Frederik Pohl - Gli antimercanti dello spazio

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Sono passati trent’anni da quando Frederik Pohl inventò quei
che Kingsiey Amis nelle sue
mise al disopra dello stesso
di Orwell. Fu allora che dagli uffici di Madison Avenue le grandi compagnie pubblicitarie assunsero il controllo della Terra, ma fecero lo sbaglio di mandare un’astronave sul pianeta Venere. Oggi Venere è il rifugio dei refrattari e dei ribelli, il simbolo dell’anti-pubblicità, la bandiera dei nemici della produzione e del consumo. I rapporti tra i due pianeti si fanno ogni giorno più difficili. La situazione insomma è così tesa, che Frederik Pohl ha sentito la necessità di scrivere un nuovo romanzo sullo scottante argomento. E l’ha scritto.

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— Forse no. Forse il male non si può mai sconfiggere. Forse i mali sociali del mondo sono troppo radicati, e il male vincerà. Ma non c’è bisogno che tu sia mia complice, Mitzi. E non dovrai rinunciare, come il tuo eroe, Mitch Courtenay.

— Tenny! — Non era arrabbiata, solo incredula per quella bestemmia.

— Ma è proprio quello che ha fatto, Mitzi. Non ha risolto il problema, è scappato.

— Noi non stiamo assolutamente scappando.

Annuii. — Giusto, voi combattete. E usate le stesse armi. E ottenete gli stessi risultati! Gli imbroglioni hanno trasformato la Terra m quaranta miliardi di bocche senza testa… Quello che voi volete è farle morire di fame, così non vi daranno più fastidio! Per questo io non sono dalla parte egli imbroglioni, né da quella dei Venusiani. Mi tiro fuori. Scelgo qualcosa di diverso.

— La verità?

— La verità, Mitzi — dichiarai, — è la sola arma che non colpisce entrambe le parti!

E qui mi fermai. Mi stavo per lanciare in un comizio in piena regola, e sa il cielo quali altezze oratorie avrei potuto raggiungere per il mio pubblico formato da una sola persona. Ma la parte migliore l’avevo già detta, e l’avevo registrata su nastro. Armeggiai con la tastiera, per avere sul monitor i miei annunci, e mi fermai, con il dito sul pulsante «Esecuzione». — Senti, Mitzi — dissi. — Ci sono ventidue annunci in tutto, tre per ciascuna delle sette persone di cui mi sono servito…

— Perché sette? — chiese. — Ne ho visto solamente quattro là fuori.

— Due erano bambini, e li ho mandati via con il Sudanese per tenerli lontani dal pericolo. Fai attenzione, Mitzi! 1 primi ventuno servono solo a preparare il pubblico per il ventiduesimo: Questo l’ho fatto io. Cioè, sono io che parlo… ma è diretto a te.

Premetti il pulsante. Lo schermo si accese. Ed eccomi lì, con l’aria seria e segnata dalle preoccupazioni, sullo sfondo di una foto di Port Kathy. — Il mio nome — disse la mia voce registrata, e la parte professionale del mio cervello pensò: Non è male. Non è troppo pomposo, anche se forse parla un po’ troppo in fretta , — il mio nome è Tennison Tarb. Sono un redattore pubblicitario di prima classe, e quella che vedete alle mie spalle è una delle città di Venere. Vedete la gente? Sembrano proprio uguali a noi, non è vero? Ma sono diversi da noi per una ragione. Non vogliono che le loro menti vengano condizionate dalla pubblicità. Sfortunatamente questo ha dato origine a un sacco di guai, perché adesso le loro menti sono condizionate in una maniera diversa. Sono arrivati ad odiarci. Ci chiamano «imbroglioni». Pensano che vogliamo conquistarli e costringerli a ingoiare a forza la nostra pubblicità. Questo li ha resi spietati quanto qualsiasi uomo di Agenzia, e il peggio è che i loro sospetti sono giusti. Abbiamo infiltrato molte spie nel loro governo. Mandiamo squadre di terroristi a sabotare la loro economia. E in questo momento stiamo progettano di invaderli con armi campbelliane, la stessa cosa che ho visto succedere poco tempo fa nel deserto del Gobi…

— Oh, Tenny — mi sussurrò Mitzi, — credo che ti lobotomizzeranno.

Annuii. — Sì, è proprio quello che ci faranno, se ci andrà male.

— Ma è inevitabile!

Le abitudini sono dure a morire; per quanto volessi spiegarmi con Mitzi, non potei fare a meno di gettare un’occhiata di rimpianto allo schermo… Stava per cominciare la parte migliore! Ma dissi: — Lo scopriremo presto, Mitzi. Vediamo cosa dicono. — E lasciando che il monitor continuasse a trasmettere la mia immagine, mi sintonizzai sulle notizie con lo schermo della scrivania. La prima mezza dozzina di titoli erano le solite terribili minacce e sinistre previsioni, ma poi ne arrivò una che mi fece balzare il cuore in gola:

La città in fermento,

folle per le strade

E subito sotto:

Il capo della Brinks dice:

«Le dimostrazioni sono incontrollabili».

Non mi preoccupai di leggere il testo. Spalancai la porta dell’ufficio dove i miei quattro fedeli erano tutti intenti a guardare gli schermi sulle scrivanie. — Cosa succede? — chiesi. — C’è uno spettacolo? Controllate i canali con le notizie!

— Stiamo proprio guardando uno spettacolo! — gridò Gert Martels sorridendo. Mentre i monitor della parete si accendevano, capii di cosa stesse parlando. Le stazioni locali si erano sguinzagliate in giro per raccogliere le reazioni… e le reazioni erano imponenti.

— Accidenti, Tenny — gridò Rockwell, — è tutto bloccato! — Ed era proprio così. Le telecamere passavano da un incrocio all’altro: Times Square, Wall Street, Central Park Mall, Riverspace… e tutti avevano lo stesso aspetto. Era l’ora di punta del mattino, ma il traffico si era praticamente bloccato, mentre i milioni di abitanti della città ascoltavano le radioline portatili, o guardavano gli schermi murali, e tutti ascoltavano uno dei nostri comunicati.

Riuscivo a malapena a respirare per l’eccitazione. — Le reti nazionali! — gridai. — E cosa sta succedendo nel resto del paese?

— La stessa cosa, Tenny — disse Gert, quindi aggiunse: — Non vedi cosa succede, là in quell’angolo?

Sullo schermo c’era Union Square, e nell’angolo destro in basso, c’era un gruppo di persone che non si limitava a rimanere con la bocca spalancata. Anzi, si stavano dando un gran da fare. Erano tutti intenti a sfasciare metodicamente e brutalmente uno schermo murale.

— Stanno distruggendo i nostri comunicati! — ansimai.

— No, no, Tenny! Quello è dei Kelpy-Crisp! E guarda là… nella zona limbale. Hanno distrutto il proiettore!

Sentii che Mitzi mi prendeva la mano, e quando mi voltai, lei stava sorridendo, con gli occhi umidi. — Almeno hai un pubblico — disse; e dalla porta, una nuova voce disse solennemente: — Il più grande pubblico mai visto, signor Tarb.

Era Dixmeister. Gert Martels aveva già tirato fuori la pistola e gliela aveva puntata alla testa. Lui non la guardò neppure. In mano non aveva niente. Disse: — Sarà meglio che veniate di sopra, signor Tarb.

Il mio primo pensiero fu il peggiore. — Uno squadrone della Moralità Commerciale? — domandai. — Stanno cancellando gli spot? Hanno una contro-ingiunzione…

Lui aggrottò la fronte. — Niente di tutto questo, signor Tarb. Accidenti! Non ho mai visto simili indici di gradimento! Ognuno degli spot arriva a più cinquanta, e la Marcia dei Dollari è subissata da offerte… No, no, va tutto a gonfie vele.

— E allora cosa c’è, Dixmeister? — gridai.

Con voce incerta, lui disse: — È tutta quella gente. Sarà meglio che veniate su a vedere.

E così feci, e dal secondo piano dell’edificio si vedeva la strada, la piazza, le finestre di fronte. E ogni centimetro quadrato era occupato dalla gente.

La cosa buffa è che all’inizio non riuscivo neppure a rendermene conto. Pensai che volessero linciarmi… fino a quando non li sentii acclamare.

E il resto del mondo? RussCorp, Indiastries, SA… tutti quanti? Anche lì si comincia a sentire la gente che acclama; e dove finirà, non lo so. Le vecchie abitudini fanno fatica a morire, sia per gli individui che per le nazioni. I monoliti sono duri da demolire.

Ma hanno cominciato a scaricare i traghetti, in Arizona, e il monolito ha cominciato a fendersi.

FINE

Profilo dell’autore

di Marzio Tosello

Frederik Pohl appartiene a quella nutrita pattuglia di scrittori che annovera gente del calibro di van Vogt, Asimov, Heinlein, Sturgeon, Brown, Bradbury, affermatisi nel cosiddetto “periodo classico” della letteratura di fantascienza.

Nato nel 1919, membro della famosa Futurians Society , Pohl entra alla grande nel mondo dell’editoria dirigendo Astonishing Stories a partire dal febbraio 1940 (a 21 anni) e Super Science Stories dal marzo dello stesso anno.

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