Edgar Pangborn - La compagnia della gloria
Здесь есть возможность читать онлайн «Edgar Pangborn - La compagnia della gloria» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию без сокращений). В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Город: Milano, Год выпуска: 1977, Издательство: Nord, Жанр: Фантастика и фэнтези, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.
- Название:La compagnia della gloria
- Автор:
- Издательство:Nord
- Жанр:
- Год:1977
- Город:Milano
- ISBN:нет данных
- Рейтинг книги:3 / 5. Голосов: 1
-
Избранное:Добавить в избранное
- Отзывы:
-
Ваша оценка:
- 60
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
La compagnia della gloria: краткое содержание, описание и аннотация
Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «La compagnia della gloria»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.
La compagnia della gloria — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком
Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «La compagnia della gloria», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.
Интервал:
Закладка:
La Madam si stava godendo il tè in compagnia della graziosa Glorie e dell’olivastra Fran, servendosi distrattamente di una tozza teiera rosa che era Woolworth autentica, e condendo, il suo tè, distrattamente, con il fuoco di una bottiglia di whiskey di granturco. Come usava dirle stizzita Babette (gliel’aveva detto almeno trenta volte) doveva aver bevuto abbastanza tè di Penn da farci galleggiare l’intera flotta di Katskil… quattro battellini a una sola vela e un ketch. Era quel momento del pomeriggio in cui una foschia protettiva avvolgeva Madam Estelle, che abbandonava la casa a se stessa: il che voleva dire che era Babette a mandarla avanti. — Madam, ti dichiaro, sì, proprio a te, che questi bicipiti mi sono venuti a forza di sollevare quel maledetto bricco per farti il tè e il tè e poi ancora il tè. — Ma non era il tè che preoccupava il buon cuore di Babette.
— Prova a perdere trenta libbre, — disse dolcemente Madam Estelle, — e forse il tuo braccio sarà abbastanza magro perché io possa vedere il bicipite. — La bionda Glorie ridacchiò; le labbra di Fran si mossero, come se provassero qualche passaggio del Libro delle Posizioni. Fran era una ragazza dolce e seria; andare a letto con lei era come acquisire titoli accademici.
La robusta Babette, che era la tuttofare da dieci anni, di solito aveva la peggio in tutte le discussioni. Salutò Demetrios con affetto disinvolto (qualche volta andavano a letto assieme) e disse: — La ragazza ha finito di lavorare, uomo Demetrios. È di sopra. — Estelle sospirò, forse impegnata, nella foschia dello spirito di granturco, con gli orari di lavoro e con la fatica rugginosa e cigolante di vivere.
Un anno prima Demetrios aveva trovato Solitaire che vagava nei boschi intorno alla città. Era stata violentata da una banda di teppisti, aveva detto, e poi si era nascosta e aveva sofferto la fame per qualche giorno. Non ricordava chi fosse. Egli l’aveva portata al rifugio di Madam Estelle, come caso speciale. Poteva aiutare a tener pulita la casa, dividendo il letto soltanto con lui e con il Professore. Non doveva venire toccata dai clienti, altrimenti tutti e tre se ne sarebbero andati. — Un vecchio amico non ha bisogno di ricattarmi, — aveva detto la Madam. — Anch’io le voglio bene.
Estelle faceva conto su di lui. Chi altri avrebbe badato ai fuochi e avrebbe coltivato l’orto per un salario così modesto, e avrebbe intrattenuto gli ospiti nel Salotto con le sue storie solo per il gusto di farlo? E dove poteva trovare uno come il Professore, il cui liuto ti dava il suono delle risate infantili e dei cuori che si spezzano? Madam Estelle non era mai stata troppo avida di danaro, né malvagia. Presto aveva cominciato a provare e a dimostrare una speciale tenerezza per Solitaire… che ancora adesso non ricordava la propria identità. Probabilmente la grazia eccentrica della ragazza era ricordata nel grosso librone chiuso a chiave, il Diario, che Demetrios riconosceva come il cuore, lento ma vitale, dell’esistenza di Madam Estelle. Madam Estelle era timidamente fiera della sua capacità di leggere e di scrivere, una dote del Tempo Antico. Nessun altro vedeva mai il Diario: ella era meno vanitosa di molti autori, e aveva un sistema migliore per guadagnarsi da vivere.
Solitaire era sottile e dolce e minuta, e in un suo modo sottile, dolce e minuto, era completamente pazza.
Demetrios salì le scale e percorse il lungo corridoio, ricambiando i pigri saluti delle ragazze che si preparavano per la cena e per la nottata di lavoro, e raggiunse la grande, bella stanza in fondo alla casa, che divideva con il Professore e Solitaire. Da quella stanza poteva affacciarsi sull’orto e compiacersi della superiorità di questo nei confronti degli orti dei vicini; e poteva anche seguire quello che i vicini facevano, se ne aveva voglia… talvolta raccontava a Solitaire storie scatenate sul loro conto, completamente inventate da lui. Ella era seduta sul grande letto, e come Demetrios aveva previsto portava addosso gli stracci sporchi della giornata di lavoro; aveva i capelli raccolti in una stretta crocchia sotto un fazzolettone, e le guance macchiate. L’abbandono dell’avvilimento e della vecchiaia prematura… anche quello lo portava come un indumento. Era orribile vederla così, ma Demetrios conosceva le compensazioni di quella mascherata, di quel mimetismo protettivo che le permetteva di aggirarsi per la casa svolgendo le sue faccende come un topolino, senza che nessuno le badasse. Qualche volta attirava l’attenzione, per quell’esilità e quella grazia che non poteva nascondere, ma sapeva essere in modo molto convincente una schiava scialba.
In quel momento era perduta nella contemplazione del pianeta che continua ad esistere al di là di tutte le nostre finestre. Girò lentamente la testa bruna quando Demetrios chiuse la porta, e nei suoi occhi scuri (durante il giorno erano stati coperti dalle palpebre abbassate, per nascondere i fuochi della notte) fiorì la luce del riconoscimento; come un pesce colorato esce guizzando all’improvviso dall’oscurità d’una vasca, in un fulgore dorato.
— Solitaire aspettava Demetrios. — Egli non l’aveva mai sentita adoperare il pronome «Io», alla cui rigidità di pilastro molti di noi si appoggiano tutto il giorno e quasi tutta la notte; e non liberava mai la breve, robusta lama dell’altro prodigioso pronome che fa rima con blu. Nel rifugio della terza persona, Solitaire rimaneva chiusa per ragioni sue, e lì la potevi trovare se l’amavi come l’amavano Demetrios e il Professore. — Solitaire ha cinque cuori. — E alzò la mano aperta. — Uno per lei, uno che hanno divorato i cani e uno per Gesù e uno per il Professore e uno per Demetrios. — Comunque, non pareva una delle sue notti peggiori.
— Tutti miei. Ed è stata una bella giornata, — disse ancora Demetrios. — Bella e brutta. Mi sono fatto un amico; ma d’altra parte, un poliziotto mi ha detto che devo procurarmi una licenza per raccontare le storie.
— Licenza? Puah! — Ella non rise; faceva presto a vedere le possibilità di una bruttura. Solitaire aveva paura del buio, voleva sempre una lampada tenuta bassa o un mozzicone di candela acceso, anche quando giaceva tranquilla in letto tra Demetrios e il Professore. Una volta aveva detto che vivere era come camminare nella giungla, ma che qualche volta c’erano degli amici. — Ah, e quanto costerà, uomo Demetrios?
— Il poliziotto non ha voluto dirmelo, anche se credo che lo sapesse. — Demetrios sprofondò nel lusso della sua poltrona. Solitaire sorrise. — Un certo rituale non poteva incominciare fino a quando egli non era lì, dopo la fine di quella parte della giornata che glielo sottraeva. Ella non aveva mai approvato che se ne andasse in giro a sciorinare le sue storie davanti alla gente per un po’ di danaro, quando sarebbe potuto restare in casa, al sicuro. Una volta, in una giornata di pioggia, l’aveva sorpresa alla finestra, a benedire le nubi. Ma lei non diceva mai a Demetrios (o a chiunque altro) ciò che doveva fare. — Domani andrò in Comune e sentirò.
Ella sbadigliò, con un suono argentino. Con una scrollata di capo liquidò il Comune e tutte le assurdità del domani. Si levò il fazzoletto dalla testa e lo buttò sul pavimento. Stava portando un tavolino e una sedia al centro della stanza quando entrò il Professore, e sorrise anche a lui.
Il Professore tirò il paletto della porta e sedette a gambe incrociate sul pavimento, accanto alla poltrona di Demetrios. Il suo liuto parlava come se facesse parte del corpo snello e minuto, e parlava cortese, amorosamente.
Solitaire prese la sua scatoletta con esca e acciarino (nessuno doveva mai adoperarla o toccarla, altrimenti lei si arrabbiava e piangeva) e accese le candele nelle loro bugie, mettendone una ad ogni estremità del tavolino. Poi, da una cassapanca vicino al letto, tirò fuori una striscia di stoffa rossa, un paio di forbici, una pezzuola per lavarsi, un pezzo di sapone, una catinella e uno specchio a mano. Riempì la bacinella con l’acqua della caraffa che stava accanto al letto.
Читать дальшеИнтервал:
Закладка:
Похожие книги на «La compagnia della gloria»
Представляем Вашему вниманию похожие книги на «La compagnia della gloria» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.
Обсуждение, отзывы о книге «La compagnia della gloria» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.