Vittorio Bersezio - La plebe, parte I
Здесь есть возможность читать онлайн «Vittorio Bersezio - La plebe, parte I» — ознакомительный отрывок электронной книги совершенно бесплатно, а после прочтения отрывка купить полную версию. В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Жанр: foreign_antique, foreign_prose, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.
- Название:La plebe, parte I
- Автор:
- Жанр:
- Год:неизвестен
- ISBN:нет данных
- Рейтинг книги:4 / 5. Голосов: 1
-
Избранное:Добавить в избранное
- Отзывы:
-
Ваша оценка:
- 80
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
La plebe, parte I: краткое содержание, описание и аннотация
Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «La plebe, parte I»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.
La plebe, parte I — читать онлайн ознакомительный отрывок
Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «La plebe, parte I», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.
Интервал:
Закладка:
– Va bene, va bene; rispose Maurilio, e partendo di buon passo lasciò lì la vecchia, a piè della scala.
La Gattona, risalita alla sua soffitta, pose la lucerna in sul desco, e curiosamente si fece a leggere le parole scritte sulla polizzina datale dallo sconosciuto. Esse erano le seguenti: Maurilio Nulla, scrivano pubblico, via porta num. 7, piano quarto .
– Maurilio! Esclamò la vecchia sovraccolta. Oh! Che cosa mi ricorda questo nome! Sono più di venti anni che non l'ho più udito; che non trovai più nessuno che lo portasse… E costui potrebbe egli avere alcuna attinenza con quell'altro là?..
Scosse le spalle, come si fa quando ci viene un'idea assurda pel capo.
– Eh via! Gli è impossibile.
Allora domandò conto a Gognino di quanti denari avesse raccattato durante la giornata; e poichè vide che in luogo di dieci non le aveva portato a casa che quattro soldi, si diede a batterlo secondo l'usato, precisamente come se l'intervento di Maurilio non avesse avuto luogo.
CAPITOLO X
Maurilio s'allontanava da quella casa col capo più basso e coll'animo più triste di prima. Andava lentamente traverso la nebbia fattasi più folta, come uomo a cui la volontà non dirige il cammino, ma si lascia trasportare a caso dalle sue gambe. L'umido spruzzolìo di prima s'era convertito in buona e bella neve che calava giù lenta, lenta, fra la nebbia, a larghi fiocchi, e già vestiva d'un bianco strato il terreno su cui ammortiva il suon de' passi ai rari cittadini che per quella melanconica sera si affrettavano a rientrare nelle case loro.
Ad un tratto il nostro giovane si riscosse. Era uscito dal povero quartiere della miseria e dell'abbiezione, e trovavasi in una strada larga, fiancheggiata da superbe abitazioni del ceto signorile. Innanzi a lui, un palazzo dei più suntuosi gettava nelle tenebre della notte dagli alti suoi finestroni delle ondate di luce che faceva brillare al passaggio i candidi fiocchi della neve. L'alto e imponente portone da via, per cui s'entrava in un atrio elegante di severa architettura, era spalancato, e nell'atrio medesimo stava una magnifica carrozza chiusa, a cui attaccati due stupendi cavalli di prezzo che scalpitavano e scuotevan la testa impazienti. Certo questa carrozza attendeva i padroni di quel palazzo che stavan per uscire: e così pensò tosto Maurilio, il quale nel cocchiere vestito di terraiuolo impellicciato, seduto con altezzosa imponenza sull'alto sedile colle redini in una mano e la frusta nell'altra, in una classica mossa che qualunque cocchiere inglese gli avrebbe invidiato, riconobbe tosto la livrea della nobile famiglia a cui quel palazzo apparteneva.
Maurilio s'era lasciato condurre passivamente dalle sue gambe, e queste lo avevan portato là dove tanto spesso volava il suo pensiero.
In faccia a quel portone, il giovane sostò, si volse a quel bagliore che pioveva dalle ampie finestre, guardandovi fiso con occhio e con sembiante pieni di mille espressioni, profferse parole cui nessuno, anche udendole, avrebbe pur potuto capire.
Parve esitare un istante, poi con evidente sforzo si staccò dal posto in cui stava piantato e fece alcuni passi per allontanarsi; ma tosto si arrestò di nuovo; una lotta si combatteva nel suo animo; tornò vivamente indietro, e senza che alcun lo vedesse, guizzò sotto l'atrio e corse ad appiattarsi dietro ad un gruppo di colonne. Là si appoggiò al freddo marmo d'una di queste colonne e si premette con ambe le mani il cuore che gli batteva così violentemente da minacciar di scoppiare.
Non attese lungamente. La grande invetrata che metteva al marmoreo scalone venne aperta da un domestico in gran livrea a capo nudo; due donne con fiori ne' capegli, avvolte in ricchi mantelli alla foggia beduina di cascemir bianco con ricami in oro ed un uomo imbaccuccato nel tabarro ed avvolto il collo sino alla faccia da una finissima fascia di lana si diressero verso la carrozza, di cui corse ad aprire lo sportello un altro domestico in soprabito lungo, a grossi bottoni d'argento stemmati e col cappello coperto di tela incerata in mano.
Quelle due donne erano passate rapidamente, ma il nostro giovane le avea viste, le avea saettate di suoi sguardi accesi come una fiamma, ansimante il petto, battenti i polsi della testa, tremanti tutte le fibre, le avea seguite collo sguardo intento.
O per dir meglio non aveva visto, ammirato, vagheggiato che una di esse: – la più giovane. Era bella come un'apparizione nel sogno d'un poeta d'Oriente. Alta della persona, dignitoso e graziosissimo il portamento, mite e pur nobilmente superbo l'aspetto; un muover di collo che ricordava l'avvenenza del cigno, una eleganza nativa, non ricercata, non appresa, piena d'incanto; tutta la grazia aristocratica nel piglio, senza l'offensività dell'orgoglio. A vederla passare soltanto, ogni cuore si sentiva trascinato dietro lei con un omaggio d'ammirazione. Chiunque avrebbe affermato senz'altro esser ella nata per andar prima in tutto, per vedere tutto il mondo a que' suoi piccoli, ben arcati, sottilissimi piedi. Un diadema di regina non avrebbe disdetto alla sua fronte leggiadramente superba. I suoi capelli di color biondo un po' fulvo, le facevano intorno al capo di sì fina struttura un'aureola d'oro, come alla più bella vergine staccata da uno de' più bei quadri del Luvini. Lo sguardo limpido, sereno, profondo balenava in occhi cui meglio non avrebbe saputo disegnare il pennello di Murillo, del color del mare. Il sorriso era grave in una ed infantile. Tutta la malìa della gioventù accompagnata dalla più splendida bellezza, vi si trovava insieme colla riflessività d'un'anima che sente, che ha già visto il dolore, d'un cervello che pensa e d'un cuore che si commove. La sua mano, da sola, chi non vedesse altro di lei, l'avrebbe fatta conoscere per generata di purissimo sangue aristocratico. Era una mano esile, lunghetta, a dita affusolate, ad unghie color di rosa elegantemente convesse, bianche come l'alabastro ed appena se mostranti traverso la pelle finissima l'azzurigno della rete venosa; una mano che uno scultore avrebbe adorata.
L'altra donna era di età inoltrata e sul suo volto, che incominciava ad esser troppo corso dalle rughe, non si leggeva che orgoglio, arroganza e disprezzo d'altrui.
La giovane entrò prima nella carrozza, poi l'attempata, ultimo l'uomo. Il domestico richiuse la portiera, si mise in testa il cappello, salì in cassetta vicino al cocchiere, e la carrozza si mosse.
Già era uscita dal portone, già il domestico in livrea era risalito negli appartamenti: già il portiere, venuto fuori a salutare con un grande inchino il passaggio della carrozza, richiudeva il portone per non lasciar aperto che l'usciolo a sportello, e Maurilio era ancora là, appoggiato alla colonna, immobile, ma palpitante, gli occhi rapiti come da una celeste visione.
Ad un tratto si scosse. Aveva bisogno di vederla ancora. Si slanciò fuor del portone ratto come un baleno, passando presso il portiere spaventato; vide allo svolto della via sparire i fanali della carrozza che andava al piccol trotto de' suoi cavalli; corse come vola una saetta in quella direzione; raggiunse il cocchio, s'aggrappò al predellino di dietro, su cui stanno in piedi i servitori, vi si arrampicò, vi si raggomitolò, vi stette sentendosi mancare il fiato, la lena e le forze.
Intanto pensava nel suo cervello cui veniva a martellare il sangue concitato.
– Ella è là!.. Là presso a me… Divisa da una sottile parete. Appoggia forse a questo punto la sua bella persona… Se potessi vederla nell'abbandono del suo atteggio!
La carrozza correva senza rumore sul tappeto già alto della neve caduta. Quando la si arrestò Maurilio parve ridestarsi e guardò intorno dove si trovasse. Era in piazza S. Carlo e la carrozza era venuta ad accodarsi l'ultima di una schiera di cocchi che facevan la fila per entrare uno ad uno nel portone d'un palazzo in mezzo a quel lato della piazza che guarda l'occidente. Questo palazzo dalle sue finestre del primo piano mandava torrenti di luce che correvano via lontano per la piazza a illuminare i fiocchi cadenti della neve, a ripercotersi sul cimiero di bronzo imbianchito ancor esso della statua equestre d'Emanuele Filiberto, a riflettersi come un lampo sanguigno in mezzo a tutto quell'albore sulla baionetta che brillava a capo del fucile stretto fra le braccia dalla sentinella del monumento intirizzita.
Читать дальшеИнтервал:
Закладка:
Похожие книги на «La plebe, parte I»
Представляем Вашему вниманию похожие книги на «La plebe, parte I» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.
Обсуждение, отзывы о книге «La plebe, parte I» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.