Fred Hoyle - La Nuvola nera

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La Nuvola nera: краткое содержание, описание и аннотация

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L’ombra mortale di una nuvola di gas avvolge la Terra. Mentre i politici si agitano vanamente, alcuni scienziati giungono a una straordinaria scoperta: la Nuvola non è solo un ammasso di gas… In questo classico della fantascienza (1958), suspence, credibilità scientifica (Hoyle è uno scienziato), e infiniti spunti di riflessione sui rapporti scienza-politica.

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«Le dirò sinceramente, Parkinson. Credo che questo affare l’abbia sconvolto. Non sono poi quello che lei crede. C’è un fatto che lo prova. Come ha saputo di questi razzi? Da Londra, vero?»

«Sì, da Londra.»

«Allora, almeno a Londra c’è ancora un po’ di rispetto umano.»

«Mi dispiace di disilluderla, Kingsley. È vero che non posso dimostrare in pieno quel che sostengo, ma tuttavia questa informazione il governo britannico non ce l’avrebbe mai passata, se avesse potuto accordarsi con gli Stati Uniti e con l’Unione Sovietica. Il fatto è che non abbiamo razzi da lanciare. Forse capirà che il nostro paese avrebbe a soffrire meno degli altri, se lei per ipotesi diventasse davvero padrone del mondo. Non so come lei la pensi, ma la Gran Bretagna sta precipitando giù per la scala delle potenze mondiali. Forse al governo britannico non sarebbe dispiaciuto di vedere gli Stati Uniti, Russia, Cina, Germania e tutti gli altri messi a tacere da un gruppetto di uomini domiciliati in Gran Bretagna. Forse credono di poter ricevere maggior prestigio dalla vostra — o, se preferite, dalla nostra — gloria. E forse credono che, arrivati al dunque, sia possibile cacciar lei nei guai e rimaner loro i veri padroni della situazione.»

«Le parrà strano, Parkinson, ma qualche volta ho creduto di essere il re dei cinici.»

Parkinson sogghignò:

«Una volta tanto, caro Kingsley, lasci che le si parli con quella franchezza a cui da un pezzo avrebbe dovuto essere abituato. Come cinico lei non vale due soldi. In fondo, dico sul serio, lei è un idealista, un sognatore.»

Intervenne la voce di Marlowe.

«Quando avrete finito questa autoanalisi, non vi pare che dovremmo riflettere sul da farsi?»

«Come commedia dì Cecov,» brontolò Alexandrov.

«Ma interessante, e piuttosto acuta,» disse McNeil.

«Oh, non è difficile decidere sul da farsi, Geoff. Dobbiamo chiamare la Nuvola e informarla. Da ogni punto di vista, è l’unica cosa da fare.»

«Ne sei proprio convinto, Chris»

«Certo, impossibile dubitarne. Eccovi il primo motivo, il più egoistico. Se la avvertiamo, la Nuvola non sarà danneggiata, e in questo modo eviteremo il pericolo che ci faccia fuori. Ma nonostante quel che ha detto Parkinson, credo che farei la stessa cosa anche se tale motivo non ci fosse. Può suonare strano, può darsi che la parola non esprima veramente quel che voglio dire, ma credo che sia umano fare così. Ma è una cosa questa che dovremmo decidere di comune accordo, e, se non siamo d’accordo, a maggioranza. Forse ne potremmo parlare per ore, ma credo che ciascuno di noi ci abbia già riflettuto, in queste ultime ore. E proviamo a fare questa votazione. Leicester?»

«Sì.»

«Alexandrov?»

«Avvertire bastardo. Taglieranno gola lo stesso.»

«Marlowe?»

«D’accordo.»

«McNeil?»

«Sì.»

«Parkinson?»

«D’accordo.»

«Parkinson, per pura curiosità, e a rischio di recitare un altro po’ di Cecov, vuol dirmi perchè è d’accordo? Dal primo giorno che ci conoscemmo fino a stamani ho sempre avuto l’impressione che fra noi due ci fosse la staccionata.»

«È vero, perchè avevo un compito da svolgere, e l’ho fatto con la maggiore lealtà possibile. Ma oggi mi sento sciolto da quell’impegno, perchè quell’impegno è soverchiato da un altro più grande e più profondo. Forse sono destinato anch’io a diventare un idealista, un sognatore, ma il caso vuole che mi senta d’accordo con tutto ciò che lei ha detto sul nostro dovere verso la specie umana. E son d’accordo anche su ciò che lei ha detto sull’umanità della nostra azione.»

«Perciò siamo tutti d’accordo: chiameremo la Nuvola e la informeremo dell’esistenza di questi razzi.»

«Non credi che dovremmo consultare anche gli altri?» chiese Marlowe.

Kingsley rispose.

«Può sembrare autoritario da parte mia rispondere di no, Geoff, ma io sarei contrario a un allargamento di questa discussione. Per prima cosa credo che se consultassimo tutti e si dovesse giungere a una decisione contraria, io non l’accetterei — ed ecco che salta fuori davvero il dittatore. Poi c’è anche l’osservazione di Alexis, che finiremo assai probabilmente con la gola tagliata. Ormai ci siamo messi contro tutte le autorità riconosciute; purtroppo lo abbiamo fatto in un modo soltanto comico. Se ci dovessero portare in tribunale, i giudici si metterebbero a ridere e ci rimanderebbero a casa. Ma questa volta è un altro paio di maniche. Se trasmettiamo alla Nuvola una informazione di tale importanza, è chiaro che ci assumiamo una responsabilità gravissima, ed io non voglio che troppa gente sia chiamata ad assumersi questa responsabilità. Per esempio non vorrei che anche Ann dovesse averne colpa.»

«Cosa ne pensa, Parkinson?» chiese Marlowe.

«Son d’accordo con Kingsley. Ricordo che il nostro potere in realtà non esiste. Nulla può impedire alla polizia di venire qua a arrestarci, a suo piacimento. Naturalmente è vero che la Nuvola, forse, ci aiuterebbe, specialmente dopo questo fatto. Ma potrebbe anche non volerci aiutare, forse smetterebbe addirittura di comunicare con la Terra. Corriamo il rischio di rimanere con in mano nient’altro che il nostro bluff, e come bluff bisogna dire che ha funzionato: non c’è da stupirsi se finora l’hanno bevuto. Ma non possiamo continuare in questo inganno per il resto della vita. Inoltre, anche se possiamo contare sull’alleanza della Nuvola, la nostra posizione ha sempre un punto debole. È facile dire: , ma noi sappiamo benissimo che non lo faremo mai. Anche in questo caso avremmo in mano soltanto un bluff.»

Questa osservazione parve gelare il gruppo di scienziati.

«Allora è evidente che dobbiamo tener segreto il fatto che abbiamo comunicato la notizia alla Nuvola. È evidente che il segreto non deve uscire da questa stanza,» osservò Leicester.

«Ma conservare un segreto non è facile come crede lei.»

«Cosa vuol dire?»

«Lei dimentica la comunicazione da Londra. A Londra danno già per scontato che noi informeremo la Nuvola. Andrà tutto bene finchè il bluff regge, ma in caso contrario…»

«Ma se lo danno per scontato, allora avanti. Se siamo già sicuri del castigo, val la pena di commettere il reato,» osservò McNeil.

«Sì, avanti. Abbiamo parlato anche troppo,» disse Kingsley. «Harry, tu dovresti preparare una spiegazione registrata di tutta la questione. Stai pur certo, riceverà soltanto la Nuvola.»

«Be’, Chris, preferirei che facessi tu la registrazione. Tu parli meglio di me.»

«Va bene, cominciamo.»

Dopo quindici ore di trasmissione giunse la risposta dalla Nuvola e Leicester andò a cercare Kingsley.

«Vuol sapere perchè abbiamo permesso una cosa simile. Non è affatto contento.»

Kingsley si recò al laboratorio di trasmissione, prese il microfono e dettò questa risposta:

«In questo attacco noi non entriamo affatto. Pensavo che fosse chiaro il messaggio precedente. Voi conoscete nella sostanza qual è l’organizzazione della società umana, che essa è divisa in numerose comunità distinte, e che nessun gruppo può controllare le attività dell’altro. Non potete quindi ritenere che il vostro arrivo nel sistema solare sia considerato da altri gruppi nella stessa maniera che lo consideriamo noi. Può forse interessarvi sapere che, mandandovi questo avvertimento, mettiamo a grave rischio la nostra sicurezza e forse anche la nostra vita.»

«Gesù! Non devi peggiorare la situazione, Chris. Non ti pare che con questo discorso puoi metterlo di cattivo umore?»

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