Edgar Pangborn - La compagnia della gloria
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- Название:La compagnia della gloria
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- Издательство:Nord
- Жанр:
- Год:1977
- Город:Milano
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C’era un’unica finestra dai vetri grigi, su cui un tafano nero ronzava una preghiera invocando un po’ più di luce: era rivolta a nord e non vedeva mai il sole. Tuttavia il caldo crescente della giornata afosa si raccoglieva lì dentro, facendo esalare antichi odori che ammorbavano l’aria. Per un quarto d’ora il giovanotto sparuto si esercitò a far rotolare una bilia sul dorso della mano, afferrandola nel polsino sudicio della camicia, fino a quando il sergente ringhiò: — Piantala, eh? — L’uomo nervoso che parlava con le proprie dita sussultò come se l’avessero schiaffeggiato. Un’occhiata di sbieco lanciata dal giovane a Demetrios rinnovò il loro fragile cameratismo nel peccato; nascondendosi la bocca con la mano, il ragazzo formulò con le labbra parole immortali: — Vadano tutti a farsi fottere!
Finalmente, dopo che tutti gli altri erano già stati sbrigati, il giovane venne mandato dal tenente Brome e ritornò, come Demetrios si aspettava, giocherellando apertamente con la bilia. Se ne andò con una strizzata d’occhio a Demetrios, fischiettando. Gli altri non erano ripassati di lì: senza dubbio l’ufficio del tenente Brome aveva uscite più tenebrose. Il sergente sospirò: — Adesso puoi entrare.
Venerdì, 19 luglio 47
D. andato al Palazzo del Comune prestissimo Stamattina per la Maledetta Storia della Licenza, prego il buon Dio che non faccia il dispettoso con loro e li faccia arrabbiare per Orgoglio che lo metterà nei guai un giorno o l’altro, non dovrebbe fare così Merda ed è già avanti con gli anni e io ricordo quello che non è mai esistito, l’Età dell’Oro, quando abitavo al N. 2 di Shannon Street con Sam e Steven e Leda e c’era Marcus il mio Bambino. Com’era, noi dicevamo che Tutti noi dovevamo essere i suoi genitori e questo andava bene, perché dico che non è mai esistita? Sam me lo ricordo ancora benissimo, i suoi Capelli Rossi e le Gambe Lunghe e il suo brutto Mento simpatico che ci potevi attaccare il Cappello, lo vedo come la mia Mano grinzosa che tiene questa Penna, e c’era sempre Marcus, il Bambino Mio e di Sam, anche se Stevie era sempre il Migliore sul Materasso ma non mi Amava tanto cosi… Marcus con i Ricci gialli che andavano di qua e di là su tutta la sua Testa come dei Cerchietti d’Oro ma fatti di Nebbia sembrava quando li toccavi di tanto che erano fini e morbidi, come potrei scrivere di tutto questo se non era mai esistito? Marcus è morto ma era vissuto, era vissuto fin Quasi a Tre Anni, e io avevo quindici anni quando l’ho Messo al Mondo, questo lo so, comunque era l’Età dell’Oro. E se Marcus viveva erano vivi tutti, Sam e Leda e Steven, e avevamo quella Casa al N. 2 di Shannon Street a poco prezzo per via che era vicina al Sottopassaggio e non c’era Giardino solo un Francobollo di spazio davanti. Quasi tutto il Pane, beh, veniva da Steven che aveva quel posto alla Fabbrica di Scarpe e sgobbava tutti i giorni per darci il Pane e me e Sam e Leda noi avevamo il Sussidio di Disoccupazione come dicevano e c’era della Gente che ne faceva una Professione, a me non era mai piaciuto.
Sam aveva la sua Chitarra e Leda e me sapevamo cantare, Steve diceva che ero Contralto Naturale. Spesso Abe Logan che era stato l’Amante di Stevie e un po’ lo era ancora, luì veniva a stare una settimana o due, e aveva un Registratore e conosceva tanto Roba Vecchia che anche Steve conosceva, vedete, una volta erano stati insieme alla Radio. Cose chiamate Madrigali per esempio, e Sam riusciva a inventarci Parti per Chitarra, non si era mai sentito Niente di più carino di quello che facevamo noi con i Madrigali. Quando ci ripenso, mi dico Steli, è meglio che non ci pensi, Marcus andava proprio Matto per i Madrigali e Rideva e Ballava e Girava in Tondo al suono della Musica, mettendo in mostra il suo bel piccolo Pene che aveva scoperto da poco, che Sam non voleva neanche sentire il Dottore che diceva che bisognava Circonciderlo, tutta una Sciocchezza diceva Sam, quelli vogliono solo i Dollari. Marcus:… bene naturalmente Tutto era una Scoperta nuova per il mio Marcus, si può dire che fino a Tre Anni è cresciuto Cantando e Ballando. Oh è stato difficile svezzarlo, la sua Bocca era un Bacio di Miele Rosso e il Sole lo Amava.
Il tenente Brome sembrava accattivante, animato da un desiderio apparente di compiacere. — Mi dispiace averti fatto attendere, signore. Quello stupido avrebbe dovuto dirmelo che c’eri tu. Demetrios, eh? Ti ho sentito una volta o due. Peccato per la faccenda della licenza, ma l’utopia deve avere certe regole, sono sicuro che tu capisci. Vuoi una caramella alla marawan? D’accordo, è troppo presto; però qualche volta ne prendo una, per via della tensione del lavoro e tutto il resto. Racconti molte storie, di questi tempi? — Si appoggiò alla spalliera della sedia, dietro la scrivania; e con la faccia blanda invitò Demetrios ad entrare a far parte della compagnia dei furbi che sanno come va il mondo, qualche cedimento qui, un po’ di addolcimento là, nessun rancore, tutti felici. Era tozzo e bruno, il tenente Brome, con le unghie pulite ma con la pancia un po’ sporgente, la faccia flaccida, un atleta impigrito.
— Io raccontavo storie prima del 1993.
— Prima di cosa? Oh, già. Noi non ne parliamo, vedi. Guardarsi indietro è antiutopistico. Guardando indietro, cosa troveresti? Niente altro che delle idee logore, Demetrios: la democrazia invece della legge e dell’ordine utopistici, la monarchia invece dell’utopistica Repubblica del Re, tutta quella maledetta permissività socialista invece dell’etica utopistica, che grazie a Dio l’attuale amministrazione curerà meglio, molto meglio, d’ora in avanti. — Demetrios senti un nuovo brivido di freddo. — Grazie a Dio, — disse di slancio il tenente, — stiamo cominciando a imparare cosa vuol dire mandare avanti le cose in base a principi rigorosamente utopistici! A sbarazzarci di ogni maledetta sovversione che osa alzare la testa! — Ma dopo la sua fervida dichiarazione di principi politico-religiosi, il tenente Brome tornò a rilassarsi, divenne un individuo pratico e ragionevole, e osservò Demetrios con l’attenzione quasi affettuosa di un pescatore che vede il galleggiante abbassarsi per lo strattone della preda appena intravvista. Poco dopo continuò: — Demetrios, tu capisci, immagino, che un governo ispirato a principi utopistici non può tollerare che si raccontino storie indiscriminate, non approvate, che potrebbero minare alla base la libertà e l’utopianesimo. Uhm… nel Tempo Antico avevano commesso un grave errore… vedi, come pensi di proteggere la libertà di parola, se lasci che chiunque dica quello che vuole, eh? — E la cosa più orribile è che non si aspetta che io rida, non tollererebbe che ridessi. Ha inaridito la fonte del mio riso. Oh, se gli universi sono infiniti, ce n’è uno in cui il vecchio Demetrios ha il coraggio di tenere a bada questo omiciattolo, con il suo bastone di noce, il tempo necessario per pisciare sulle sue carte bene ordinate, e buttarle giù con un torrente di risa. E un altro in cui lo stesso Brome capisce l’assurdità, e ride lui, e pulisce il mondo intero con la sua risata. Ma il guaio è che è sempre qualche altro universo, non quello in cui siamo prigionieri, e in cui non è possibile ridere… Il tenente aveva detto qualche altra parola, così sottovoce, come se mormorasse soprappensiero, che Demetrios fu obbligato a chiedergli di ripetersi. — Ho detto, Demetrios, che la licenza costa solo venti dollari.
— Venti?
— Venti.
— Signore, è una rovina. Come portinaio della più rispettata Casa del Sesso di Redcurtain Street, guadagno quattro dollari la settimana: una paga generosa, ma non principesca. E come narratore, con il berretto sul marciapiedi, oh, posso raccogliere magari altri due dollari, se il tempo è bello ed esco cinque o sei giorni. Le mie spese sono poco inferiori al reddito. Non ho neppure risparmi di qualche conto.
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