Carol O'Connell - La Bambina Dagli Occhi Di Ghiaccio

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Un'anziana ex prostituta viene aggredita, ferita e poi impiccata in uno squallido monolocale di New York. Candele e barattoli pieni di insetti ne circondano il corpo senza vita. La polizia pensa al sinistro rituale di un folle, ma Kathy Mallory, agente della omicidi dai trascorsi misteriosi e dalla mente contorta non è convinta. Comincia a scavare negli archivi della centrale, a caccia di indizi su un delitto avvenuto anni prima. E scopre che da quel momento qualcuno aspetta che venga l'ora della giustizia. Della vendetta.

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Mallory teneva gli occhi fissi sulla tastiera, poi disse: «Non posso discutere di indagini in corso, e lo sai.»

«Sì» rispose lui. «Lo so.»

Mallory avrebbe potuto stendere quell'uomo con due parole, ma non lo fece. Charles capì che voleva essere gentile con Geldorf. Era cresciuta alla Crimini Speciali, aveva conosciuto molti uomini come lui, vecchi fantasmi erranti da una stazione di polizia all'altra incapaci di chiudere con il passato. Dopo qualche minuto, Mallory si spazientì: «Vuoi che ti dica dove hai sbagliato? E questo che vuoi?».

Sì, era venuto per quello. Doveva sapere.

Mallory andò alla parete di sughero, a quello che rimaneva di un vecchio caso. Staccò un foglio di carta. «È il tuo rapporto sulla corda e sul nastro. È estremamente sintetico. "Oggetti comuni. Provenienza impossibile da determinare." È qui che hai sbagliato. La corda apparteneva al custode del condominio. Ho avuto l'informazione dalla nipote della padrona di casa.»

«Il custode era fuori città quando…»

«Emergenza di famiglia. Lo so. Per questo aveva lasciato la cassetta degli attrezzi sul pianerottolo. La padrona promise che l'avrebbe messa a posto lei. Ma l'assassino l'ha trovata prima, e ha rubato corda e nastro. Se tu avessi parlato con il custode, avresti potuto trovare qualche impronta sulla cassetta degli attrezzi.»

Geldorf non le staccava gli occhi di dosso.

Mallory levò altri due fogli dalla parete. «E poi c'è la porta chiusa a chiave. Chiusa quando la padrona di casa chiamò la polizia, aperta quando il primo poliziotto arrivò sul posto.»

«L'avevo notato» disse Geldorf, sulla difensiva. «Il fatto è che la porta non era mai stata chiusa a chiave, era solo bloccata. La padrona era vecchia, aveva quasi ottant'anni. Una donna minuta, senza forza. Era agosto, una notte calda, umidità pazzesca. Il legno si era gonfiato, bloccando la porta. Non era chiusa a chiave, la padrona lo ha ammesso quando…»

«Ammesso cosa? Di essere vecchia? Che l'avevi confusa? Non ha mai ritrattato. E il figlio di Natalie? Non hai mai parlato con lui.»

«E per quale motivo avrei dovuto farlo? Non c'era ragione di torturare un bambino che aveva appena perso la madre. Quando si ha un po' d'esperienza…»

«Natalie era venuta a cercare aiuto, e voi non le avete dato retta, tu e i tuoi compagni. Dopo la sua morte, avete costruito il caso intorno al sospetto più facile, un uomo innocente.»

«Avevo ragione a proposito dell'ex marito!»

«No, hai sbagliato ancora. E dopo vent'anni, tocca a noi rimettere a posto il casino.»

Geldorf sprofondò nella sedia. Guardava a terra. Aveva perso, era finito.

Mallory lo fissava.

Se fosse stata un gatto, Charles avrebbe interpretato quella posizione come il preludio a un attacco, ma sperava in qualcosa di meglio. Per un momento pensò che Mallory avrebbe allentato la presa per confortare quel povero vecchio.

Che stupidaggine.

«Ascoltami.» Mallory afferrò Geldorf per il braccio. Le unghie laccate sembravano artigli, e il sorriso significava Sono stufa di giocare. «Ma la parte migliore è che l'assassino potrebbe essere un poliziotto. Quindi vai a casa e chiuditi dentro. Se arriva la polizia, non aprire la porta. I tuoi errori potrebbero costarti cari. È brutta la paura, vero Geldorf?»

Arthur Wang aveva finito di raccontare agli uomini della Scientifica la sua conversazione con Winetrob. «Mi spiace, Arty. Winetrob aveva ragione.» Heller indicò le macchie rosse sul pavimento. «Non è il sangue del guardiano. Ho chiamato l'ospedale per sapere di Stella. Quando le hanno tolto le scarpe, hanno trovato dei tagli ai piedi e frammenti di vetro nelle ferite. C'è una piccola impronta su una delle schegge, l'impronta di una donna. Il sangue è di Stella.»

Uno degli uomini di Heller annuì: «Winetrob aveva ragione anche sul fatto che il guardiano non è venuto al lavoro. La telecamera registra tutte le persone che usano l'ingresso dei dipendenti, ma lui non c'è».

«E non è nemmeno in ferie» disse Wang. «Ho controllato.»

«Allora forse Winetrob aveva ragione anche sull'attacco di cuore.»

Il detective Wang mostrò un cartoncino sigillato nel sacchetto delle prove. «Allora chi ha usato la sua carta? Qualcuno l'ha timbrata la notte scorsa.»

Heller si voltò. «Forse il guardiano è ancora qui. Fai portare i cani. Setacceremo questo posto.»

Mallory concluse la telefonata con il detective del Wisconsin, poi si voltò verso Charles. «Lo spaventapasseri progettava l'omicidio quando ha lasciato il Nebraska. I loro computer funzionano benissimo, quella stupida impiegata non voleva dirmi che non riusciva a trovare i documenti. Il file è stato cancellato, impronte, foto, tutto.»

«La polizia ha parlato con i parenti?»

Mallory annuì, poi tornò a fissare il computer. «Hanno dovuto aspettare il mandato, poi sono andati a perquisire la casa dei cugini. L'unico indirizzo di New York che hanno trovato è quello di Susan Qualen. I cugini non sentivano Junior da tre anni. Hanno litigato. Finalmente gli hanno detto che l'assassino della madre l'aveva fatta franca. Un po' tardi. Quando è venuto a New York, la zia Susan ha aggiunto altri particolari.» Le dita di Mallory battevano veloci sulla tastiera.

Dove ti nascondi?

«Magari non vive a New York, da qui al New Jersey ci sono solo cinque minuti di metropolitana…»

Mallory scosse il capo. «Vive in città, Deluthe l'ha visto sulla scena del delitto di Kennedy Harper cinque minuti dopo che abbiamo trovato il corpo. Lavora nella polizia, oppure ascoltava le chiamate sulla frequenza della polizia. È qui.»

«Può darsi» disse Charles. «La zia ha detto che è tornato a casa, e questo vuol dire nell'East Village.»

«No» disse Mallory. «Erik Homer aveva la custodia del figlio. Natalie non vide più il bambino dopo il divorzio… fino al giorno in cui fu uccisa. La casa dello spaventapasseri è sempre stata quella di suo padre.»

«Ma suo padre era un violento,» disse Charles «e adesso è morto. Il ragazzo non ha mai vissuto con la matrigna, non avrebbe mai pensato a quel posto come casa sua. Adorava la madre, ne è ancora ossessionato.»

Mallory smise di battere.

Il detective Janos disse: «Qualcun altro stava lavorando al posto del guardiano scomparso».

L'assistente di Heller lanciò un'occhiata alla guardia del turno diurno. «Usciamo un momento.» Janos lo seguì fuori dall'ufficio del manager del negozio.

Al suo ritorno Riker, stava guardando la videocassetta per la decima volta. «Una vera schifezza.» Le immagini erano confuse, si vedevano solo delle ombre che timbravano il cartellino. «Non c'è una faccia riconoscibile.» Il detective guardò il guardiano diurno, e disse: «Lo so, non è colpa sua. È sicuro che questa sia l'unica cassetta dove si vede il nuovo guardiano?».

«Sissignore. Il nastro dura tre giorni, poi si riavvolge automaticamente e ricomincia da capo… Sempre lo stesso nastro.»

«D'accordo» disse Riker. Questo spiegava le immagini sgranate.

«È arrivato molto prima che cominciasse il turno. E perché non ha timbrato?»

«Ha un'obliteratrice solo per sé nello scantinato» disse la guardia. «Avrà timbrato lì. Ma non ho idea del perché sia arrivato così presto.»

«È tutto, può andare» disse Riker; poi, rivolto a Janos: «Che succede?».

«Il vero guardiano non aveva annunciato l'intenzione di prendersi una vacanza, e non ha smesso di prelevare i soldi dello stipendio.»

Riker tornò a fissare il video. «Forse il guardiano ha pagato qualcuno di tasca sua perché lo sostituisse.»

«Potrebbe essere. Nessuno sa come si chiama il sostituto.»

Janos lesse gli appunti degli interrogatori. «Abbiamo parlato con uno del magazzino, uno che fa molti straordinari. Dice che un tipo si è presentato una sera al posto del vecchio e nessuno gli ha chiesto niente. Aveva le chiavi appese alla cintura e la carta magnetica per accedere all'ufficio e disinserire l'allarme.» Controllò gli appunti. «Ma il vetro dell'ufficio era rotto, quindi il nostro uomo non ha le chiavi.» Si voltò verso l'ombra sullo schermo. «Non è lui.»

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