Richard Meredith - Il cielo era pieno di navi

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Il cielo era pieno di navi: краткое содержание, описание и аннотация

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Che cosa bolle ai confini della Galassia? Si parla di stragi “locali” e rappresaglie “limitate” su lontani pianeti come Odino, Cassandra, Antigone; si dice che la Lega dei Mondi Indipendenti voglia ribellarsi al governo centrale terrestre; si teme una guerra totale. Ma il solo a sapere come stanno realmente le cose è il capitano Robert Janas, un neutrale, un uomo di buona volontà e di buon senso, dal cui rapporto dipende il destino di miliardi di uomini. E Janas, come spesso accade a chi dice semplicemente la verità, non trova nessuno disposto a credergli.

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«Che cosa vi ha detto Altho Franken, quando gli avete chiesto di tenere la CNS fuori dal conflitto?» chiese Rin­ni.

«Questo non lo sapete?»

Rinni sorrise, e, per un se­condo, la maschera dura del suo volto s’incrinò.

«Una certa idea, ce l’ab­biamo» rispose Gray.

«Probabilmente siete nel giusto» disse Janas.

«E che cosa intendete fa­re, comandante?» chiese Rinni, riprendendo la sua espressione dura.

«Ma voi, che cosa c’entra­te in questa faccenda?»

«Vogliamo aiutarvi» dis­se Rinni.

«Comandante Janas» dis­se Gray, con tutto lo slancio della giovinezza. «Il generale Kantralas non vuole distrugge­re la CNS. È pronto a accet­tarne la neutralità. Sa che la CNS gli è sinceramente amica.»

«Altho Franken non è un amico del generale» disse Janas.

«E voi?» chiese Rinni.

«Io condivido certi suoi punti di vista, per così dire» disse Janas «e certo non desidero che la CNS si allei con gli avversari di Kantralas.»

«Chi non è con noi...» cominciò Gray.

«Un momento» disse Janas, alzando la mano. «Quali sono le vostre intenzioni precise?»

«Voi e i vostri amici perse­guite gli stessi scopi nostri» disse Rinni.

«Cioè?» chiese Janas.

«La distruzione della Con­federazione» disse Rinni, con una sfumatura di stupore nella voce. «La fine della guerra. La libertà di tutti i mondi dalla dominazione della Terra. L’instaurazione di una pace giusta e universale.» Tacque un istante, guardando Janas. «L’umanità non può più tollera­re la brutalità e le atrocità del presidente Herrera.»

«Non è stata solo la Con­federazione a macchiarsi di atrocità» ribatté Janas. «E Cassandra, e Erda? Li avete dimenticati, forse?»

«E voi avete dimenticato Antigone e Odino, comandan­te?» chiese Rinni. «Le atro­cità e il genocidio sono conse­guenze della politica della Confederazione. Non siamo stati noi a cominciare.»

«Ma avete continuato» replicò Janas.

«Solo per autodifesa, co­mandante.» C’era, nella voce di Rinni, una irritazione since­ra. «E per noi non si tratta di tattica. I nostri capi non han­no dato l’ordine dei massacri e non hanno perdonato l’acca­duto.»

«Gli uomini che hanno portato la desolazione su Cas­sandra e su Erda sono stati puniti?» chiese Janas.

«No» rispose Rinni «ma ciò non significa che noi ap­proviamo le loro azioni. Non possiamo, però, permetterci di perdere i nostri capi. Forse hanno avuto torto, ma hanno sempre agito, così credevano, nell’interesse della Lega.»

Janas, per un momento, ri­mase in silenzio.

«Ma questo è un punto secondario» disse Gray. «Il punto principale è un altro. Voi e noi vogliamo la fine della dittatura di Herrera e una alleanza onesta e aperta di tutti i mondi, ognuno dei quali dovrà essere libero, uguale e sovrano. L’intera Spirale non ne può più della tirannia di un uomo e del dominio di un solo pianeta. Questa, comandante, è la nostra meta.»

Janas scosse il capo. «Forse avete travisato i miei in­tenti» disse. «Le mie aspira­zioni sono più modeste delle vostre.»

«E quali sono le vostre aspirazioni, comandante?» chiese Rinni, con voce aspra e dura come l’acciaio.

«Vorrei soltanto che la CNS rimanesse fuori dalla mi­schia» le disse. «E non nutro grandi speranze di riuscire a realizzare qualcosa di più. An­zi, dubito molto di riuscirci.»

Per qualche istante, Rinni e Gray rimasero in silenzio.

«Su questo punto siamo d’accordo, comandante Janas» disse Gray alla fine.

«Lo immagino» disse Ja­nas, prendendo l’ultimo pezzo di roast-beef. «In linea di principio, io sono d’accordo con voi. Però ritengo che i vostri propositi, date le circo­stanze attuali, siano poco reali­sti.»

«Che cosa intendete dire, comandante?» chiese Rinni.

«Voi siete convinti, se ho capito bene, che una volta eliminato quel brutto mostro della Confederazione terrestre, tutto vada a posto da solo. Io, invece, temo che non sia tanto semplice.»

«Andate avanti» disse Rinni.

«Una volta tolta di mezzo la Confederazione, nell’ipotesi che vinca la Lega, che cosa farete dei mostri che avete creato? Come vi libererete di gente come Carman Dubourg? Quell’uomo vi dà una mano a far fuori Herrera, e intanto si sta costruendo il suo impero personale. Non entrerà sicuramente nella vostra al­leanza di “liberi e uguali”. E dei pianeti come Erda e Cas­sandra, che ne farete? Credete che accetteranno di unirsi alla vostra alleanza, o anche solo di mettersi in relazione con voi, dopo quello che avete fat­to? Non è così semplice come sembra» ripeté Janas.

«Continuate, comandante» mormorò Rinni. «Mi pare di cominciare a capire il vostro punto di vista.»

«No, non capite» disse Janas, scrollando il capo. «E non dirò niente altro. Voi cre­dete in ciò che fate, e io vi ammiro per questo. Spero sin­ceramente che riusciate a crea­re l’ordine nuovo che voi so­gnate.»

«Insomma, voi non crede­te nella nostra vittoria, è così?» chiese Gray.

«Io non credo in nessuna vittoria» disse Janas. «Spero soltanto che la CNS riesca a sopravvivere.»

«Come ho già detto, co­mandante, siamo d’accordo con voi su questo punto» disse Gray. «Potremo almeno collaborare a questo scopo.»

«No» disse Janas. «Io non mi unirò a voi e non voglio che voi vi uniate a me. Questa è una faccenda privata, che riguarda solo la CNS.»

«Comandante» disse Rin­ni, dominando l’irritazione. «Se ci permetteste di aiutarvi, potremmo esservi di grande aiuto. Abbiamo un’organizza­zione potente sulla Terra, mol­to più potente di quanto voi sospettiate.»

«Grazie, no!» le disse Janas.

«Dunque, non possiamo fare proprio niente?» chiese Gray, senza più speranze.

Janas, per un secondo, tacque. «Avete qualcuno a San Francisco?»

«Sì» rispose Gray.

«Ci sono due cose che vorrei che i vostri controllasse­ro» disse Janas. «Una è una faccenda mia personale, l’altra invece vi riguarda più da vici­no.»

«Diteci» disse Rinni, te­sa.

«C’è un’organizzazione, “I figli della Libertà” o qualcosa del genere, che progetta di assassinare Herrera. Sono dei pazzi, ma forse vi potranno essere utili.» E diede l’indiriz­zo di Rod Campbell.

«Ce ne occuperemo» dis­se Rinni.

«L’altra cosa... C’è una ragazza che vorrei che qualcu­no tenesse d’occhio. Sarebbe un grande sollievo, per me. Potrei dedicarmi meglio al la­voro che ci interessa.»

I due si scambiarono un’oc­chiata.

«Si» rispose Gray. «Credo che potremo fare qual­cosa. Chi è?»

Dopo avere spiegato il caso di Enid, Janas offrì da bere ai due.

«No, comandante, grazie» rispose Rinni. «Il battello sta per ripartire per Flagstaff, ed è meglio che ritorniamo a bordo. Altrimenti la nostra as­senza verrà notata.»

«Mi spiace che le cose non siano andate come voi sperava­te» disse Janas.

«Comprendiamo le vostre ragioni» disse Gray, ma la sua espressione faceva pensare tut­to il contrario.

«Se cambiate idea, coman­dante» disse Rinni, alzandosi «sapete dove trovarci.»

«Sì.»

«Arrivederci, comandante» disse Rinni, anche a nome di Gray.

Janas li guardò mentre si allontanavano, e ammirò l’ele­gante ancheggiamento di Rin­ni.

Aspettò ancora qualche mi­nuto, sorseggiando un caffè ormai freddo, poi si alzò e pagò. Dopo di che si diresse verso il suo appartamento, fer­mandosi a comperare una sca­tola di sigarette.

Quando scese dall’ascensore e imboccò il corridoio, provò una strana impressione, una specie di presentimento. C’era qualcosa di strano intorno, ma non riusciva a capire che cosa fosse. Scrollò le spalle, accese una sigaretta e si diresse verso l’alloggio.

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