Theodore Sturgeon - Nonnina non fa la calza

Здесь есть возможность читать онлайн «Theodore Sturgeon - Nonnina non fa la calza» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию без сокращений). В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Город: Milano, Год выпуска: 1987, Издательство: Nord, Жанр: Фантастика и фэнтези, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

Nonnina non fa la calza: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Nonnina non fa la calza»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Mai troppo rimpianto, Theodore Sturgeon era uno dei pochi autori di cui la sf potesse essere davvero orgogliosa: scrittore maturo, intelligente, letterariamente raffinato, Sturgeon riusciva a trasportare nelle sue storie tutta la sua possente sensibilità interiore e a coinvolgere emotivamente il lettore con una intensità unica. Questa deliziosa «novella» è un tipico esempio delle sue enormi qualità: una piccola gemma finalmente ripescata dall’oblio e dai tempi d’oro di «Galaxy».

Nonnina non fa la calza — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Nonnina non fa la calza», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Mentre tornavano nella zona dei transplat Val disse, fissando il vuoto davanti a sé: — Stai pensando che io sono disgustosa, non è vero?

— No! — protestò caldamente lui. — Qualche volta penso che ognuno di noi è un tantino diverso da ciò che la Stasi si aspetta. Non è affatto «disgustoso» essere un po’ diversi. — E il suo subconscio, invece di rimproverarlo, lo indusse a sbarrare gli occhi su quel concetto sorprendente.

V

La Stanza di Famiglia, come ogni locale di quel genere sulla Terra, era il cuore della loro casa. Una poltrona — un vero e proprio trono — dominava una delle pareti. Da essa si manovravano tutti i controlli video ed i raggi audio che venivano messi a fuoco nei punti adatti del locale: il trono in miniatura alla destra dell’altro, riservato al figlio maschio; il banco di legno sulla sinistra, per la figlia femmina; e il tappetino ai piedi del seggio principale, dove sedeva la Madre.

La stanza, grazie alla spessa moquette e al rivestimento antiacustico del soffitto e delle pareti, era silenziosissima, e come voleva l’uso ogni famiglia doveva riunirsi lì per due ore al termine di ogni giornata. Vi si tenevano preghiere stilizzate, lettura a scelta del Privato, qualsiasi genere di conversazione lui consentisse e, se il suo umore era propenso, vi si ricevevano teletrasmissioni da lui ritenute adatte alla famiglia.

Quando Roan e Valerie entrarono il silenzio era ancora più accentuato da un’atmosfera di rigida disapprovazione. Una mano del Privato poggiava ancora sui comandi del video, che doveva aver appena spento; la testa della Madre era volta allo schermo e inclinata di lato, come poggiasse su qualcosa d’invisibile, segno che la trasmissione appena cessata aveva riscosso tutto il suo interesse.

Figlio maschio e figlia femmina si separarono, andando ciascuno al suo posto. Roan non riuscì a reprimere un brivido del vecchio terrore ben noto, sentendo lo sguardo del Privato fisso nella sua schiena come un trapano. Sedette e gettò una rapida occhiata a sua sorella. Val s’era afflosciata sulla sua panca, così oppressa dal peso che la schiacciava che neppure la rigidezza degli abiti indeformabili celava il suo atteggiamento disfatto. Roan, con le dita guantate decorosamente unite, deglutì d’apprensione.

— Ritardo! — sbottò il Privato. — Tutti e due. Cose di questo genere non ti aiuteranno certo a ottenere le mie raccomandazioni, Valerie, indesiderata creatura. — Quella era una minaccia abituale per le Nubili con qualche speranza matrimoniale, e non colpì molto Val. Poi si volse a Roan. — Sarebbe lecito supporre che la mia generosità, anche nel perdonare — lì doveva esserci un’allusione alla compartecipazione nella ditta, — avesse come effetto un minimo sforzo per non ripetere la mancanza. Tu hai trent’anni: sei abbastanza vecchio da capire la differenza fra la Stasi e il caos. Resterai confinato, con il mio lucchetto personale, per quarantott’ore nel tuo cubicolo, dove avrai modo di riflettere sulle conseguenze di un comportamento disorganizzato. Valerie!

Lei sussultò e gli diede la risposta acconcia, che consisteva nell’incontrare il suo sguardo. Roan non aprì bocca, visto che in occasioni di quel genere la sentenza era senza appello.

— Valerie, tu e tuo fratello eravate insieme durante la scappatella che ha danneggiato l’organizzazione di questa casa?

— Sì, Privato, ma confesso che sono stata io a…

— In tal caso sopporterai la stessa punizione. Non già per il ritardo, che non è uno dei tuoi difetti abituali, bensì per aver fallito nell’usare la tua influenza sul tuo irresponsabile fratello. E voglio presumere che tu ci abbia almeno provato, perché mi sarebbe troppo doloroso concludere che entrambi i miei figli mancano degli elementi basilari della decenza.

Ci fu una lunga pausa di pesante silenzio. La Madre, seduta ai suoi piedi, spostò lo sguardo sulla mano di lui ancora a contatto dei pulsanti. Con un lieve movimento inconscio riportò la testa nel punto focale dell’ormai spento raggio audio. La barba del Privato si contrasse quando abbassò gli occhi su di lei.

— E dal momento che dovrà pur esserci rimasta una scheggia di decoro a cui mi possa aggrappare — dichiarò, — lasciamo che essa sia la mia fiducia nella tua conoscenza della correttezza, Madre. Presumendo che tale conoscenza esista, le circostanze indicano che non l’hai fatta ben apprendere ai figli. Di conseguenza, stasera non ci sarà televisione per te. — Girò attorno un’occhiata semicircolare, in cui la sua barba sembrò spazzar via ciascuno di loro come il dorso di una mano. — Siete congedati.

Gli altri tre si alzarono e uscirono. Il pannello della porta si chiuse alle loro spalle. — Scusatemi — osò sussurrare Val, contrita.

Silenzio! — ruggì la griglia dell’interfono sopra la porta.

I due fratelli attesero in corridoio, a capo chino. Mamma Walsh si allontanò in fretta e tornò subito dopo con due cubetti metallici. Condusse Valerie al suo cubicolo e aprì la porta. La ragazza si volse a guardare Roan, che la consolò con un sorriso mesto, ed entrò. Quando il battente si fu chiuso dietro di lei, Mamma Walsh inserì uno dei cubetti nella serratura, che divenne impossibile da aprirsi dall’interno. Secondo la buona creanza, Roan attese che la donna l’avesse oltrepassato e quindi la seguì al proprio cubicolo.

— E inoltre — lo redarguì la voce dall’interfono, — mi rifiuto di attribuirti un po’ di merito per l’idea che hai suggerito questa mattina. Questo perché, se è buona, proviene da persona immeritevole e quindi è foriera di corruzione; se è cattiva non merita considerazione.

Madre Walsh appariva molto triste, ma del resto poche Madri avevano un’aria allegra. Le loro vite erano un misto di silenziosa pazienza e di silenzioso rimpianto, con quel minimo di vivacità intrinseca nella loro opera educativa verso i figli. Lui le sorrise in un tentativo di comunicarle di non prendersela, ma la donna distolse lo sguardo, e Roan capì che aveva frainteso vedendo in lui un’espressione ribelle o impenitente.

Poco dopo, mentre faceva abbassare su di sé il cilindro paravento entro cui spogliarsi, provò a chiedersi cosa sarebbe successo se avesse osato tirare la barba al Privato, per una volta.

Allungando una mano verso la maglietta, i calzoncini e le scarpe da letto si disse: — Scommetto che nel suo amato Libro delle Regole non ce n’è una che gli direbbe come reagire. E idee come la mia non ne ha mai avute.

Questo gli rammentò l’osservazione di Nonnina sul fatto che il Privato non aveva mai capito il vero funzionamento delle attrezzature. Si limitava a farle funzionare. E nello stesso modo, pensò, faceva funzionare la sua famiglia.

Anche lui un giorno sarebbe diventato un Privato, avrebbe avuto una famiglia e tutto sarebbe ricominciato daccapo, pensò insonnolito. Chiuse gli occhi e si lasciò sprofondare verso l’inizio di un sogno in cui lui sedeva su un trono mostruoso, con una barba lunga fino alle ginocchia; si girò e vide suo padre, che appollaiato in un seggiolone per poppanti stava frignando. Sul tappetino ai suoi piedi era accoccolata… be’, santo cielo, quella era Nonnina!

A un certo punto la cosa si trasformò in un incubo, ma il tutto si frammentò e scomparve nello sfarfallio di tenebra che Roan identificava nel trasferimento con il transplat. Il buio in cui era precipitato tuttavia continuò a racchiuderlo, come uno spazio non dimensionale, e infastidito captò una sensazione di freddo e la presenza di una superficie dura contro una guancia. Dov’era finito il cuscino? Si girò con un grugnito e la sua nuca sbatté sulla solida roccia. Roan si alzò a sedere di scatto, aprì gli occhi e ciò che vide gli fece emettere un ansito.

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «Nonnina non fa la calza»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Nonnina non fa la calza» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Отзывы о книге «Nonnina non fa la calza»

Обсуждение, отзывы о книге «Nonnina non fa la calza» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x