Stanislaw Lem - Solaris

Здесь есть возможность читать онлайн «Stanislaw Lem - Solaris» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию без сокращений). В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Год выпуска: 1978, Издательство: Edizioni Nord, Жанр: Фантастика и фэнтези, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

Solaris: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Solaris»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Il pianeta Solaris, ad anni luce dalla Terra, è formato da un unico immenso oceano e sembra possedere strani poteri.
E’ capace, infatti, di penetrare nella mente degli astronauti che lo stanno studiando ed evocare immagini del loro passato. Immagini che si trasformano in veri e propri esseri viventi, in grado di ragionare e provare sentimenti. Il pianeta è forse abitato da un’intelligenza superiore? Ed è possibile una comunicazione mentale tra l’uomo e il pianeta senziente? Sono questi i tormentosi interrogativi che si pongono i protagonisti della missione, le cui vite risulteranno sconvolte.
Capolavoro di Stanislaw Lem, «Solaris» è un romanzo fondamentale nella fantascienza di tutti i tempi. Ed è soprattutto un’opera che con uno stile magistrale si sofferma non tanto sui misteri dell’universo quanto sui temi dell’identità, sull’ignoto che è in noi, come sfida ai limiti della conoscenza umana. Dopo aver ispirato nel 1972 il regista russo Tarkovskij, «Solaris» è ora un film dell’americano Steven Soderbergh.
Nella parte di Kelvin, l’astronauta che indaga su quanto accade nella stazione spaziale, uno degli attori più amati di Hollywood: George Clooney.
Stanislaw Lem, polacco di Leopoli, trascorre la sua giovinezza conoscendo la terribile dominazione nazista.
I suoi romanzi, tra cui «Pianeta del silenzio», «Eden», Pace al mondo», sono opere originali che affrontano soprattutto il tema etico del progresso tecnologico e la responsabilità delle scelte esistenziali dell’uomo. Lem è probabilmente il più importante scrittore di fantascienza non di lingua inglese. I suoi libri sono stati tradotti in trenta paesi e hanno venduto più di venti milioni di copie.

Solaris — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Solaris», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

— Mi sembravi identica — dissi. — Adesso non lo so.

— Ma come…? — Si alzò da terra e mi guardò con gli occhi sbarrati.

— L’hai cancellata.

— Sei sicuro che non lei, e invece me? Me…?

— Sì. Tu. Non lo so. Forse, se tu fossi lei, non avrei potuto amarti.

— Perché?

— Perché ho fatto qualcosa di orrendo.

— A lei?

— Sì. Quando eravamo…

— Non dirlo.

— Perché?

— Perché, così, sai che non sono lei.

10. IL COLLOQUIO

Il giorno seguente, rientrando in cabina dopo colazione, trovai una lettera di Snaut sul tavolo sotto la finestra. Diceva che Sartorius aveva sospeso il lavoro all’annichilitore e preparava degli esperimenti per sottoporre l’oceano a radiazioni dure.

— Amore — dissi — devo andare da Snaut.

Il sole rosso che si avviava al tramonto incendiava i vetri della finestra e tagliava la camera in due. Noi stavamo nella zona di ombra bluastra. Fuori dei suoi confini tutto era color rame, da far pensare che un libro, cadendo dallo scaffale, avrebbe mandato un rintocco.

— Si tratta del famoso esperimento, però non so come fare.

Preferirei, capisci…

— Non scusarti, Chris. Se non durasse troppo a lungo…

Vorrei tanto…

— Durerà un po’ — dissi. — E se tu venissi con me, ma restando nel corridoio?

— Bene. Ma se poi non resisto?

— Perché credi questo? — domandai, aggiungendo subito: —

Non te lo chiedo per curiosità, capisci; ma forse, indagando un po’ in te stessa, puoi trovare il modo di dominarti.

— E’ paura — disse. Era impallidita. — Non so dirti neanch’io che cosa temo, poiché non temo niente, in realtà; però… però mi smarrisco. All’ultimo istante provo una vergogna che non ti dico. Poi non più. Per questo pensavo di essere malata… — concluse piano, con un brivido.

— Forse è così soltanto in questa maledetta stazione — dissi.

— Farò di tutto perché possiamo andarcene al più presto.

— Credi che sia possibile? — Spalancò gli occhi.

— Perché no? In fin dei conti, non sono mica alla catena, qua… Dipende anche da quel che riuscirò a combinare con Snaut. Cosa ne pensi, saresti capace di stare sola un po’ a lungo?

— Forse — disse lentamente, abbassando la testa. — Se sento la tua voce, me la caverò.

— Preferirei che tu non sentissi di che cosa si parla. No, non ho niente da nasconderti; ma non so, non posso sapere quel che dirà Snaut.

— Taci. Capisco. Mi metterò a una certa distanza, così da udire solo il suono della tua voce. Mi basta.

— Adesso vado a telefonargli da lì, dal laboratorio. Lascerò la porta aperta.

Annuì. Attraversando la parete di raggi rossi del sole uscii nel corridoio; il brusco passaggio mi fece vedere tutto nero, nonostante le lampade fossero accese. La porta del piccolo laboratorio era aperta. I frammenti di vetro da thermos della bottiglia Dewar, brillanti come specchi, sotto la fila di grossi contenitori di ossigeno liquido, erano l’unica traccia degli avvenimenti notturni. Il piccolo video si accese quando alzai il ricevitore e composi il numero della cabina radio. Poi il velo di luce azzurrina che copriva l’interno del vetro opaco si diradò e Snaut, appollaiato di sbieco su un alto sgabello, mi guardò dritto negli occhi.

— Salve — disse.

— Ho letto il biglietto. Vorrei parlarti. Posso venire?

— Puoi. Subito?

— Sì.

— Scusa, vieni… in compagnia?

— No.

Affacciato di sghembo nel vetro convesso, col volto magro e abbronzato e la fronte solcata da rughe profonde, sembrava un pesce venuto a curiosare dietro l’oblò di un acquario. Mi diede un’occhiata molto significativa.

— Be’, be’ — disse. — Ti aspetto.

— Possiamo andare, amore — cominciai a dire con una vivacità non troppo naturale, entrando nella cabina e oltrepassando la striscia di luce rossa dietro la quale intravedevo la figura di Harey. Mi mancò la voce. Harey era seduta nella poltrona, con le braccia passate sotto i braccioli. Sia che avesse udito troppo tardi i miei passi, sia che non fosse stata in grado di sciogliere abbastanza rapidamente quella orribile contrazione, fatto sta che per un secondo ebbi modo di vederla alle prese con quella forza incomprensibile nascosta in lei, e un’ira cieca e furibonda, venata di compassione, mi strinse il cuore.

Percorremmo il lungo corridoio, oltrepassammo le varie sezioni verniciate con colori diversi, testimonianza dell’intento degli architetti di allietare e alleviare la nostra clausura in quel guscio corazzato. Vidi da lontano la porta socchiusa della cabina radio. Lasciava trapelare il sole dall’interno, e lì una lunga striscia rossa cadeva sullo sfondo del corridoio. La indicai con lo sguardo ad Harey, che non cercò neanche di sorridere; durante tutto il tragitto avevo visto che si preparava alla lotta con se stessa, quasi raccogliendo le forze, e aveva un visino pallido, smunto. A quindici passi dalla porta si fermò e mi voltai verso di lei, ma mi sospinse con la punta delle dita e dovetti proseguire. Di colpo i miei piani, Snaut, l’esperimento, l’intera stazione, tutto mi parve ridicolo di fronte al tormento che lei stava per affrontare. Mi sentivo come un vero manigoldo, e stavo per tornare indietro, ma l’ombra di un uomo s’interpose nella striscia di sole sulla parete del corridoio. Mi affrettai a entrare nella cabina. Snaut era vicino alla soglia, come se stesse per venirmi incontro.

Aveva proprio alle spalle il sole rosso, che aureolava di luce purpurea i suoi capelli bianchi. Ci guardammo per un po’ senza aprire bocca. Esaminava con attenzione il mio viso. Io invece non vedevo la sua espressione, che spariva nel barbaglio proveniente dalla finestra. Gli girai attorno, andando ad appoggiarmi a un leggio dal quale spuntavano i microfoni.

Ruotò su se stesso, là dov’era, lentamente, seguendomi con gli occhi e torcendo come sempre la bocca in quel modo che una volta pareva un sorriso e un’altra una smorfia di stanchezza. Senza staccarmi lo sguardo di dosso, e facendosi strada tra i mucchi di pezzi di ricambio radio, di attrezzi, di accumulatori termici accatastati alla meglio su entrambi i lati, raggiunse il grande armadio metallico a parete, tirò a sé uno sgabello e si sedette con le spalle appoggiate all’anta verniciata.

Il mutismo che avevamo mantenuto fino a quel momento stava diventando molto strano. Ascoltavo intensamente, concentrando l’attenzione sul silenzio che regnava nel corridoio dov’era rimasta Harey, ma non mi giungeva alcun rumore.

— Quando sarete pronti? — domandai.

— Si potrebbe cominciare anche oggi, ma questa registrazione richiederà un po’ di tempo.

— La registrazione? Vuoi dire l’encefalogramma?

— Be’, hai acconsentito, no? E allora? — Lasciò la frase in sospeso.

— No, niente.

— Parla. Ti ascolto — disse Snaut, quando il silenzio cominciò di nuovo a prolungarsi.

— Lei sa… di te. — Avevo abbassato la voce, quasi a un sussurro.

Inarcò le sopracciglia. — Sì?

Avevo l’impressione che non fosse affatto sorpreso. Allora, perché fingeva lo stupore? Per un istante mi passò la voglia di confidarmi, ma mi costrinsi. «In mancanza d’altro, deve regnare almeno la lealtà» pensai.

— Ha cominciato a sospettare dopo il nostro colloquio in biblioteca; mi ha spiato, ha messo insieme le cose, poi ha trovato il registratore di Gibarian e ha ascoltato il nastro…

Non cambiò posizione, sempre appoggiato all’armadio, ma gli occhi ebbero un barlume. In piedi davanti al leggio avevo di fronte la porta socchiusa sul corridoio. Abbassai ancora la voce: — Questa notte, mentre dormivo, ha tentato di uccidersi.

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «Solaris»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Solaris» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Stanisław Lem - Solaris
Stanisław Lem
Stanislas Lem - Solaris
Stanislas Lem
libcat.ru: книга без обложки
Stanislaw Lem
Stanislaw Lem - Az Úr Hangja
Stanislaw Lem
Stanislaw Lem - Frieden auf Erden
Stanislaw Lem
Stanislaw Lem - Fiasko
Stanislaw Lem
Stanislaw Lem - The Albatross
Stanislaw Lem
Stanislaw Lem - Nenugalimasis
Stanislaw Lem
Stanislaw Lem - Regresso das estrelas
Stanislaw Lem
Stanislaw Lem - Kyberiade
Stanislaw Lem
Отзывы о книге «Solaris»

Обсуждение, отзывы о книге «Solaris» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x