo vero nome. Io sono partito dal suo nome d’arte e sono tornato indietro fino a quando ancora non esisteva. A sette anni fa. Mi basavo anche sull’intensa sensazione che lei era una persona di cui volevo conoscere il nome.
— Anch’io.
— Ma voi non sospettavate della Regina di Cuori. Io sì.
— No — disse Aaron in tono cupo. — Non avevo sospetti.
— Comunque, le ho chiesto se voleva vedere Terra. Immaginavo che fosse venuta proprio per questo, a ogni modo… — Si interruppe, colpito da un ricordo, e rivide la bizzarra posizione del Mago fra il gruppetto di persone che ascoltavano Terra. — Michelle e Terra si parlarono. Erano presenti il dottor Fiori, e sei guardie, i suoi tre assistenti, e il Mago. Avevo chiesto io al Mago di accompagnare Michelle. Guardavamo tutti la Macchina dei Sogni. Era affascinante. Si poteva vedere su uno schermo quello che pensava Terra. I suoi pensieri erano molto vividi. Bizzarri, alcuni; altri riguardavano Michelle, il loro passato. Quello che cerco di spiegarvi, signor Fisher — disse, accorgendosi del gelo che si propagava fra loro nell’aria — è quanto fossero avvincenti le immagini sullo schermo. Tutti quanti tenevamo lo sguardo inchiodato sulla macchina. Il dottor Fiori addirittura dimenticò due o tre volte che la macchina non era Terra. Tutti quanti, tranne il Mago. Noi guardavamo la Macchina dei Sogni per scorgere cosa pensava Terra. “Il Mago si limitava a guardare Terra.”
— Che lei gli controlli la mente? — chiese Aaron, dubbioso. Tutt’e due guardarono Terra. Il fucile si mosse nervosamente. — Può darsi — continuò. — Il Mago mi ha letto nel pensiero varie volte.
— È un sensitivo?
— Per quel che può significare. Ma questo non spiegherebbe perché è ossessionato. Perché ha passato il limite. Non butterebbe via la vita, la musica, il Pianto volante , solo a causa di una…
— Perché, allora, signor Fisher? Cosa potrebbe spingere un uomo sano di mente a rischiare la propria vita, la vita dei suoi amici… e poi, perché loro non lo fermano? Sono tutti d’accordo? Hanno aspirato l’identico virus della pazzia? Si dirigono esattamente verso il nulla, senza massicce provviste di carburante: se continuano nella loro rotta, la flotta d’inseguimento li trasformerà in un anello di polvere attorno alla Terra. Il Mago ha un controllo carismatico su di loro? Non ci sono mai disaccordi nel gruppo?
— Usano sistemi democratici — disse Aaron. — Li ho visti discutere.
— Perché non lo costringono a tornare? Perché gli permettono di comportarsi così? Lui ha messo in pericolo le loro vite, liberando una pazza da Averno, senza nemmeno riuscire a imbarcarla sulla nave giusta. Stanno vedendo tutti quello che vede lui?
— Qualcuno si occupa dei comandi — disse Aaron, rispondendo all’ultima domanda. — Non possono tutti avere visioni.
— E allora? Sta usando la forza?
Aaron scosse la testa. — Non ho mai visto un’arma in mano loro. Nemmeno in mano a Quasar.
— Li ha convinti?
— L’avrà fatto.
— È così probabile? Vi sembra credibile?
— No.
— E allora cos’è che vi sembra credibile?
— Niente di tutto questo — disse Aaron disperatamente. Jase si appoggiò contro lo schienale, imprecando in silenzio.
— Non cerca nemmeno di trattare per ottenere la libertà — disse stancamente. — Sembra che abbia il controllo di Terra, almeno quanto Terra controlla lui. Eppure non ci minaccia per mezzo suo, né si offre di togliercela dalle mani. Non fa altro che… volare. Senza nessuna meta. Mi piacerebbe affidarli entrambi al dottor Fiori.
— Avrei dovuto controllare — disse Aaron, fissando i comandi. I suoi occhi riflettevano colori vaganti emessi dalle spie luminose. — Ho controllato praticamente l’intero sistema solare, tranne lei. Se l’avessi fatto, tutto questo non sarebbe accaduto.
— Quando cercavate Michelle, volete dire.
— Non ho eseguito nemmeno un controllo di routine sulla Regina di Cuori. E l’avevo fatto per tutti. Per tutti. Se l’avessi fatto, non saremmo seduti qui.
— Perché lei no?
Rimase a lungo in silenzio. — Pensavo — disse infine con aria cupa — che quello che desideravo veramente conoscere di lei non fosse riportato su nessuna scheda.
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