«Ho avuto momenti difficili.»
Lui annuì. «Allora sa com’è», osservò con un largo sorriso. «È per questo che ha cominciato a lavorare per Vinnie?»
«Sì.»
«Vinnie e io in un certo senso ci somigliamo. Facciamo ciò che dobbiamo fare per tenerci a galla. Come lei, del resto.»
Non mi andava di essere paragonata a Vinnie. ma non era il caso di discutere con uno che impugnava una pistola. «Credo di sì.»
«Lei segue gli incontri di boxe?»
«No.»
Alpha sospirò. «Un manager come me aspetta per tutta la vita che gli capiti un pugile decente. Di solito muore senza averne trovato uno.»
«Ma lei ha un bravo pugile, Ramirez.»
«Ho preso Benito quando era un ragazzo. Aveva quattordici anni. Ho capito subito che era diverso dagli altri. Possedeva un buon drive , potenza e talento.»
Follia, pensai. Non dimenticarti la follia.
«Gli ho insegnato tutto ciò che sa sulla boxe. Gli ho dedicato il mio tempo, ho provveduto perché mangiasse in maniera adeguata, gli ho comperato vestiti, quando era in bolletta. Gli ho permesso di dormire in ufficio quando sua madre impazziva per il crack.»
«E adesso è un campione», conclusi.
Lui sorrise, un sorriso tirato. «È il mio sogno. Ho lavorato tutta la vita per questo.»
Cominciavo a intuire quale piega avrebbe preso la conversazione. «E lui ora sfugge al suo controllo.»
Jimmy si appoggiò alla porta. «Già. Non lo tengo più. Rovinerà ogni cosa… i buoni momenti, il denaro che ho speso. Non posso più dirgli niente, non mi ascolta.»
«Che cosa intende fare?» azzardai.
«Ahh!» sospirò Alpha. «Questo è un grosso interrogativo. La risposta è diversificare. Prima faccio un mucchio di soldi e poi cambio.
«Capisce quel che voglio dire? Prendo il denaro che guadagno con Ramirez e lo investo in altri affari. Una catena di pollerie, una lavanderia, magari un negozio di macelleria. Forse riesco a rilevare una macelleria con pochi soldi, perché il proprietario non ce la fa a tener fede a certe scommesse che aveva fatto.»
«Sal», dissi.
«Sicuro, Sal. Oggi lei ha spaventato il povero Sal, quando è entrata nel negozio mentre c’era Louis, ma alla fine tutto si aggiusta.»
«Non sapevo che Sal mi conoscesse.»
«Cara, non è difficile riconoscerla. Non ha più le sopracciglia», mi ricordò lui.
«Sal era preoccupato che vedessi Louis», ragionai.
«Infatti. Perciò mi ha telefonato e io gli ho detto che dovevamo trovarci tutti al porto. Louis doveva andarci comunque. Domani arriva un carico, così ho deciso di eliminare Louis perché è un gran casinista. Non ne fa una giusta. Si è fatto vedere a casa di Carmen da un’infinità di persone e ha dovuto eliminarle. Ma solo due su tre. Non ha saputo eliminare Morelli. Il povero idiota ha trovato l’auto di Morelli nel suo parcheggio e non ha pensato che forse la guidava qualcun altro, così ha finito con l’arrostire Morty Beyers. Dopo che lei ha riconosciuto Louis, ho deciso che il suo tempo era finito.
«Allora sono andato al porto dopo aver preso in prestito l’auto di Benito e, strada facendo, l’ho vista alla stazione di servizio. È stato allora che mi è venuta la brillante idea. Jimmy, mi sono detto, ecco il modo di uscirne.»
Facevo fatica a seguirlo nel ragionamento, ancora non capivo completamente dove e come fosse implicato. «Uscire da che cosa?» domandai.
«Dalla maledetta faccenda. Cerchi di capire, io ho rinunciato a un sacco di cose per la boxe. Non mi sono mai sposato, non ho mai avuto una famiglia. Per tutta la vita non ho avuto altro che la boxe. Se uno è giovane, non ci fa caso, continua a pensare che c’è tempo. Ma un bel giorno ci si sveglia e ci si accorge che non ce n’è.
«Ho trovato un pugile che si diverte a torturare la gente. È una malattia, qualcosa non funziona nella sua lesta e io non posso farci niente. Ho capito che la sua carriera stava per finire, perciò ho preso il denaro che abbiamo guadagnato e ho acquistato un paio di proprietà. Subito dopo ho conosciuto un certo giamaicano; lui afferma che c’è un modo migliore per far quattrini. Droga. Io compero, la sua organizzazione si occupa della distribuzione. Riciclo il denaro attraverso i miei affari e Ramirez. Andiamo avanti per un po’ e la cosa funziona perfettamente. Basta tenere Ramirez fuori di prigione.
«Il problema è che ora ho un sacco di denaro e non riesco a mollare. L’organizzazione mi tiene in pugno, capisce.»
«Striker», cercai di indovinare.
«Esatto. È una grossa banda di fottuti giamaicani. Cattivi, avidi, furfanti.
«Dunque proseguo sulla strada per dare una lezione a Louis, vedo lei seduta al distributore e formulo un piano: ammazzo Sal e Louis secondo lo stile di Striker. Lascio tracce di polverina sulla barca e sul bidone, così i piedipiatti immaginano di che si tratta. Non rimane nessuno che possa parlare alle mie spalle e rappresento un rischio troppo grande perché Striker continui a servirsi di me. E il bello è che la morte di Sal e Louis sarà attribuita a Ramirez, grazie a lei, Stephanie. Sono sicuro che quando ha fatto la sua deposizione alla polizia, ha dichiarato che Ramirez le è sfrecciato davanti in macchina mentre era al distributore.»
«Però, ancora non capisco perché è in casa mia e impugna una pistola.»
«Non posso correre il rischio che Ramirez parli con i poliziotti e che quelli giungano alla conclusione che sia stupido come sembra. Oppure che Benito riferisca che ho preso in prestito la sua macchina e che la polizia gli creda. Perciò farò in modo che sia lei a piantargli una pallottola in corpo. Dopo, non ci sarà più nessun Benito, né Sal, né Louis.»
«E Stephanie?» m’informai.
«Non ci sarà più neppure Stephanie.» Alpha teneva la base dell’apparecchio telefonico nei pantaloni. L’inserì nella presa a muro in camera e compose un numero. «Amico», disse quando ottenne risposta. «C’è qui una ragazza che ti aspetta.»
All’altro capo del filo qualcuno evidentemente chiese particolari.
«Stephanie Plum». rispose Jimmy. «È a casa ad aspettarti. Ah, Benito, sta attento che nessuno ti veda. Ti conviene salire dalla scala antincendio.»
La conversazione finì e Jimmy staccò la spina.
«È quanto è successo a Carmen?» chiesi.
«Cristo, per Carmen si è trattato di eutanasia. Non so come abbia fatto ad arrivare a casa. Quando ce ne siamo accorti, aveva già parlato con Morelli.»
«E ora che facciamo?»
Lui si appoggiò alla parete. «Aspettiamo.»
«Che succederà quando arriverà Ramirez?» insistei.
«Io volto la schiena mentre lui fa quello che deve fare, poi gli sparo con la sua pistola. Quando arriverà la polizia sarete entrambi morti dissanguati e non ci saranno più questioni in sospeso.»
Alpha era terribilmente serio. Sarebbe rimasto a guardare mentre Ramirez mi violentava e mi torturava, dopo di che si sarebbe accertato che fossi ferita mortalmente.
La stanza ondeggiò davanti a me, mi si piegarono le gambe e mi ritrovai seduta sul bordo del letto. Lasciai cadere la testa fra le ginocchia e aspettai che mi si snebbiasse la mente. Rividi il corpo martoriato di Lula e il terrore aumentò.
Lo stordimento svanì ma il cuore mi batteva impazzito. Afferra un’occasione, seguitavo a ripetermi. Fa’ qualcosa! Non restare seduta qui ad aspettare Ramirez.
«Si sente bene?» mi domandò Alpha. «Non ha una bella cera.»
Tenni la testa abbassata. «Mi viene da vomitare.»
«Vuole andare in bagno?»
Scossi la testa, che tenevo ancora fra le ginocchia. «Mi dia solo un minuto per riprender fiato.»
Vicino, Rex correva nella sua gabbia. Non ce la facevo a guardarlo, sapendo che forse era l’ultima volta che lo vedevo. Strano come una persona si affezioni a un animaletto. Sentii un nodo alla gola al pensiero che Rex sarebbe rimasto orfano. Fa’ qualcosa!
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