• Пожаловаться

Janet Evanovich: Bastardo numero uno

Здесь есть возможность читать онлайн «Janet Evanovich: Bastardo numero uno» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию). В некоторых случаях присутствует краткое содержание. Город: Milano, год выпуска: 1997, ISBN: 88-2002-353-9, издательство: Sperling & Kupfer, категория: Иронический детектив / на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале. Библиотека «Либ Кат» — LibCat.ru создана для любителей полистать хорошую книжку и предлагает широкий выбор жанров:

любовные романы фантастика и фэнтези приключения детективы и триллеры эротика документальные научные юмористические анекдоты о бизнесе проза детские сказки о религиии новинки православные старинные про компьютеры программирование на английском домоводство поэзия

Выбрав категорию по душе Вы сможете найти действительно стоящие книги и насладиться погружением в мир воображения, прочувствовать переживания героев или узнать для себя что-то новое, совершить внутреннее открытие. Подробная информация для ознакомления по текущему запросу представлена ниже:

Janet Evanovich Bastardo numero uno

Bastardo numero uno: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Bastardo numero uno»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

A corto di soldi, Stephanie Plum rimedia un lavoro, nella società di assicurazioni del cugino, come “cacciatrice di teste”, con il compito di consegnare alla polizia tutti gli arrestati rilasciati su cauzione che non si sono presentati in tribunale per il processo. Il suo primo caso è però quello di un agente di polizia ingiustamente accusato di omicidio, un ex compagno di liceo di Stephanie, al cui Anche pubblicato come “Tutto per denaro”.

Janet Evanovich: другие книги автора


Кто написал Bastardo numero uno? Узнайте фамилию, как зовут автора книги и список всех его произведений по сериям.

Bastardo numero uno — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Bastardo numero uno», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема

Шрифт:

Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

«Stephanie Plum», disse Gruber giulivo, fingendosi sorpreso. «Che piacere.»

Posai le mani sul tetto della vettura e lo guardai attraverso il finestrino abbassato. «Lenny, sto andando a cena dai miei genitori. Non vorrai riprenderti l’auto mentre sono da loro, vero? Sarebbe veramente meschino da parte tua.»

«Io sono un tipo meschino, Steph. Ecco perché faccio questo bel lavoro. Sono capace di tutto, o quasi.»

Il semaforo scattò e l’uomo alla guida dell’auto dietro Gruber si attaccò al clacson.

«Potremmo fare un patto», proposi a Gruber.

«Con te nuda?»

Ebbi la visione della mia mano che gli afferrava il naso e lo torceva. Fino a farlo strillare come un maiale. Il problema era che avrei dovuto toccarlo. Meglio continuare con le buone maniere. «Lasciami la macchina per stasera, te la riporto domattina.»

«Niente da fare», ribatté Gruber. «Sei troppo furba. Sono cinque giorni che do la caccia alla tua macchina.»

«Uno in più non fa differenza.»

«Mi aspettavo un po’ di riconoscenza. Capisci che cosa voglio dire?»

Mi morsi la lingua. «Scordatelo. Prenditi l’auto. Anzi, portala via subito. Io proseguirò a piedi.»

Lo sguardo di Gruber non si staccava dal mio petto. Porto la terza, una misura non trascurabile ma tutt’altro che imponente rispetto alla mia statura di un metro e settanta. Indossavo un paio di shorts neri da ciclista e una maglia sportiva di un paio di taglie più della mia. Non era certamente un abbigliamento seducente, ma Lenny sbirciava lo stesso.

Il suo sorriso si allargò al punto di mostrare che gli mancava un molare. «Potrei aspettare fino a domani. Dopo tutto siamo andati a scuola insieme.»

«Uh, uh», fu tutto ciò che riuscii a dire.

Dopo cinque minuti svoltavo dalla Hamilton nella Roosevelt. A due isolati di distanza dall’abitazione dei miei genitori, mi sentivo come risucchiata dai miei doveri familiari, che mi trascinavano inesorabilmente nel cuore della cittadella. La nostra era una comunità dove i legami con la famiglia erano ancora saldi. Là c’erano sicurezza, affetto, stabilità e il conforto dei rituali domestici.

L’orologio sul cruscotto mi avvertiva che ero in ritardo di sette minuti; l’impulso incontrollabile di gridare mi diceva che ero arrivata a casa.

Parcheggiai lungo il marciapiede e diedi un’occhiata alla villetta bifamiliare a due piani, al portico sul davanti, alla tettoia in alluminio. La metà abitata dai Plum era gialla, ormai da quarant’anni, con il tetto scuro. Cespugli di viburno fiancheggiavano i gradini di accesso all’entrata e vasi di gerani rossi erano stati disposti a distanza regolare per tutta la lunghezza del portico. Era un’abitazione assai tradizionale, con il soggiorno sul davanti, la sala da pranzo nel mezzo e la cucina sul retro. Al piano superiore tre camere da letto e il bagno. Era una casetta linda e accogliente, stipata di mobili e impregnata dei tipici aromi della cucina.

Nell’altra metà della casa abitava la signora Markowitz, che viveva con la pensione sociale e che, non potendo permettersi grandi spese, aveva dipinto la sua facciata di verde pallido.

Mia madre mi aspettava sulla soglia. «Stephanie», chiamò. «Che cosa fai seduta in macchina? Sei in ritardo, sai che tuo padre detesta cenare in ritardo. Le patate si freddano, l’arrosto si asciuga troppo.»

Il cibo era importante nella cittadella. La Luna ruota attorno alla Terra, la Terra attorno al Sole e il quartiere ruota attorno all’arrosto. Per quanto riesco a ricordare, la vita dei miei genitori è sempre stata regolata da un pezzo di girello arrostito, servito alle sei in punto.

Nonna Mazur stava in piedi, due passi dietro mia madre. «Devo comperarmi un paio di quelli», dichiarò osservando i miei shorts. «Ho ancora belle gambe, sai.» Sollevò la gonna e si guardò le ginocchia. «Che ne dici? Mi starebbero bene?»

Nonna Mazur aveva le ginocchia simili alle maniglie di una porta. Ai suoi tempi era stata una bellezza, ma con gli anni era diventata una donnetta ossuta, spigolosa e con la pelle cascante. Pure, se voleva indossare un paio di shous da ciclista, poteva farlo benissimo. Secondo me, questo era uno dei numerosi vantaggi che offriva la vita nel New Jersey: anche le vecchie signore potevano permettersi un abbigliamento bizzarro.

Dalla cucina, mio padre mandò un grugnito di disgusto. Stava tagliando la carne. «Shorts da ciclista!» borbottò dandosi una pacca sulla fronte. «Uh!»

Due anni prima, quando le arterie ostruite dal grasso avevano spedito all’altro mondo nonno Mazur, la nonna si era trasferita dai miei e non se n’era più andata. Mio padre accettava la situazione alternando una stoica rassegnazione a mugugni volutamente sgarbati.

Ricordo che mio padre mi parlava di un cane che aveva quand’era bambino. La povera bestia era l’animale più vecchio, più brutto e più stupido di cui avessi mai sentito parlare. Perdeva urina a ogni passo, aveva i denti guasti e i fianchi irrigiditi dall’artrite. Enormi ascessi gli si aggrumavano sotto la pelle. Un giorno, nonno Plum lo portò dietro il garage e gli sparò. Sospetto che qualche volta mio padre abbia immaginato di fare lo stesso con nonna Mazur.

«Dovresti indossare abiti decenti», disse mia madre portando in tavola piselli freschi e crema di cipolle. «A trent’anni ti vesti ancora con quella roba da ragazzina. Come farai a trovare un uomo, così conciata?»

«Non voglio un uomo. Ne avevo uno e la cosa non mi piaceva.»

«Solo perché tuo marito era un farabutto», decretò nonna Mazur.

Ero perfettamente d’accordo. Il mio ex marito era un farabutto. Specialmente quando lo avevo colto in flagrante sul tavolo della sala da pranzo con Joyce Barnhardt.

«Pare che il ragazzo di Loretta Buzick si sia separato dalla moglie», m’informò mia madre. «Te lo ricordi? Ronald Buzick.»

Sapevo dove voleva arrivare e mi rifiutavo di assecondarla. «Non ho nessuna intenzione di uscire con Ronald Buzick», replicai. «Neanche parlarne.»

Ronald Buzick era un macellaio. Stempiato, grasso; probabilmente mi comportavo come una snob, ma mi riusciva difficile pensare in termini romantici a un uomo che passava le sue giornate ad ammazzare bovini e a pulire frattaglie di pollo.

Mia madre non si arrese. «Va bene, allora che ne diresti di Bernie Kuntz? L’ho incontrato in tintoria e mi ha chiesto di te. Credo che tu gli interessi. Potrei invitarlo per un caffè e una fetta di torta.»

Con la fortuna che mi ritrovavo, probabilmente mia madre aveva già invitato Bernie, e in quel momento lui stava facendo il giro dell’isolato masticando caramelle di menta. «Non voglio parlare di Bernie», dissi. «Devo dirti qualcosa. Cattive notizie…»

Temevo questo momento, avevo cercato di rimandarlo per quanto possibile.

Mia madre si portò una mano alla bocca. «Hai un tumore al seno!»

Nessuno della nostra famiglia aveva mai avuto tumori al seno, ma mia madre ne era terrorizzata. «Il mio seno è a posto. Il problema è un altro, riguarda il lavoro.»

«Il tuo impiego?»

«Non ne ho più uno. Sono stata licenziata.»

«Licenziata?» ripeté mia madre con voce strozzata. «Come è successo? Era un buon lavoro e ti piaceva.»

Avevo lavorato per E.E. Martin come responsabile degli acquisti di biancheria intima a buon mercato a Newark, che non era di certo il giardino del Garden State. In verità, era mia madre che adorava quell’impiego credendolo strepitoso, mentre in realtà passavo la maggior parte del mio tempo a discutere dei prezzi delle mutandine elastiche di nylon. E.E. Martin non era esattamente una boutique alla moda.

«Non mi preoccuperei al tuo posto», disse mia madre. «C’è sempre lavoro nel tuo campo.»

«Non ce n’è affatto.» Specialmente per chi ha lavorato per E.E. Martin. Il fatto che avessi avuto, a suo tempo, uno stipendio fisso faceva sì che tutti mi evitassero come la peste. E.E. Martin non era stato prodigo con le bustarelle l’inverno prima, così qualcuno aveva rivelato i suoi legami con la mafia. Era stato incriminato per una serie di transazioni illegali e aveva dovuto vendere alla Baldicott. Benché non avessi alcuna colpa, venni coinvolta nel repulisti. «Sono disoccupata da sei mesi.»

Читать дальше
Тёмная тема

Шрифт:

Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «Bastardo numero uno»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Bastardo numero uno» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё не прочитанные произведения.


Janet Evanovich: Hot Six
Hot Six
Janet Evanovich
Janet Evanovich: Ten Big Ones
Ten Big Ones
Janet Evanovich
Janet Evanovich: Plum Lovin'
Plum Lovin'
Janet Evanovich
Janet Evanovich: Cacciatrice di taglie
Cacciatrice di taglie
Janet Evanovich
Janet Evanovich: Colpo al cuore
Colpo al cuore
Janet Evanovich
Janet Evanovich: Smokin Seventeen
Smokin Seventeen
Janet Evanovich
Отзывы о книге «Bastardo numero uno»

Обсуждение, отзывы о книге «Bastardo numero uno» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.