In quanto a Enid, Janas era stato subito attratto da quella ragazza che avrebbe potuto essere sua nipote, in un’epoca in cui la durata media della vita si aggirava sui duecento anni. I due, però, avevano superato la differenza di età, ed erano diventati amanti. Janas aveva pensato più volte di sposarla, ma si era sempre tirato indietro per la stessa ragione, forse una scusa, che gli aveva impedito, fino ad allora, di sposarsi: e cioè, che il comandante di una nave spaziale non poteva pensare a una moglie.
Quando su Odino la situazione era divenuta intollerabile, Janas aveva ordinato a Enid di ritornare sulla Terra e di raggiungere il fratello a San Francisco, che era il posto più sicuro della Spirale. In un primo momento Enid aveva protestato, ma alla fine, quando Janas le aveva detto che anche lui avrebbe fatto presto ritorno sulla Terra, aveva ceduto.
Il grav-car sorvolò il ramo inferiore del Lago di Mede, mentre i raggi del sole pomeridiano brillavano sulla grande distesa liquida, bloccata dall’enorme diga di recente costruzione, intitolata a Jonal Herrera. Poco dopo la Valle della Morte, comparve all’orizzonte il comprensorio San Francisco-Oakland.
Il calcolatore che presiedeva al Controllo del Traffico di Frisco interruppe le fantasticherie di Jonas chiedendogli il numero di volo. Rispose il cervello elettronico di bordo e immediatamente dopo Jonas ricevette le istruzioni per abbandonare l’alta quota e innestarsi nelle vie consuete di traffico. Passati pochi minuti, dopo aver ridotto notevolmente la velocità, Janas infilò una linea di controllo che correva a poche centinaia di metri al di sopra dei tetti degli edifici, e finalmente s’inoltrò nella pista di superficie. Pilotando manualmente il grav-car, come se fosse stato un normale overcraft, s’inserì nel flusso del traffico urbano, dirigendosi verso il quartiere di Enid.
Enid, cosa piuttosto insolita, lo aspettava fuori dell’appartamento. Il fresco del mattino aveva lasciato il posto a un bel pomeriggio tiepido, che pareva voler fare dimenticare che l’inverno era imminente.
Quando Enid saltò su dalla panchina dove era seduta, Janas si accorse che la ragazza s’era aggiornata secondo la nuova moda: indossava una camicetta iridescente, che le copriva solo la schiena e le braccia, e a ogni sua mossa il tessuto variopinto l’avvolgeva in un arcobaleno di colori scintillanti. I seni, giovani e sodi, spuntavano tra lunghi nastri multicolori. La gonna le arrivava alle ginocchia, ma la stoffa trasparente lasciava poco campo all’immaginazione. Un cappello bianco completava l’abbigliamento. Janas trovava bello l’abito, ma era geloso che altri potessero ammirare tanta parte del corpo della ragazza.
Janas bloccò il grav-car a un metro da Enid.
«Bob!» ansimò la ragazza, strappandosi al suo bacio appassionato. «Non qui, davanti a tutti.»
«Allora, sali.»
«Sì, signore» rispose lei, e s’inerpicò a bordo del veicolo, mentre lui le teneva aperto lo sportello. Janas salì dopo di lei e, pochi secondi dopo, il grav era di nuovo in moto.
«Dove andiamo?» chiese lui.
«Dove vuoi.»
«A cena?»
«Benissimo.»
«Conosci qualche bel posto?»
«Da “Gaposchkin”»
«Dov’è?»
Enid lo guidò lungo un intrico di strade verso il ristorante.
«Vedo che conosci bene la città» disse pochi minuti dopo Janas, inoltrandosi in un dedalo di vie.
«Non avevo niente da fare, se non studiare la città» rispose Enid. «È straordinario quante cose si possono imparare, quando uno vi si dedica veramente.»
«Hai già trovato un impiego?»
«No, non l’ho ancora cercato. Ho aspettato che arrivassi tu.» Lo guardò con aria scanzonata. «Sapevo che mi avresti tolta dal marciapiede e che avresti cercato di fare di me una donna onesta.»
Ma prima che Janas avesse trovato la risposta, erano arrivati davanti al ristorante.
Durante tutta la cena chiacchierarono di mille cose insignificanti, come fanno sempre due innamorati che si ritrovano dopo tanto tempo. Soltanto quando furono al caffè, affrontarono l’argomento che per tutto quel tempo era rimasto minacciosamente in sospeso. D’altra parte, era impossibile evitarlo.
«Hai già visto Altho Franken?» chiese Enid, accettando la sigaretta che Janas le offriva.
Janas accennò di si.
«E che cosa ti ha detto?»
«All’incirca ciò che avevo previsto quando ho saputo la decisione che aveva preso» disse lentamente Janas. «Si è impegnato, e non intende tornare sulle sue decisioni.»
«E tu, che intendi fare?»
«Non lo so ancora.»
Rimasero, per qualche secondo, in silenzio. Una cameriera piccola e grassottella, con un vestito che, data la figura, lasciava troppe cose scoperte, servì il caffè.
Enid fissò a lungo il liquido scuro, come se scorgesse nella bevanda un qualche tremendo presagio.
«Rod è deciso a ucciderlo» disse alla fine, con una voce appena percettibile, che pareva un’eco distante.
«Altho?» chiese bruscamente Janas.
«No» disse Enid, alzando gli occhi dal caffè. «Herrera.»
«Il presidente?»
«Sì. Per questo è venuto sulla Terra. Rod fa parte di un’associazione che non so bene come si chiami: mi pare “I Figli della Libertà”, o qualcosa del genere. Si preparano a assassinare Herrera.»
«Tuo fratello è sciocco.»
«Lo so» mormorò la ragazza. «Si è iscritto tra i volontari che dovranno effettuare il colpo.»
«E che cosa spera di fare?»
«Non lo so» rispose piano Enid. «E non so neppure se lui lo sa.»
«È uno sciocco» ripeté Janas. «Quel delitto non servirà a niente. Una volta fatto fuori Herrera, ne spunteranno altri due, peggiori di lui e pronti a prendere il suo posto. Ha un’idea, Rod, di quante volte nella storia, una volta ucciso un tiranno, si è scoperto che se ne era fatto un martire e che era pronta una dittatura peggiore della prima? Non ha mai sentito parlare di Giulio Cesare? Non sa che cosa è avvenuto a Roma, dopo la sua morte?»
«Gliel’ho detto, ma non mi vuole dar retta.»
«Se fosse un colpo organizzato come si deve, in modo da fare fuori tutti quelli che sostengono Herrera e da affidare la Confederazione alle mani di qualcuno molto deciso, be’, allora sarebbe un’altra faccenda. Ma un progetto che si limiti a eliminare quell’uomo solo, non serve assolutamente a niente.»
Enid sospirò, ma non disse nulla.
«E quando pensano di agire?»
«Non lo so» disse Enid. «Presto, ma non so esattamente quando.»
«Allora non è il caso di preoccuparsi» disse Janas, con un sorriso amaro. «Con tutta probabilità, non combineranno niente. Tra pochi giorni, o al massimo tra poche settimane, la data precisa non ha grande importanza, Herrera sarà morto senza che ci sia bisogno dell’intervento di Rod.»
«Che cosa vuoi dire?»
«La Confederazione non durerà più a lungo. Non lo so con assoluta certezza, ma mi risulta che i ribelli stanno serrando le file e si preparano all’attacco decisivo. La loro flotta sta puntando sulla Terra. Quando sono partito, non c’era più una sola nave da guerra ribelle nella Nebulosa; e il grosso della flotta della Confederazione ha lasciato la Luna ieri.»
«Non immaginavo che le cose sarebbero precipitate in questo modo» disse Enid. «Siamo in guerra da tanto tempo, e non mi aspettavo che finisse così bruscamente.»
«Non finirà bruscamente, cara» le disse Janas. «Questo conflitto è cominciato molto tempo prima che io nascessi, e cioè un bel po’ di anni fa, e si concluderà solo quando io sarò morto da un pezzo.»
«Ma la Rivolta...»
«La Rivolta finirà tra poco, con la vittoria dei ribelli. Ne sono certo. Ma è quello che verrà dopo che mi spaventa.»
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