«Che cosa vi ha detto Altho Franken, quando gli avete chiesto di tenere la CNS fuori dal conflitto?» chiese Rinni.
«Questo non lo sapete?»
Rinni sorrise, e, per un secondo, la maschera dura del suo volto s’incrinò.
«Una certa idea, ce l’abbiamo» rispose Gray.
«Probabilmente siete nel giusto» disse Janas.
«E che cosa intendete fare, comandante?» chiese Rinni, riprendendo la sua espressione dura.
«Ma voi, che cosa c’entrate in questa faccenda?»
«Vogliamo aiutarvi» disse Rinni.
«Comandante Janas» disse Gray, con tutto lo slancio della giovinezza. «Il generale Kantralas non vuole distruggere la CNS. È pronto a accettarne la neutralità. Sa che la CNS gli è sinceramente amica.»
«Altho Franken non è un amico del generale» disse Janas.
«E voi?» chiese Rinni.
«Io condivido certi suoi punti di vista, per così dire» disse Janas «e certo non desidero che la CNS si allei con gli avversari di Kantralas.»
«Chi non è con noi...» cominciò Gray.
«Un momento» disse Janas, alzando la mano. «Quali sono le vostre intenzioni precise?»
«Voi e i vostri amici perseguite gli stessi scopi nostri» disse Rinni.
«Cioè?» chiese Janas.
«La distruzione della Confederazione» disse Rinni, con una sfumatura di stupore nella voce. «La fine della guerra. La libertà di tutti i mondi dalla dominazione della Terra. L’instaurazione di una pace giusta e universale.» Tacque un istante, guardando Janas. «L’umanità non può più tollerare la brutalità e le atrocità del presidente Herrera.»
«Non è stata solo la Confederazione a macchiarsi di atrocità» ribatté Janas. «E Cassandra, e Erda? Li avete dimenticati, forse?»
«E voi avete dimenticato Antigone e Odino, comandante?» chiese Rinni. «Le atrocità e il genocidio sono conseguenze della politica della Confederazione. Non siamo stati noi a cominciare.»
«Ma avete continuato» replicò Janas.
«Solo per autodifesa, comandante.» C’era, nella voce di Rinni, una irritazione sincera. «E per noi non si tratta di tattica. I nostri capi non hanno dato l’ordine dei massacri e non hanno perdonato l’accaduto.»
«Gli uomini che hanno portato la desolazione su Cassandra e su Erda sono stati puniti?» chiese Janas.
«No» rispose Rinni «ma ciò non significa che noi approviamo le loro azioni. Non possiamo, però, permetterci di perdere i nostri capi. Forse hanno avuto torto, ma hanno sempre agito, così credevano, nell’interesse della Lega.»
Janas, per un momento, rimase in silenzio.
«Ma questo è un punto secondario» disse Gray. «Il punto principale è un altro. Voi e noi vogliamo la fine della dittatura di Herrera e una alleanza onesta e aperta di tutti i mondi, ognuno dei quali dovrà essere libero, uguale e sovrano. L’intera Spirale non ne può più della tirannia di un uomo e del dominio di un solo pianeta. Questa, comandante, è la nostra meta.»
Janas scosse il capo. «Forse avete travisato i miei intenti» disse. «Le mie aspirazioni sono più modeste delle vostre.»
«E quali sono le vostre aspirazioni, comandante?» chiese Rinni, con voce aspra e dura come l’acciaio.
«Vorrei soltanto che la CNS rimanesse fuori dalla mischia» le disse. «E non nutro grandi speranze di riuscire a realizzare qualcosa di più. Anzi, dubito molto di riuscirci.»
Per qualche istante, Rinni e Gray rimasero in silenzio.
«Su questo punto siamo d’accordo, comandante Janas» disse Gray alla fine.
«Lo immagino» disse Janas, prendendo l’ultimo pezzo di roast-beef. «In linea di principio, io sono d’accordo con voi. Però ritengo che i vostri propositi, date le circostanze attuali, siano poco realisti.»
«Che cosa intendete dire, comandante?» chiese Rinni.
«Voi siete convinti, se ho capito bene, che una volta eliminato quel brutto mostro della Confederazione terrestre, tutto vada a posto da solo. Io, invece, temo che non sia tanto semplice.»
«Andate avanti» disse Rinni.
«Una volta tolta di mezzo la Confederazione, nell’ipotesi che vinca la Lega, che cosa farete dei mostri che avete creato? Come vi libererete di gente come Carman Dubourg? Quell’uomo vi dà una mano a far fuori Herrera, e intanto si sta costruendo il suo impero personale. Non entrerà sicuramente nella vostra alleanza di “liberi e uguali”. E dei pianeti come Erda e Cassandra, che ne farete? Credete che accetteranno di unirsi alla vostra alleanza, o anche solo di mettersi in relazione con voi, dopo quello che avete fatto? Non è così semplice come sembra» ripeté Janas.
«Continuate, comandante» mormorò Rinni. «Mi pare di cominciare a capire il vostro punto di vista.»
«No, non capite» disse Janas, scrollando il capo. «E non dirò niente altro. Voi credete in ciò che fate, e io vi ammiro per questo. Spero sinceramente che riusciate a creare l’ordine nuovo che voi sognate.»
«Insomma, voi non credete nella nostra vittoria, è così?» chiese Gray.
«Io non credo in nessuna vittoria» disse Janas. «Spero soltanto che la CNS riesca a sopravvivere.»
«Come ho già detto, comandante, siamo d’accordo con voi su questo punto» disse Gray. «Potremo almeno collaborare a questo scopo.»
«No» disse Janas. «Io non mi unirò a voi e non voglio che voi vi uniate a me. Questa è una faccenda privata, che riguarda solo la CNS.»
«Comandante» disse Rinni, dominando l’irritazione. «Se ci permetteste di aiutarvi, potremmo esservi di grande aiuto. Abbiamo un’organizzazione potente sulla Terra, molto più potente di quanto voi sospettiate.»
«Grazie, no!» le disse Janas.
«Dunque, non possiamo fare proprio niente?» chiese Gray, senza più speranze.
Janas, per un secondo, tacque. «Avete qualcuno a San Francisco?»
«Sì» rispose Gray.
«Ci sono due cose che vorrei che i vostri controllassero» disse Janas. «Una è una faccenda mia personale, l’altra invece vi riguarda più da vicino.»
«Diteci» disse Rinni, tesa.
«C’è un’organizzazione, “I figli della Libertà” o qualcosa del genere, che progetta di assassinare Herrera. Sono dei pazzi, ma forse vi potranno essere utili.» E diede l’indirizzo di Rod Campbell.
«Ce ne occuperemo» disse Rinni.
«L’altra cosa... C’è una ragazza che vorrei che qualcuno tenesse d’occhio. Sarebbe un grande sollievo, per me. Potrei dedicarmi meglio al lavoro che ci interessa.»
I due si scambiarono un’occhiata.
«Si» rispose Gray. «Credo che potremo fare qualcosa. Chi è?»
Dopo avere spiegato il caso di Enid, Janas offrì da bere ai due.
«No, comandante, grazie» rispose Rinni. «Il battello sta per ripartire per Flagstaff, ed è meglio che ritorniamo a bordo. Altrimenti la nostra assenza verrà notata.»
«Mi spiace che le cose non siano andate come voi speravate» disse Janas.
«Comprendiamo le vostre ragioni» disse Gray, ma la sua espressione faceva pensare tutto il contrario.
«Se cambiate idea, comandante» disse Rinni, alzandosi «sapete dove trovarci.»
«Sì.»
«Arrivederci, comandante» disse Rinni, anche a nome di Gray.
Janas li guardò mentre si allontanavano, e ammirò l’elegante ancheggiamento di Rinni.
Aspettò ancora qualche minuto, sorseggiando un caffè ormai freddo, poi si alzò e pagò. Dopo di che si diresse verso il suo appartamento, fermandosi a comperare una scatola di sigarette.
Quando scese dall’ascensore e imboccò il corridoio, provò una strana impressione, una specie di presentimento. C’era qualcosa di strano intorno, ma non riusciva a capire che cosa fosse. Scrollò le spalle, accese una sigaretta e si diresse verso l’alloggio.
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