«Il giudice è candidato alla Corte Suprema» disse Coffey, sorridendo con cordialità. «Mi auguro caldamente che non c'entri nulla con questo omicidio.»
Inutile, borioso piccolo idiota.
Hafner si sistemò gli occhiali. «Avrete notato che Amanda Bosch non aveva con sé una borsetta né un portafogli. Non credo che le siano stati rubati. Ho esaminato l'inventario dell'appartamento. Le sue carte di credito e la patente erano in un cassetto, e non possedeva borsette. Le donne di solito ne possiedono diverse, una per ogni vestito…»
«Vada al sodo» disse Mallory. Era un ordine.
Hafner si tirò su gli occhiali, il perenne sorriso ancor più condiscendente, come se pensasse di avere a che fare con un bambino indisciplinato. «Le persone che non portano con sé un documento, mancano di un'identità propria. Una donna dotata di scarsa autostima è naturalmente attratta da uomini prepotenti, violenti, portati alla sopraffazione.»
«Secondo la signora Farrow» disse Mallory, «la Bosch non portava più la borsetta da che era stata derubata, tre anni fa. Il verbale del furto è registrato. Gliel'ho mandato con il resto delle carte. Lei legge i rapporti che le mandiamo? E poi mi risulta che al giorno d'oggi molte donne preferiscano le tasche alle borsette.»
Coffey vide gli occhi di Hafner abbassarsi per verificare il fatto che Mallory non aveva una borsa. Ora Hafner stava esaminando il suo viso, valutando Mallory come fosse un campione. Gli brillavano gli occhi, come se avesse scoperto una forma di vita unica al mondo. In effetti era così.
«Dottor Hafner» disse Coffey nel tono più controllato che seppe assumere. «Pensa che l'assassino possa uccidere di nuovo?»
«Certamente. Potrebbe aver ucciso molte volte. Non sappiamo se questo sia il suo primo delitto. Non credo che sarà capace di fermarsi.»
Coffey stava pensando: Cazzate, e gli occhi di Mallory erano d'accordo.
«Continui, dottor Hafner» disse Coffey.
«Le condizioni impeccabili dell'appartamento sono un esempio di comportamento rituale e compulsivo, l'estrema purificazione. Questi individui ossessivamente puliti soffrono di gravi disordini della personalità.»
«Quindi lei pensa che il nostro uomo abbia il profilo di un serial killer?» chiese Coffey.
«È altamente probabile. Mi interesserebbe avere notizie dettagliate circa il passato dei sospetti, e la loro infanzia in particolare. Ci sono stati traumi? Maltrattamenti? Abbandoni? Fughe da casa?»
Hafner sembrava affascinato da Mallory; mentre parlava esaminava apertamente il suo viso, come a misurare l'effetto che ogni parola aveva su di lei.
Hafner si sistemò di nuovo gli occhiali. «I rituali di purificazione normalmente vanno a braccetto con un'ossessiva osservanza della puntualità.»
Coffey si sporse in avanti.
Puntualità? Cosa c'entrava adesso la puntualità?
Forse Hafner aveva notato la pulizia che regnava nell'ufficio di Mallory, e altro ancora. Poteva aver avuto accesso alla valutazione psicologica di Mallory, resa necessaria dopo che lei aveva scaricato un'arma in servizio.
Il discorsetto del dottore non aveva nulla a che fare con il caso in questione. Quell'idiota voleva giocare con Mallory, voleva dissezionarla, studiarla e tormentarla come fosse un animale da laboratorio.
Coffey guardò la faccia di Mallory, e si accorse che lei era da tempo giunta alle sue stesse conclusioni. Avrebbe lasciato che quell'idiota se la cavasse da solo. Qualunque cosa lei avesse fatto a Hafner, Coffey non sarebbe intervenuto.
Distruggilo, Mallory.
Coffey osservò la pistola scivolare dalla fondina a spalla nella mano di Mallory. Non un revolver di ordinanza, ma una specie di cannone, in grado di fare buchi assai più grossi.
«Mi ascolti, idiota» disse Mallory, avvicinando la sedia a quella di Hafner.
«Non è stato un omicidio premeditato» disse scandendo le sillabe. «L'arma è un sasso pesante.»
Sollevò la pistola, toccò il metallo con una lunga unghia laccata di rosso e il tamburo uscì dal corpo della pistola con un suono metallico.
Hafner era rigido come un bastone. Una mosca gli passò accanto al viso ronzando. Non sembrò notarla. Gli occhiali gli scivolarono dal naso. Non li sistemò.
«Non ha portato un'arma sul luogo del delitto» disse Mallory. «Non aveva previsto di uccidere la Bosch quella mattina. Si è fatto prendere dal panico ed è scappato. Gli ci è voluta più di mezz'ora per riprendersi. Lo avrebbe saputo se avesse letto la nota del medico legale che parlava del corpo spostato.» Si lasciò cadere le pallottole in grembo, poi reinserì un proiettile nella pistola e rimise il tamburo al suo posto con uno scatto.
La mosca atterrò sulla guancia di Hafner.
Mallory sorrise.
«Credo che l'assassino le assomigli un po', Hafner… a suo agio in una situazione controllabile. Incline al panico quando perde il controllo delle cose.»
Mallory puntò la pistola sulla mosca che adesso strisciava sul muro, a pochi centimetri dal dottore.
Sparò.
Hafner scattò all'indietro. Una macchia umida andava allargandosi sul davanti dei suoi pantaloni. Ci vollero alcuni secondi perché l'uomo si rendesse conto di non essere stato colpito.
La mosca non c'era più.
Coffey fissò il muro nudo con stupore. La mosca era volata via o giaceva sotto al battiscopa, morta per un attacco di cuore? Mallory fece dondolare la pistola per un momento e se la posò in grembo, la canna puntata verso l'uomo sconvolto nella sedia accanto alla sua.
Gli occhiali di Hafner, resi scivolosi dal sudore, planarono lungo il suo naso per atterrare sul pavimento.
«Non l'ha inseguita di nascosto, la conosceva» disse Mallory. «Ecco perché è tornato a spappolarle le dita, per cancellare le impronte digitali. Immaginava che questo gli avrebbe dato il tempo necessario per pulire l'appartamento, per eliminare le sue stesse impronte. Anche un dodicenne tardo di mente l'avrebbe capito.»
Mallory si sporse in avanti.
«Lei è un buono a nulla, vero, Hafner?» Assentiva lentamente, e il dottore imitò il movimento della testa di Mallory, assentendo a sua volta.
«E non avrà l'ardire di pretendere un compenso per i suoi vaneggiamenti, vero?» Hafner fece segno di no.
«Bene. Adesso può andare.»
Hafner non si mosse, né batté ciglio.
«Grazie per essere venuto, dottore» disse Coffey, alzandosi mentre congedava l'amico personale del sindaco. Distolse lo sguardo dalla macchia scura sui pantaloni di Hafner. Non vide la pistola, che peraltro avrebbe negato di aver visto, scivolare nuovamente nella fondina.
Coffey sorrise alla schiena di Hafner. Mallory ne sarebbe uscita pulita.
Quante possibilità esistevano che Hafner raccontasse a qualcuno di essersi pisciato nei pantaloni?
L'uomo non era ancora uscito dalla porta che Mallory si alzò in piedi e disse: «Farò venire il mio strizzacervelli. Il Dipartimento lo pagherà con quello che vi ho appena fatto risparmiare».
«Siediti. Non ho ancora finito con te.»
Si sedette.
«Cominciamo dalla pistola giocattolo che Heller ha trovato nella spazzatura. Se appartiene all'assassino, potrebbe aver premeditato l'omicidio. È possibile che l'abbia usata per portarla in un posto sicuro, dove l'ha uccisa.»
«Era un…»
«Taci, Mallory. Stai usando qualunque elemento per supportare la tesi che hai costruito a priori. Non puoi essere certa del fatto che non avesse in mente di ucciderla. I fatti di questo caso sono pochissimi.»
«Hafner non sa…»
«Me ne frego di Hafner. Mi rivolgerò al tuo strizzacervelli. Ma considera la possibilità che l'assassino abbia pianificato il delitto e che possa avere ucciso in passato. E quale movente ipotizzi? La Bosch avrebbe scoperto qualche sua truffa? È questa la storia che vuoi che racconti al procuratore distrettuale?»
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