Richard Meredith - Il cielo era pieno di navi

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Il cielo era pieno di navi: краткое содержание, описание и аннотация

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Che cosa bolle ai confini della Galassia? Si parla di stragi “locali” e rappresaglie “limitate” su lontani pianeti come Odino, Cassandra, Antigone; si dice che la Lega dei Mondi Indipendenti voglia ribellarsi al governo centrale terrestre; si teme una guerra totale. Ma il solo a sapere come stanno realmente le cose è il capitano Robert Janas, un neutrale, un uomo di buona volontà e di buon senso, dal cui rapporto dipende il destino di miliardi di uomini. E Janas, come spesso accade a chi dice semplicemente la verità, non trova nessuno disposto a credergli.

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«Sì, è vero, lassù ci sono stati disordini, ma era impossi­bile evitarli.»

«Molte cose erano evitabi­li!»

«Che cosa avrei dovuto fare, secondo te?» chiese Franken. «Dare il mio appoggio al generale Kantralas?»

«No» rispose Janas. «Una tua mossa chiaramente in favore dei ribelli avrebbe atti­rato su di te le ire della Confe­derazione. Herrera, sapendo che le cose andavano male nel Centro, non aveva certo l’in­tenzione di aprire un secondo fronte; ma pur di impedirti di aiutare i ribelli, lo avrebbe fatto. Tu dovevi rimanere al di fuori di tutto, e restare neutra­le. Sono milleduecento anni che la CNS segue questa linea di condotta, e bisognava conti­nuare così. La Confederazione non avrebbe preso misure con­tro di noi, a meno che noi appoggiassimo apertamente la Lega; e Kantralas, da parte sua, avrebbe riconosciuto la nostra neutralità.»

«Come potevo saperlo?»

«Tu conosci Kantralas» disse Janas «e sai che Herrera ha paura della CNS.»

«Ascoltami, Bob, cerca di vedere le cose dal mio punto di vista. Se io gli avessi negato il mio appoggio, Herrera se la sarebbe legata al dito, e in caso di vittoria della Confederazio­ne, al primo pretesto, avrebbe schiacciato la CNS.»

«L’avrebbe fatto in ogni caso» disse Janas. «Ma la Confederazione non vincerà, non può vincere.»

«Un momento» disse Franken, con voce stridula, quasi all’orlo dell’isterismo. «Supponiamo che Kantralas vinca. È un uomo non più giovane e ha intorno una schie­ra di personaggi pronti a ag­guantare il potere: e quella è gente molto diversa da lui. Kantralas morirà, o qualcuno lo farà fuori, e allora saranno guai. Una di quelle teste calde, avendo paura di noi, cercherà di mettere le mani sulla CNS.»

«Sì, qui sono d’accordo con te» rispose Janas. «Ed è proprio quello che volevo. Sii realista, Al. Leggi i miei rap­porti. Una volta sconfitta la Confederazione, la Lega dei Mondi Indipendenti si sfasce­rà. Più di cento sistemi non aspettano che quel momento per dichiarare la propria totale indipendenza. La Lega, nel gi­ro di un anno, andrà in bricio­le, a meno che ci sia una personalità sufficientemente forte, e una ragione altrettanto forte, per tenerla assieme. In quel momento non ci sarà né un uomo né un gruppo tanto forte da poter attaccare la CNS con speranze di vittoria, e noi saremo la potenza più forte di tutta la Spirale.»

«Continuo a ritenere che abbiamo migliori possibilità se stiamo con la Confederazione.»

«Non la penseresti così, se conoscessi i fatti.»

«Conosco i fatti, Bob.»

«Non ne sono convinto. Prendi Odino, per esempio. È, o meglio era, il pianeta più civile della Confederazione. Sono secoli che su Odino si costruiscono astronavi. Lassù esisteva la migliore università della Confederazione. Adesso non c’è più niente. L’universi­tà è ridotta a un cumulo di macerie, le fabbriche sono di­strutte, gli spazioporti sman­tellati. Ci vorranno cinquecen­to anni prima che Odino riab­bia gli impianti industriali da cui usciranno le nuove astrona­vi. D’altra parte, qualcuno do­vrà pure scampare a questo conflitto e alle altre guerre che seguiranno. E questo qualcuno terrà in vita la civiltà interstel­lare.»

Mentre Janas parlava, Franken lo fissava con espressione assente. Alla fine si alzò lenta­mente, dicendo: «Apprezzo le tue intenzioni, Bob. Ma tocca a me prendere le decisio­ni.»

La porta in fondo all’ufficio si aprì e entrò il segretario personale, Milt Anchor.

«Desiderate, cittadino Franken?»

«Il comandante Janas se ne va. Vi spiace provvedere alla sua sistemazione? Deside­ro che sia la migliore possibile.» Poi voltandosi verso Janas, disse: «Milt leggerà i tuoi rapporti, Bob, e appena me ne avrà riferito, ne riparleremo. Nel frattempo forse avrai mo­do di conoscere alcuni rappor­ti della Confederazione, che ti faranno cambiare idea.»

«Ne dubito.»

«Hai deciso di fermarti alla Residenza della Compa­gnia?»

Janas scrollò le spalle, chie­dendosi dove sarebbe potuto andare. La Terra, ormai, non era più la sua patria, e tuttavia non gli era possibile, in quel momento, ritornare tra le stel­le.

«Sì, mi fermo qui» rispo­se lentamente.

8

La più grande Armada della storia della Terra avanzava nel grigio Anti-spazio, muovendo incontro a un’altra flotta, forse ancora più poderosa, per uno scontro che avrebbe deci­so la sorte della millenaria Confederazione Terrestre.

Circa mille anni prima, e cioè nel 2504 del vecchio ca­lendario, le città-stato della Terra e le colonie fondate sui vari mondi dalle grandi corpo­razioni interstellari, avevano inviato i propri rappresentanti a Ginevra, nell’Europa centro-meridionale, sulla Terra. Se­condo gli Statuti della Confe­derazione, emanati dalla con­venzione ginevrina, l’intera umanità formava un’unica re­pubblica democratica. La Pax Terrae aveva regnato sui domi­ni dell’uomo, e quello era sta­to un periodo di quiete, duran­te il quale le navi della Compa­gnia di Navigazione Solare, fondata tre secoli prima della Confederazione, si erano spin­te sempre più lontano, apren­do agli uomini la Cintura e colonizzando i mondi della Nebulosa stellare.

L’età dell’oro della Confe­derazione si era trasformata a poco a poco in Imperium. Potere e autorità avevano gra­vitato sempre più su Ginevra, si erano concentrati nelle mani del presidente, e la mossa era stata fatta con tanta abilità che pochi si erano resi conto di ciò che avveniva. Col passa­re dei secoli, le antiche libertà avevano continuato a sussiste­re solo come privilegi soggetti a revoca, a seconda del capric­cio dispotico dei burocrati.

Ottocento anni dopo la creazione della Confederazio­ne, il malessere diffuso sui vari mondi era divenuto intollera­bile, il malcontento aveva co­minciato a serpeggiare e, qua e là, prima dieci e poi venti dei mille mondi soggetti alla domi­nazione della Confederazione avevano fatto lega tra loro, erano sorti i primi comitati, erano state stese petizioni e invocate riforme.

In un primo tempo, il presi­dente aveva deciso di ignorare quei movimenti isolati, e aveva inviato truppe scelte a sedare i disordini, ma si era trattato di palliativi che non potevano du­rare a lungo. Da mondo a mondo, in modo inarrestabile, si era diffusa l’idea della ribel­lione. Il grido di “Abbasso la Confederazione!” era divenu­to il grido dei ribelli, che avevano pubblicato il loro pro­gramma traendolo da un libel­lo anonimo: “Ne abbiamo ab­bastanza della Terra: ormai ha fatto il suo tempo. Siamo pronti a versare il nostro san­gue, per lottare e costruirci con le nostre mani il nostro destino”.

Nell’anno 846 della Confe­derazione, i mondi della Cintu­ra, e cioè Orpheus, Loki, Prometeus e una dozzina d’altri, si erano alleati e avevano deciso di scuotere il giogo della Con­federazione. La Lega dei Mon­di Indipendenti era nata.

Il presidente della CT, pie­namente consapevole del peri­colo, aveva inviato una flotta a dare una lezione ai rivoltosi, ammonendo gli altri a non fare lega con i ribelli, se non vole­vano incorrere nella collera e nell’indignazione confederali. Le navi spaziali mandate dalla Terra erano penetrate nella Cintura puntando verso Or­pheus, dove avevano trovato ad aspettarle una flotta messa assieme all’ultimo momento, piccola e male armata, con la quale i ribelli erano pronti a dare battaglia.

La Lega dei Mondi Indipen­denti per poco non era uscita distrutta dallo scontro. Le po­che navi superstiti, decimate e disperse, avevano chiesto asilo alla Confederazione; sulla Ter­ra, il presidente, ormai convin­to che ogni pericolo fosse scomparso, non aveva più pen­sato alla Lega.

Nei settantacinque anni suc­cessivi, i ribelli, che avevano imparato la lezione in quel primo assaggio delle forze del­la Confederazione, avevano evitato ogni scontro diretto. In tutto quel periodo, intanto, la Lega dei Mondi Indipendenti, a furia di scaramucce, incursio­ni e abile propaganda, era dive­nuta sempre più forte e si era preparata a sfidare per la se­conda volta la potente Confe­derazione Terrestre.

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