Helen Nielsen - Notturno per la morte

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Notturno per la morte: краткое содержание, описание и аннотация

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Casey Morrow, un giovane intento ad annegare nel whisky i suoi dispiaceri, viene abbordato nel bar da una bella sconosciuta che gli chiede di sposarla offrendogli in compenso una cospicua somma.
L’indomani Casey si sveglia con la sensazione di aver sognato, ma i cinquemila dollari che si trova in tasca gli dicono che il ricordo è reale. E su un quotidiano trova una notizia sensazionale: “Finanziere ucciso! Ereditiera scomparsa!”, con una foto dell’ereditiera in prima pagina: è proprio la ragazza del bar!

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— Siete certo che fosse una menzogna?

— Sicurissimo. — Casey si sentiva meglio, come sempre quando prendeva l’offensiva. — Non voglio asserire con questo che Gorden sia o non sia un assassino. Però potrebbe esserlo, non vi pare?

Non si era reso conto che la donna stava seduta in posa tanto rigida finché non la vide rilassarsi un poco, e più che un vero rilassamento pareva una battuta in ritirata.

— Può darsi — ammise — ma è molto difficile crederlo…

— Deve anche essere stato difficile credere che avevano ucciso vostro marito — obiettò Casey. — Eppure era la verità.

Un orologio a pendolo ticchettava rumorosamente durante i loro silenzi.

— Signor Morrow.

— Dite pure.

— Che cosa volete da me?

— Tempo, tempo di portare a termine la mia indagine prima che avvertiate la polizia della mia visita. Ecco una delle cose che voglio.

— E poi?

Era un punto su cui Casey rimuginava da parecchi giorni: il movente. Dal suo modo di vedere tutto si basava sul fatto che Gorden amministrava i fondi per le attività della signora Brunner e l’attività del momento concerneva l’opera pia “Verdi Pascoli”. Glielo disse chiaro e tondo e ottenne una risposta altrettanto chiara e tonda, come aveva previsto. Si, Gorden amministrava i fondi, Gorden organizzava tutto, Gorden provvedeva agli acquisti.

— Che acquisti?

— I terreni, per esempio — spiegò la signora Brunner. — L’autunno scorso trovò un luogo ideale, e non appena me ne ebbe parlato, firmai un assegno.

— Voi o vostro marito?

— Avevamo un conto corrente in. comune — disse. — Potete rispondere alla vostra domanda come più vi aggrada.

Non era questo che Casey aveva inteso dire. Cercava solo di trovare il movente che aveva messo in moto i sospetti di Brunner circa Gorden. — Intestaste l’assegno a lui? — insistette.

— No, era intestato al venditore della proprietà. Centomila dollari, signor Morrow. Avevate intenzione di chiedermelo, immagino.

— Infatti.

— Vi sembra che ci sia sotto qualcosa di losco? — Casey si accorse che si stava burlando ancora di lui, se pure non apertamente.

— Non lo so — rispose. — Dipende da ciò che otteneste in cambio dei centomila dollari.

— Una vecchia proprietà: casa, magazzini, orto e un appezzamento di terreno. Proprio l’ideale per il nostro scopo, e Lance mi dice che c’è perfino un laghetto.

— Vi dice! — Casey la inchiodò su quella frase con un balenìo negli occhi. — Intendete dire che non avete mai visto la proprietà?

— Dista almeno cento chilometri…

— Vediamo un po’… viene dunque circa mille dollari per chilometro, non è vero?

La signora Brunner sedeva immobile nella poltrona, le mani giunte sul grembo, mentre i suoi occhi grigi scrutavano il volto di lui. Pareva riesaminare mentalmente le sue parole, ripetendole tra sé, ma poi fini per dire: — Siete venuto qui senza alcuna presentazione né raccomandazione. Mi raccontate un’inverosimile storia di avventure e di intrighi, e pretendete che io creda a ogni vostra parola. Al tempo stesso pretendete che abbandoni ogni fiducia in un uomo che conosco da due anni, un uomo su cui ho fatto affidamento al punto da accettarlo quale marito di mia figlia. — Esitò, le labbra serrate, e pareva quasi sul punto di perdere il controllo. — Sarei un essere spregevole — concluse con calma — se non respingessi le assurde accuse pronunciate da voi contro Lance.

— E un essere davvero superiore se vi rifiutaste di riflettere seriamente su quanto vi ho detto.

Non lo negò. Ormai da troppo tempo il dubbio affiorava nel suo sguardo, e neppure Alicia Brunner riusciva a nascondere certe cose.

— Non vi chiedo di denunciare Gorden sulla mia parola — proseguì Casey. — Anzi, vi chiedo di non fiatarne con iui… per ora. Voglio una possibilità di equa lotta.

— Mi pare di capire che la lotta aperta non è di vostro gusto.

— Quando divento un bersaglio vivente no — ribatté Casey, sorridendo. — Per venire al sodo, dov’è questa proprietà che avete comprato senza vederla?

Non rispose e apriva e chiudeva nervosamente le mani.

— Lo saprete, suppongo.

— Certamente, almeno in modo approssimativo. È a occidente, credo… oppure a nord? Potrei chiederlo a Lance…

S’interruppe. Era chiaro che non poteva chiederlo a Lance, l’unica cosa che proprio non poteva fare. Aggiunse debolmente: — Purtroppo non ho buona memoria, per i particolari.

Che cosa aveva detto Phyllis quella prima sera, da Maggie? Brunner le aveva lasciato tutto il suo denaro perché aveva poca fiducia nelle capacità amministrative della moglie. Casey cominciava a capire il suo punto di vista.

— Eppure, firmaste un assegno intestato all’ex proprietario del terreno — disse. — Chi era?

Il piccolo solco sulla fronte di lei si approfondì. — Aveva un nome strano. Straniero, direi.

— Suppongo che abbiate l’assegno annullato.

— Li teneva tutti mio marito, posso guardare in camera sua. — Fece per alzarsi, ma Casey era stato pronto a precederla. “Dove vai tu vado io” le diceva con lo sguardo. “A questo punto, non intendo correre rischi.”

— Forse, però, sarà tra le sue carte, in città — concluse.

— Vogliamo andare?

— Ora?

— Sono a vostra disposizione.

— Oggi non posso. — Scuoteva il capo. — Viene a pranzo Lance. Domani, forse.

— Domani va benissimo — ribatté Casey. — Potremmo trovarci… — Tacque, dicendo a se stesso: “piano, Casey”. — Vi telefonerò a casa in mattinata.

— Mi occorrerà un po’ di tempo per arrivare in città.

— Alle undici.

Casey si avviò verso la porta e, pur non avendo scoperto molto, gli sembrava di essere sulla pista buona. Sentiva nell’aria di essere sul punto di fare importanti scoperte. Aveva già afferrato la maniglia, quando disse: — Spero di chiarire tutto in breve, in un modo o nell’altro. Allora potrete rivedere vostra figlia: sono certo che ve ne ricorderete, se vi venisse la tentazione di piangere sulla spalla di Gorden.

Phyllis non gli rivolse domande o per lo meno non troppe. Casey non sapeva a che ora si fosse svegliata e accorta della sua assenza perché non glielo disse; anzi, per tutta la giornata quasi non apri bocca. La sera uscirono per andare a pranzo e poi al cinematografo e, mentre rincasavano, gli chiese dov’era stato.

— A zonzo — rispose. — Volevo riflettere.

— Anch’io ho riflettuto.

Il suo tono era grave e, approfittando di un semaforo rosso, Casey scrutò il suo viso, serio e pensieroso alla luce del lampione.

— Non torniamo a casa — lo supplicò.

— Che vuoi dire?

— Non torniamo da Big John, non torniamo in nessun posto. Continuiamo in macchina.

— E dove andiamo?

— In qualsiasi posto… mi è indifferente. Lasciamo la città e non pensiamo più a quanto è accaduto.

— Parli come una pazza — esclamò Casey. — Non possiamo andar via, lo sai benissimo. Devo occuparmi di questa faccenda fino in fondo, ormai ci sono dentro. Quando avrò trovato Carter Groot…

Non le aveva mai detto gran che di Groot, a parte un accenno quell’ultima sera nell’appartamentino.

— Quando l’avrai trovato!

Il semaforo dava via libera e gli automobilisti alle loro spalle premevano tutti sul clacson, ma Casey udì la sua frase, sebbene fosse stata pronunciata sottovoce.

— Non capisci! — proseguì Phyllis. — Carter Groot è morto, e quando sarai al corrente di ciò che sapeva…

Certe frasi non è necessario finirle.

16

Le undici. Casey chiamò dalla cabina telefonica del bar all’angolo, nel caso che Phyllis fosse curiosa, come palesemente era. La signora Brunner doveva essere seduta accanto al telefono perché rispose subito, e la sua voce all’altro capo del filo suonava un poco tesa e stanca.

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