Ben Bova - Orion e la morte del tempo

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Orion e la morte del tempo: краткое содержание, описание и аннотация

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Orion non è un uomo come tutti gli altri: tanto per cominciare, è immortale. Scelto dai Creatori per essere il loro campione nei frangenti più pericolosi e contro nemici insidiosissimi, è costretto ad andare alla deriva nel tempo per battersi contro i pericoli che si annidano in epoche e secoli nascosti. Insieme ad Anya, una ragazza che condivide la sua sorte, è costretto questa volta a lottare non solo contro le forze ostili ai Creatori, gli enigmatici esseri che reggono le fila del suo destino, ma contro i Creatori stessi per riconquistare la libertà. E la partita si decide in un’era lontanissima, dove la morte del tempo non è più metafora ma realtà.

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— Anya — chiamai a voce alta. — Sei qui?

— Lo sarò presto, amore mio. Presto.

Allora compresi ciò che aveva fatto. Mentre gli altri Creatori avevano assunto le loro forme naturali di sfere d’energia pura disperdendosi tra le stelle, Anya si era nascosta in attesa nelle profondità della Terra.

Mi domandai se il tempo scorreva allo stesso modo per una dea come accadeva per un uomo. Si era proiettata in quel punto dello spaziotempo attendendo che Set allentasse la propria vigilanza sul pozzo nucleare, così da permetterle di assumerne il controllo. Il mio attacco improvvisato nel cortile le aveva fornito quella possibilità. Mentre Set concentrava tutta la propria attenzione su di me, Anya aveva assunto il controllo dell’energia che ribolliva nel cuore fuso della Terra.

Lo stesso Set mi aveva mostrato come persino i Creatori potessero essere distrutti, una volta privati della loro fonte d’energia. Anya aveva imparato la lezione e l’aveva usata contro quel demonio. Si era impadronita del pozzo nucleare, e adesso aveva dato il via a un processo di smantellamento dei suoi poteri. Lo schermo che nascondeva la luce delle stelle era ormai quasi scomparso.

La terra tremò di nuovo, più forte che mai. Potevo avvertire quel rumore dentro di me, come il borbottio di qualche titano. Il cortile prese a ondeggiare, il suolo si alzò e si abbassò come le onde del mare. La parete ricurva vacillò paurosamente. Una parte di essa cadde con tremendo frastuono.

E io ero sempre seduto lì, serrando le arterie per non morire dissanguato, chiedendo se sarei riuscito a reggermi in piedi. La terra prese a tremare ancora più forte sotto di me. La parete alle mie spalle ondeggiò fra mille sinistri scricchiolii.

Allora il centro del cortile esplose in una sfera di fuoco, tanto luminosa da saturare la mia vista. Stringendo gli occhi fino a farmi scorrere le lacrime giù dalle guance, riuscii vagamente a distinguere una fontana di lava incandescente che eruttava dalle viscere della terra, emettendo ondate di calore che mi bruciarono il volto anche se mi trovavo a un centinaio di metri di distanza.

— Il pozzo nucleare è distrutto, amore — disse la voce di Anya. — Adesso posso raggiungerti.

— Non prima di me — giunse la voce carica d’odio di Set.

E da quella fontana eruttante lava fusa, scaturita dal centro della terra, si levò l’enorme figura di Set, diavolo incarnato, un demonio i cui occhi da rettile brillavano d’odio e di furore nei miei confronti.

Afferrai la scimitarra al mio fianco e cercai di alzarmi in piedi, ma senza successo. Ero troppo debole; avevo perso troppo sangue.

I piedi artigliati di Set si fecero sempre più vicini, fino a portarsi al mio fianco, illuminati dal chiarore della lava che fuoriusciva dal centro del cortile.

— Hai distrutto il mio mondo, Orion. — Le sue parole ardevano nella mia mente. — Ma non hai distrutto me. Sarò io a ucciderti.

Si piegò su di me e mi serrò le dita intorno alla gola. Sollevandomi in aria, cominciò a soffocare la vita dentro di me. I suoi artigli mi penetrarono nelle carni, e il mio sangue prese a scorrere lungo le squame delle sue braccia.

Lo colpii con la scimitarra, ma ero troppo debole per ferirlo seriamente. La sua corazza di squame si rivelò un’ottima difesa contro il filo della mia spada.

Voltatosi senza mollare la presa dal mio collo, Set avanzò lentamente verso la fontana di fuoco. La mia vista si era offuscata, e non riuscivo a respirare. Il mondo stava scomparendo nelle tenebre.

— Arrostirai nelle fiamme del tormento per l’eternità, Orion. Ho ancora sufficiente controllo sulle forze dello spaziotempo per darti la più terribile delle morti. Brucia all’inferno, Orion! Per sempre!

Mi sollevò al di sopra della fontana di lava. Sentii le mie carni sfrigolare, il sangue ribollire, il dolore bruciare nella mia mente.

Nella mano destra stringevo ancora la spada. Sollevandola allo stremo delle forze, ne infilai la punta in un occhio di Set, spingendola nel suo cervello con tutta la forza di cui disponevo. Sentii la lama grattare contro l’osso dell’orbita oculare, e udii il demonio urlare di rabbia e di dolore.

Cominciò a barcollare, ma non allentò la presa sulla mia gola. La lava bollente mi bruciava la pelle; tutto ciò che riuscivo a vedere erano la lava rossa e il volto di Set, di un rosso ancora più intenso, le labbra contratte all’indietro in un ringhio d’odio profondo, la lama ricurva della scimitarra conficcata nell’occhio, da cui il sangue si riversava copioso tra le scaglie lucenti del suo viso.

Allora un lampo d’argento saettò davanti ai miei occhi annebbiati. Set lanciò un altro grido, e io mi sentii volteggiare nell’aria. Infine non sentii più la lava bruciarmi le carni. Un globo d’argento scintillante galleggiava a mezz’aria, emettendo un lampo bianco che si contorceva sibilando come una serpe d’elettricità, avvolgendosi intorno al corpo di Set.

Apparve quindi un globo dorato, poi un altro bianco come la neve. Infine un altro del più intenso rosso rubino, e tutti erano incandescenti e scagliavano dardi d’elettricità contro il corpo di Set. Il rettile mi lasciò cadere, soffiando e stridendo, dimenando la coda all’impazzata, stringendo le mani nell’aria senza riuscire ad afferrare nulla. Barcollò all’indietro verso la fontana di lava, contorcendosi su se stesso mentre le sue urla mi straziavano la mente come lame incandescenti.

Apparvero altri globi, color rame e verde smeraldo, bronzo e ottone, e ognuno aggiungeva agli altri il proprio lampo diretto verso la figura tormentata di Set, spingendolo verso la fontana di lava infuocata.

Con un ultimo strido d’agonia e di disperazione. Set sprofondò in quel metallo fuso e ribollente, scomparendo nella rovente fontana infernale che lui stesso aveva creato.

38

Ero disteso sulla schiena ustionata, più morto che vivo.

I globi d’energia fluttuarono nell’aria verso di me e assunsero forma umana: Anya, Zeus, Ares dai capelli rossi, la bella Afrodite, Era dagli occhi scuri. E il Radioso, naturalmente, superbo come sempre.

Fece un passo avanti, sorridendo, i capelli dorati scintillanti nella notte, il corpo muscoloso avvolto in un lungo mantello bianco e dorato.

— Abbiamo fatto un buon lavoro — disse con gioia. — Quel demonio non ci darà più fastidio.

— Orion ha fatto un buon lavoro — lo corresse Anya, inginocchiandosi al mio fianco sul terreno cosparso di sangue. Ero molto debole, e in preda alle vertigini. Continuavo a tenere lontano il dolore delle mie ustioni, ma sapevo che erano gravi, forse fatali. Eppure, non appena Anya posò le dita sulla mia fronte, sentii un nuovo vigore fluire dentro di me.

— Oh, anche lui ha fatto la sua parte. È andato tutto secondo i miei piani.

Zeus sollevò un sopracciglio. — Andiamo, Aten; se non fosse stato per Orion non saremmo mai stati in grado di penetrare le difese di Set.

Con tono veemente, Anya aggiunse: — Orion è riuscito a distrarre il mostro abbastanza a lungo perché potessi prendere il controllo della sua fonte d’energia e distruggerla.

Mi guardai intorno nel cortile semidistrutto. Le carcasse senza vita dei sauropodi e dei carnosauri erano disseminate dappertutto, simili a piccole colline. Fra esse giacevano i cadaveri degli shaydiani caduti. La parete ricurva della fortezza era crollata per metà. La fontana di lava era scomparsa.

— Era in stasi temporale — Anya mi spiegò con dolcezza. — Set aveva intenzione di immergerti in quell’inferno e lasciartici per l’eternità.

— E invece… — La mia voce era un gracchio soffocato.

— Invece l’abbiamo precipitato nel suo stesso inferno — disse lei. — Mentre tu lo tenevi impegnato, siamo riusciti a impadronirci della sua fonte d’energia e a fare ritorno dai luoghi in cui eravamo rimasti nascosti in attesa di sferrare l’attacco.

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