Emilio Salgari - La crociera della Tuonante
Здесь есть возможность читать онлайн «Emilio Salgari - La crociera della Tuonante» — ознакомительный отрывок электронной книги совершенно бесплатно, а после прочтения отрывка купить полную версию. В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Жанр: foreign_antique, foreign_prose, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.
- Название:La crociera della Tuonante
- Автор:
- Жанр:
- Год:неизвестен
- ISBN:нет данных
- Рейтинг книги:4 / 5. Голосов: 1
-
Избранное:Добавить в избранное
- Отзывы:
-
Ваша оценка:
- 80
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
La crociera della Tuonante: краткое содержание, описание и аннотация
Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «La crociera della Tuonante»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.
La crociera della Tuonante — читать онлайн ознакомительный отрывок
Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «La crociera della Tuonante», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.
Интервал:
Закладка:
«Per ora no,» rispose asciutto il Corsaro. «Eseguite.»
6. La flotta fantasma
Due giorni dopo quella triplice esecuzione, la piccola squadra, giunta di fronte alle coste virginiane, quasi all’altezza di Norfolk, veniva assalita dalle prime onde, che da un paio di settimane mettevano sossopra l’Atlantico settentrionale. Il cielo era diventato oscurissimo verso levante, e larghi nuvoloni, gravidi di pioggia o di tempesta, si stendevano sotto i soffi del vento, mentre nel loro seno brillavano vivissimi i lampi e brontolava quasi senza riposo il tuono. Anche le acque dell’oceano avevano assunto una tinta grigiastra come se si fossero mescolate alla vicina grande corrente del Gulf-Stream, che rimontava, costeggiando l’America orientale, verso il gran banco di Terranova. Si vedevano immensi stormi di uccelli marini, formati per lo più da rincopi, disgraziati volatili che, avendo il becco inferiore assai più corto del superiore, sono frequentemente esposti a dei lunghi digiuni. Fuggivano tutti verso ponente schiamazzando, per cercare un asilo più sicuro nelle scogliere della Virginia.
Qualunque altra nave, vedendo quel temporale ingrossare e scendere ormai furiosamente verso il sud, si sarebbe affrettata a seguire l’esempio di quei prudenti volatili. Il Corsaro invece aveva segnalato a tutta la squadra di far fronte alla tempesta.
Il giorno innanzi un piccolo legno corsaro che, prevedendo mare grosso, scappava in cerca d’un rifugio, aveva avvertito il Baronetto e i comandanti americani che la squadra di lord Dunmore, già sgominata dalle continue tempeste che l’avevano assalita durante la traversata dell’Atlantico, veleggiava verso il sud per cercare un punto di sbarco, che le era mancato sulle coste della Virginia per il valore di quegli stanziali e di quei piantatori. Or sapendo che la fregata del Marchese, rimasta assai indietro alle navi di Howe, per riparare forse i danni subiti nel combattimento colla Tuonante, si era imbrancata con quella squadra che gli Americani chiamavano fantasma, aveva deciso di tentare un colpo disperato, quantunque la tempesta rumoreggiasse spaventosamente.
Tutte le precauzioni erano state prese per resistere ai grandi colpi di mare e per tentare un fulmineo abbordaggio contro la fregata: le imbarcazioni saldamente assicurate ai paranchi, i pezzi delle batterie strettamente frenati perché non prendessero la corsa, i grappini tesi sulle griselle basse, pronti a essere lanciati. Anche le quattro navi americane, che erano montate da intrepidi marinai, avevano prese le medesime precauzioni, e ridotta la velatura ai minimi termini, per non farsi subissare da qualche improvviso ed irresistibile salto di vento.
Testa di Pietra e Piccolo Flocco, sempre insieme, osservavano dall’alto del castello di prora, mentre a pochi passi da loro stava seduto su una matassa di funi l’Assiano, ormai completamente rimessosi dalla semimpiccagione.
«Uhm!» brontolò il Bretone, scotendo la testa e stringendo le pugna. «Questo si chiama veramente mare cattivo. E quando anche gli uccelli marini, che nulla hanno da temere, fuggono, le navi dovrebbero fare altrettanto.»
«La Tuonante è stata costruita per le battaglie e le tempeste,» rispose il giovine gabbiere.
«Per tutti i campanili della Bretagna! a me lo dici? Sì, salda, robusta, magnifica veliera; ma quando l’Atlantico infuria, v’è da pensarci due volte a sfidarne le onde.»
«E assaliremo la squadra Dunmore in piena tempesta?»
«Pare sia questa l’idea del nostro terribile comandante. Non daremo addosso che alla fregata, se è vero che si trova tra la squadra fantasma. Le navi americane s’incaricheranno del resto, se lo potranno.»
«Vi è pericolo, Testa di Pietra, che questa volta si vada a dormire sott’acqua?»
Il Bretone corrugò la fronte, poi disse:
«Forse che i marinai non sono nati per finire, presto o tardi, in bocca ai pesci? Anche mio nonno fu divorato da un pescecane.»
«E poi riuscì vivo per salvare la storica pipa.»
«Sì, monello,» rispose Testa di Pietra.
«E tu credi che avremo tempesta grossa?»
«Vedrai fra un paio d’ore come la squadra ballerà disperatamente. Avremo spaventevoli colpi di vento e grandi colpi di mare. Bà, siamo i figli dell’oceano e corazzati contro le bufere.»
Una raffica impetuosa si rovesciò in quel momento sulla corvetta, abbattendola bruscamente sul tribordo fino all’altezza degli ombrinali. Tutti i marinai balzarono ai bracci delle manovre, in attesa di ordini. Nessuno appariva impressionato dalla tempesta che stava per coglierli proprio sul cadere del giorno. Difatti il sole, dopo aver forato per qualche istante una gran nube nera galoppante per il cielo, era scomparso, e le tenebre piombavano, rotte solamente dai lampi, che si succedevano in gran numero.
Il Corsaro ed il signor Howard, muniti ciascuno d’un portavoce, lanciavano con voce poderosa i comandi, i quali venivano seguiti dal fischietto di Testa di Pietra.
Alle 8 l’oscurità era profondissima, tanto che l’equipaggio della Tuonante stentava a seguire le quattro navi americane, esse pure alle prese colla bufera. Sopra le tempestose nubi passavano di tratto in tratto dei rombi assordanti, che parevano prodotti da grossi carri pieni di lamiere di ferro lanciati a gran corsa. L’elettricità era intensa. Delle fiammelle si erano già mostrate sulle punte degli alberi, guizzando poi lungo le sartie e rimontando di quando in quando verso i pennoni di contrappappafico. La corvetta cominciava a rollare e a beccheggiare spaventosamente, tuffando impetuosamente il suo bompresso nelle onde insieme coi fiocchi che non erano stati chiusi per poter bordare più rapidamente al momento opportuno. Né le quattro navi americane soffrivano meno: tuttavia, secondo gli ordini ricevuti dall’intrepido Corsaro, seguivano la Tuonante quasi sulla sua scia, facendo fronte all’uragano.
Verso le 10 lo stato dell’oceano era diventato veramente terribile. Colpi di mare, sollevati da furiosi colpi di vento, si abbattevano sulle navi, scompaginandole, nonostante le manovre dei marinai. Il fuoco di sant’Elmo guizzava sempre sulle cime degli alberi, accompagnato di quando in quando da certe palle fiammeggianti, grosse come aranci, che scoppiavano con gran fracasso come se fossero delle vere bombe. Testa di Pietra, come al solito, aveva preso posto sul castello di prora, tenendo molto a essere il primo ad avvistare la squadra inglese. Aveva un segreto rancore contro il puntatore della fregata, che aveva messo fuori di combattimento la corvetta, e non voleva lasciarsi sorprendere.
Che mi passi solamente dinanzi, e scateno tutti e due i pezzi da caccia del castello!» disse Testa di Pietra. «Voglio la mia rivincita.»
«Con questa tempesta? Come potrai puntare?»
«Lascia pensare a me, monello! Sono di Batz io!»
A mezzanotte la squadra si trovava all’altezza della baia di Chesapeake, ottimo rifugio per qualunque nave, essendo molto profonda e ben riparata. Il Corsaro invece intraprese risolutamente la lotta contro l’uragano che l’assaliva da oriente. Cercava la squadra inglese, ben deciso a piombarci in mezzo e sgominarla, checché dovesse succedere, pur di correre all’abbordaggio della fregata. Alle due del mattino, nel momento in cui la luna faceva capolino fra due gigantesche nubi, si udì Testa di Pietra gridare:
«Navi dinanzi a noi! In batteria gli artiglieri!»
Il Corsaro ed il signor Howard erano saliti sul castello di prora, dove il Bretone continuava a sbracciarsi ed a lanciare comandi. Parecchi punti luminosi danzavano sulle creste altissime dell’Atlantico, formando un gruppo, il quale peraltro di quando in quando si scioglieva sotto le furiose raffiche di levante.
«Non può essere che la squadra di lord Dunmore,» disse il Baronetto al signor Howard.
Читать дальшеИнтервал:
Закладка:
Похожие книги на «La crociera della Tuonante»
Представляем Вашему вниманию похожие книги на «La crociera della Tuonante» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.
Обсуждение, отзывы о книге «La crociera della Tuonante» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.